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PLC Forum


Rapporti Diodo-relé


Elisiu

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Ciao ragazzi,

vorrei capire bene il rapporto diodo-relé una volta per tutte :-), vale a dire:

- Che differenza c'è tra il diodo che si mette sulla bobina e quella che si mette sul carico?

- il classico relè a 24vdc/6A,  da scheda tecnica può commutare anche 2 A per carichi induttivi. Ma il diodo in questo caso non si mette, perché? Perché forse il carico deve superare i 2 A?

- per i carichi AC è obbligatorio mettere il modulo antidisturbo anche se in presenza dello zero-crossing?

 

Grazie a tutti.

E

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2 ore fa, Elisiu scrisse:

- Che differenza c'è tra il diodo che si mette sulla bobina e quella che si mette sul carico?

 

la bobina è un solenoide e come tutti i solenoidi la corrente ai loro capi non può cessare di netto: al termine del comando quando si toglie tensione alla bobina questa reagisce sviluppando una extratensione ai suoi capi, che si rivela distruttiva per il semiconduttore che comanda la bobina (o, anche se in misura minore per i contatti del pulsante o quel che è, se il dispositivo non è pilotato da semiconduttore).

 

E' lo stesso principio che sta alla base degli elevatori di tensione solo che in quel caso la cosa è voluta, qui no: il diodo ha lo scopo di far ricircolare quella extratensione per evitare che faccia danni.

 

Sul carico essenzialmente dipende dal carico, se il carico è altamente induttivo lo scopo è lo stesso

 

2 ore fa, Elisiu scrisse:

Ma il diodo in questo caso non si mette

 

il diodo della bobina non c'entra niente col tipo di carico controllato e si mette sempre, anche se il carico è di 1picoA

 

2 ore fa, Elisiu scrisse:

- per i carichi AC è obbligatorio mettere il modulo antidisturbo anche se in presenza dello zero-crossing?

 

cosa c'entra lo zero crossing con i relè? che io sappia non si usano relè in quelle applicazioni, sono troppo lenti, nel tempo che impiegano i contatti a spostarsi e chiudere lo zero della rete è già passato, rendendo inefficace anche lo zero crossing

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Grazie mille Darlington,

 

scusa ti faccio altre domande: nelle schede tecniche dei classici relè a 1 c.o. con portata da 6 A,  hanno anche una portata da 2 A per carichi induttivi, senza indicare l'utilizzo del diodo. Cosa significa? Che è possibile utilizzarlo anche per carichi induttivi < di 2 A ma con basse commutazioni?

 

Mi sono espresso male, intendo il modulo antidisturbo con bobine AC, è obbligatorio?

 

Grazie mille!

E

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Ancora con sto diodo. Ti ho chiesto di specificare e non lo hai fatto, quindi se magari metti un datasheet o un manuale del relè di cui stai parlando riesco a risponderti.

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Grazie Darlington per la.pazienza🙏.

Ti allego quello che intendevo, cioé relè a1 c.o. con portata 6A carico resistivo e 2 A per carico induttivo.

E' il codice della Phoenix 2966171

 

Grazie ancora.Screenshot_2019-08-05-15-52-08.thumb.png.92ecf19607d249a10e31175948dd3e66.png

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tutto ciò coi diodi non c'entra niente, è la portata dei contatti, la portata dei contatti varia in base al carico perché aprire 5A di carico resistivo è una cosa, aprire 5A di carico altamente induttivo causa una scintilla che può saldare tra di loro i contatti, per questo la portata dei contatti non è un valore fisso.

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La bobina del relè e i contatti dello stesso sono elettricamente separati. Hanno problemi diversi e non si influenzano a vicenda.

Quando si parla di carico induttivo o resistivo si parla di un problema che riguarda i contatti. I carichi induttivi li sottopongono a stress maggiori, da qui la minore portata. Lo stesso vale per la corrente continua rispetto all'alternata.

Il diodo invece lavora sulla bobina e si mette quando quest'ultima è in corrente continua mentre non si mette quando è in alternata. Non avrebbe senso farlo primo perché in alternata il diodo "dimezzerebbe" la corrente di eccitazione della bobina cortocircuitandola durante una delle due semionde, secondo perché se siamo in alternata sicuramente non è un delicato semiconduttore ad eccitarla.

Modificato: da hfdax
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il 9/8/2019 at 21:18 , hfdax scrisse:

La bobina del relè e i contatti dello stesso sono elettricamente separati. Hanno problemi diversi e non si influenzano a vicenda.

Quando si parla di carico induttivo o resistivo si parla di un problema che riguarda i contatti. I carichi induttivi li sottopongono a stress maggiori, da qui la minore portata. Lo stesso vale per la corrente continua rispetto all'alternata.

Il diodo invece lavora sulla bobina e si mette quando quest'ultima è in corrente continua mentre non si mette quando è in alternata. Non avrebbe senso farlo primo perché in alternata il diodo "dimezzerebbe" la corrente di eccitazione della bobina cortocircuitandola durante una delle due semionde, secondo perché se siamo in alternata sicuramente non è un delicato semiconduttore ad eccitarla.

Grazie nfdax. Scusa, ma posso farti un ultima domanda: allora come mai esistito dei.moduli, chiamati antidisturbo, anche in AC?

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9 minuti fa, Elisiu scrisse:

allora come mai esistito dei.moduli, chiamati antidisturbo, anche in AC?

 

perchè ogni volta che si energizza la bobina del relè, o la si deenergizza, (relè eccitato-relè diseccitato) si generano disturbi sul transitorio di accensione o di spegnimento, sia che l'alimentazione sia in ca o in cc; i filtri antidistrubo, detti anche snubber, servono ad eliminare, o almeno a ridurre di molto, questi disturbi.

In genere sono costituiti da un resistore e da un condensatore in serie tra loro; vengono posti in parallelo alla bobina del relè.

I maggiori costruttori di elettromeccanica hanno a catalogo vari tipi di questi filtri, da accoppiare ai loro relè/contattori, appositamente ottimizzati per modello di relè.

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il 15/8/2019 at 07:58 , Livio Orsini scrisse:

 

perchè ogni volta che si energizza la bobina del relè, o la si deenergizza, (relè eccitato-relè diseccitato) si generano disturbi sul transitorio di accensione o di spegnimento, sia che l'alimentazione sia in ca o in cc; i filtri antidistrubo, detti anche snubber, servono ad eliminare, o almeno a ridurre di molto, questi disturbi.

In genere sono costituiti da un resistore e da un condensatore in serie tra loro; vengono posti in parallelo alla bobina del relè.

I maggiori costruttori di elettromeccanica hanno a catalogo vari tipi di questi filtri, da accoppiare ai loro relè/contattori, appositamente ottimizzati per modello di relè.

Grazie mille Livio.

Però, perché questi moduli sono meno utilizzati con i relè con bobine in AC rispetto a bobine in DC?

Scusate le continue domande.

 

Grazie mille ancora!

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