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Programmatore Plc senza scuola?


Damiano Andrioletti

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Metti bene in chiaro il discorso trasferte. In questo lavoro, è impossibile non farne, ma non ci si deve lasciar prendere la mano. Il rischio è che, una volta imparato a camminare da solo, se ti rendi sempre disponibile, ti fai 11 mesi all'anno in giro per il mondo.
Devi quindi fare le tue valutazioni. Dall'immagine del tuo profilo viene da pensare che tu abbia una fidanzata. Se è così, non la puoi certo escludere da questa scelta.

Ci sono poi persone che fanno qualche anno di sacrifici per mettere qualcosa da parte (sia professionalmente che economicamente) e poi ridimensionano le trasferte.
Ci sono persone che fanno anche 3-4 mesi, ed oltre, senza mai tornare a casa.
Ho conosciuto anche trasfertisti che, nonostante una famiglia, erano ormai tanto abituati alla vita in trasferta che soffrivano quando erano a casa.

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il 6/7/2019 at 11:59 , _angelo_ scrisse:

. Io non sono laureato ma tornando indietro (e potendo) credo avrei fatto l'universita'. 

 

 

io invece sono laureato e tornassi indietro non rifarei l università, ma magari una scuola superiore a indirizzo elettronico.

Un conto sono 3-4-6 anni di studio di aspetti molto teorici, un contro sono 5 anni di esperienza sul campo.

 

Nessuna università ti insegnerà mai come fare le macchine "a prova di idiota" come oggi si tende a fare.

Modificato: da albertagort
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Damiano Andrioletti
1 ora fa, batta scrisse:

Metti bene in chiaro il discorso trasferte. In questo lavoro, è impossibile non farne, ma non ci si deve lasciar prendere la mano. Il rischio è che, una volta imparato a camminare da solo, se ti rendi sempre disponibile, ti fai 11 mesi all'anno in giro per il mondo.
Devi quindi fare le tue valutazioni. Dall'immagine del tuo profilo viene da pensare che tu abbia una fidanzata. Se è così, non la puoi certo escludere da questa scelta.

Ci sono poi persone che fanno qualche anno di sacrifici per mettere qualcosa da parte (sia professionalmente che economicamente) e poi ridimensionano le trasferte.
Ci sono persone che fanno anche 3-4 mesi, ed oltre, senza mai tornare a casa.
Ho conosciuto anche trasfertisti che, nonostante una famiglia, erano ormai tanto abituati alla vita in trasferta che soffrivano quando erano a casa.

Assolutamente! È una cosa da chiarire subito, come hai notato si sono fidanzato, faccio già trasferte col lavoro attuale, perchè lavoriamo sugli stessi impianti, solo che fino ad ora ho sempre fatto la parte elettrica! Come dici tu bisogna subito parlarne, non che poi succedono casini perchè vuole sempre avermi in giro! 

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Marco Fornaciari
19 ore fa, acquaman scrisse:

Appunto immagina di lavorare con un "bocia" per 8 ore al giorno su dei progetti reali, e non teorici e trasmettere piano piano le tue conoscenze, in poco tempo gli fai corsi base e avanzati tutti insieme, importantissimo è il materiale umano a cui ti rivolgi, devi trovare la persona giusta, a cui piace il lavoro e ci metta passione. 

Fatto anche quello (ultima volta giovedì scorso), e anche a gente volenterosa e con un minimo di preparazione, ma quando cominci a usare: indici, puntatori, calcoli complessi (una bella espressione matematica scritta in ST con tante parentesi come si faceva a scuola), numeri negativi, scalature, approssimazioni multipunto, solo linguaggio ST o AWL ... il telefono di notte suona comunque.

Se poi ci metti variabili gestite dalla supervione, o da HMI, dove non c'è la "bobina" ... con magari il contatto di M1 che comanda la bobina di M1 e null'altro nella riga ...

E quando scrivi centinaia set diversi e reset a blocchi di word, oppure la usi diretta e poi in certo punto la scrivi di reset: dov'è il set?

Comunicazione in rete, anche solo di I/O remoti: lasciamo perdere.

Direttamente in campo queste cose non si riesce a trasmetterle, devi passare dal laboratorio e da prove al banco, ma con simulazione di quello che andrai ad avviare 10 giorni dopo.

Io, usando di tutto quanto c'è di istruzioni in un PLC scrivo normalemte 3/ 5 volte meno della edizione tipica, ma non ho imparato sul campo a usare quelle istruzioni: certe "malizie" le ho imparate ai primi due corsi.

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Marco Fornaciari
3 ore fa, Damiano Andrioletti scrisse:

Assolutamente! È una cosa da chiarire subito, come hai notato si sono fidanzato, faccio già trasferte col lavoro attuale, perchè lavoriamo sugli stessi impianti, solo che fino ad ora ho sempre fatto la parte elettrica! Come dici tu bisgna subito parlarne, non che poi succedono casini perchè vuole sempre avermi in giro! 

Si ma attento.

Quando il programmatore pigia il pulsante marcia automatico l'elettricista va a casa.

Ma spesso quando l'impianto va il produzione il programmatore deve fare assistenta per 5/15 gg. e nessuno te lo dice prima.

Prima di mettere la firma su un contratto dove c'è la parola trasferte o peggio trasfertista, pensaci bene. Anche per chè nel momento che dicidi di smettere con le trasferte e se non c'è bisogno di una professionalità fissa in sede e nella tua ditta, per il resto del mondo del tuo lavoro sei il sig. nessuno: se va bene vai a fare il manutentore.

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nel bellunese lavoravo in una azienda dove i manutentori si proponevano per non meno di 2600 euro netti..in piu la trovo una mansione interessantissima. Non direi "se va bene"

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Marco Fornaciari

Se parliamo solo di soldi, allora è meglio fare il vaccaro o il casaro: prendi di più e mangi molto bene spendendo quasi nulla, e magari hai pure la casa gratis.

Se invece parliamo di lavorare anche con piacere e soddisfazione, e dove poi mettere anche un pò di orgoglio personale, la manutenzione è tutto l'opposto.

 

E ... lavorare con gli animali spesso è molto meglio che con gli umani!

Modificato: da Marco Fornaciari
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Non sono d accordo.  Essere manutentore significa risolvere problemi e permettere ad una azienda di essere efficiente. Significa sporcarsi la faccia e le mani di olio per passare un cavo, ma poi magicamente tutto funziona. Questo può essere motivo di orgoglio. A differenza magari di certi ruoli da programmatore dove devi seguire rigidamente ciò che ti impone il meccanico collaudatore, o magari rispettare le direttive del capo ufficio software che non ti permette nemmeno di inventarti un paio di segmenti fuori dal suo "standard".

Poi si,  in effetti il motivo principale per cui io lavoro sono i soldi.

Poi se riesco a fare un lavoro che mi piace e mi da soddisfazione è il massimo. 

Certo che il casaro guadagni meglio...la vedo dura.

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il 8/7/2019 at 04:22 , Marco Fornaciari scrisse:

ma quando cominci a usare: indici, puntatori, calcoli complessi (una bella espressione matematica scritta in ST con tante parentesi come si faceva a scuola), numeri negativi, scalature, approssimazioni multipunto, solo linguaggio ST o AWL

non sono proprio argomenti da corso base, queste cose le impari con anni di esperienza che puoi provare ad insegnare, poi dopo che le hai trasmesse, prova a non rispondere subito al primo squillo di telefono magari dall'altra parte senza avere subito le soluzioni si applicano un po di più risolvono i problemi in autonomia.

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