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PLC Forum


Diventare programmatore PLC. Cosa occorre? (Ex titolo: Ho un problema)


Riecos

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Ciao a tutti 

sono un ragazzo di 19 anni al suo ultimo anno di studi all'istituto professionale nel settore elettrico, mi sto per affacciare nel mondo del lavoro e devo pensare a cosa fare dopo il diploma, stavo pensando di diventare programmatore di PLC, scelta maturata dopo che ho affrontato questo argomento nel programma scolastico

ora vengono le domande.. Se è possibile vorrei delle delucidazioni su come fare del PLC un mio futuro lavoro un domani.. 

Per diventare programmatore PLC cosa occorre fare? Bastano i soli corsi? C'è molta richiesta di questo tipo di programmatori? Quanto percepisce mediamente di stipendio un programmatore PLC? Può essere un ottimo investimento per il futuro? O sarà un cammino molto difficile in cui non ne varrà la pena? 

Il mio professore sostiene che non sono molte le persone specializzate in questo settore, sopratutto dove vivo io (centro Sardegna) ma in tutta l'isola in generale e quindi mi ha consigliato vivamente di fare i corsi..

Ora scusate le domande a raffica ma spero possiate capire la mia curiosità e chiarire al meglio tutti i miei dubbi.. Grazie in anticipo

 

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Difficile dare risposte sicure ai tuoi dubbi...

Il problema è che il mestiere di programmatore (in generale ma soprattutto quello PLC) è che non basta imparare uno o più linguaggi e/o sistemi per prendere possesso del "mestiere". Occorre anche conoscere il processo produttivo nel quale il tuo software dovrà operare.

Per capirci: si può programmare un PLC (es. Siemens) sia per una macchina che fa tortellini che per una macchina che piega lamiere, ma se tu non sai come funzionano l'una e l'altra, difficilmente riuscirai nell'intento.

Chiariamoci: la conoscenza dei PLC e dei rispettivi modi operativi, ambienti e linguaggi di programmazione è basilare, quindi i corsi (se fatti seriamente) sicuramente servono, ma non sono sufficienti.

Per esempio il mio percorso formativo (ma penso anche quello di molti altri "vecchietti" frequentanti il forum), è stato l'assunzione in una azienda con compiti di collaudo e assistenza tecnica, ovviamente iniziando in affiancamento a personale già formato. Dopo un bel po' di gavetta mi fu proposto di cominciare a svolgere compiti minori legati all'ufficio tecnico quali: modifiche e piccole personalizzazioni software, aggiustamenti di bug, ecc.

Poi, forse perchè generalmente "ci beccavo", mi proposero un incarico decisamente più di progettazione contemporaneamente a  qualche corso (pochi ad essere sincero) ma considera che allora i PLC programmabili erano appena nati quindi mancava la cultura su di essi.

 

L'unico consiglio che onestamente mi sento di darti è che puoi sicuramente fare qualche corso, però serio mi raccomando, e usarlo come valore aggiunto per cercare un impiego presso qualche ditta che ha a che fare con l'automazione (non importa il settore) e cercare di imparare il più possibile sul campo per poter crescere professionalmente.

 

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Sicuramente ti serve un po' di gavetta da elettricista, sennò fai pessime figure quando troverai un finecorsa guasto e non saprai sostituirlo ... se farai assistenza.

Idem un po' di quadristica, perché una volta finito un lavoro o una modifica, devi sapere rimettere in ordine il quadro e non lasciarlo come fosse passata una mandria di tori.

 

Dopo tutto ciò il mio spassionato consiglio è quello di farti assumere da una ditta che costruisce impianti, in qualità di tecnico di start up ... e preparare la valigia per farti qualche anno in giro per il mondo ( e se hai già legami affettivi ... alias morosa ... può essere un ostacolo non da poco alla tua carriera )

 

Superati questi ... diciamo 5 anni di preparazione ... sarai un tecnico abbastanza formato e appetibile sul mercato per cercare qualcosa che ti permetta di diminuire i tempi di tasferta, se questi sono un problema per te ovviamente. O magari fermarti in un'azienda come manutentore elettronico.

 

Stipendi ... guarda... ne ho visti di tutti i colori ed ho 40 anni. Dipende dal posto, dal lavoro e da come sai venderti ... sicuramente dopo che ti sei fatto le ossa come start up di impianti, il lavoro lo troverai SEMPRE !

Vuoi delle cifre ? Credo che si possa partire da un netto di 1.200 per le prime armi o piccole aziende che non vogliono spendere ... fino anche a 3.000 se ci sai davvero fare ( trasferte escluse ovviamente ).

La realtà di oggi credo viaggi sui 1.500 / 2.000 Euro per la maggior parte di noi. Ma è un'idea che mi sono fatto io.

 

Corsi servono per avere le basi, ma smanettare serve moltoooo di più e soprattutto credo sia fondamentale la dote del problem solving.

 

In ogni caso .. impara prima ad usare bene forbici, cacciavite e tester .... ;)

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Innanzitutto vorrei veramente ringraziarvi per le vostre esaustive risposte @lucius e @odx 

mi avete fatto capire che mi ero fatto un'idea sbagliata, pensavo che con il titolo di programmatore dopo i corsi (ma anche una minima conoscenza di cosa sto andando a programmare ovviamente) avessi la strada spianata e poter iniziare ad operare da subito,

però volevo precisare che di elettrica sia civile che a livello di impianti industriali non è proprio un argomento a me estraneo se mi chiedono di cambiare un finecorsa, un contattore per esempio come hai detto lo so fare, attenzione con questo non voglio dire che io sia un esperto, anzi non mi ritengo neanche minimamente lontano a questa definizione in quanto tutte le mie conoscenze sono solo a livello scolastico e non vanno oltre la realizzazione di impianti,ricerca guasti ecc.. solo su pannelli didattici, poi sono sicuro che nel mondo reale sia tutta un'altra cosa..

In ogni caso ho capito che questa non è per niente una strada facile e comporta una marea di sacrifici ora che sono a conoscenza di tutte queste cose potrò valutare meglio la mia scelta, grazie di nuovo per aver aiutato uno studente in crisi :P

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Metterei anche sul piatto della bilancia, oltre ovviamente al lato economico, il lato personale. Sicuramente non è un lavoro facile ed immediato, ma le soddisfazioni non mancano. Alla fine fare un lavoro che ti piace può fare la differenza e ripagare i sacrifici necessari per farlo.

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Ciao Riecos, ne parlavo giusto una decina di giorni fa in trasferta in Olanda con un collega (più giovane di me), neo laureato, non italiano, ma veramente bravo e preparato.

 

Si parlava delle diverse esperienze, confrontando un po' dei miei anni, con le sue esperienze, che però potevano vantare una maggiore esperienza con l'estero (anche per l'azienda presso la quale ora lavora), oltre alla sua conoscenza di tre lingue. 

 

Di base ho potuto notare che a differenza mia, la sua preparazione di base gli permette di giostrare più facilmente tra diversi ambienti di programmazione, non avendo retaggi di nessuna marca (come perito in zona Bergamo, stranamente sono stato formato su Telemecanique, ma il tema di esame del diploma era stato formulato su Siemens, nemmeno sulla teoria, sul principio, ma su AWL e FUP !). Inoltre la conoscenza di linguaggi evoluti come C, gli permette di  gestire molti processi che traghettano l'automazione, nell'elaborazione dati.

 

Quindi sul piatto metterei una preparazione di base da alimentare, ma libera da marchi, non soffermandosi su linguaggi chiusi (riferimento diretto ad AWL). Punta diritto su C o strutturato (SCL). Presa confidenza con i concetti ed i principi base, poi, valutando le richieste del mercato, potrai addentrarti sul linguaggio della marca, che il mercato o il tuo datore di lavoro ti chiederà.

 

Particolare non indifferente è poi il luogo. Ci sono aree di pertinenza che influenzano la scelta di lavoro. Se tu fossi nella mia zona di Bergamo, non potresti esimerti dal conoscere Siemens e lo dovresti anche sapere MOLTO bene per emergere e conquistare il posto di lavoro a discapito di altre persone magari più esperte. Oppure dovresti essere un "mago" informatico e allora potresti essere molto più duttile a dei lungimiranti datori di lavoro. Se proprio vogliamo valutare tutti gli aspetti, considera anche il settore nel quale l'azienda potrebbe operare (ci sono delle vere e proprie nicchie di mercato) oppure il continente, nel caso accettassi trasferte di lavoro.

 

Il mercato non è saturo come si pensa. E' saturo di mediocrità, per varie ragioni su cui non mi soffermo, ma ritengo che con la sufficiente esperienza "pratica", come diceva lucios ed una buona apertura mentale tecnica, ci siano le possibilità per i giovani di approdare e traghettare magari i più anziani da strutture chiuse (i normali PLC) a strutture quasi "open source", diciamo, che convergono nell'automazione, ma con principi completamente diversi (passiamo da librerie pagate fior di euro a soluzioni libere ed in continua evoluzione).

 

Studia, leggi, documentati ma prendi anche in considerazione di dover viaggiare e spostarti e consiglierei almeno per un periodo, di lavorare in trasferta. 

 

Buona domenica

 

 

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Nicola Carlotto

Considera che tutto e' relativo alla preparazione che hai ma anche al grado di intuizione ....magari la tua intuizione innata

puo' essere tale da farti capire subito al volo tutte le problematiche relative e contornanti il mondo del PLC..quindi punta un paio di marche tipo  Siemens e Omron e diventa un mago nel loro uso..logico che questa strada ti portera' a studiare sempre...

Ciao

 

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ciao

se posso portare la mia esperienza ..... di programmatori Plc  (per quanto vedo nel nord italia ) c'è piena l'aria.

Dai più bravi i meno bravi , ma non voglio giudicare nessuno.  

Faccio molta fatica invece a trovare programmatori Robot , e motion , e non intendo con il robot di fargli apprendere una traiettoria e con il motion fare andare qualche asse , ma gestione di robot con motion e visone per esempio (es 2 robot con 6 assi e 10 visioni artificiali per controllo qualitativo e traking )  , il tutto legato fra loro.

Tra quelli che  dicono di saperlo fare ne ho trovati ben pochi che mantengono le promesse , e per me questo sarà quello che farà la differenza.

Sottinteso che il plc lo sappiano programmare.

Per non dimenticare dell'integrare il tutto in una industry 4.0.

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Concordo che il mercato è saturo di mediocrità, e confermo quanto dice lelos...
Tuttavia, non credo che sia da tutti conoscere i concetti di geometria nello spazio e di fisica necessari a gestire un minimo il motion in modo serio.
I concetti da conoscere sono alla portata di molti ingegneri degni di tale nome (una piccola percentuale tra tutti) e pochissimi non ingegneri, veramente pochi, che abbiano coltivato con passione concetti come l'algebra lineare, l'analisi matematica e la fisica teorica, solitamente propri degli Ingegneri. Conoscere un minimo concetti come vettori, matrici e quaternioni.

 

Per sviluppare software che si distacchi dalla media, per automazione evoluta servono:

- Passione,  tanta!

- Sudore, tantissimo!

- Una mente in grado di astrarre i concetti in modo rapido!

- Una predisposizione al problem solving e un certo intuito sull'anticipazione di eventuali problemi!

- Tanta capacità di immedesimazione nel personale che dovrà usare le macchine.

- Non avere paura degli orari, 350 ore mensili possono essere normali, come lavorare fino alle 3 del mattino, tutti i sabati e parecchie domeniche.

- Conoscere bene un linguaggio come il C, meglio ancora il C++ con il paradigma della programmazione orientata agli oggetti (***).

- Saper passare senza problemi da IL ad AWL a LADDER, KOP, FUP, ST, SCL e passare da una marca all'altra di PLC e/o CN molto in fretta.

- Considerare i linguaggi di programmazione meri strumenti.

- Essere moooooloto rigidi sugli stili di programmazione, in modo da creare codice leggibile con semplicità. (****)
- Non farsi condizionare dai retaggi commerciali delle grandi case, per accontentare il cliente che vuole SIEMENS, sovente nessuno vieta di affiancare a un s7-300 o un 1500 un PC industriale e dividere i compiti in modo da ottimizzare e sfruttare al meglio le caratteristiche di entrambi.

- Sapersi districare tra la miriade di BUS di campo che si incontrano. 

- Rassegnarsi al fatto che se qualcosa nella meccanica è sbagliato o qualcosa nel progetto elettrico è sbagliato, è sempre colpa del software! (+++)

- Rassegnarsi al fatto che la pressione conseguente alle responsabilità potrebbe essere tanta, un applicativo C++ con 60000-70000 linee di codice sviluppato e testato in 800 ore da una sola persona, per leggibile che sia è molto difficile che possa essere preso in mano da una seconda persona in tempi ragionevoli. Abbandonare una SpA per strada può portare dritti in tribunale! Occhio! 

- Sapersi districare agevolmente e tutelare dalle bombe a mano che ci si potrebbero trovare in mano a causa di committenti che non sanno cosa vogliono.

 

(***) Con "Usare il paradigma della programmazione orientata agli oggetti" intendo imparare bene cosa sono i concetti di ereditarietà e polimorfismo, e capire bene l'astrazione a cui portano. Non intendo usare un compilatore C++ per compilare codice C, dicendo "So programmare in C++"!

 

(****) Nei linguaggi strutturati e ad oggetti usare bene identazione, usare nomi di oggetti parlanti, se le funzioni, i metodi o le subroutine diventano troppo grosse rileggerle 100 volte chiedendosi ad ogni rilettura, "Sono veramente sicuro che quello che ho scritto non potesse essere spezzato in pezzi più piccoli, astratti e riciclabili?"

Nei linguaggi schematici come KOP, FUP e LADDER, immaginare i problemi a logica booleana e non a serie e paralleli elettrici!
Per AWL ed IL... Beh! Oggi li vedo meno utili che in passato. I tempi cambiano, ST ed SCL permettono di fare tutto molto più semplicemente, le CPU sono sempre più potenti...

 

(+++) Quando però si inizia ad avere un pacchetto di software che si possono definire prodotti, e che possono essere installati su varie macchine un po' di rivincita ci sta!

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Beh cosi lo spaventi Marco :D

 

Ci sono varie strade da intraprendere, io da perito arrivo a programmare trigonometrie al massimo :P ... ma bus di campo, automazione, ecc non sono un problema (logiche e analogiche o motion ). Ognuno deve seguire il suo ramo e la sua passione, nel mio caso sarebbe il tecnico service, ma per ora sono pantofolaio in ufficio da un po'...

 

Forse oggi la figura che manca di più è quella dell'ibrido PLC - C# ... dove avevo in passato ricevuto proposte, ma ho dovuto declinare in quanto C# ahimè non lo conosco a livello professionale.

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:) Forse mi sono lasciato prendere la mano!

Effettivamente il mondo non è bianco e nero, ma fortunatamente fatto da una miriade di sfumature di colori.

 

Il succo del discorso è che più si ha voglia di imparare, più ci si mette passione e meno si crede che per essere un softwarista basti saper programmare e più porte aperte si trovano.

Alla fine in un mercato saturo se si lavora con passione e serietà sono più le volte che ci si trova a dire "Mi spiace ma ora non ho assolutamente tempo per seguire anche il tuo progetto" che quelle in cui si telefona a destra e manca per cercare lavoro o si perde tempo per farsi pubblicità.

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più ci si mette passione e meno si crede che per essere un softwarista basti saper programmare e più porte aperte si trovano.

 

Saper programmare è condizione necessaria ma non suffciente per lavorare nel campo dell'automazione industriale.

Saper programmare bene un PLC è faccenda molto differente dal realizzare programmi per siti webb e o applet per android.

Programamtori di PLC che sappiano solo programmare sono una razza in via di estinzione, se mai sono esistiti.

Un buon programmatore senior di PLC deve avere conoscienze di elettrotecnica, meccanica ed an che una buona esperienza sul campo.

 

Tutto questo senza voler mitizzare la figura del programamtore di PLC e nemmeno ridurla ad un ruolo marginale.

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Giuseppe Signorella
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Marco Mondin

- Rassegnarsi al fatto che se qualcosa nella meccanica è sbagliato o qualcosa nel progetto elettrico è sbagliato, è sempre colpa del software! (

Condivido quando detto da Marco.

Spesso si è convinti che con la "logica programmata" si possano correggere gli errori meccanici, oppure riuscire ad automatizzare qualunque cosa indifferentemente dalla componentistica elettrica elettronica utilizzata.

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Condivido quanto detto da Livio

Ma spesso un programmatore bravo è anche quello che cerca sempre di migliorarsi e cerca di imparare nuove metodologie di programmazione per mantenersi sempre più al passo coi tempi,

è però anche vero che spesso non conta il linguaggio che si usa ma la strada più corta che si fa per raggiungere l'obbiettivo prefissato, nel dire questo intendo dire che conta anche saper scegliere le metodologie di realizzaione, spesso è più utile spendere meno tempo per il codice di programma e scegliere l'hardware adeguato all'applicazione richiesta

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Spesso si è convinti che con la "logica programmata" si possano correggere gli errori meccanici, oppure riuscire ad automatizzare qualunque cosa indifferentemente dalla componentistica elettrica elettronica utilizzata.

 

Nella discussione ci metto anche la mia, precisando che la stessa cosa viene addirittura amplificata nel processo, in quanto ritenendolo "lento" e a volte quasi informe (come se 20000 m3/h non avessero peso ...) si pensa che l'automazione possa risolvere scelte tecniche e dimensionamenti errati.

 

Per cui, come diceva Livio, alla fine sei tu ed il sistema che devi controllare, contro il mondo intero che ti accusa di non saper fare il tuo mestiere. E allora che fai ? Cerchi di difenderti, imparando man mano quello che devi controllare.

 

Alla fine il discorso è sempre quello che avete già accennato, con una variante : negli ultimi anni, ho notato che la disponibilità di maggiori strumenti "informatici" ha a volte creato più danni che miglioramenti nell'ingegneria (parlo del processo), perché si tende a dare per scontato alcuni concetti fisici che mai cambieranno, contro le aumentate prestazioni di calcolo o librerie, che il mondo sforna ogni giorno. C'è del vero su entrambi in entrambi i settori (calcoli CFD più accessibili nell'ingegneria), come soluzioni di controllo più accessibili e di alto livello che migliorano notevolmente le prestazioni di attuatori (per dire), ma come al solito, quando non è cosi, chissà perché ci sei tu di fronte all'impianto che non produce come deve, perché qualcuno era convinto che un inverter bastasse per duplicare la portata di un impianto.

 

Detto questo questo, abbiamo penso fatto cambiare idea a Riecos. ;-)

 

Buona giornata a tutti

 

 

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Aggiungo alcune colpe che ci prendiamo, tra parentesi le domande che mi sento fare...

 

- Finecorsa a 2 cm dalla battuta meccanica con macchine da 1m/s lineari.

(Non puoi evitare che sbatta se sbaglio quota nelle impostazioni?)

 

- Meccanica che non regge le accelerazioni con percorsi interpolati a segmenti lunghi al massimo 30 cm.

(Ma è lenta nel ciclo eppure i motori potrebbero spingerla a 1.5m/s devi avere sbagliato qualcosa a 1.5 m/s dovrebbe metteci pochissimo!)

Peccato che con i percorsi che deve fare e le rampe che regge la meccanica si arrivi al massimo a 0.3m/s. FISICAAAAAA!!! MECCANICAAAA!!!

 

- Gripper che non tengono i pezzi.
(Non puoi modificare a livello software per essere sicuro che tenga?)

Aspetta che chiamo David Copperfield!

 

- Mancanza di sensori presenza pezzo nei vari punti di deposito.

(Perché ha messo due pezzi uno sull'altro!!! Hai fatto una stupidaggine!)

Perché hanno messo in emergenza, messo a mano il pezzo in zona place e fatto ripartire la macchina????

 

- Inverter e termici senza ausiliari.

(Se va in allarme devo sapere cosa è intervenuto, nelle altre macchine è così! Il tuo software così non va!)

Eeeee siiii.... Perché il software è veggente...

 

- Brushless da 7Nm quando ne servirebbero 15!
(Non puoi evitare che vada sempre in emergenza! Cos'è sta stupidaggine dell' I^2t??? Le altre macchine non lo fanno!)

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Il vero problema è che mentre il Sw per definizione è senza massa ed è invisibile, la meccanica e la carpenteria si vedono bene ed hanno una massa ben identificabile. Quindi il lavoro di chi fa Sw è invisibile e, per chi è ingnorante in materia, no è possiible vederne pregi e difetti. Quindi se l'impianto produce e funziona bene è la meccanica ben fatta, se non va è il Sw che non funziona.:)

Dopo parecchi decenni noto che i fatti ed i giudizi non sono cambiati, anze se possibile la situazione è peggiorata.

Una quarantina d'anni fa quando una macchina non  raggiungeva le prestazioni preventivate il meccanico si limitava a dire: "ma sei sicuro che i tuoi motori diano dei cavalli e non dei somari?"; oggi in vece sentenza: "il solito Sw di m***a", perchè ha finalmente imparato che esiste una cosa che si chiama Sw!:toobad:

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