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Alimentazione quadro trifase 230V con neutro


Viper85

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Buongiorno a tutti,

ho una perplessità tecnica su un impianto che devo realizzare. Non conosco l’architettura dell’impianto esistente ma il mio cliente mi ha indicato, come punto di alimentazione del mio impianto, un interruttore quadripolare su cui ho misurato: tensione fase-fase 230V e fase neutro 125V. Io dovrei collegarmi con 2 quadri:

-          Il primo comanda 4 pompe (monofase 230V di potenza 1.15kW cad.);

-          Il secondo alimenta un impianto di trattamento (monofase 230V di potenza 2.3 kW).

 Il primo quadro alimenta il secondo e quindi pensavo di articolarlo così:

-          Int. Generale MGTD 4x16 C 0.3 AC;

-          Int. Impianto di trattamento 2x16 C collegato su fasi RS;

-          Salvamotore pompa 1 collegato su fasi RT;

-          Salvamotore pompa 2 collegato su fasi RT;

-          Salvamotore pompa 3 collegato su fasi ST;

-          Salvamotore pompa 4 collegato su fasi ST.

In questa configurazione dovrei aver distribuito equamente i carichi sulle 3 fasi (almeno a livello teorico non è detto che ci sia contemporaneità 1). Secondo voi Il mio ragionamento sui collegamenti è corretto? Il mio dubbio nasce dal fatto che non utilizzo il conduttore di neutro e che il mio sistema non sarà mai equilibrato al 100%.

Fatemi sapere cosa ne pensate

Grazie

Luca

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Sembra trattarsi del solito caso deve vige ancora la vecchia rete trifase a 220VAC e con F/N a 125VAC; come nelle periferie di Roma.

Se non vuoi adottare un costoso "trafo adattatore"  125-230VAC/triangolo, puoi adottare protezioni monofase alimentate F+F ...con quadro, condutture e pompe senza prese utente , con il a II isolamento e non servirti del differenziale. Altrimenti, in caso diverso posa un differenziale monofase. Se puoi anche dei trafo di isolamento.

Se mi fai un disegno si capisce meglio....carica ogni fase all'80% max della sua corrente nominale.

La potenza installata contrattuale...?

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Sembra trattarsi del solito caso deve vige ancora la vecchia rete trifase a 220VAC e con F/N a 125VAC; come nelle periferie di Roma.

Veramente questo tipo di distribuzione è solito trovarla in tutta Roma, centro compreso. In periferia si trova di più Fase-Neutro 400/230.

 

Però ho sempre visto distribuzioni trifase 230 senza neutro ( tre fili).

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Intanto vi ringrazio.....purtroppo il cantiere è in zona militare (in italia ma zona non italiana) pertanto vi è una certa problematica a reperire informazioni, vuoi per disinteresse vuoi per "omertà". Purtroppo quello che so è quello che due miei colleghi mi hanno trasmesso dopo il sopralluogo (sono purtroppo ambientali e non impiantistici). Del punto di consegna incriminato non so niente eccetto quanto già detto (di foto non ce ne sono perchè non potevamo farle)......in più vi posso solo dire che vi era collegato un vecchio impianto di potenza nominale 10 kW (non so di che natura). Lo schema che avevo pensato è sul server a lavoro domani mattina appena arrivo lo posto così lo commentiamo.

 

grazie ancora

 

Luca

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Io valuterei un trafo 125/230 stella, dove andrai a mettere a terra il centro stella del secondario e realizzare un impianto tradizionale.. Quando la fornitura verrà uniformata basterà eliminare il trafo e la relativa protezione al primario e sei apposto. Altrimenti dovrai utilizzare tutte protezioni 2p, niente differenziali trifase ma solo monofase, niente cordina blu, dato che ti ritrovi una bifase, eventuali interruttori dovranno essere tutti bipolari (anche per una lampadina), eventuali fusibili dovrai metterli su entrambi i conduttori etc..  All estero ok, ma in Italia mi sembra assurdo realizzare un impianto di questo tipo, che dovrai stravolgere se cambiano fornitura.. 

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Veramente questo tipo di distribuzione è solito trovarla in tutta Roma, centro compreso. In periferia si trova di più Fase-Neutro 400/230.

 

Non c'e' speranza per Roma, puoi seguire le info  di Elettrofonico....come trafo di conversione tensione.

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Nei cantieri  temporanei, in Italia - si può evitare il collegamento PE/CT quando è rispettato il II isolamento e si usa un GE, in casi particolari si deve adottare un "trafo" di isolamento idoneo, anche se è sempre viva la "mania" di posare tutto a "terra", armature comprese, quando non serve o non è previsto dalla normativa.

 

Se hai una alimentazione rete distributore, adotta un "trafo" di isolamento e sei a posto, così eviti i differenziali.

Oppure, posa il trafo 125/230 e realizza una "terra" locale con MT a 2 poli F+N ( che lavoreranno in bi-fase) e differenziali.

Scegli la soluzione migliore dal punto di vista pratico ed economico o che ti fanno passare i committenti.

 

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Se hai una alimentazione rete distributore, adotta un "trafo" di isolamento e sei a posto, così eviti i differenziali.

se non hai il neutro a terra di riferimento, con due fasi isolate dovresti mettere uno strumento di controllo dell'isolamento tipo vigilohm o simile.

altrimenti se va a massa la prima fase non te ne accorgi ma se poi va a massa la seconda fase fai un bel corto.

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Vi posto la bozza dello schema che avevo pensato:

 

https://www.dropbox.com/s/1v0bqbjna9jf743/Bozza Quadro.pdf?dl=0

 

Ma il problema secondo voi è:

- Di sicurezza

- Normativo (dichiarazioni che andrò a produrre)

- Potrei creare problemi con il mio impianto a ciò che esiste (disservizi legati a squilibri nella rete)

 

grazie

 

Luca

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