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Ristrutturazione villetta e progetto impianto.


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Ciao a tutti.

Ho un quesito burocratico da sottoporre.

Nei prossimi mesi mio fratello si accingerà a ristrutturare la sua villetta singola, con conseguenti modifiche interne (spostamento muri e rifacimento bagno). Con l'occasione si procederà a modificare l'impianto elettrico dividendolo in zone e sovradimensionando leggermente il tutto per qualche futuro ampliamento (mansarda e antifurto). L'impianto lo farei io, e come ho fatto qualche mese fa per la ristrutturazione dell'alloggio di mia mamma,  interverrebbe un elettricista a fine lavori per un controllo generale e per redarre la documentazione di conformità.

 

La mia domanda è: è necessario il "progetto dell'impianto", inteso come progetto da allegare ad una richiesta per i lavori (non e' una semplice ristrutturazione di pavimenti e bagno ma spostiamo muri e saniamo qualche piccola irregolarità degli anni '60), oppure basta lo "schema" presente nella documentazione redatta dall'elettricista? 

 

La casa e' una villetta costruita negli anni 60 con contatore 3kW   220V. Uso domestico senza magazzini ne' altro. Anche la caldaia è da 34 kw per cui non rientra nella categoria di centrale termica.

 

Grazie a tutti in anticipo, anche per i precedenti consigli che mi hanno fatto essere orgoglioso del lavoro fatto sul precedente impianto!

 

 

 

 

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del_user_155042

prima di iniziare con l'elettrico  , contatta l'elettricista che dovra rilasciare la dichiarazione di conformità.

E chiedi a lui tutte queste cose che stai chiedendo a noi .

 

 

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Speravo in una risposta più approfondita, ma grazie ugualmente.

 

La questione è che voglio arrivare preparato quando contatterò la persona in questione.

 

Nel frattempo qualcuno ha modo di darmi la risposta alla domanda

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è necessario il "progetto dell'impianto", inteso come progetto da allegare ad una richiesta per i lavori (non e' una semplice ristrutturazione di pavimenti e bagno ma spostiamo muri e saniamo qualche piccola irregolarità degli anni '60), oppure basta lo "schema" presente nella documentazione redatta dall'elettricista?

 

 

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del_user_155042

Ok .

il progetto del impianto è sempre obbligatorio .

nel caso di impianto maggiore di 6kW  , il progetto lo deve fare un perito iscritto al albo.

nel caso di impianto maggiore di 400m2  , il progetto lo deve fare un perito iscrito al albo.

nel casi il tuo impianto non è maggore di 6kw , e la superfice non è maggore di 400m2 , il progetto lo fa un elettricista abilitato con la lettera A , e con parita iva.

nel caso chiami una ditta di impianti , nonb ti devi preocupare di queste cose , perche fano tutto loro .

 

quanto detto vale per ambienti ordinari , come nel caso tuo.

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Maurizio Colombi
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il progetto del impianto è sempre obbligatorio .

... quando si rilascia la dichiarazione di conformità, quindi quando sono finiti i lavori.

La domanda parla di progetto da presentare per il rilascio del permesso per eseguire i lavori (DIA o SCIA) ... ed in questo caso (ad eccezione di impiegati comunali TROPPO zelanti) non serve nessun progetto.

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Spesso ogni comune fà come vuole..(uffici tecnici) qui da me vogliono un progetto preliminare anche in caso di ristrutturazione e non solo per costruire da nuovo, nel comune confinante nulla solo la DICO a fine lavori...

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Maurizio Colombi
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Spesso ogni comune fà come vuole..(uffici tecnici)

Appunto!

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(ad eccezione di impiegati comunali TROPPO zelanti) 

Ma ci sarà pure un regolamento uguale per tutti ! Questa non l'ho ancora capita! :angry:

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del_user_155042
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La domanda parla di progetto da presentare per il rilascio del permesso per eseguire i lavori (DIA o SCIA)

è vero .

in questo caso l'unica cosa che possono chiedere per la parte elettrica  è la DICO  impianto  di cantiere , con allegato il certificato del quadro .

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Anche da le mie parti il comune richiede progetto preliminare per rilasciare l'autorizzazione ad eseguire i lavori.

Mi è anche capitato che proprio durante una ristrutturazione in ambito civile gli ispettori ASL che ci fecero il controllo pretesero il progetto preliminare che doveva corrispondere con quello depositato all'ufficio tecnico del comune.

Non vorrei sbagliarmi, ora non ho tempo per controllare, ma anche nella 37-08 si parla di progetto preliminare obbligatorio.

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E' una prassi ormai consolidata, peccato che qualche comne abbia chiesto pure già la certificazione di conformità...prima dell'impianto.

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Microchip1967

... quando si rilascia la dichiarazione di conformità, quindi quando sono finiti i lavori. 

 

Maurizio, solo un chiarimento: quello che scrivi non si chiama progetto, ma postgetto.. (pratica sempre piu' diffusa)

Il progetto (anche solo in maniera "definitiva", ovvero che definisce le parti principali dell'opera) deve essere preparato prima dell'elecuzione dei lavori.

Dopodichè, una volta definito il tutto, si passa al progetto esecutivo che deve poi essere integrato con le varianti eseguite in fase di realizzazione (che sono praticamente sempre presenti). A questo punto il progetto completo deve essere allegato alla DDC

In comune in genere chiedono il progetto definitivo.

La guida CEI 0-2 indica i contenuti dei vari stadi del progetto.

Ovviamente nel caso di piccola albitazione i dati del definitivo sono davvero basilari (ovvero potenza dell'impianto, dove prevedi le prese e i comandi, elenco dei circuiti e sezionamenti, eventuali servizi accessori).Nel caso di impianti sotto i limiti dimensionali questo docuemnto è redatto direttamente dall'installatore (o, per essere precisi, dal responsabile tecnico).

Il problema non sorge con chi fa i lavori fatti bene, perchè già di base le idee su come realizzare il tutto sono già chiare.metterle poi su carta è abbastanza semplice

Il problema sorge con i "faciloni", ovvero quelli che spesso non sanno neanche che cosa stanno facendo, mettendoti poi nei casini quando vai sul posto per modifiche o varianti e scopri che quello realizzato non rispetta minimamente la norma.Allora li' sono guai, perchè tu, che ci metti le mani, devi segnalare le problematiche ed astenerti dall'eseguire il lavoro, altrimenti ne divieni in parte responsabile

 

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