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Regolatore per moto con ponte a tyristori.


hfdax

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Una curiosità : queste tensioni le hai misurate a vuoto o con un carico?

A vuoto. Posso anche fare una misura a carico. Comunque il regolatore stando ai dati che ho raccolto è un 35 A nominali 200V di picco. Lo statore invece 300W quindi 20A a 14,4V grosso modo. Non ho valori precisi perché il manuale d'officina della pegaso strada non riporta questi dati.
 

 

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Credo di aver scoperto .........l'acqua calda ...parlo dello schema con tre tyristor .

Il comparatore rileva il superamento dei 13 V circa impostati (riferiti alla massa ) , e innesca a quel punto i tyristor , spingendo avanti-indietro il centro stella del generatore , che è flotante . :wacko:

Voi cosa pensate , può essere ?

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il centro stella dello statore, se esiste (non so se è a stella o a triangolo) è senz'altro isolato dal telaio e da tutto il resto.

Lo schema che ho postato (quella fatto a mano) non è quello della mia moto ma uno schema trovato in rete che mostra il principio di funzionamento di questi regolatori .

In realtà ne ho visti altri che mostrano il "corto" verso massa fatto a valle del raddrizzatore sulla continua.

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comunque sono tutti schemi da prendere con le molle, hanno l'unico scopo di spiegare perché questi regolatori di tipo shunt si surriscaldano facilmente oltre che favorire il surriscaldamento dell'alternatore.

Lo schema a colori invece è fatto dal costruttore di quel modello di regolatore.

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17 minuti fa, hfdax scrisse:

In realtà ne ho visti altri che mostrano il "corto" verso massa fatto a valle del raddrizzatore sulla continua.

 

Il principio di funzionamento, anche se funzionamento sembra una parola grossa, sarebbe quello di provocare un forte sovraccarico quando la tensione supera un determinato valore; questo sovraccarico abbatte a tensione, l'energia in ecceso è dissipata in calore dall'avvolgimento del generatore in base al valore della sua resistenza interna, oltre che dall'elettronica a valle che causa il sovraccarico.

E' un modo veramente barbaro per regolare la carica, una delle peggiori "cinesate" possibili. Almeno usare un resitore di potenza per evitare il corto secco.

 

Ma che razza di moto hai? E' forse cinese o indiana?:)

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38 minuti fa, Livio Orsini scrisse:

E' un modo veramente barbaro per regolare la carica, una delle peggiori "cinesate" possibili.

Concordo e con me concorda la maggior parte dei motociclisti che ha scoperto sta cosa scandalosa.

38 minuti fa, Livio Orsini scrisse:

Ma che razza di moto hai? E' forse cinese o indiana?:)

Aprilia Pegaso Strada 650. (magari pure questa la fanno in Cina) :(

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Purtroppo, anche se entrata a far parte del gruppo Colanninno, la qualità non è certo migliorata, anzi. Per reggere la concorrenza si punta su risparmi assurdi, invece ch sulla qualità e sul prodotto di nicchia.

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La Linear ha in catalogo qualche integrato per buck converter che lavora anche con alte tensioni, es. :

 

7279.png

 

I 100V in ingresso nel tuo caso non sono ancora sufficenti, con 92Vac raddrizzati dovresti arrivare in teoria a 130V circa, però a vuoto, magari con un po' di carico si abbassa. Se te la senti prova intanto a costruire un raddrizzatore con condensatore di filtraggio e metti come carico una resistenza corazzata da un centinaio di ohm, così ragioniamo su valori più reali.

 

Ciao, Ale.

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2 ore fa, ilguargua scrisse:

La Linear ha in catalogo qualche integrato per buck converter che lavora anche con alte tension....Se te la senti prova intanto a costruire un raddrizzatore con condensatore di filtraggio e metti come carico una resistenza corazzata da un centinaio di ohm, così ragioniamo su valori più reali.

Grazie mille Ale.

Intanto cerco il datasheet. Hai magari la sigla dell'integrato?

Certo che me la sento, qualche corazzata in laboratorio ce l'ho, provvederò a fare le prove a carico e posterò i risultati.

ciao, dax.

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La sigla (LTC3810) è scritta sopra, dentro l'integrato (o forse non si vede l'immagine?), qui trovi il datasheet, qui invece dovrebbe esserci tutta la gamma, magari esiste anche qualcosa di più adatto.

 

 

Ciao, Ale.

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C'è QUESTO che accetta da 4 a 140V, opportunamente dimensionato il circuito può reggere fino a 20A in uscita, la tensione si regola col partitore resistivo sul Feedback che deve sempre restituire 0.8V con qualche decina di uA, inoltre ha la soglia di intervento in ingresso selezionabile da 4V a 10V...

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Ciao a tutti,

mi intrometto nell'argomento perchè giusto ieri ho fatto una domanda simili su un altro forum, ma allo stesso problema, al quale sto ricercando soluzione da diverso tempo.

Ciò che dice hfdax è totalmente vero.

Ho letto una pagina intera in cui si è messo in dubbio le ricerche che ha fatto: che si trattino di moto cinesi o meno il principio di funzionamento dei regolatori SHUNT è quello di cortocircuitare a massa la tensione generata dallo statore.

L'idea che lui ha avuto (scr comandati sulla fase discendente della semionda e sincronizzati con la frequenza) è la stessa a cui stavo pensando e che trovate sul forum grix.it, ma alla quale sto attendendo risposta. Non ci sono grosse alternative. I tanti blasonati buck converter funzionano se la tensione d'ingresso si abbassa un pò con il carico (e così sicuramente sarà se bisogna far andare i servizi della moto), altrimenti non è proprio bello far lavorare il buck della linear con 140V di picco in ingresso. Metti che la batteria sia carica e i fanali spenti, alla prima accelerata il buck si cuoce.

Inoltre il package di quel convertitore ha pin passo 0.5mm, non proprio comodo da saldare, per far prove va bene, ma alla fine bisogna realizzare un pcb ecc.

 

Io sono per proseguire con la sua idea originaria che secondo me è l'unica robusta e può funzionare anche a bassi carichi (quindi con tensioni di picco elevate).

A casa ho provato altre soluzioni (a mosfet) ma tutte al minimo carico scaldano: il problema generale è costruire un buck che lavori con alte tensioni, dove la conversione in basso deve far star acceso il mosfet per veramente poco tempo.

 

Chiedo gentilmente a chi sa come procedere con l'idea di hfdax di farsi avanti :)

 

Grazie

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33 minuti fa, ekjk scrisse:

il problema generale è costruire un buck che lavori con alte tensioni, dove la conversione in basso deve far star acceso il mosfet per veramente poco tempo.

 

Questo non è per niente un problema, fare uno step down con tensione d'ingresso ad ampia gamma è possibilissimo, al limite si fanno 2 stadi in cascata.

Se i mosfet son ben pilotati scaldano pochissimo perchè il rendimento globale si avvicina e, spesso, supera il 90%

I veri problemi son qulli costruttivi che ho elencato in precedenza.

 

Quote

che si trattino di moto cinesi o meno il principio di funzionamento dei regolatori SHUNT è quello di cortocircuitare a massa la tensione generata dallo statore.

Premesso che i regolatori shunt a SCR e/o a BJT avevano un senso negli anni 70, oggi molto meno, il regolatore shunt non funziona in questo modo.

Sui vecchi (anni 70) manuali applicativi di GE, RCA e motorola si trovano parecchi schmi di regolatora per generatori "automotive". Nelle descrizioni/spiegazioni, subito all'inizio viene detto: "----il transitor si comporta come un resistore variabile in sere all'avvolgimento di campo del generatore..." oppure, nel caso di SCR, "---- lo SCR, effettua un dimmeraggio della corrente di eccitazione del generatore......".

In funzione della corrente di eccitazione la tnsione del generatore sarà più o meno elevata.

Cortocircuitare l'armatura del generatore serve solo a danneggiare i circuiti e gli avvolgimenti. Se i semiconduttori sopportano correnti maggiori, invece di fondere gli SCR si fonderanno gli avvolgimenti, perchè corto circuitando a massa l'uscita del generatore la corrente sarà limitata solo dalla resistenza del semiconduttore e da quella di cortocircuito del generatore.

 

Poi se non si vuole distruggere la batteria in poco tempo, la carica deve seguire determinate regole che un regolatore a SCR come ipotizzato difficilmente riesce a rispettare.

Un accumulatore al piombo che lavora in tampone, come nel caso di una batteria ausiliaria per autotrazione, deve essere caricata a tensione costante con limitie di corrente compreso tra 1/20 e 1/10 della capacità della batteria.

Con un regolatore shunt al massimo si può regoalre grossolanamente, molto grossolanamente, la tensione.

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Si se riesci a pilotare un mosfet in cui il tempo totale di accensione è 1us o meno, certo che si riesce., anche a 2 stadi.

Però mi piacerebbe vedere uno schema di questo regolatore a componenti discreti saldabili a mano.

Fare un preregolatore scr con poi un regolatore a valle mi sembra la cosa più semplice, ma complessa per i motivi di sincronizzazione.

 

Se sapete come fare, vi prego di buttare giù qualche schema. Grazie

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26 minuti fa, ekjk scrisse:

Si se riesci a pilotare un mosfet in cui il tempo totale di accensione è 1us o meno

 

Si possono anche aver "spilli" di tempo anche di un ordine inferiore; crto che il mosfet va pilotato in modo acconcio, non come certe sconcezze che si vedono sulla rete e, a volte, anche qui su questo forum (subuto prontamente criticate).

 

Bisogna partire da uno schema applicativo di un regolatore step down, separando l'alimentazione dell'integrato dal circuito di potenza.

 

Però io lo ripeto per l'ennesima volta: i problemi veri non sono circuitali ma ambintali.

 

In gioventù misi a punto un dispositivo per accensione assistita elettronicamente per le candele auto. Allora lavoravo in un reparto di assicurazione qualità di un'azienda che produceva apparati militari e spaziali. Avevo a disposizione camere climatiche, per verificare temperature e umidità, e tavole vibranti per fare tutti i test di shck e vibrazione. Ti posso assicurareche non fu facile mettere a punto un dispositivo affidabile, non tanto per la circuitazione, ma esclusivamente per la sua costruzione.

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Grazie per le tue riflessioni Livio.

Io partirei intanto dallo schema, poi per tutto il resto c'è tempo.

Sono d'accordo riguardo le alimentazioni separate del controller e della parte di potenza.

A me basterebbe intanto tirare fuori 5V a 0.2A, quindi 1W, zero riscaldamento (almeno gestibile senza dissipatori), minor numero di componenti possibile, minor ingombro.

Poi se si vuole ampliare a correnti più elevate e tensioni superiori si fa.

Partiamo dal semplice, che dici?

Grazie

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50 minuti fa, ekjk scrisse:

Sono d'accordo riguardo le alimentazioni separate del controller e della parte di potenza.

 

Questo non mi sembra difficile, tenendo conto che per alimentare la logica puoi sempre fare affidamento sulla batteria.

 

Ciao, Ale.

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Il chip della linear c' è anche da 140v volendo oppure si può pensare ad una specie di dimmer trifase retroazionato in cc...    :whistling:....ma ora son curioso di conoscere l'opinione dei grxini graduati

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13 ore fa, sx3me scrisse:

scusa la curiosità... ma quanti regolatori hai bruciato fino adesso?

Questo è il primo. Ma quando mo sono mosso presso i rivenditori di zona di ricambi motociclistici, ho scoperto che costava sui 160€. La cifra non era proibitiva ma nemmeno irrisoria. Così ho voluto informarmi bene su come fosse fatto allo scopo di vedere se la via dell'autocostruzione fosse praticabile e ho scoperto che questi regolatori montati di serie sulla maggior parte delle moto funzionano sfruttando questo principio indegno di cortocircuitare verso massa la corrente in eccesso. Spendere 160€ per comprare un regolatore mi sta bene, ma se devo aspetttarmi che tra un paio d'anni salti di nuovo portandosi dietro un'altra batteria allora no. Ho scoperto anche che i regolatori con ponte controllato a tiristori esistono eccome ma solo poche case li montano di serie e su pochi modelli, sono più cari e non facili da reperire. Questo, aggiunto all'opportunità di cimentarmi con i tiristori mi ha indotto a provarci.

 

il 4/12/2017 at 15:15 , ilguargua scrisse:

La sigla (LTC3810)

 

3 ore fa, dott.cicala scrisse:

Il chip della linear c' è anche da 140v

Vi ringrazio entrambi per utili le segnalazioni, In realtà nessuno dei due è adatto di per se perché sono bassi nella Vin. Ve ne sono alcuni che hanno una Vin più che adeguata in quella famiglia ma sono bassi in Vout e/o corrente di uscita. Non sono ancora riuscito a leggere per bene i data sheet molto corposi di questi dispositivi, magari suggeriscono qualche modo per ovviare.

Inoltre il fatto che ci siano dispositivi di questo tipo con tensioni di ingresso così alte mi lascia sperare che possa esserci comunque qualcosa di adatto magari di altra marca.

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6 ore fa, Livio Orsini scrisse:

In funzione della corrente di eccitazione la tnsione del generatore sarà più o meno elevata....

Cortocircuitare l'armatura del generatore serve solo a danneggiare i circuiti e gli avvolgimenti. ...

Entrambe le affermazioni sono vere.

La prima pero implica avere un alternatore con eccitazione separata. Purtroppo non è il mio caso.:(

La seconda sembra non essere condivisa dai costruttori di motoricambi.:thumbdown:

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