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PLC Forum


Ripristino Emergenze 2 - Due domande


giampietro

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Approfitto della discussione "Ripristino Emergenze" per porre due domande:

1) il pulsante di ripristino emergenze quando è necessario? Esiste un preciso riferimento normativo?.

(Se è così, dove è necessario, a mio avviso non può essere sostituito dall'uscita di un PLC).

2) Il pulsante di ripristino emergenze può essere usato (un suo contatto) anche come Reset per altri tipi di anomalie macchina (rete allarmi)?

Saluti

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Sono sicuro che il pulsante per arresto d'emergenza deve essere conferme alla EN418 (normativa di prodotto, aspetti funzionali , principi di progettazione). Per quanto riguarda le tue richieste, credo bisognerebbe tenere conto del contesto generale dell'applicazione, ovvero valutare nell'applicazione specifica le necessità dell'impianto partendo da una più attenta valutazione del rischio (o analisi dei rischi EN1050) per una scelta della categoria e del sistema di comando (EN954-1).

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Claudio Monti
il pulsante di ripristino emergenze quando è necessario? Esiste un preciso riferimento normativo?.

Il ripristino delle emergenze e' richiesto dai moduli di emergenza, ovvero e' richiesta la chiusura di un contatto pulito ed il modulo, sul fronte positivo di questo ingresso, verifica che le condizioni di partenza siano valide prima di riarmarsi ed abilitare quindi il funzionamento della macchina.

Questo contatto secondo me puo' essere fatto in qualsiasi maniera, tanto poi e' il modulo di sicurezza che fa tutte le verifiche del caso prima di ripartire.

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A mio avviso bisogna combinare le due risposte date, entrambe valide. Claudio Monti offre una valutazione più tecnica, mentre l'approcio di Guglielmo Sala è più "normativo". L'esigenza di un pulsante di ripristino deve giustamente scaturire da un'analisi dei rischi. Faccio un esempio molto banale, ma secodno me efficacie.

Un'azienda che costruisce magazzini automatici, deve proteggere il lato frontale della baia di lavoro con un dispositivo di sicurezza (barriera multiraggio con modulo di sicurezza, ma con la possibilità di funzioni di autoripristino). Come gestirla?

L'approcio scelto era a mio avvisio sbagliato (non parlo per partito preso. tenete conto che ne ho pure parlato in Commissione Sicurezza delle Macchine, che ho il piacere di coordinare presso il mio collegio dei periti).

Si era scelta la funzione di autoripristino, ma si poneva un problema: se l'operatore valica la barriera e persiste nell'area pericolosa, la barriera dopo un tot tempo si autoripristina e mette in condizione operativa la macchina, che non risulta in sicurezza.

La funzione di autoripristino era si permessa dal tipo di barriera, ma non era appropriata al contesto.

Le soluzioni erano 2:

A ) utilizzare un pulsante di ripristino esterno tramite il quale l'Operatore, dopo aver controllato che la zona protetta (area di pericolo) sia effettivamente libera, può ripristinare le condizioni operative della macchina;

B ) utilizzare più barriere in serie fra loro che controllano anche l'area di pericolo posta al di la del limite della prima barriera, queste si dotare di funzioni di autoripristino.

Se pensiamo ad un normale cancelletto dotato di un micro di sicurezza (gestito dall'apposito modulo, altrimenti l'applicazione è solo "di facciata") è logico aspettarsi il puslante di ripristino alla luce di tutte due le risposte postate prima della mia:

- per quanto riguarda il primo aspetto se chiudendo il cancello si ripristina automaticamente la macchina, e ho personale nell'area di pericolo, ovviamente c'è qualcosa che non va nell'analisi

- per quanto riguarda l'aspetto prettamente tecnico mi pare che un modulo di sicurezza in quanto tale, ha necessariamente bisogno di un contatto esterno per il ripristino.

Utilizzare i "micro rossi" giusto per fare vedere che ci sono, senza appositi moduli (sembra di parlare di eresie, ma ne ho visti tantissimi) gestiti correttamente, ci pone automaticamente fuori dalle prescrizioni della normativa.

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Ritornado all'esempio (baia di carico) penso ti riferisci a dispositivi di protezione per il controllo accesso dell'uomo (no mano, no dita).

Pertanto parlando di protezione uomo, si fà riferimento a dispositivi o barriere di sicurezza in categoria di tipo 2 conforme alle norme IEC EN 61496 parti 1 e 2 ed EN 60825-1.

Consultando il catalogo di un costruttore "Telemecanique" , le barriere in categoria 2 possono essere riarmate solamente con l'ausilio di un pulsante.

Diverso è per le barriere in categoria 4 che a seconda dell'analisi dei rischi è possibile riarmare manualmente oppure automaticamente. In generale la rimessa in funzione della macchina non deve essere possibile se non in assenza totale di pericoli o di persone all'interno della zona pericolosa.

Parlando poi in generale di un modulo di sicurezza per controllo circuiti di arresto d'emergenza, protezioni mobili ecc, non è strettamente necessario avere un pulsante di riarmo anche qui dipende dalla pericolosità della macchina o megli dall'analisi dei rischi (ma in quanti la fanno??).

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D'accordo al 100% Guglielmo.

Già il fatto che stiamo a discutere se l'analisi dei rischi e i relativi approci siano o meno corretti, è spesso pura fantascienza.

Se si riuscisse ad ottenere un'analisi dei rischi (che poi può anche avere qualche ombra nello specifico) da ogni costruttore di macchine sarebbe già un successo.

Come dice qualcuno durante i lavori della commissione, prima di valutare le situazioni particolari sarebbe già qualcosa se in tanti avessimo affrontato almeno un'analisi dei rischi.

Spesso si confonde dispositivo di emergenza con dispositivo di sicurezza, eliminazione del rischio con protezione del rischio.. i primi 2/3 incontri della commissione sono serviti solo per spiegare i principi.

Esempio gnocco: se ho un ingranaggio che gira e la copro con un carter cosa ottengo? risposta al 99%: ho eliminato il pericolo... ovviamente sbagliata. Ho protetto l'Operatore contro il rischio, ma non ho eliminato il rischio.

Comunque nel caso specifico (baia di carico) se applichi le distanze della EN292/294 in alcuni casi non tanto particolari serve come minimo la protezione della mano, se non addirittura quella per le dita, con la possibilità che l'Operatore superi la linea di protezione.

Mi pare che le barrirere della Omron (TechnoG)R hanno la funzione di autoripristino solo su quelle di categoria 2 (però sempre passo dei raggi 35 mm)

Modificato: da Hellis
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Per quanto riguarda fotocellule e cancelli sono d’accordo, non ci deve essere la possibilità che il sistema si ripristini automaticamente con persone all’interno dell’area pericolosa, ma nel caso che la macchina abbia solo il pulsante emergenza (no fotocellule no cancelli) ci va il pulsante di ripristino ? oppure il modulo di sicurezza può autoripristinarsi da solo quando si estrae il pulsante (è sempre un movimento voluto come la pressione del pulsante di reset)? Oppure entrambi i metodi sono validi ma rientrano in classi diverse?

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Un piccolo appunto per Hellis.

La norma di installazione di un dispositivo di protezione è la EN999 in particolare:

- la distanza di sicurezza tra le barriere e la zona pericolosa

- la velocità di penetrazione del corpo

Altre norme che riguardano i dispositivi di protezione (barriere ottiche) sono:

- EN61496-1 (sistemi di protezione elettrosensibili ESPE)

- EN60825 (potenza di emissione)

- norme internazionali IEC 61000-4-4 e IEC 61000-4-4.

Nel sito www.telemecanique.it oppure www.schneiderelectric.it (sezione "Controllo industriale" a seguire sezione "Sicurezza macchine" a seguire "Biblioteca tecnica") vi sono più documenti interessanti, tutti scaricabili (formato pdf) e suddivisi per funzione di sicurezza (sistemi di protezione, sistema di comando a due mani, arresto emergenza ecc).

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Giusto Guglielmo

Ok in effetti la EN292/294 prendono in considerazione la distanza dal punto di pericolo in generale (ad esempio

per discriminare una protezione meccanica).

Le norme che citi tu sono ovviamente più complete per le applicazione sui devices optoelettronici o elettrosensibili e prendono in considerazione anche la velocità di avvicinamento all'area pericolosa e il tempo di risposta del sistema.

Per un normale pulsante a fungo a riarmo manuale (dipende sempre da un'analisi approfondita) può anche non essere necessario il pulsante di ripristino, così come può anche non essere necessario il modulo di sicurezza (se ad esempio si interrompe la potenza in più punti): soluzione adottata sulle gru a ponte.

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La situazione non mi è del tutto chiara.

Parliamo di emergenza, arresto in categoria 0 o 1.

E' richiesto un pulsante di emergenza con blocco, il ripristino viene effettuato all'atto dello sblocco del pulsante ed in quest'ottica non è necessario un ulteriore pulsante di ripristino. Quello che viene indicato nei cataloghi dei moduli di sicurezza (ad es. Telemecanique XPS-AL5110) è il pulsante di start che fa chiudere i contatti di uscita della centralina ed avvia il motore messo in sicurezza con doppio contatto. In quest'ottica la domanda iniziale può essere riformulata in questi termini: tale pulsante è necessario visto che la normativa prevede che in nessun caso il ripristino (sblocco del pulsante di emergenza) dia avvio a movimentazioni?

Saluti

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Io in tutte le macchine che ho sviluppato, anche in quelle molto semplici ho sempre previsto oltre al pulsante di emergenza ad autoritenuta, il pulsante di ripristino. La spesa in più che si sostiene non è eccessiva, ma sicuramente mi fa sentire più tranquillo

Ciao

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  • 15 years later...

Scusate l'intromissione in questa discussione, la luce del pulsante di ripristino voi la fate accendere quando l'impianto è in emergenza o quando le emergenze sono ripristinate? C'è una normativa a riguardo?

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Maurizio Colombi

Mi dispiace, ma il regolamento di PLCForum che avresti dovuto leggere all'atto dell'iscrizione, vieta espressamente di accodarsi alle discussioni.

Specialmente a quelle ferme da parecchio tempo!

Per favore riproponi il tuo quesito aprendo una nuova discussione.

 

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