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ULISSE centralina Arduino fv->batterie->faretti led


Luigi Marchi

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L'apparato (ULISSE) consente di caricare batterie con una buona precisione, nel rispetto delle specifiche richiamate con molta puntualità dal moderatore. Inoltre consente di accendere i faretti sull'imbrunire e staccarli anche prima dell'alba se le batterie si stanno scaricando più del dovuto. Tutto in automatico. A "isola", da fotovoltaico o con connessione alla rete.

Semplice ? Già fatto ? Nulla di nuovo sotto il sole.

Mica tanto.

Sarò pur vero, come è vero, che caricare le batterie come Dio comanda si poteva fare anche senza i microprocessori, con qualche transistor, qualche zener e qualche trimmer, ma i microprocessori consentono di avere le informazioni in chiaro su un display, consentono di modificare i parametri di funzionamento cambiando qualche riga di codice e possono fare tanto altro.

Non mi sono innamorato di Arduino perchè non ne avevo un'idea di elettronica, ma proprio perchè un'idea ce l'avevo, sin da quando andavo alle elementari e avevo sul comodino la radio a galena e una scatola di valvole sotto il letto.

Che non sia un ingegnere elettronico è del tutto evidente, ma non c'è bisogno di essere un ingegnere elettronico per capire i vantaggi dell'evoluzione in questo campo.

Sarò troppo avanti, ma penso che uno shield o comunque una componente hardware che consenta di gestire energia, tramite un microprocessore programmabile, sia un oggetto che ha un futuro. Poco importa se si chiama ENERGY POWER UNIT o altro.

Non penso debba essere necessariamente come l'ho studiato io, ma prima o poi qualcuno produrrà qualcosa che ci somiglia, nella categoria dell'hardware per i microprocessori.

 

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Luigi il microprocessore non è l'astronave di star trek, scrive sul display quello che succede quando succede secondo le istruzioni scritte nel codice, adesso ci inventiamo che col microprocessore che si chiami PIC o Atmel vedi sul display quello che vedresti con analizzatori di rete da migliaia di euro.

 

Consentimi, ti rispetto, rispetto magari tutto l'entusiasmo che ci metti, ma ti rendi conto che c'è gente che muove per esempio treni di laminazione col codice che scrive e qua la stiamo menando da 77 passaggi di questa discussione per dire che un MAKER, e ti tratto bene perchè è domenica, carica le batterie e accende i faretti con Arduino???

 

Ma facciamo i seri che poco poco c'è GENTE che non ha idea di come si carichi o scarichi una semplice batteria nel modo corretto!!!

 

 

Ma dico leggete un pò qua...

 

E qua....

 

E ancora....

 

Come vedi il web è saturo già di progetti come il tuo (o il tuo come il loro!!!), poi ovviamente uno ha una idea, si prende magari spunto si cerca comunque di migliorare qualcosa, ma lo si fa comunque secondo le leggi e i principi delle scienze che governano certi argomenti....

Come dire, se il Mosfet è pilotato male è pilotato male, e se qualcuno ti "regala" del sapere per una perfetta messa a punto, che dire, io sarei contento di approfittare e lo farei con umiltà!!!

 

77 passaggi per dire sempre la stessa cosa....

 

:wallbash:

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Caratteristiche tecniche, come richiesto dal moderatore:

1) Misura delle tensioni, tolleranza, segmenti.

Arduino misura una tensione di 5 volt divisa in 1024 segmenti, cioè 200 segmenti per volt (arrorondo), cioè con "scatti" di 5 millesimi di volt.

Dovendo misurare valori superiori ai 5 volt occorre ricorrere a divisori di tensione, come ho fatto in Ulisse e più precisamente con una resistenza da 4,7 K verso massa e una da 39K sul punto da misurare. Questo divisore mi consente di misurare una tensione di quasi 50 volt (47 per la precisione) che soddisfa le esigenze del progetto.

La contropartita, in negativo, è che gli "scatti" di lettura non sono più di 5 millesimi di volt, ma diventano di 5 centesimi. Anche questa è una tolleranza compatibile con le esigenze del progetto.

Sul display la lettura delle tensioni viene fatta con 2 decimali e tra una lettura e l'altra ci sono 5 centesimi di differenza o multiplo, come da calcoli e come riscontro puntualmente sul display.

E' molto importanza che le resistenze dei 3 divisori di tensione abbiano pochissima tolleranza e misuro sempre ogni singola resistenza prima di collocarla sulla millefori. Non è importante che siano esattamente da 4700 ohm, quanto piuttosto che abbiano tutte e 3 lo stesso valore. Lo stesso dicasi per la resistenza da 39k.

Nella parte hardware non c'è alcun trimmer di regolazione fine, si può fare via software, con un numero (460) che può essere modificato di qualche unità se interessa avere una lettura esatta con quella che indica il voltmetro elettronico.

2) Misura delle correnti, resistenza di shunt.

La corrente di carica viene misurata per differenza di tensione ai capi della resistenza di shunt. Ho utilizzato spesso 4 resistenze ceramiche da 1 ohm, 5 watt, in parallelo, che mi danno 0,25 ohm, oppure, più di recente, una sola resistenza blindata da 0,22 ohm 20 watt.

Con 0,25 ohm abbiamo 250 millivolt di tensione quando scorre 1 amper, cioè 0,25 volt. Sappiamo che gli "scatti" sono di 5 centesimi di volt, quindi gli "scatti" di misurazione della corrente sono di 200 milliamper circa.

Infatti sul display si passa da 0 milliamper a 160 e poi 360 e cosi via..

E' una misura insufficiente, poco indicativa ? Dipende. Nel nostro caso questa misura è rilevante per il codice software che stabilisce il limitatore (abbiamo pannelli che possono produrre 8 amper, mentre le batterie non debbono andare oltre i 5), ebbene se dobbiamo fissare il limitare a 2,3 o 5 amper la misura dei milliamper, per quanto poco precisa è più che sufficiente.

 

 

 

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Come vedi il web è saturo già di progetti come il tuo (o il tuo come il loro!!!)

Attilio, non pretendo di avere alcun diritto di primogenitura. E' vero che su Internet si trovano tante informazioni e mi sono letto quello che hai postato poco sopra, ma ti assicuro che Ulisse e Penelope sono progetti originali, realizzati nei primi mesi del 2015, senza avere scopiazzato nulla e partendo praticamente da zero. Questo non significa che sono un fenomeno, ma semplicemente che Arduino offre delle opportunità a quanti hanno un minimo di fantasia, di competenze, di passione. 

Poi è vero che i progetti possono essere più o meno validi. Ed è giusto evidenziarne i difetti e i limiti. Il punto di forza dei miei progetti è la semplicità hardware e software, che, quantomeno, può essere utile a livello didattico. Per prendere confidenza con questo mondo. Non a caso il progetto è piaciuto a una scuola professionale.

Per scoprire le cose bisogna metterci le mani. Io l'ho fatto. E ora lo stiamo facendo insieme.

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Attilio Volpe, il primo dei 3 link sembra una cosa seria, gli altri 2 invece sono pessimi.

Il secondo da un'idea errata di come si controlla un motore brushed cc, mentre il terzo è solo una proposta.

Questo a conferma che di fuffa sul webb ce ne è anche troppa.

 

Luigi ma con che criterio stabilisci la corrente di carica della batteria?

Come si deve caricare una batteria l'ho spiegato prima; dalle tue spiegazioni si capisce come fai a misurare la corrente, ma non i criteri con cui la regoli.

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Livio, con il software si fa tutto. Bastano poche istruzioni condizionali. Ad ogni ciclo vengono rilevate le 3 tensioni di riferimento nel modo che è stato spiegato e conteggiati i milliamper di carica, che vengono puntualmente evidenziati sul display.

Se metto il limitatore a 3 amper il software verifica i milliamper in corso e "lavora" sul duty cycle per limitare la corrente. Semplicemente riducendo il duty cycle (cioè la variabile ciclopwm), se in quel momento si è superato il limite fissato.

Il tutto viene concretato con una buona velocità, ancorchè con la carica delle batterie le cose procedono assai lentamente e la velocità è un optional.

Può essere sufficiente una sola riga di codice, come questa:

 

  if (mAmper > 3000)  ciclopwm = ciclopwm - 3;

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Allora o non capisci o non vuoi rispondere.

Con quale criterio metti il limitatore a 3 A piuttosto che a 2A o a 4A?

Questo è il concetto fondamentale di un sistema di carica di un a batteria tampone.

 

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Livio, con il software si fa tutto

 

Rassegnati Luigi, con il software si possono fare molte cose, ma non tutto. Guglielmino Cancelli è riuscito a farci anche i soldi, ma questa è un'altra storia.:P

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Per caricare bene le batterie bisogna usare la testa, me lo insegni tu.

Non serve lanciare la monetina per vedere se esce testa o croce.

Le variabili sono infinite: tensione, corrente, usura, temperatura, gassificazione, modello, ecc. ecc.

Il bello di Arduino e del mio Ulisse è che possiamo gestire tutti questi parametri. 

E' vero che i sensori disponibili e gestiti in automatico sono "solo" quelli della tensione e della corrente, mentre servirebbe sapere anche la temperatura, il livello di gassificazione, ecc. ecc. ma è per questo che serve usare la testa, oltre che Arduino.

Tecnicamente i volt e i milliamper sono un "numero" implementato in una variabile. Quindi nel software debbo dare i numeri che servono. Lo debbo fare io, ma si fa presto a modificare il software con un computer portatile. Fa anche molta scena.

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Luigi basta!

Ti ho fatto una domanda precisa e tu, come sempre, rispondi non rispondendo.

 

Eppure la domanda è semplice: con quel criterio stabilisci il valore della corrente di carica?

 

Te lo chiedo per l'ultima volta e dovresti dare una risposta semplice e precisa, altrimenti la piantiamo li perchè di panzane ne ho lette anche troppe.

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Scomodo usare il computer ? Scomodo agire sul software ?

Qualcuno mi ha suggerito di mettere su Ulisse, sul contenitore, cioè la scatola, dei deviatori per consentire di impostare e variare i parametri.

Mi sono rifiutato. Ho una visione più "moderna".

Il software e la gestione del software sono valore aggiunto, non un impiccio. Non possiamo mettere un microprocessore e usare il prodotto come se il microprocessore non ci fosse.

Occorre semplicemente imparare qualche piccola informazione sul funzionamento del software per variare qualche parametro che sta in testa al listato. Lo può fare l'utente esperto e smanettone e lo deve fare l'installatore che fa la manutenzione presso i clienti

Sarà una visione "elitaria", ma penso che il software sia una nuova lingua che tutti debbono studiare a scuola.

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Il software e la gestione del software sono valore aggiunto, non un impiccio

non sempre è cosi

 

quali parametri bisogna impostare nel tuo caso?

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con quel criterio stabilisci il valore della corrente di carica?

 

Ho tutta una giornata per caricare le batterie, che sono state utilizzate per qualche centinaio di wattora (esempio 2 faretti da 10 watt ciascuno per tutta la notte).

Se la carica avviene da fotovoltaico mi conviene sfruttare il sole, quando c'è e struttarlo al massimo, quindi metto un limite di carica alto, tanto più che c'è anche la variabile della esposizione del pannello non sempre ottimale.

Ovviamente quando le batterie raggiungono il limite di tensione fissato, il ciclopwn viene calato automaticamente.

Se, invece, carico le batterie da rete, con un alimentatore switching (perchè ho in funzione un impianto fotovoltaico), metto un limite molto basso per effettuare la carica durante tutto l'arco della giornata.

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Cioè in pratica stabilisci il valore di carica con il solito metodo: "alla pene di molosso" oppure se ami la caccia "come membro di segugio".:lol:

 

Poi ci vieni a raccontare che hai qulche problema con le batterie piombo acido. Ti credo sulla parola, non c'è come maltrattarle durante la carica per avere dei problemi.

 

Poi smettila di raccontare panzane sul software.

 

Ho cominciato ad analizzare i tui programmi per arduino.

Si vede chiaramente che non sai cosa sia la programmazione per regolazione e controllo. Forse per fare (male) qualche applicativo in VB per applicazioni gestionali può anche andare, ma non si può (dis)organizzare un programma in quel modo, se si devono fare controlli in tempo reale.

 

Purtroppo, anche in campo industriale, c'è troppa gente che è convinta che per fare software basta scrivere un po' di istruzioni. poi si trovano programmi per PLC fatti funzionare a mazzate che alla prima modifica crollano come castelli di carte, oppure che casualmente, ogni tanto, accadono malfunzionamenti inspiegabili.

 

Tu puoi farti tutti i lavori come meglio credi, però dal momento che hai la pretesa di renderli pubblici le cose cambiano. Se i lavori non funzionano, o funzionano male che è poi la stessa cosa, devi accettare le critiche ed emendarne i difetti.

 

 

 

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Scomodo usare il computer ? Scomodo agire sul software ?

Qualcuno mi ha suggerito di mettere su Ulisse, sul contenitore, cioè la scatola, dei deviatori per consentire di impostare e variare i parametri.

Mi sono rifiutato. Ho una visione più "moderna".

Il software e la gestione del software sono valore aggiunto, non un impiccio. Non possiamo mettere un microprocessore e usare il prodotto come se il microprocessore non ci fosse.

Occorre semplicemente imparare qualche piccola informazione sul funzionamento del software per variare qualche parametro che sta in testa al listato. Lo può fare l'utente esperto e smanettone e lo deve fare l'installatore che fa la manutenzione presso i clienti

 

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Sarà una visione "elitaria", ma penso che il software sia una nuova lingua che tutti debbono studiare a scuola.

 

Luigi non ho capito cosa c'entri tutto questo con la discussione in corso, però questo messaggio è da inserire per definizione nella galleria degli orrori.

Proprio non sai cosa stai facendo.

Secondo te per modificare un parametro bisognerebbe collegare un PC, apre lo IDE di arduino effettuare la modifica, scaricare il prgramma, scollegare il PC e poi ?

 

Ma non sai, per esempio, che arduino ha un'area di memora dati in  EEPROM che si può leggere e scrivere e che basta una semplicissima interfaccia operatore, aggiunta ai visualizzatore, per leggere, modificare e memorizzare i parametri?

 

La tua non è una visone moderna, è una visione demenziale.

Sai dove ti ficcherebbero la tua scatola se avessi l'ardire di fare una simile proposta su di una macchina industriale?

 

Credevo di aver visto di tutto, ma è proprio vero che non si finisce mai d'imparare, anche le nefandezze da bestiario.

Mi sa che dovremo aprire anche una discussione intitolata "il bestiario del software". Ce ne sono già due o tre di queste discussioni per gli impianti elettrici, di allarme e altro, non pensavo che si dovess

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C'entra perchè cambiare qualche dato in un listato software non è una cosa così difficile, da escludere a priori.

Prima di windows abbiamo usato, in tantissimi, le istruzioni punto.

Poi Bill Gates ci ha dato degli aiutini, con windows, ma avevamo imparato tutti a usare le istruzioni punto sui mitici M24.

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Luigi basta cion le tue .......

Chiudiamo anche questa e non se ne parla più.

Se vorrai presentare qualche altro tuo lavoro, prima dovrà essere valutato bene.

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