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PLC Forum


Protezione Impianto elettrico


jackj89

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Buonasera,

I miei genitori hanno acquistato casa e in ottica di ristrutturazione, ho fatto un rapido check sull'impianto elettrico. Essendo un impianto del 1991, Ho iniziato cambiando le varie prese, interruttori ecc.. e ora sono arrivato al centralino che ho lasciato per ultimo nell'ottica di cambiarlo per aggiungere l'illuminazione al giardino. Sostituendo il centralino, mi son reso conto che il magnetotermico differenziale non arma bene (apre, ma quando vado a chiuderlo, bisogna spingere molto a fondo per chiudere, non ha le leve come quelli più moderni) e che molto probabilmente deve essere sostituito, anche perché ho un dubbio sulla corrente di corto che probabilmente è 4.5 kA (cercando il magnetotermico differenziale su internet, trovo pareri discordanti, c'è chi scrive che è da 6kA e chi da 4.5kA).

Andando dal brico, mi hanno consigliato un bel magnetotermico differenziale di ABB da 25A e 6kA alla modica cifra di 85€ il che mi pare leggermente eccessivo, ho pensato quindi di optare per una soluzione più economica ma che non dovrebbe inficiare sulla sicurezza ovvero mettere a protezione del centralino un magnetotermico da 25A a 6kA e immediatamente dopo un differenziale puro da 25A con Idn 30mA. Teoricamente dovrebbe funzionare e proteggere allo stesso modo, ma così facendo il costo mi si abbatte a circa 48€ mantenendo gli ingombri identici a quelli del mio attuale quadro (ovvero 4 moduli, mentre con il MTD da 85€ dimezzerei a 2 moduli). Secondo voi è effettivamente una buona soluzione oppure potrei avere qualche problema dal punto di vista della sicurezza? 

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Dal punto di vista funzionale non c'è alcuna differenza tra un magnetotermico differenziale e un magnetotermico collegato ad un differenziale puro.

Per quanto riguarda il potere di interruzione, esso non deve essere inferiore alla corrente di corto circuito nel punto in cui il magnetotermico è installato. La corrente di corto può essere misurata con l'apposito strumento e nella maggior parte dei casi è inferiore a 4,5KA. La diatriba tra che sostiene il 4K5 e chi sostiene i 6K nasce dal fatto seguente:

l'ente erogatore (Enel o che per esso) non comunica il valore della corrente di corto ma si limita a dichiarare il massimo valore possibile garantendo che non sarà mai superato. Nel caso di una fornitura monofase fino a 10KW tale valore è 6KA ai morsetti del contatore. Se alla verifica però risultasse inferiore (ad esempio 3KA) la società distributrice potrebbe comunque in qualunque momento effettuare modifiche alla sua rete che lo incrementino fino al valore massimo garantito senza comunicarlo all'utente. Ecco perché qualcuno sostiene che, se  il magnetotermico è installato in prossimità, del contatore, è opportuno sia da 6KA anche se nella maggior parte dei casi la corrente di corto è molto più bassa.

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