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Tubo led e plafoniere


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Maurizio Colombi

Perchè tutti i produttori di tubi a LED non sanno se l'utente finale può essere in grado di smontare la plafoniera e mettere mano ai collegamenti, ed allora se ne sono infischiati ed hanno realizzato un prodotto che funziona in quel modo.

Alla fine della storia, il reattore non è altro che qualche decina di metri di filo di rame avvolto su un pezzo di ferro. :smile:

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Il problema è che ci sono neon che vogliono alimentazione dalla coppia di piedini di un lato solo. In quel caso bisogna mettere mano al cablaggio interno della plafoniera.

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praticamente tutti i tubi a led sono alimentati da un solo lato.

infatti su un cablaggio standard  occorre inserire il finto starter  che e' un ponte o un fusibile.

se il cablaggio viene fatto da nuovo basta alimentare un solo lato STANDO  ATTENTI  al senso di inserimento del tubo.

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Maurizio è vero che alla fine sono un po' di metri di rame avvolto, ma l'extratensione del reattore (che alla fine è una bobina) allo spegnimento della lampada non danneggia i LED?

È una cosa testata mettere il tubo e togliere semplicemente lo starter?

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Maurizio Colombi
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È una cosa testata mettere il tubo e togliere semplicemente lo starter?

Solitamente i produttori di tubi a LED, forniscono in dotazione anche lo starter "modificato" che altro non è che 

Quote

un ponte o un fusibile.

e nessuno ha mai danneggiato nulla.

L'extra tensione a cui fai riferimento, si ha solamente quando il tubo tradizionale ed il reattore, sono interessati dall'intermittenza continua dello starter, qualche secondo e tre o quattro lampeggi, dopodiché il reattore (e lo starter) hanno finito il loro lavoro.

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Io in giro ho trovato tubi led con alimentazione tipo i neon tradizionali a cui non occorreva neanche il finto starter.

Altri tubi led, invece, vogliono alimentazione sui piedeini di uno stesso lato ed al lato opposto non ci si collega niente.

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Un reattore alla fine funziona per il grosso del tempo come una resistenza, è così anche nel funzionamento normale di un neon, visto che il gas ionizzato è un percorso a bassissima resistenza, se non ci fosse il reattore a limitare la corrente, farebbe un gran lampo e si brucerebbe alla prima accensione.

 

La extratensione come detto da Maurizio si origina solo grazie allo starter, che quando chiude il suo contatto bimetallico forma un circuito serie tra il reattore e i due filamenti del neon, che nel frattempo si riscaldano per agevolare l'accensione del tubo.

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Microchip1967

C'è un problema enorme sulle lampade "retrofit", e ci si puo' accorgere solo facendo delle prove di assorbimento

Premesso il fatto che l'uso di lampade led "retrofit" invalida la certificazione del costruttore della lampada (inn quanto la stessa viene realizzata con una ben determinata fonte luminosa che lavora a 360 gradi), fate una prova con una normalissima pinza amperometrica del reale assorbimento di questi "retrofit" rispetto al tubo classico.

Il problema piu' grosso che rileverete è un'aumento esponenziale della corrente rilevata in quanto, in una lampada "classica", il sistema è bilanciato tra corrente induttiva introdotta dal reattore e corrente capacitiva compnsata dal condensatore in parallelo.

Ma se togliete il tubo "normale" e montate il "retrofit" in pratica si annulla lo sfasamento induttivo ma persiste quello capacitivo che , in questo caso, non viene piu' equilibrato.

Ergo, vi trovate dei consumi completamente sballati (e i contatti dei relè non ne sono molto contenti....)

Ormai sono arrivato alla conclusione che o si prende una lampada che sia "nativamente" a led o è meglio non montare certi pastrocchi.

E comunque c'è poco da fare: la scelta del led va bene solo per quei posti ove vi è la necessità di ridurre al minimo la manutenzione (ad esempio perchè i costi epr intervenire sono molto onerosi) o per ottenere il massimo flusso anche in presenza di basse temperature (esempio lampade emergenza in esterno o in luoghi ove l'accensione sia breve)

Altrimenti che passa l'economicità di un buon tubo fluorescente o lampada a scarica finore non ne ho trovate.

Ultima cosa da considerare: se mi si esaurisce un tubo fluoresente lo cambio, una lampada a led invece mi costringe a cambiare tutto l'apparecchio

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la potenza attiva  e' quella riportata sul tubo, quindi si risparmia  .

MA  presentano un fattore di potenza pari a 0.5 di tipo capacitivo , il quale se riferito a lampade  usate in ambito domestico non crea problemi.

ma se usati in ambiente  aziendale dove viene misurata la reattiva puo' dare problemi.

anche perche' come detto da microchip  viene invalidata l'omologazione del corpo illuminante  da parte del costruttore.

quindi in caso di danno ( incendio)  il costruttore dara' la colpa a chi ha montato il tubo a led.

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Mi fa piacere che una discussione per argomento di una certa banalità porti poi a scoprire altro di carattere interessante inerente all'argomento, ma faccio un ragionamento:

l'extratensione si ha con lo starter perchè? Lo starter è un contatto bimetallico, diamo tensione alla lampada, il reattore è un pezzo di filo, la corrente passa il tubo assorbe, il bimetallo dello starter si scalda, si deforma e si apre fino al momento ( in un tempo brevissimo) in cui si raffredda e torna in posizione originale. Tutto ciò si ripete fino a che il gas non innesca e la lampada si accende, ma la famosa extratensione si ha proprio perchè per un attimo lo strter apre il circuito. Cosa voglio dire? Accendiamo la plafoniera col tubo led ed il reattore, tutto va bene, ma quando spegniamo la luce, interrompiamo quindi il circuito, essendo il reattore una induttanza, si avrà comunque l'extratensione di entità pari a quella calcolata per innescare il gas nel tubo al neon; questo "survoltaggio", in taluni casi il picco è di circa 500V o più, non danneggiamo il tubo led???

 

Guarda qui

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se fosse in corrente continua in effetti il problema ci sarebbe. ma in alternata non si pone.

in ogni caso detta tensione non raggiungerebbe la lampada in quanto il circuito e' aperto e il reattore e' in serie

si pone invece il fatto che il reattore ha un suo consumo durante il funzionamento.

se le lampade sono poche e' accettabile. se sono tante  la cosa ha il suo peso

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Buonasera.. come vi comportate se ne modificate una su 50 direi manutenzione ordinaria ma se ne modificate 50 su 50  manutenzione straordinaria e rilasciate la DICO?? Poi c'è il problema della certificazione di prodotto rimuovendo starter e reattore modificando il cablaggio..

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Microchip1967

per la manutenzione ordinaria non è richiesta nessuna dico

per eventuale sostituzione da fl a led, se la resa luminosa è identica a quella di progetto, puo' essere intesa come manutenzione ordinaria.

Se pero' vengono alterate le caratteristiche (ad esempio curva fotometrica o flusso luminoso) diventa una trasformazione e serve la DICO

Se modifichi le lampade c'è poco da fare: dico e ti assumi la responsabilità per i corpi illuminanti

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