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Ho il transformatore d'isolamente ma ho preso la scossa


olometabolo

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ciccioilgrande

se abbiamo in casa un trasformatore di isolamento(io ne ho 2 per esempio degli anni 60 ma non ho mai preso scosse),c'è un metodo per verificarne la sicurezza?

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Se posso dire la mia, avendo a che fare con apparecchiature radio con autotrasformatore e quindi con rete collegata al telaio, per evitare scosse o cortocircuiti quando collego la strumentazione (telaio radio con massa oscilloscopio e generatori), ho inserito tra la rete e l'alimentazione della radio e della strumentazione un trasformatore di isolamento da 200VA, tenendo scollegate la messa a terra della strumentazione. 

Così non ho mai avuto problemi e nel caso di utilizzo del variac, l'ho collegato dopo il trasformatore di isolamento con la sua messa a terra scollegata (anche perché se l'avessi collegato prima del trasformatore di isolamento avrei regolato anche l'alimentazione dellla strumentazione).

Per evitare eventuali dispersioni verso terra (che poi torna al neutro) tutti gli apparecchi sono su un tavolo isolato, a questo punto potrebbe essere l'operatore a inserire un collegamento verso terra, e per questo uso scarpe isolanti e per ora non ho avuto problemi.

Ad ogni modo anche se non è piacevole prendere la scossa, se l'impianto elettrico è a norma deve scattare il salvavita ... altrimenti che salvavita è ... 

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Ad ogni modo anche se non è piacevole prendere la scossa, se l'impianto elettrico è a norma deve scattare il salvavita ... altrimenti che salvavita è ...

Non è detto. 

Se uso un trasformatore di isolamento e per errore collego un polo dell'uscita a terra (o metto a terra una parte del circuito che sto testando, quindi sempre a valle del trasformatore) potrei prendere la scossa toccando un punto del circuito se il mio corpo non è isolato da terra. Il differenziale ( "salvavita" ) è sul primario del trasformatore, non vedrà alcuna differenza tra la corrente L e N, quindi non interverrà mai...e nel frattempo il malcapitato...

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42 minuti fa, tesla88 ha scritto:

Non è detto. 

Se uso un trasformatore di isolamento e per errore collego un polo dell'uscita a terra (o metto a terra una parte del circuito che sto testando, quindi sempre a valle del trasformatore) potrei prendere la scossa toccando un punto del circuito se il mio corpo non è isolato da terra. Il differenziale ( "salvavita" ) è sul primario del trasformatore, non vedrà alcuna differenza tra la corrente L e N, quindi non interverrà mai...e nel frattempo il malcapitato...

OK, intendevo in generale, non nel caso dell'uso del trasformatore di isolamento. Però in effetti la pericolosità del circuito dopo il trasformatore di isolamento non è da sottovalutare, pensavo se mettere un differenziale subito dopo il trasformatore di isolamento possa funzionare.

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5 ore fa, REDCAT2 ha scritto:

scattare il salvavita ... altrimenti che salvavita è ... 

 

infatti non è un dispositivo savavita!

 

Il termine "salvavita" è stato coniato dai furboni della pubblicità della BTicino che, neglianni 60, hanno lanciato una campagna pubblicitaria per incentivare la ven dita dei loro interruttori differenziali, che all'epoca non erano obbligatori per legge sugli impianti.

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Concordo con Livio, l’interruttore differenziale certamente può prevenire danni peggiori, ma non può garantire salva la vita.

La corrente che attraversa la persona dipende da diversi fattori: se la persona è bagnata, se la persona non è isolata da terra, che cosa altro sta toccando, la lunghezza del cavo di alimentazione ed altro sono cose che possono aumentare la corrente elettrica che attraversa la persona; questa corrente, a seconda della sua intensità, del tempo di permanenza, del percorso attraverso il corpo umano, delle condizioni di salute della persona, può essere più o meno letale ed anche mortale.

L’interruttore differenziale interviene quando una corrente verso terra è superiore ad una certa soglia, e questa corrente si divide fra l’impianto di terra e quella che attraversa la persona. E questa corrente viene interrotta dal differenziale in un determinato tempo che potrebbe non essere sufficiente a garantire la salvezza.

 

 

 

 

 

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