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Protezione da interruzione del neutro


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Mancava il neutro in una prolunga che l'organizzatore dell'evento ci ha portato che però aveva spina e presa pentapolare. È qui il problema, solo un creino monta spine e prese con il neutro su un cavo senza neutro. E questo è un dato di fatto. Ora gli utilizzatori sono tutti in 230V e no, non sono resistivi puri. Tranne i fari alogeni che comunque sono sotto dimmer quindi non sono da considerarsi come carichi resistivi, tutti gli altri apparecchi hanno un trasformatore o un alimentatore switching. Ora si la situazione si sarebbe risolta se avessimo misurato le tensioni però era una situazione di "emergenza" visti i problemi, che hanno poi portato a vari ritardi, con la fornitura elettrica iniziale ovvero un generatore da 70kVA

Secondo voi un relè di sovratensione interviene tempestivamente? 

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Marco Fornaciari

Non credo proprio, se c'è controlla l'alimentazione del carico, quindi nel tuo caso la tensione tra fase e neutro, ma se il neutro manca per lui la tensione è zero quindi non eccessiva.

Qualora, come nel tuo caso, si creano circuiti "estemporanei" e ritorna una tensione sul "presunto" neutro, tale tensione è sempre inferiore alla taratura del relè di massima tensione, quindi anche in questo caso è tutto regolare. Magari proteggi i carichi su una fase, ma non sulle altre 2.

L'unico dispositivo che da discrete garanzie di funzionamento, sempre se non si creano circuiti strani, è un relè di corretta presenza tensione che controlli tutte e 6 le combinazioni possibili, poi con il relè alimenti una bobina di minima tensione o un contattore generale. L'alimentazione di questo circuito di controllo la prendi tra fase e fase, magari attraverso un trasformatore. Ma a molti danno fastidio le armoniche, e se si mette un ritardato a volte non si evita il danno.

Questi controlli devono essere quelli a finestra, ciè con una soglia minima e una massina, tipo +/- 5-10% della nominale: e questa finestra andrebbe riconfigurata ogni volta che monti l'impianto.

Ma è opportuno che questo controllo avvenga tra interruttore generale e interruttori degli altri carichi, quindi bisogna fare in modo che:

- o non arriva corrente ai singoli interruttori

- o con bobina di minima si impedisce la chiusura degli interruttori.

Ma alla fine è sufficente anche un voltmetro abbinato a un commutatore voltmetrico ... e  qualcuno che li usi prima di alimentare i carichi.

 

Se i tuoi carichi fossero stati tutte lampade o trasformatori, i danni erano sicuramente pochi se non addirittura nulli, ma essendo switching o comunque elettronici si è distrutto quanto c'era di distruggibile (come già scritto). Va da se che le protezioni dei carichi devono essere giuste o non sovvradimensione "perchè altrimenti scattano".

In ambiente industriale, ormai da anni, i carichi monofasi elettronici si alimentano tramite trasformatori fase-fase al primario, e nei quadri non si mette il neutro in alimentazione se non quando necessario per carichi di potenza.

Modificato: da Marco Fornaciari
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Marco Fornaciari
2 ore fa, Blackice scrisse:

Tipo questo rimediato in rete:

Risultati immagini per neutro interrotto

Una spiegazione a questi schemi, visti così si prestano a più interpretazioni.

A sinistra sono carichi o è un generatore?

A destra cosa è ipotizzato che ci sia?

Nel caso di alimentazione di carichi il collegamento a terra a sinistra non c'è mai.

Nel primo schema viene spontaneo dire che a sinistra c'è un generatore.

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Non tanto ottimo...manca lo schema elettrico n.1 "con carichi perfettamente uguali" ed lo schema elettrico n. 3 " con carichi fortemente diseguali" ..ed i relativi calcoli a beneficio dei talmente pigri da non voler allungare le mani verso il "Prontuario di impianti elettrici" o " Manuale di appicazioni delle norme CEI"... a 34°C all'ombra la pigrizia è giustificata?

 

 

 

stella.png

 

stella1.png

Modificato: da Nino1001-b
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..non mi sono mia posto il problema delle formule limitandomi a tirare cavi dal quadro al gruppo di utenze facenti tutti capo ad un magnetotermico bibolare per ciascun gruppo passando per misure di corrente per arrivare al bilanciamento delle fasi...per poi ovviamente trovarmi di fronte ad un grosso condizionatore monofase e ricomnicare da capo il cablaggio dei ponticelli..ma qui siamo fuori argomento essendo la necessità pratica completamente diversa.

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Più che un qualcosa che eviti un futuro errore, un "qualcosa" che potrebbe guastarsi, conviene lavorare come un asino con il paraocchi seguendo un modus operandi prefabbricato..facendo tesoro dei passati errori.. il "qualcosa" avrebbe quindi funzione scaramantica...o no?..in ballo ci sono parecchi quattrini...

Intanto una semplice scatola per provare le prolunghe a 5 poli...mi sembra di capire che lavorano sempre con prolunghe a 5 poli...da cui fuorisce una presa ed una spina.

Il costo è limitato...si provano le prolunghe,sia quelle proprie che quelle fornite da estranei....

400.png

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Marco Fornaciari

Basta un comune tester, e chiudere gli interruttori dopo.

Le formule complesse si scordano, e in campo torna più comodo misurare.

Magari ricordarsi la legge di Ohm non fa mai male.

E come sempre la premura è una cattiva consigliera.

Poi ci sarebbe da discutere anni su quello che le norme: obbligano, vietano, o va bene così.

 

 

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Maurizio Colombi
9 ore fa, Marco Fornaciari scrisse:

Attendo concrete e dimostrabili smentite.

E pare che le hai già ottenute...

Ma si è sempre (fin dall'inizio) parlato di linea trifase e non di fase 1 e fase 2... e le cose cambiano.

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Ma si è sempre (fin dall'inizio) parlato di linea trifase e non di fase 1 e fase 2... e le cose cambiano.

Il sospetto che parlavate di cose diverse 😊 c'era.

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Marco Fornaciari

Parlavamo della stessa cosa in modo diverso, io che son antico uso riminescenze più Olivieri e Ravelli che CEI o IEC.

Poi nel tempo mi sono adagiato a linguaggi più consoni alle persone con cui ho a che fare: dove se se gli fai vedere 100 V e 2 A c'è il caso che capiscano, e se magari fai direttamente te è meglio.

Alla fine da danni da premura si è arrivati al ripasso delle calcolo dei sistemi trifasi: acquisito come funziona nei primi anni '70 le formule "complicate" si lasciano nel cassetto.

Che a dirla tutta un caso del genere a me è la prima volta che capita, diverso dalla fase al posto del neutro che ... lasciamo perdere.

Il neutro a parte casa mia e poi ... non lo uso più da anni: tutta l'elettronica alimentata in monofase che faccio installare a monte ha sempre un trasformatore monofase* 400-690/110-230. A normalmente con in secondario a terra, a volte tutto isolato con i misuratori d'isolamento.

Una mia regola è: il neutro, se lo conosci lo eviti.

 

* Nota

Nel secolo scorso alcuni grandi impianti divisi in sezioni li ho fatti con trifase triangolo/stella con neutro, ma poi a causa di una fermata di una sezione d'impianto a cui era dedicata una fase ho rilevato che le fasi nel trasformatore si squilibrano troppo in tensione, e mi hanno dato problemi sull'elettronica: lì ho tamponato con tre + tre lampade (si sa mai una bruci) sulle tre fasi, collegate a stella usando anche il neutro.

 

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Maurizio Colombi
1 ora fa, Marco Fornaciari scrisse:

io che son antico uso riminescenze più Olivieri e Ravelli

Pensa che io ne ho una copia datata 1946 ed ogni tanto la sfoglio con la paura di rovinarla.

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Marco Fornaciari

Appunto, lì c'è tutto, ed è spiegato in maniera semplice e dettagliata: ho anche le edizioni per elettronica, che mi son studiato da solo in 6 mesi.

Adesso ho a che fare con ingegneri elettrotecnici che mi chiedono come si fa a misurare la corrente nelle corde da 240.

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in campo industriale vengono usati apparecchi modulari che chiudono un rele' se le tensioni concatenate e stellate sono apposto.

col rele' di uscita piloti poi un teleruttore  che alimenta i carichi

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