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Quale norma si applica per DiRi di un'abitazione del 1972?


Livio Orsini

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In Aprile esegui la ristrutturazione dei bagni di casa mia sostituendo sanitari e rivestimenti.

Nessuna modifica all'impianto elettrico.

Per motivi fiscali, per godere con sicurezza delle agevolazioni fiscali, feci presentare da un professionista la C.I.L.A. al comune.

 

Ora il comune, al termine dell'iter burocratico, pretende una Dichiarazione di Rispondenza dell'impianto elettrico e di quello del gas.

 

So che è assurdo e non c'è legge che lo preveda chiaramente, ma tant'è il potere discrzionale dei burocreti pubblici è tale che dovrei imbarcarmi in una controversia senza fine, costosa e alla fine probabilemente dovrei soccombere per sfinimento.

 

La domanda mia è quali normative/leggi si applicano attulamente in questo caso?

Io sapevo che il DM 37/08 per gli impianti elettrici ante 1990 prevedeva che: “Gli impianti elettrici nelle unità ad uso abitativo realizzati prima del 13 marzo 1990 si considerano adeguati se dotati di sezionamento e protezione contro le sovraccorenti posti all’origine dell’impianto, di protezione contro i contatti diretti, di protezione contro i contatti indiretti o protezione con interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA.”.

 

Poi dovrò cercarmi un installatore abilitato qui in zona che mi rilasci questa DiRi, visto che io non avendo partita IVA, pur avendo i requisiti di legge, non posso rilasciare il documento.

 

Viviamo proprio in un paese dove le leggi sono un'opinione.

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La norma è la 186/68,prima legge effettiva riguardante la realizzazione a regola d'arte degli impianti elettrici.Comunque per ricevere una DI.RI basta avere una protezione magnetotermica-differenziale adeguata al proprio impianto e apparecchiatura in buono stato(prese,interruttori,cavi,giunte fatte con morsetti ecc...)

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Ciao Livio Orsini

 

Probabilmente si tratta di "ricatti di legge".

 

Da qualche tempo (da quando sono diventate di moda le detrazioni fiscali per chi esegue certi lavori a casa sua) è diventato usuale che vengano richieste anche varie dichiarazioni di conformità........

 

Ti faccio presente il caso successo a me :

 

Avendo deciso di installare un FV (fine anno 2013) ho dovuto smantellare la vecchia grossa caldaia a gasolio (95.000 kCal al Focolare), sostituirla con altra a gas e adeguare l'impianto dei termosifoni con valvole termostatiche.

 

L'operazione era richiesta, in via preliminare, per poter disporre di una indispensabile Dichiarazione di Conformità di Risparmio Energetico dell'Impianto di Riscaldamento.

Senza tale dichiarazione (che presupponeva l'esecuzione dei lavori descritti eseguiti da una Ditta Abilitata) non avrei potuto installare il FV ........

 

Questa situazione mi era stata fatta presente, da subito, da chi mi vendeva l'Impianto FV e costituiva un reale ostacolo alla conclusione del loro "affare" FV.

 

Ho provveduto per mio conto a fare eseguire i lavori richiesti ad una Ditta di mia fiducia.

 

Alla fine, per me, il rifacimento dell'impianto di riscaldamento è stato un vero affare (recupero del 65 % della spesa in 10 anni e costi di combustibile ridotti a l 35 % di quelli precedenti).

 

Così ho scoperto anche che dietro al FV ci sono altre cose difficilmente immaginabili........

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4 ore fa, Semplice 1 scrisse:

Probabilmente si tratta di "ricatti di legge".

 

Forse più che di ricatto si tratta di ...... supermutandamento del funzionario comunale.

Il nostro è il paese della legalità formale dove l'importante è che carte e timbri sian conformi.

Poi ci sono regioni dove oltre alla forma verificano anche la sostanza, in altre ..... un po' meno.

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Maurizio Colombi
2 ore fa, Livio Orsini scrisse:

Poi ci sono regioni dove oltre alla forma verificano anche la sostanza, in altre ..... un po' meno.

Ti capisco Livio, un malloppo di carte, due o tre timbri, un paio di firme... ed il gioco è fatto!

Con queste situazioni ci combattiamo quotidianamente!  :wallbash:

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  • 3 weeks later...

Scrivo per metter a conoscenza di tutti la conclusione.

 

Dopo varie ricerche sulle leggi interessate ho scoperto che la legge prevede un apposito metodo di certificazione per tutti gli impianti terminati ante entrata in vigore della legge '90.

 

Un apposito articolo prevede che il proprietario possa autocertificare che l'impianto possiede i requisiti minimi di sicurezza, che è in buono stato e che è stata effettuata la manutenzione ordinaria.

Questo vale anche per gli impianti del gas e per quelli idrotermo sanitari.

 

Presentata l'autocertificazione all'ufficio tecnico del comune mi è stato risposto che erano a conoscenza di quanto prevede la legge, e che la richiesta delle dichiarazioni di conformità è fatta in previsione di eventuali modifiche, aggioramenti agli impianti (SIC).

 

Se a qualcuno interessa posso pubblicare i facsimili dei modelli di autocertificazione.

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Purtroppo i comuni fanno come vogliono. Come fai a fare una rispondenza ad un impianto realizzato quando non esistevano le conformità.. e poi la diri è nata per sanare impianti che dovevano averla... vedete qui al punto A5 per esempio http://www.comune.lendinara.ro.it/files/ordinanze-avvisi/modello_dichiarazione_proprietario_usufruttuario.pdf

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13 ore fa, Carlo Albinoni scrisse:

In effetti l'ho sentito anche io, ma non so se esista una legge specifica o sia solo una prassi.

 

No è proprio un articolo della legge.

Art. 5, par. 8 del D.P.R n° 447/1991 per l'impianto elettrico; Art. 47 del D.P.R. 28-12-200 n° 445 per l'impianto idro termo sanitario e gas.

In base a questi articoli di queste leggi il proprietario si assume la responsabilità di dichiarare che gli impianti rispondono alle disposizioni minime previste per gli impianti terminati prima dell'entrata in vigore della legge 46/90

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5 ore fa, Livio Orsini scrisse:

No è proprio un articolo della legge.

Art. 5, par. 8 del D.P.R n° 447/1991 per l'impianto elettrico; Art. 47 del D.P.R. 28-12-200 n° 445 per l'impianto idro termo sanitario e gas. 

In base a questi articoli di queste leggi il proprietario si assume la responsabilità di dichiarare che gli impianti rispondono alle disposizioni minime previste per gli impianti terminati prima dell'entrata in vigore della legge 46/90

Ecco, questa è un informazione davvero utile. Un grazie a Livio. :thumb_yello:

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Roberto Garoscio
il 2/11/2018 at 16:06 , Livio Orsini scrisse:

Presentata l'autocertificazione all'ufficio tecnico del comune mi è stato risposto che erano a conoscenza di quanto prevede la legge, e che la richiesta delle dichiarazioni di conformità è fatta in previsione di eventuali modifiche, aggioramenti agli impianti (SIC).

E non li hai mandati a quel paese dopo che ti hanno fatto tribolare per mesi? 🤬

Quindi tutto risolto? 

Fammi capire, volevano una dichiarazione ante lavori vari e futuri?

Ma che tecnico comunale... avete al tuo paese?

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Maurizio Colombi
55 minuti fa, Roberto Garoscio scrisse:

Ma che tecnico comunale... avete al tuo paese?

Ah ah ah, Roby, nemmeno abitaste a 500 Km l'uno dall'altro! :roflmao:

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Quote

Per motivi fiscali, per godere con sicurezza delle agevolazioni fiscali, ......................

Per i lavori elencati da Livio a mio parere non serviva nessuna comunicazione al comune, in quanto rientrano nei lavori di "ordinaria manutenzione". Un aspetto invece riguardante le agevolazioni fiscali, per mia esperienza personale, tutto deve essere dichiarato come "manutenzione straordinaria", per questo ritengo che per alcune modifiche (anche se personalmente la penso come Livio) il comune come prassi burocratica richieda la documentazione.

un ciao a tutti

 

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il 3/11/2018 at 19:40 , Roberto Garoscio scrisse:

Ma che tecnico comunale... avete al tuo paese?

 

Ci sono 2 architetti e 2 geometri; l'istruttore della mia pratica è un geometra, peraltro sempre cortese, che però sa solo di regole burocratiche e problemi edilizi.

La teoria è che si presume che uno dall'entrata in vigore della legge del 90 abbia fatto eseguire lavori di ammodernamento e di manutenzione straordinaria agli impianti. Ma nel caso l'azienda che esegue questi lavori rilascerebbe DiCo solo relativa ai lavori eseguiti. Infatti l'idraulico che ha eseguito il lavoro per i bagni mi rilascia la DiCo relativa ai bagni.

 

Dato che, dopo aver presentato la mia autocertificazione, mi è stato detto: "si lo sapevamo ma pensavamo che nel frattempo..." è un po' da ...."se la va la ga i gamb", anche se non ne capisco le ragioni. In effetti l'ufficio tecnico è comunque manlevato per la responsabilità dalla autocertificazione.

 

20 ore fa, archimede57 scrisse:

er i lavori elencati da Livio a mio parere non serviva nessuna comunicazione al comune,

 

Si questo è il parere comune, però nella mia provincia ci sono stati casi di contestazione da parte dell'ufficio entrate quindi abbiamo preferito preven ire il tutto.

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Conclusione: mio figlio che studia da ladro (economia,finanza & co) e che non distingue il segaccio da falegname da un cacciavite può autocertificare che l'impianto elettrico di casa sua,realizzato ante ecc. ecc. è a norma.

Avrebbe più senso presentare un'autocertificazione in cui si dichiara che in una casa,dalla sua cotruzione,non sono avvenuti decessi o incidenti di varia natura riconducibili agli impianti di utenza. Ergo: impianti realizzati e collaudati.

 

Se si vuole attivare un mercato edile dormiente non basta dare incentivi  ponendo come condizioni:

-fattura elettronica

- pagamento tramite carta di credito.

troppo facile.......

 

 

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1 ora fa, Nino1001-b scrisse:

Conclusione: mio figlio che studia da ladro (economia,finanza & co) e che non distingue il segaccio da falegname da un cacciavite può autocertificare che l'impianto elettrico di casa sua,realizzato ante ecc. ecc. è a norma.

 

No, non è così. Prima di tutto si fa riferimento alla niormativa di adeguamento minimo, poi il proprietario dichiara:

 

"........costruito antecedentemente all’entrata in vigore della legge n. 46/1990, in base all’art. 5, paragrafo 8, del D.P.R. n. 447/1991 ;
DICHIARA E CERTIFICA

che l’impianto elettrico non ha subito modifiche e ha i seguenti requisiti:
- sezionamento e protezioni contro le sovracorrenti, posti all’origine dell’impianto elettrico;
- protezione contro i contatti diretti;
- protezione contro i contatti indiretti o protezione con interruttore differenziale, avente corrente
differenziale nominale non superiore a 0,03 A. (depennare la voce che non interessa);
Il sottoscritto dichiara inoltre di essere a conoscenza della responsabilità penale a cui può andareincontro in caso di dichiarazione mendace, ai sensi dell’art. 76 del DPR N. 455/2000. "

 

Questo perchè non è possibile fare DiCo per questo tipo di impianti, a meno di ristrutturare tutto l'impianto con spese ingenti.

Ci sono decine di migliaia di impianti che sono in ottimo stato di coservazione, che sono aggiornati  con le protezioni e sono sicuri ma non rientrano nelle attuali normative.

 

Per esempio nel mio caso dovrei sostituire tutti i lampadari perchè sprovvisiti della messa a terra e dovrei portare la linea di terra a i lampadari.

Nonostante questo io, in coscenza, mi sento tranquillo sulla sicurezza di tutto l'impianto; ho anche la competenza teorica e pratica per giudicarlo.

Se non avessi questa competenza, da persona seria e onesta mi sarei rivolto ad un consulente per far giudicare le condizioni dell'impianto.

 

Se una persona che distingue i volt dagli ampere (ma ci sono fior di elettricisti abilitati che parlano di correnti di 230V e tensioni di 10A) volesse auto certificarsi senza sentire il parere di una persona comnpetente, può farlo sapendo a cosa va incontro in caso di incidente.

 

Daltro canto anche un elettricista abilitato che ti fa la certificazione poi ne deve rispondere.

 

1 ora fa, Nino1001-b scrisse:

Se si vuole attivare un mercato edile dormiente non basta dare incentivi  ponendo come condizioni:

 

Non è certo questo il mercato dormiente.

Il mercato dorme perchè le tasse sugli immobili , tra tasse palesi e tasse mascherate, sono spropositate.

Il mercato dorme perchè da decenni il pubblico non fa nulla per recuperare edifici all'abitazione popolare.

Le città sono piene di immobili degradati e fatiscenti che potrebbero essere recuperati all'edilizia poopolare rimettendo in moto in circolo virtuoso.

Non è certo con nuova burocrazia e nuovi adempimenti che si rimentte in moto l'economia, anzi bisogna fare l'esatto contrario.

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Ciao  Livio Orsini

 

Utilissime le tue notizie che riguardano la situazione della moltitudine sterminata dei nostri vecchi impianti di casa.

 

Rimaniamo comunque sempre "scoperti" di fronte a nuove interpretazioni casuali/fantasiose che qualsiasi Entità di Potere ci può sempre calare sulla testa.

 

Speriamo che le Entità di Potere abbiano altro da fare.................

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1 ora fa, Livio Orsini scrisse:

Non è certo con nuova burocrazia e nuovi adempimenti che si rimentte in moto l'economia, anzi bisogna fare l'esatto contrario.

:thumb_yello: e due!

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Quote

......... casi di contestazione da parte dell'ufficio entrate quindi abbiamo preferito preven ire il tutto.

Livio; l'Agenzia delle Entrate controlla le richieste qualora si presenti domanda di rimborso per agevolazioni fiscali da detrarre gadualmente nei successivi 10 anni in occasione della denuncia dei redditi. L'addetto alla mia compilazione del 730 mi fece correggere la dichiarazione e la fattura dell'idraulico che mi aveva sostituito la caldaia da manutenzione ordinaria a straordinaria perchè non poteva accettare per la detrazione quella dichiarazione.

Ora se si dichiara manutenzione straordinaria come conseguenza come tutti sappiamo serve..........

Se hai la DiCo dell'idraulico, per l'elettricista fa testo quanto hai dichiarato di fare quando hai presentato domanda in comune.

Le autocerificazioni sono sempre maldigerite dai burocrati specialmente se si parla con la pubblica amministrazione.

Spero nella soluzione positiva....................

ciao

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11 minuti fa, archimede57 scrisse:

l'Agenzia delle Entrate controlla le richieste qualora si presenti domanda di rimborso per agevolazioni fiscali

 

Certo, altrimenti non facevo tutto questo ambaradan. :smile:

 

13 minuti fa, archimede57 scrisse:

per l'elettricista fa testo quanto hai dichiarato di fare quando hai presentato domanda in comune.

 

Forse non hai letto bene dall'inizio, la casa risale al 1972 ed allora non c'era bisogno di alcuna dichiarazione sugli impianti.

I lavori di ristrutturazione prevedono solo il cambio dei rivestimenti, dei pavimenti, dei sanitari ed il rifacimento dell'impianto idraulico. Ovviamente l'idraulico ha rilasciato regolare DiCo (tra l'altro saranno una decina o più di fogli, è veramente un'assurdità) per i lavori eseguiti.

Non è stata eseguita alcuna modifica/manutenzione agli impianti elettrici e del gas.

 

12 minuti fa, archimede57 scrisse:

Le autocerificazioni sono sempre maldigerite dai burocrati specialmente se si parla con la pubblica amministrazione.

 

La legge è legge, il pubblico ufficiale che si rifiuta di accettare un'auto certificazione, prevista dalla legge, commette reato di rifiuto di atti dovuti!

 

Comunque nel mio caso, il tecnico comunale non ha mosso obiezione alcuna.

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Livio; ok, avevo letto... "bene ciò che finisce bene" avevo letto che c'era di mezzo un professionista (geometra) e immaginavo una modifica sostanziosa................. .

ciao

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