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Strano circuito su scheda di una macchina da cucire PFAFF


PlayPic

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Buongiorno a tutti,

mi è capitata una macchina da cucire da riparare, sulla scheda di controllo ho trovato una R carbonizzata ed un BJT in corto, ho ricostruito la sezione di circuito in questione, ma non mi spiego alcune cose, vedi circuito in allegato. Il pratica un processore della Siemens pilota con un'onda quadra a 5 Vcc un led IR che controlla, in coppia ad un ricevitore, se c'è filo nella "navetta del crochet". La cosa strana sta proprio nel circuito di pilotaggio del suddetto led: non c'è una resistenza di base sul bjt in corto siglato C617, dal calcolo che ho fatto, salvo errori, la corrente che circola nel led è quasi 500ma, troppa!!

Il transistor siglato C617 è un BC617? Qualcuno conosce un BJT equivalente?

Qualcuno mi potrebbe aiutare a capire? Purtroppo non trovo lo schema elettrico...

Grazie.

Sewing.jpg

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Se in ingresso a Q1 hai 32v e in uscita solo 11V vuol dire che Q1 é pilotato con un duty cycle del 33% il che ci puo stare perché da foglio dati la massima corrente base emettitore é di 5V

Ora visto che ci sono due resistenze dello stesso valore (R2 e R3) abbiamo un partitore di tensione e la tensione ai capi del led sarà di 5.5V

Tu ci dici che

1 ora fa, PlayPic scrisse:

Il pratica un processore della Siemens pilota con un'onda quadra a 5 Vcc un led IR che controlla,

 

Il processore controlla Q2 (che secondo me é un BC617) con un onda quadra che se é al 50% corrisponderà a una tensione di 2.75V che per un led vanno piu ché bene

Comunque se il bjt é in corto probabilmente anche il led é morto

 

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Il BC617 è un darlington, per cui ha un guadagno elevatissimo (minimo 4000, ma anche 10000 per uso a impulsi). Lo si usa in quel modo senza resistenza di base sfruttando le caratteristiche del pull-up interno degli 8051, in pratica la resistenza di base è integrata nel processore. Fatti due conti, con un carico di 500mA, la corrente di base è sicuramente minore di 0.1mA e non di poco, sopportabilissima dal micro.

Se è in corto la giunzione CE del Q2, occhio che non sia andata anche la giunzione CB, che ti avrebbe rimandato gli 11V di alimentazione del LED al pin del micro, che normalmente mal sopporta tensioni oltre 5.5-6V

Per uso impulsivo, quindi con duty cycle minore del 50%, è normale avere impulsi ad alta corrente (anche nel campo degli Ampere) purché si dia tempo alle giunzioni di raffreddarsi. Il giochino è molto usato nei telecomandi per avere portate decenti. Quindi se ci sono impulsi dal duty-cycle del 10% o meno, 500mA sono normali. Il BC617 sopporta 800mA di picco, ma se guardi il datasheet addirittura sopporterebbe 1A con guadagno minimo di 10000... Finché si resta nella potenza massima di 615mW (tra impulso e pausa), non si guasta nulla. Controlla se effettivamente il micro dà un'onda quadra (duty al 50%) o molto meno, come credo.

Personalmente la R3 montata sull'emettitore mi piace poco, poiché tende a far lavorare in zona lineare il Q2, mentre dovrebbe lavorare in saturazione.

Come equivalenti in TO92 (non smd), potresti montare un MPSA29 o un BCX38C

 

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Grazie a tutti per le risposte,

persolamente la penso come Ctec, infatti so anche che nei telecomandi IR fanno girare molta corrente nei Led senza nessun danno, ma 0.5A, anche se impulsiva, mi sembrava troppo elevata. Confermo inoltre che l'uscita del micro funziona regolarmente, per fortuna la giunzione BE è ancora integra ed il micro OK, l'onda l'ho controllata con l'osilloscopio, a memoria il dutty era intorno al 30% con f di circa 2.2Khz. Il led è ancora ok, almeno provandolo col tester e confermo la stessa perplessità di Ctec per la R3...

Molte grazie per gli equivalenti, non li conoscevo, ora procedo a sostituire i componenti danneggiati e vediamo se funziona.

Grazie a tutti.

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22 ore fa, Ctec scrisse:

Personalmente la R3 montata sull'emettitore mi piace poco, poiché tende a far lavorare in zona lineare il Q2, mentre dovrebbe lavorare in saturazione.

 

Per me sarebbe una buona soluzine se cifosse il resistore tra base e 0v. Questo resistore devrebbe esserci sempre per garantire un più rapido svuotamento delle cariche in base, garantendo una intrdizione rapida.

Non ho mai capito questo assurdo risparmio di un componente.

Poi èdavalore bene il valore di R3; una giusta quantità di controreazione di corrente di serie può garantire una miglior commutazione.

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15 minuti fa, Livio Orsini scrisse:

Non ho mai capito questo assurdo risparmio di un componente.

Economia di scala un componente qui uno li un altro la e ci si ritrova magari a dover aggiungere uno strato al pcb. 

Inoltre se il componente non fa parte di quelli già usati si aumenta il tempo di produzione si devono configurare le linee di produzione si deve comperare etc etc. 

Alla fine un componente da 1 centesimo te ne costa 10 e se fai migliaia di pezzi... 

Poi come si dice "quello che non c'è non si rompe" (ma può far rompere quello che c'è) 

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A parte il fatto che l'economia di scala può valere solo per produzioni di migliaia di esemplarie non per produzioni amatoriali e artigianali.

Poi bisogna considerel'affidabilità circuitale.

Se risparmi un componente e rendi il circuito poco affidabile, la tua economia diventa negativa.

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Gli 8051 e derivati avevano una strana configurazione delle porte, che erano definite "pseudo-bidirectional I/O".

In pratica, se si scriveva un 1 nell'uscita, si attivava un impulso a corrente più elevata (relativamente) per un breve periodo, dopodiché si attivava un leggero (weak) pull-up per mantenere l'uscita, equivalente a circa 50k verso il positivo (ma anche 100k a volte). Questo appunto ti dava un massimo di circa 50uA (porta 0) o qualche centinaio di uA per le altre porte. Ecco spiegato l'uso di transistor darlington a così basse correnti di base. E la non necessità di ulteriori resistenze di base.

Per spegnere il transistor, bastava scrivere uno 0, e si attivava un mosfet verso massa che sopportava correnti più elevate, e garantiva un veloce svuotamento della base.

 

Poi il pin era sempre contemporaneamente letto come ingresso, e per utilizzarlo come tale andava prima scritto un 1, per avere il pull-up interno, mentre se si scriveva 0 lo si inchiodava a massa.

 

 

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1 ora fa, Livio Orsini scrisse:

Se risparmi un componente e rendi il circuito poco affidabile, la tua economia diventa negativa

 

Solo se si rompe prima della fine della garanzia :-)

 

1 ora fa, Livio Orsini scrisse:

A parte il fatto che l'economia di scala può valere solo per produzioni di migliaia di esemplarie non per produzioni amatoriali e artigianali.

Poi bisogna considerel'affidabilità circuitale. 

 

Certo l'amatore cerca qualita e affidabilità ma le multinazionali hanno un obbiettivo diverso

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1 ora fa, Ctec scrisse:

Gli 8051 e derivati avevano una strana configurazione delle porte, che erano definite "pseudo-bidirectional I/O"

 

Sei sicuro?

Io ho fatto, nel secolo scorso, parecchio Hw e Sw con questo micro, ma non ricordo questa particolarità. Dovrei andarmi a rivedere qalche listatoin asm, però non ricordo simili trighi.

Mentre se guardo gli schemi, nei rari casi in cui pilotavo un bjt ho sempre uato un partitore di base.

Forse sarà perchè io ho usato esclusivamente 8051 Intel

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Quote

 

Se in ingresso a Q1 hai 32v e in uscita solo 11V vuol dire che Q1 é pilotato con un duty cycle del 33% 

 

no, sul collettore hai 32V e sull'emettitore 11V semplicemente perché sulla base arriva la tensione prelevata dallo Zener da 12

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La corrente secondo me è più bassa, il BC617 è un darlington e quindi avrà bisogno di 1.4 - 1.6 V di Vbe per saturare. La tensione fornita dal micro è 5V. Quindi sulla resistenza di emettitore al massimo possono esserci 3.6V da cui 360mA

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