Vai al contenuto
PLC Forum


Geloso G1/1040


Mauro Dalseno

Messaggi consigliati

Mauro Dalseno

Ho recuperato 2 amplificatori Geloso G1/1040, che dovevano andare in discarica, sono rimasti 30 anni in un rustico pieni di insetti e polvere.... Me li ha dati un mio amico per recuperarli per poi utilizzarli come finali audio valvolari.

Dopo aver sostituito alcuni portafisibili, interruttori ossidati e tutti i condensatori elettrolitici che avevano vistosi segni di perdite e rigonfiamenti li ho fatti partire e provati a casa sua su un paio di casse serie. Nonostante la vecchiaia il suono è caldo e gradevole, ma lo stupore è la resa e quella dinamica che ti fa innamorare di quei rottami con le EL34 in Push Pull.

Lo scopo di questo post è trovarmi un lavoro per il prossimo inverno:smile:

Dato che uno dei due era anche pieno di cacche ed escrementi che ho pulito con acetone e solventi vari, mi piacerebbe riverniciarli e rivedere la parte elettronica riutilizzando le valvole esistenti che sono perfette, ovviamente terrei la parte di alimentazione e i trasformatori per fare 2 finali PURI da collegare in uscita ad un preamplificatore esistente o un mixer.

Toglierei anche i controlli toni, interruttori vari ecc. ecc. Lascerei solo un nuovo potenziometro per il volume e gli interruttori per l'accensione e l'anodica.

ci sono diversi schemi in rete, ma mi piacerebbe sentire anche il parere dei soliti che non faccio nome :whistling:

 

 

 

foto.jpg

foto2.jpg

schema geloso g1 1040.jpg

Modificato: da Mauro Dalseno
Link al commento
Condividi su altri siti


Diciamo che è una bella lotta decidere di sconvolgere il prodotto originale o di mantenerlo più intatto possibile.

Mi trova d'accordo la sostituzione dei rettificatori al selenio con modelli al silicio, e degli elettrolitici con oggetti nuovi, ma non modificherei altro.

I connettori di ingresso potrebbero essere un problema, e gli RCA potrebbero essere installati posteriormente, in posizione non visibile.

Le finali mi sembra siano EL 34

La costruzione lascia a bocca aperta, per l'epoca, senza circuiti stampati, era veramente impeccabile.

L'alimentazione dei filamenti delle preamplificatrici, in continua ed in controfase, rispetto alla alimentazione anodica, poi, è una soluzione geniale.

Ricordo su un G-4/216 (ricevitore per radioamatori) la presenza di un contatto di massa a 6 pagliette, avvitato sul telaio, e con una delle 6 saldata sul telaio, nonostante la vite e la ranella dentata. (una vera finezza costruttiva)

 

Modificato: da patatino59
Link al commento
Condividi su altri siti

Mauro Dalseno

Quello della foto è messo bene, ma l'altro è veramente messo male e va riverniciato, quindi tanto vale riverniciarli tutti e due. Se lo schema è valido non lo modifico, al proprietario non interessa mantenere l'originalità, li mette in salotto e li vuole di colore nero, probabilmente li porta in carrozzeria.

Link al commento
Condividi su altri siti

Io modificherei il meno possibile, semplicemente, per usarlo come finale, quindi usato con un pre, non metterei neppure il potenziometro di volume, e sul retro metterei un deviatore e un ingresso RCA. Il deviatore scambierebbe l'ingresso alla prima griglia della ECC81 da un lato dal condensatore 15K che porterebbe il segnale dal controllo di tono originale, l'altro (tramite opportuno condensatore aggiuntivo) dall'ingresso aggiuntivo.

Il problema potrebbe essere il livello del segnale in ingresso, che forse dovrebbe essere adattato. Nel caso, si potrebbe aggiungere uno stadio pre, magari a valvole, per non andare a modificare gli stadi precedenti originali.

Link al commento
Condividi su altri siti

1 ora fa, patatino59 ha scritto:

La costruzione lascia a bocca aperta, per l'epoca, senza circuiti stampati, era veramente impeccabile.

 

La "pulizia" costruttiva degli apparecchi elettronici sino agli anni '60 era un segno distintivo dei costruttori italiani; anche i radioricevitori economici avevano unadisposizione dei componenti ed un rigore di montaggio molto al disopra di molti pregiati apparati professionali stranieri.

 

il mio primo impiego "professionale" fu come addetto ad un laboratorio strumenti di una multinazionale delle telecomunicazioni.

Mi passavano per le mani strumenti professionalio di tutte le naionalità occidentali, così feci una specie di classifcazione per particolarità costruttiva

  • I tedeschierano rigorosi per la meccanica; si vedeva che lavoravano a compartimenti stagni: piuttosto che spostare la posizione della manopola sul pannello frontale costruiva 3 o 4 rinvii meccanici. Ogni funzione era racchiusa in un suo contenitore metallico ed il telaio era zeppo di scatolotti.
  • I francesi erano inutilmente complicati; i loro strumenti dovevano avere soluzioni defferenti da tutte le altre. Anche in fatto di costruzione dovevano escogitare soluzioni particolari senza una ragione plausibile se non quella di essere differenti.
  • Gli inglesi eran tradizionalisti in tutto: nelle soluzioni circuitali, nelle soluzioni telaistiche ed anche nelle soluzioni di montaggio.
  • Gli USA eran molto pragmatici; l'imperativo era: prestazioni elevate con il minimo costo ammissibile, per cui a volte ti trovavi 5 - 6 componenti tra resistori e condensatori saldati sul medesimo ancoraggio, con i terminali ritorti così che se ne dovevi sostituire uno volavan moccoli talmente grossi che stentavano ad uscire dalla finestra. Però la strumentazione USA era veramente efficiente ed i loro telai eran facili da aprire e smontare; le regolazioni eran sempre facilemente accessibili e la manualistica era eccezionale, in alcuni casi era qausi un testo di elettronica. Spiccavano i Tecktronix: quelli erano un mondo a parte. Mai visti apparati valvolori cosi belli e razionali.Ingenierizzati in modo superbo. usavano una specie di "U" in un materiale plastico che era indeformabile al calore. Sulla parte superiore eran monmtati gli zoccoli e sulle due sponde laterali erano praticati degli incavi metallizzati che fungevano da punti di ancoraggio per le saldature dei componenti passivi.
  • Quelli nazionali erano simili concettualemente a quelli USA, più belli da vedersie con soluzioni circuitali quasi sempre sorprendenti per l'idea di base che permetteva di ottenere ottime prestazioni con soluzioni molto semplici. Peccato che poi si perdessero nei particolari come, adesempio, leviti che arrugginivano velocemente, la vernice che tendeva a scrostarsi, le cromature fatte al risparmio che nonresistevano al tocco della sudorazione acida.

 

Scusate l'OT ma l'osservazione di Patatino mi ha scatenato i ricordi di una gioventù oramai remota.

Modificato: da Livio Orsini
Link al commento
Condividi su altri siti

Ricordo bene i "cablaggi" alla francese e quando chiedevi spiegazioni la risposta era "Ça marche" cioè funziona e tanto basta e lo si vedeva ovunque dalle strumentazioni alle automobili

Link al commento
Condividi su altri siti

Ah i Geloso :) 

Lo schema non credo abbia senso stravolgerlo...più che altro se sconvolgi lo schema devi rivedere la controreazione...

- cambia i raddrizzatori

- controlla anche i condensatori di accoppiamento, sopratutto i 2 da 0.22 verso le finali, se son in perdita ti sballano il bias e rischi l'arrosto :(

- metterei una R da 1 ohm in serie al catodo di ciascuna finale verso massa per poter misurare velocemente la corrente di ogni finale, anche solo per vedere se sono accoppiate bene

- potresti eliminare la prima 12AX7 che serve solo per i micro

 

Sarebbe bello fare un paio di misure per capire la bontà dei TU di questi Geloso, tipo una quadra a 10kHz per la gamma alta e testare con una sinusoide la riposta in basso, tipo a 20Hz...

 

Io sto facendo un lavoro simile con dei finaloni RCF ... buon lavoro :)

Link al commento
Condividi su altri siti

Togli assolutamente i raddrizzatori al selenio. Sono pericolosi per la salute.

Se sono stati all'umido sono ancora più pericolosi.

 

Per il resto io sono per il restauro conservativo. Va bene riparare, non va bene snaturare.

 

A quei tempi il concetto di HI_FI, se già esisteva in Geloso, era ben diverso da oggi.

 

Inutile andare a far prove strumentali. La risposta non sarà certo lineare e nemmeno i TU saranno degli ultralineari.

 

Il giudizio si riassume nel suona bene o non suona bene al cospetto di chi ascolta.

Modificato: da dott.cicala
Link al commento
Condividi su altri siti

2 ore fa, dott.cicala ha scritto:

Togli assolutamente i raddrizzatori al selenio. Sono pericolosi per la salute

 

Verissimo!

 

2 ore fa, dott.cicala ha scritto:

A quei tempi il concetto di HI_FI, se già esisteva in Geloso, era ben diverso da oggi.

 

Il concetto di Hi-Fi era già ben presente vedi, ad esempio, i McIntosh di quel periodo.

Geloso produceva amplificatori per sonorizzare sale cinematografiche, teatri e manifestazioni varie. Erano apparati di buona qualità ma non Hi-Fi.

Link al commento
Condividi su altri siti

2 ore fa, dott.cicala ha scritto:

Togli assolutamente i raddrizzatori al selenio. Sono pericolosi per la salute.

Se sono stati all'umido sono ancora più pericolosi.

 

25 minuti fa, Livio Orsini ha scritto:

Verissimo!

Sono radioattivi? Rilasciano polveri velenose? Ho un amplificatore come quello nel laboratorio, solo più piccolo, e ho pure altre cose conservate con dentro raddrizzatori al selenio. Mi fate impaurire!

Link al commento
Condividi su altri siti

26 minuti fa, maxmix69 ha scritto:

Rilasciano polveri velenose?

 

Possono rilasciare vapori molto tossici e cancerogeni.

Il pericolo maggiore è quando si guastano e si fondono.

Anche se sopportano bene le sovra correnti, grazie alla loro resistena interna, possono andare in corto; quando capita senti un caratteristico odore che sta tra l'uovo ed il cavolo marcio. Quando senti la puzza stai respirando i vapori emessi.

 

Proprio la loro pericolosità è una delle principali cause del loro abbandono.

Link al commento
Condividi su altri siti

1 ora fa, Livio Orsini ha scritto:

odore che sta tra l'uovo ed il cavolo

cavoli! se a memoria ti ricordi bene l'odore del raddrizzatore al selenio ne hai annusati qualcuno allora?  ma non mi pare che ne hai subito effetti negativi almeno lo spero qui sul forum mi pari alquanto attivo e vispo oppure sei un portatore sano da quanto ne hai respirato?:roflmao:

Link al commento
Condividi su altri siti

Scherza tu, ma non è un gioco. 

C'è che resiste meglio e chi non resiste affatto. A me è capitato con il cloro, ne ho respirato tanto di quel cloro in vent'anni che potresti disinfettare il Po. E c'è gente che manco riusciva avvicinarsi alla porta (per fuori). Adesso lo sento da cinquanta metri e mi da fastidio. 

Se dicono che è tossico, è tossico. 

Link al commento
Condividi su altri siti

Mauro Dalseno

Sono contento perchè i Soliti hanno risposto, anche io sono contrario al modificare il Vintage, ma quei 2 amplificatori non sono miei....

 

allego il relativo bollettino della Geloso

 

 

scheda tecnica.jpg

Link al commento
Condividi su altri siti

4 ore fa, Livio Orsini ha scritto:

 

Possono rilasciare vapori molto tossici e cancerogeni.

Il pericolo maggiore è quando si guastano e si fondono.

Grazie mille per la spiegazione

Link al commento
Condividi su altri siti

6 ore fa, Livio Orsini ha scritto:

Proprio la loro pericolosità è una delle principali cause del loro abbandono.

Può essere che siano ancora usati nei caricabatteria dei muletti? Mi sembra di averne visto uno in un caricabatteria recente...

Link al commento
Condividi su altri siti

E pensare che da ragazzino (oltre 50anni fa) ne feci esplodere uno montato in un giradischi Radiomarelli per uno stupido esperimento: mettere un elettrolitico da 50 Microfarad sull'alternata. L'unica scusante che ho è che avevo 14 anni.

Link al commento
Condividi su altri siti

8 ore fa, Pappardella ha scritto:

Mi sembra di averne visto uno in un caricabatteria recente...

 

Può anche essere, ci sono in circolazione apparecchi prodotti in estremo oriente dove c'è di tutto e di più.

Da noi si cerca di evitare materiali pericolosi per la salute, ma in altri posti per ridurre i costi non si va tanto per il sottile. Ogni tanto sequestrano giocattoli per bambini destinati a bambini della prima infanzia, colorati con verinici tossiche.

 

7 ore fa, alex01rosso ha scritto:

E pensare che da ragazzino .....

 

E normale per chi ha molta curiosità, quindi una buona intelligenza, commettere errori anche pericolosi in gioventù.

Anch'io di stupidate giovanili ne ho commesse parecchie.

Ti rendi conto dei pericoli corsi quando "maturi"; però è un modo per imparare (se sopravvivi senza "rovinarti")

Link al commento
Condividi su altri siti

Non sono esperto di valvole, ignoro tante cose, ma lo schema è abbastanza semplice. Io proverei ad entrare nell'ingresso fono rimuovendo il condensatore cerchiato rosso, così da ridurre (credo....) il guadagno, mantenendo controlli di tono e volume. Oppure entrerei senza volume tagliando il punto con la X rossa.

 

geloso.jpg

EDIT: se hai intenzione di eliminare tutti i controlli e le scritte (GRANDE SACRILEGIO) mi puoi salvare il frontale rosso? (marroncino, forse, non capisco bene il colore)

Modificato: da maxmix69
Link al commento
Condividi su altri siti

Si tratta di un amplificatore per PA e l'alimentazione dell'anodica delle finali e' meschinella, ci sarebbe da mettere un impedenza da un 10H con almeno 200mA tra l'elettrolitico da 40 micro all'uscita del raddrizzatore e l'impedenza Z100, con un elettrolitico da 220/470 micro verso massa tra le due impedenze avrebbe effetti molto evidenti sia sulla dinamica sia sul suono.

Link al commento
Condividi su altri siti

Quando si restaura un vecchio apperecchio ci si limita a sostituire i componenti guasti o "pericolosi" come i raddrizzatori al selenio.

 

Modificare la circuitazione è una cosa da non fare perchè chi ha progettato l'apparato ha seguito una filosofia ben precisa; inserendo una midifca si snatura l'apparecchio

Link al commento
Condividi su altri siti

Se si vuole ottenere un soprammobile, si; se si vuole anche ascoltarlo e' diverso;

L'impedenza non e' assolutamente invasiva e puo' essere fissata senza fori con delle fascette, l'elettrolitico pure, si tratta di due soli fili, facilmente ripristinabili; Riguardo il selenio, in gioventu' di odore di uova marce ne ho sentito parecchio e sono ancora qui inoltre i raddrizzatori Siemens a pacchetto lo confinavano con una certa efficacia.

Il Tallio col quale erano spesso ricoperti era invece un po' piu' tossico. ma solo se venivano aperti; Io lo feci cercando di teenere una cellula fotoelettrica.

Modificato: da Colonial54
Link al commento
Condividi su altri siti

Il 29/6/2020 alle 19:03 , gabri-z ha scritto:

Scherza tu, ma non è un gioco.

Ma non sto scherzando affatto, non conosco ne Livio di persona ne altri di voi ed è proprio per questo che non mi permetterei di prendere in giro qualcuno, era solo per fare una battuta, conosco benissimo gli efetti di tanta cacca che purtroppo ci hanno messo addosso e nessuno ci ha mai avvisato della pericolosità, ma ormai è tardi c'è anche chi ci ha rimesso la vita, io sono solo un pò più giovane di Livio ma ne avrei da raccontare di cose che ho subito, e ne dico 1 solo negli anni 80 lavoravo in una fonderia con raddrizzatori al mercurio allora io ero completamente ignorante sulle norme del posto ma i preposti sapevano benissimo, per viverci anzi per lavorarci in quegli ambienti mi davano le mascherine anti polvere....speriamo che non insorgano mai i problemi.

Link al commento
Condividi su altri siti

8 ore fa, Colonial54 ha scritto:

in gioventu' di odore di uova marce ne ho sentito parecchio e sono ancora qui inoltre i raddrizzatori Siemens a pacchetto lo confinavano con una certa efficacia.

 

Ci sono evidenze mediche sulla pericolosità dei vapori di selenio, quindi non prendere alla leggera certi avvertimenti. Soprattutto non cercare di sminuire l'avvertimentocon del sarcasmo fuori luogo.

Anche io in gioventù ho lavorato con l'amianto e, visto che son passati quasi 60 anni e non ho sviluppato un mesotelioma polmonare, potrei anche dire che l'amianto è innoquo. Però siccome non sono stupido mi limito a dire che sono stato molto fortunato!

 

8 ore fa, Colonial54 ha scritto:

L'impedenza non e' assolutamente invasiva e puo' essere fissata senza fori con delle fascette, l'elettrolitico pure, si tratta di due soli fili,

 

E una questione di filosofia: il restauro prevede di riportare l'apparecchio alla sue condizioni originali sustituendo solo la componentistica indispensabile.

 

Se volessi restaurare una vecchia Aurelia B20, non andrei a modificarne l'accensione inserendo un'accensione elettronica a scarica capacitiva. Sarebbe possibile senza effettuare modifiche sostanziali, sarebbe migliorativa rispetto all'accensione originale a ruttore e distributore, ma sarebbe snaturato il motore originale.

 

Poi, ripeto, è questione di filosofia personale.

 

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente per poter lasciare un commento

Crea un account

Registrati per un nuovo account nella nostra comunità. è facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo/a...