Vai al contenuto
PLC Forum


Abilitazione elettricista


Messaggi consigliati

Buonasera,

di domande simili il forum sarà pieno, ma il mio è un caso un po' particolare, vorrei chiedere un aiuto a chi può.

Ho un diploma da perito elettronico conseguito nel 97 e ho lavorato diversi anni in un ingrosso di materiale elettrico; ora vorrei iniziare l'"arte", con l'appoggio di un amico.

Il problema è che lui ha una ditta individuale e non può assumermi come dipendente perché andrebbe fuori dai suoi parametri economici.

Vorrei cercare una soluzione alternativa, dove io sarei anche disponibile a prendere la partita IVA, ma non so quale sarebbe la formula giusta per "collaborare" con lui e poter avere successivamente l'abilitazione a poter "certificare" per conto mio.

Chiaramente stiamo cercando la soluzione più indolore per lui... non potendo essere un collaboratore familiare, quali altre prospettive mi si presentano? Fare una SAS con me accomandatario e lui accomandante? Posso risultare come collaboratore, con partita IVA? Io, aprendo partita IVA, avrei il grosso vantaggio di poter sfruttare i soldi della disoccupazione per investirli nell'attività.

Grazie in anticipo.

Link al commento
Condividi su altri siti


Maurizio Colombi

Credo che la consulenza di un buon commercialista o, ancora meglio, di un consulente del lavoro... sia d'obbligo.

Link al commento
Condividi su altri siti

Concordo con Colombi.

Un tempo, quando entrò in vigore la 46/90 la camera di commercio, nei casi come il tuo, accettava come prova per riconoscere i requisiti tecnico professionali di categoria al richiedente, le fatture che dimostrassero di aver lavorato nel settore per un numero sufficiente di anni. Non credo valga ancora, devi chiedere alla CCIAA di zona. Ma se cosi fosse, basterebbe che tu operassi come prestatore d'opera per il tuo amico fatturandogli il tuo lavoro per alcuni anni, dopo i quali costui potrebbe dichiarare che hai operato al suo fianco come collaboratore alle installazioni degli impianti.

L'unica alternativa certa che conosco è conseguire una laurea breve in ingegneria elettrica, anche utilizzando corsi on line. Con la laurea i requisiti ti sono riconosciuri senza altre condizioni. La laurea breve si consegue in 3 anni.

Modificato: da hfdax
Link al commento
Condividi su altri siti

La via più breve è trovare una persona che abbia i requisiti per assolvere al ruolo di responsabile tecnico per l'attività che andresti a svolgere.  Un laureato di qualsiasi disciplina che non abbia rapporti di lavoro continuativi o altro soggetto che abbia comunque maturato i requisiti per svolgere tale compito.

Potresti quindi collaborare con questo tuo amico fatturando a lui come prestazione di manodopera. 

Intanto, siccome hai un diploma inerente al settore, dopo due anni maturerai tu i requisiti e potrai essere il responsabile tecnico della tua stessa ditta e svolgere l'attività in assoluta autonomia.

 

 

Link al commento
Condividi su altri siti

16 ore fa, ceschino scrisse:

La via più breve è trovare una persona che abbia i requisiti .... collaborare con questo tuo amico fatturando a lui come prestazione di manodopera. 

L'ha già trovato:

il 10/7/2019 at 13:48 , demonio78 scrisse:

...vorrei iniziare l'"arte", con l'appoggio di un amico....che ha una ditta individuale

ma giustamente dice:

il 10/7/2019 at 13:48 , demonio78 scrisse:

..non so quale sarebbe la formula giusta per "collaborare" con lui e poter avere successivamente l'abilitazione

Ed ha ragione perché il DM 37-08 cita chiaramente l'assunzione alle dipendenze di una ditta abilitata quale condizione per acquisire i requisiti professionali. Non cita la collaborazione da lavoratore autonomo con una ditta abilitata. In vero non la esclude specificamente ma solo rivolgendosi alla CCIAA può sapere con certezza se è accettata.

Modificato: da hfdax
Link al commento
Condividi su altri siti

Ciao a tutti

 

Senza entrare nel merito ma solo per fare una amara riflessione .

 

Ma un disgraziato, bassissimamente anche diplomato, che cavolo dovrebbe inventarsi per riuscire a sbarcare il lunario.

 

Poi in ogni occasione viene detto da tutti i Maestri di Pensiero (mi riferisco alla TV e ai giornali) che : bisogna essere creativi e inventarsi nuovi lavori......

 

Hai voglia.......... non si possono fare nemmeno più quelli "vecchi" se non si ha almeno una Laurea e non so quanti "master".

 

Mi chiedo cosa sarebbe successo dopo l'Ultima Guerra......... Lavoravano tutti, anche gli asini, con le orecchie pelose e non.

Io sono un "ragazzo" del Febbraio '43 !!!

Che cosa non andava ? Come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto di involuzione autolesionistica?

----------------------------------------------------------------

 

Spero solo che, non potendo io fare per lui nulla di più, demonio78, possa sentirsi almeno un po' sollevato moralmente.

Link al commento
Condividi su altri siti

2 ore fa, hfdax scrisse:

L'ha già trovato:

il 10/7/2019 at 13:48 , demonio78 scrisse:

...vorrei iniziare l'"arte", con l'appoggio di un amico....che ha una ditta individuale

Se il suo amico ha una ditta individuale, come tutte le ditte individuali, ha un responsabile tecnico che può essere lui stesso o un'altra persona che abbia i requisiti ma in ogni caso, e qui il DM 37-08 parla chiaro, chi assume il ruolo di responsabile tecnico lo può essere solo ed esclusivamente per una ditta.

 

Ragion per cui né il suo amico né il suo eventuale responsabile tecnico possono essergli d'aiuto. A meno che non lo assuma per due anni continuativi ma visto che:

il 10/7/2019 at 13:48 , demonio78 scrisse:

Il problema è che lui ha una ditta individuale e non può assumermi come dipendente perché andrebbe fuori dai suoi parametri economici.

Ribadisco quanto ho detto in precedenza.

 

2 ore fa, hfdax scrisse:

Non cita la collaborazione da lavoratore autonomo con una ditta abilitata. 

Non ho detto questo ma ho semplicemente fatto riferimento a quest'altro:

il 10/7/2019 at 13:48 , demonio78 scrisse:

ora vorrei iniziare l'"arte", con l'appoggio di un amico

 

 

Va da sé che Demonio 78 può collaborare o fare ciò che ritiene già da subito a condizione che il responsabile tecnico da lui nominato controfirmi le varie  DI.CO. che andrebbe a rilasciare.

 

Se invece avesse in mente una sola ed esclusiva collaborazione con il suo amico non avrebbe proprio bisogno di nulla se non l'apertura di una ditta che si limita alla sola manutenzione ordinaria ovvero tutti quei lavori che non contemplano  il rilascio della DI.CO. per la quale, in detta collaborazione, se ne occuperebbe proprio il suo amico.

Ma ritengo sia una soluzione riduttiva per questo consiglio decisamente a Demonio 78 di trovarsi qualcuno che abbia i requisiti e sia disposto ad assumersi l'incarico.

 

Parlo per esperienza personale.

 

Ma del resto in C.C.I.A. ci dovrà andare comunque, là troverà conferma di tutto ciò

 

Ora su questa opportunità ci potrà anche essere da ridire relativamente alle competenze che il laureato potrebbe avere in merito. Ma è così.

 

C'è una cosa invece che in tutto questo mi lascia perplesso ovvero che mentre si riconosce il requisito ad un laureato di qualunque disciplina, sulle cui competenze qualcuno di loro stessi esprime incertezza, non lo si concede al perito elettrotecnico abilitato all'esercizio della professione e quindi alla progettazione degli impianti.

 

Modificato: da ceschino
errore ortografico
Link al commento
Condividi su altri siti

30 minuti fa, ceschino scrisse:

C'è una cosa invece che in tutto questo mi lascia perplesso ovvero che mentre si riconosce il requisito ad un laureato di qualunque disciplina, sulle cui competenze qualcuno di loro stessi esprime incertezza, non lo si concede al perito elettrotecnico abilitato all'esercizio della professione e quindi alla progettazione degli impianti.

Lascia perplessi tutte le persone con 2 dita di cervello da 29 anni. Fin dalla promulgazione della 46-90 questo insieme alla limitazione dei 6KW per l'obbligo di progetto e al fatto che si sia voluto far coincidere il controllore con il controllato riguardo alla conformità sono i tre più grossolani (tra i molti altri) errori fatti dal legislatore ad opinione più o meno di tutti i professionisti. Se possiamo affermare che il DM 37-08 è fortemente limitativo nei confronti dei diplomati e non diplomati, si può senz'altro dire che facilita enormemente i laureati. Un ingegnere meccanico riceve l'abilitazione  per gli impianti elettrici senza alcun altro requisito anche se non ha mai preso in mano un cacciavite (ma forse vale anche per l'architetto). Un operaio che di fatto ha montato impianti per anni ma non come operaio specializzato invece no. In 30 anni se ne è discusso e stradiscusso ma alla fine anche dopo 18 anni, col DM 37-08, si sono persi l'occasione per porre rimedio, il che significa che forse non di errore si trattava. C'entrerà qualcosa il fatto che tra deputati, consulenti tecnici e giuridici, esperti del CEI e tutta la truppa di teste d'uovo che hanno concorso allo studio, redazione e promulgazione di questa genialata di legge, tra prof. ing. avv, dott. ecc. erano tutti laureati?  :whistling:. L'ordine degli ingegneri ha pubblicato recentemente una proposta di modifica del 37-08 ed anche li questi 3 temi non vengono sfiorati.

Come diceva Andreotti a pensar male si fa peccato ma...

Link al commento
Condividi su altri siti

Ciao per curiosità sempre in merito, alle abilitazioni  , se il progetto me lo fa un perito solitamente è elettromeccanico😀 , se lo fa l'ingegnere, immancabilmente mi trovo l'ingegnere meccanico😴

Link al commento
Condividi su altri siti

visto che si parla di periti elettrotecnici (ma anche di altri settori) e visto quanto detto in merito .... vorrei, se ce ne fosse bisogno, avvisare che il nostro demonio 78 ha tempo fino a maggio 2021 ad iscriversi all'albo periti ... affrontando la solita procedura che è la medesima di cui si parla qui .... da allora in poi solo gli ingegneri potranno affrontare l'esame di stato !!!!

Per quello che dice hfdax " a pensare male ...." ... voglio spingermi oltre .... credo che si tratti solo di constare la realtà del tessuto economico-legislativo italiano. Troppo legato all'economia di relazione tipica di era romana, e troppo poco propenso a privilegiare i meriti conquistati sul campo.

 

Ovviamente questo non facilita nessuna nuova impresa .... il che significa che il tessuto economico-legislativo-sociale italiano le respinge.

O fai parte della soluzione o fai parte del problema. Chi sia il problema .... in italia è diventato difficile capire anche questo.

 

@demonio78 io non voglio scoraggiarti, anzi credo che se ti piace sarai felice anche da povero, ma non è che mettere su una partita iva oggi in italia sia l'idea migliore che puoi avere. Iscriviti invece (o trova il modo di farlo ... tanto la trafila eè la medesima che devi sostenere per i di.co) all'albo periti ... poi iscriviti alle liste dei tribunali. I giudici oggi assegnano ai periti ogni sorta di disputa in merito ai quesiti tecnici. Ti prendono anche per giudicare la tenuta di una fondamenta di una casa anche se si elettrotecnico e viceversa. potresti farti 1/3 lavori mese e intascare dai 7000 ai 35000 €. Senza avere necessità di acquistare particolari attrezzature, furgoncini, magazzini e altro .....

 

saluti

Giorgio

Link al commento
Condividi su altri siti

Ciao gffbx

 

Condivido lo spirito del tuo intervento che si unisce sostanzialmente a tutta la fila precedenti.

Un po' meno sulla seconda parte (Periti Tribunali)...........

 

37 minuti fa, gffbx scrisse:

@demonio78 io non voglio scoraggiarti, anzi credo che se ti piace sarai felice anche da povero, ma non è che mettere su una partita iva oggi in italia sia l'idea migliore che puoi avere. Iscriviti invece (o trova il modo di farlo ... tanto la trafila eè la medesima che devi sostenere per i di.co) all'albo periti ... poi iscriviti alle liste dei tribunali. I giudici oggi assegnano ai periti ogni sorta di disputa in merito ai quesiti tecnici. Ti prendono anche per giudicare la tenuta di una fondamenta di una casa anche se si elettrotecnico e viceversa. potresti farti 1/3 lavori mese e intascare dai 7000 ai 35000 €. Senza avere necessità di acquistare particolari attrezzature, furgoncini, magazzini e altro .....

 

Forse hai esagerato un po' (con la faccenda delle perizie) e non hai detto che bisogna essere anche discretamente ammanicati .........

 

Comunque è assodato che, in un qualsiasi Procedimento Giudiziario (anche dovendo determinare il reale  peso di un peso da 1 kg), tre perizie distinte e contrastanti sono la "procedura corrente".

 

Una perizia per ognuna delle due parti in conflitto più una terza per il Giudice che altrimenti non saprebbe che pesci pigliare.

Di norma prevale, stranamente, il Consulente d'Ufficio del Giudice (detto CTU, Consulente Tecnico d'Ufficio).

----------------------------------------------------

 

Comunque, nel concreto, demonio78, come dice lui --- "ho lavorato diversi anni in un ingrosso di materiale elettrico" ---

avrà acquisita sicuramente una notevole conoscenza della Componentistica di Mercato che sicuramente non è nel bagaglio del sapere di una marea di Laureati Firmaioli..........

 

Forse per questo lui ha "un Diavolo, pardon Demonio, per capello" !!!

 

Ma è più possibile fare un lavoro, che sia uno, solo perché lo si sa semplicemente fare, senza dover baciare tutte le volte la pantofola a qualcuno ?

Link al commento
Condividi su altri siti

5 ore fa, Semplice 1 scrisse:

 

Hai voglia.......... non si possono fare nemmeno più quelli "vecchi" se non si ha almeno una Laurea e non so quanti "master".

 

Semplice 1, istintivamente sono concorde con il tuo pensiero (forse perchè la mia età è simile alla tua) però, c'è sempre un però: chi garantisce l'utente che l'elettrecista, l'idrauico, il gasista che intervengono sul suo impianto conoscano i "segreti del mestire" e non  facciano guai? Rimanere fulminati perchè un'elettrecista che non è nemmeno un tirafili ha combinato dei guai con l'impianto elettrico non è una bella cosa.

 

Purtroppo da noi si recepiscono le leggi, a volte anche giuste, della comunità europea, ma non si creano le medesime condizioni.

Neglie altri paesi a Nord del nostro confine (io ci abito a soli 10 km) le cose funzionano bene.

Lo stato prevede l'istituzione dell'apprendistato. Fai alcuni anni di scuola e lavoro, presso aziende certificate dallo stato, alla fine di viente rilasciato il certifica di idoneità a svolgere determinati "mestieri" (nella vicina confederezione, vicina per me, rilasciano il patentino federale). Con questo puoi esercitare il mestiere in proprio o essere responsabile di un laboratorio artigiano.

Insomma lo stato fa quello che una volta facevano le Gilde o Corporazioni dei mestieri.

 

Da noi invece si fanno le leggi, ma non si creano le condizini per una corretta applicazione delle stesse!

Link al commento
Condividi su altri siti

49 minuti fa, Semplice 1 scrisse:

Di norma prevale, stranamente, il Consulente d'Ufficio del Giudice (detto CTU, Consulente Tecnico d'Ufficio)

Forse non mi sono spiegato bene e ci tengo a precisare ..... e ci mancherebbe altro che a giudizio non arrivassero le 3 perizie e che alla fine prevalga quella del CTU. Non sarebbe più una democrazia. Ma sopratutto non sarebbe più giustizia.

Quello che volevo dire è che i CTU, che appunto sono periti iscritti all'albo, non è che siano in effetti le persone giuste al posto giusto .... vuoi perchè in alcune zone come dici tu bisogna essere discretamente ammanicati (il che di norma significa solo che si è ammanicati e non necessariamente preparati) vuoi perchè in alcune zone i tribunali sono così saturi di problematiche tecniche che pur potendole gestire direttamente i giudici medesimi, preferiscono appunto indirzzare la faccenda al CTU. DI qui un insperato aumento di lavoro per i CTU. Di qui il suggerimento che ho dato .... mica altro.

 

49 minuti fa, Livio Orsini scrisse:

Da noi invece si fanno le leggi, ma non si creano le condizini per una corretta applicazione delle stesse!

 

Pienamente d'accordo ....  invidiabile sistema quello svizzero delle idoneità.... tra l'altro le stesse considerazioni ... quarda caso ... valgono pure per il discorso dei CTU (non sò nulla dei ctu svizzeri .... mi riferisco al fatto che non si creano condizioni ...).

 

Giorgio

Link al commento
Condividi su altri siti

3 ore fa, Livio Orsini scrisse:

Semplice 1, istintivamente sono concorde con il tuo pensiero

Anche io.

 

3 ore fa, Livio Orsini scrisse:

c'è sempre un però: chi garantisce l'utente che l'elettrecista, l'idrauico, il gasista che intervengono sul suo impianto conoscano i "segreti del mestire" e non  facciano guai?...

Concordo anche su questo.

E ciò penso che avvalori quanto sostengo ossia che il perito, nel caso elettrotecnico, che ha conseguito l'abilitazione all'esercizio della professione e quindi progetta impianti elettrici, magari da anni, dovrebbe avere assolutamente diritto al requisito di cui parliamo. E, non me ne vogliano i laureati, non penso di sbagliare quando dico che l'esercizio di questa professione porta sicuramente una maggiore conoscenza della materia rispetto magari a un neo laureato  in discipline che nulla centrano con il settore di impiantistica elettrica.

 

Detto ciò mi riallaccio a quanto ribadisce gffbx: 

5 ore fa, gffbx scrisse:

vorrei, se ce ne fosse bisogno, avvisare che il nostro demonio 78 ha tempo fino a maggio 2021 ad iscriversi all'albo periti ... affrontando la solita procedura che è la medesima di cui si parla qui .... da allora in poi solo gli ingegneri potranno affrontare l'esame di stato !!!!

Infatti è così. Praticamente l'ITIS servirà solo a dare le basi per affrontare l'università. Ma visto che comunque agli atenei si accede con qualsiasi diploma e visto che con quello di perito non si potrà più esercitare un bel niente certamente cadrà l'interesse verso gli istituti tecnici. Si vocifera altrettanto per i geometri (buon per loro che ancora resistono).

E' evidente, a questo punto, che siano figure professionali destinate a scomparire (è già successo per i ragionieri ). Chissà che non siano proprio questi i motivi per il quale sono stati tenuti fuori dal gioco, in riferimento al ruolo di responsabile tecnico. 

Che tristezza quando si sentono persone facenti parte della categoria gioire di questa "innovazione"!

Link al commento
Condividi su altri siti

Risposta collettiva in ordine di intervento

 

Livio Orsini

Non posso che essere d'accordo con te.

Una volta si faceva la ordinaria "trafila" e si imparava decentemente un mestiere anche essendosi fatti conoscere nel frattempo come Apprendisti / Aiutanti di chi, nel suo mestiere e nella sua zona, era già conosciuto. Poi si spiccava il volo......

 

Chi aveva bisogno di "far fare dei lavori" chiedeva i nomi "referenziati" ad amici, conoscenti, vicini di casa .............

 

gffbx

Ho detto che ero "un po' meno d'accordo", non in disaccordo

 

Il mio non completo accordo deriva soprattutto dal fatto che, persone valide e con voglia di fare bene, debbano ridursi a ripieghi amministrativi che non fanno altro che zavorrare il Sistema Produttivo.

 

Niente contro la Giustizia (quella giusta), ma nei limiti del necessario e magari anche in tempo utile.

Comunque ora, per Dispute Bagatellari di tutti i tipi, non si va più in Tribunale ma bisogna rivolgersi, in prima battuta, alle Commissioni di Conciliazione di Zona (roba da Associazioni di Avvocati ed Esperti Tecnici vari), vediamo cosa ne uscirà.

 

Yiogo

Non sapevo del fatto preciso da te riferito.

La cosa non mi stupisce per nulla, anzi.......sta proprio a segnalare il nostro grado di attuale involuzione e stravolgimento concettuale !

 

Basterebbe fare una prova anche qui da noi.

 

Se la fai, in molte situazioni, ti accorgi che per leggere realmente tutti i segnali/cartelli dovresti parcheggiare l'auto e farti un giro a piedi (ma con calma, con il Nuovissimo Codice Stradale alla mano e, occhio, perché ogni anno ne sfornano uno aggiornato).

 

Comunque che ne sarebbe di tutta l'Industria della Multa che ne deriva ? Bisogna pur creare lavoro in qualche modo!

 

Link al commento
Condividi su altri siti

8 ore fa, ceschino scrisse:

Infatti è così. Praticamente l'ITIS servirà solo a dare le basi per affrontare l'università. Ma visto che comunque agli atenei si accede con qualsiasi diploma e visto che con quello di perito non si potrà più esercitare un bel niente certamente cadrà l'interesse verso gli istituti tecnici. Si vocifera altrettanto per i geometri (buon per loro che ancora resistono).

 

Le nostre istituzioni tendono a copiare solo le cose degli altri paesi che funzionano poco e male, quello che funziona bene invece viene ignorato.

L'aver adeguato, seppure con molto ritardo, le varie lauree al resto del mondo istituendo la laurea triennale e la seguente specializzazione, è stata una buona cosa, come sarebbe una buona cosa ridurre a 4 anni la scuola media superiore, dividendola in 2 bienni: uno generale ed uno specialistico orientato al tipo di scuola universitaria che si vorrebbe frequentare.

 

Poi, sempre citando la vicina Confederazione, ma non solo, dovrebbero esserci le scuole professionale come gli istituti ttecnic, scuole che formano veramente al lavoro. Al termine del  ciclo di studi professionali lo studente può scegliere se lavorare o se continuare gli studi al politecnico.

Questo funziona benissimo nei paesi a nord dell'Italia, è così da qausi un secolo e non capisco perchè un modello sperimentato e funzionale non possa essere adottato anche da noi.

 

Poi ci si lamenta che i giovani non trovano lavoro, mentre ci sono le aziende che non trovano le figure professionali che servono.

Basta leggere l'annuale relazione dell'unione industriale lombarda per avere contezza del desolante quadro formativo nostrano.

Link al commento
Condividi su altri siti

11 ore fa, Semplice 1 scrisse:

Comunque ora, per Dispute Bagatellari di tutti i tipi, non si va più in Tribunale ma bisogna rivolgersi, in prima battuta, alle Commissioni di Conciliazione di Zona (roba da Associazioni di Avvocati ed Esperti Tecnici vari), vediamo cosa ne uscirà.

Condivido la mia esperienza diretta:  Come dici tu i giudici sono sotto organico ed oberati perciò s è trovato questo ingenioso sistema per sistemare le bagatellate da €50k in giù  .... quello che ne esce è più o meno la sintesi di tutto quello che si è detto in questo forum ovvero: chi lavora, ha esperienza e produce ma non ha alle spalle capitale tale da "spaventare" il giudice di turno (stiamo parlando di decine di milioni o equivalenti conoscenze politiche o appunto appartenenze a categorie privilegiate per vari motivi) è sempre in difetto agli occhi del giudice di turno rispetto a chi il capitale lo detiene e non ti vuole saldare le fatture.

Sembra puro populismo messa così .... invece è il risultato di volere attivare le leggi e le normative senza i necessarii background .... tu immagina (come è successo a me) di sederti ad un tavolo con un ctu che nei fatti è un mero esecutore pro-tempore del giudice ... e cerca semplicemente di mediare le parti e concludere in fretta. Tu avanzi i soldi, hai a fianco il tuo bravo perito e il tuo avvocato, dal lato opposto quello che non ti vuole pagare con mille scuse e pure lui col suo bravo perito e il suo avvocato. Siccome nella realtà tutti (compreso il tuo avvocato e pure te che non hai tempo da perdere in buffonate) hanno fretta di finire perchè la posta in gioco è bassa le questioni tecniche saranno usate solo ed esclusivamente come leva per sistemare le questioni commerciali ... quindi il tutto si riduce a: cosa la controparte è disposta a pagare e cosa sei disposto ad accettare tu. In questo show con pessime scenografie l'unico vincitore è il ctu che avendo trovato l'accordo prende il 50% da uno e il 50% dall'altro. Ovviamente vince anche il giudice che si è tolto la grana di dosso è può dire di ave "snellito" i processi a suo carico.

 

BENE dici tu. SI è raggiunto lo scopo ..... si ma a che prezzo? analizziamo bene: chi realizza qualcosa in italia che può valere fino a €150K (tenuto conto che dal 30 al 50% se lo farà versare di anticipo e una seconda quota prima della consegna) sà che per certo per qualsiasi fesseriea il restante (da 0 a 50K €) può anche non vederlo più a causa di questo sitema. Il trucco ovvio è aumentare il costo iniziale prevedere già la perdita ... ma così vai fuori mercato .... OPPURE ... per quelle cifre puoi diventare rivenditore di marchi esteri così le rogne se le cuccano loro ..... E INFATTI E' DA QUALCHE ANNO CHE CONFINDUSTRIA-ABI-CAB-BANCA D'ITALIA DICONO CHE GLI IMPRENDITORI ITALIANI SONO TROPPO SPOSTATI SUL MERCATO DELLE COSIDETTE RENDITE ... ovvero in italia l'imprenditore non costruisce più. 

Non è lecito vedere anche in questa "innovazione" della giustizia una concausa di questo spostamento verso le rendite (rivendite di ogni bene, che sia materiale o immateriale e nessun impegno alla produzione fisica del bene stesso?) ????

 

C'è forse da gioire in questo modo sbrigativo di risolvere la questione ingorgo della giustizia? Io non vedo benefici a lungo termine per l'economia italiana.

 

Come detto o fai parte della soluzione o fai parte del problema. Io ogni giorno vedo solo che il sistema rigetta le nuove partite iva. Poi se lo faccia con cognizione di causa o meno a me non interessa proprio. Si può solo commentare che se non c'è intenzionalità la faccenda è molto grave.

 

 

 

 

Modificato: da gffbx
Link al commento
Condividi su altri siti

Maurizio Colombi
12 ore fa, ceschino scrisse:

Chissà che non siano proprio questi i motivi per il quale sono stati tenuti fuori dal gioco, in riferimento al ruolo di responsabile tecnico. 

Non è proprio così!

Link al commento
Condividi su altri siti

2 ore fa, Maurizio Colombi scrisse:
14 ore fa, ceschino scrisse:

Chissà che non siano proprio questi i motivi per il quale sono stati tenuti fuori dal gioco, in riferimento al ruolo di responsabile tecnico. 

Non è proprio così!

Invece è proprio così!

Il DM 37-08 esprime in maniera chiara ed inequivocabile i requisiti necessari a ricoprire il ruolo di responsabile tecnico.

Inoltre ribadisco: esperienza personale.

Io, personalmente, nonostante il percorso come detto in precedenza ho dovuto nominare un responsabile tecnico.

Link al commento
Condividi su altri siti

Maurizio Colombi
1 ora fa, ceschino scrisse:

Invece è proprio così!

Il DM 37-08 esprime in maniera chiara ed inequivocabile i requisiti necessari a ricoprire il ruolo di responsabile tecnico.

Che sono questi, citati al comma 2 dell'art. 5:

"Il progetto per l'installazione, trasformazione e ampliamento, e' redatto da un professionista iscritto agli albi professionali secondo le specifiche competenze tecniche richieste, nei seguenti casi..."

 

1 ora fa, ceschino scrisse:

ho dovuto nominare un responsabile tecnico.

Non avrai "maturato" i requisiti per ricoprire tale incarico...

Link al commento
Condividi su altri siti

Maurizio forse mi sono spiegato male, non sto parlando delle progettazioni, su quelle non ci piove...ci mancherebbe pure!

Ma dicevo del ruolo di responsabile tecnico, che sia per la propria ditta o per altri.  È ovvio che chi matura i requisiti ricopre tale ruolo per la propria ditta diversamente deve nominare uno che abbia i requisiti come di seguito descritti

 

Art. 4. Requisiti tecnico-professionali
1. I requisiti tecnico-professionali sono, in alternativa, uno dei seguenti: 
a) diploma di laurea in materia tecnica specifica conseguito presso una università 
statale o legalmente riconosciuta; 
b) diploma o qualifica conseguita al termine di scuola secondaria del secondo ciclo 
con specializzazione relativa al settore delle attività di cui all'articolo 1, presso un istituto 
statale o legalmente riconosciuto, seguiti da un periodo di inserimento, di almeno due anni 
continuativi, alle dirette dipendenze di una impresa del settore. Il periodo di inserimento 
per le attività di cui all'articolo 1, comma 2, lettera d) è di un anno; 
c) titolo o attestato conseguito ai sensi della legislazione vigente in materia di 
formazione professionale, previo un periodo di inserimento, di almeno quattro anni 
consecutivi, alle dirette dipendenze di una impresa del settore. Il periodo di inserimento 
per le attività di cui all'articolo 1, comma 2, lettera d) è di due anni; 
d) prestazione lavorativa svolta, alle dirette dipendenze di una impresa abilitata nel 
ramo di attività cui si riferisce la prestazione dell'operaio installatore per un periodo non 
inferiore a tre anni, escluso quello computato ai fini dell'apprendistato e quello svolto come 
operaio qualificato, in qualità di operaio installatore con qualifica di specializzato nelle 
attività di installazione, di trasformazione, di ampliamento e di manutenzione degli impianti 
di cui all'articolo 1. 
2. I periodi di inserimento di cui alle lettere b) e c) e le prestazioni lavorative di cui alla 
lettera d) del comma 1 possono svolgersi anche in forma di collaborazione tecnica 
continuativa nell'ambito dell'impresa da parte del titolare, dei soci e dei collaboratori 
familiari. Si considerano, altresì, in possesso dei requisiti tecnico-professionali ai sensi 
dell'articolo 4 il titolare dell'impresa, i soci ed i collaboratori familiari che hanno svolto 
attività di collaborazione tecnica continuativa nell'ambito di imprese abilitate del settore per 
un periodo non inferiore a sei anni. Per le attività di cui alla lettera d) dell'articolo 1, comma 
2, tale periodo non può essere inferiore a quattro anni.

 

Come si può vedere il solo diploma non è sufficiente se non seguito da due anni di inserimento nelle forme indicate. 

Benissimo,  sono anche d'accordo. 

Non concordo invece sul fatto che il diplomato nella fattispecie perito elettrotecnico abilitato all'esercizio della professione, con tutto il percorso che comporta ( due anni di praticantato presso uno studio professionale ed esame di stato finale ) sia ritenuto idoneo a redigere progetti e non a coprire il ruolo in questione. Ciononostante si eserciti già detta professione. 

Mentre un neo laureato si, qualunque sia la sua laurea e senza bisogno di periodi di inserimento . Benvenga. ..per carità!

Ma questo che significa che i primi sono meno preparati? 

Ecco in questo senso ritengo che i periti industriali non abbiano avuto la giusta considerazione.

Ma non è un cruccio personale. ..assolutamente. 

E che fra questi, e ripeto non parlo di me, sicuramente ci saranno professionisti preparati e competenti per seguire la neo ditta senza ridurre il tutto alla sola firma.

Link al commento
Condividi su altri siti

Maurizio Colombi
8 minuti fa, ceschino scrisse:

Come si può vedere il solo diploma non è sufficiente se non seguito da due anni di inserimento nelle forme indicate. 

Appunto, è sempre stato così (o quasi) anche dalla 46/90.

 

 

9 minuti fa, ceschino scrisse:

Ecco in questo senso ritengo che i periti industriali non abbiano avuto la giusta considerazione.

Purtroppo i periti industriali sono stati "validi" fino alla nascita della laurea triennale (come si diceva prima). Adesso i periti, i geometri, i ragionieri... sono carne da macello.

Effettivamente nel discorso intavolato nei precedenti interventi, si leggeva questo e non lo ho compreso perfettamente. :wallbash:

 

Link al commento
Condividi su altri siti

Resta il fatto che dare "a scatola chiusa" l'abilitazione di responsabile tecnico a chiunque non abbia una sostanziosa esperienza pratica, a prescindere da quante /quali lauree, dottorati e master abbia conseguito è sbagliato e pure pericoloso. Altrimenti perché non dare la patente a chiunque dimostri di conoscere a memoria il codice della strada? A che serve obbligarlo a raggiungere tot ore di guida pratica con l'istruttore? Ho un amico che è un mago dei simulatori di volo, conosce a memoria tutti gli aerei, i comandi, i regolamenti di volo. Quando pilota al suo computer nessuno lo batte. Ma per qualche inspiegabile ragione all'ENAC questo non basta per rilasciargli il brevetto di volo.

Modificato: da hfdax
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente per poter lasciare un commento

Crea un account

Registrati per un nuovo account nella nostra comunità. è facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo/a...