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Inserimento Di Stabilizzatore Trifase Prima Del Quadro


leopardus2

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Ciao a tutti,

ho acquisito uno stabilizzatore statico trifase IREM TST-12 che vorrei inserire nella mia abitazione

di montagna, che ha un impianto 10 KW trifase dove la qualità della corrente è a dir poco pessima,

per non parlare degli spike che arrivano ogni volta che c'è un temporale nei dintorni.

Non essendo un professionista del settore ho alcune domande da porvi, più o meno stupide,

spero potrete darmi una mano :-)

L'idea è ovviamente inserire l'apparecchio tra il contatore e il quadro dell'abitazione.

A valle del contatore c'è già un magnetotermico adeguato, nel quadro idem (25A),

l'apparecchio ha le sue protezioni (magnetotermico in ingresso e fusibili in uscita oltre a protezioni

varie).

Dal manuale dell'apparecchio vedo le seguenti indicazioni:

- corrente massima di ingresso 22A a 400 V

- corrente massima in uscita 18A a 400 V

La prima, ovvia domanda, è: qual è la sezione corretta per il cavo da utilizzare per

il collegamento? Tenendo conto che la linea non supera i 10 metri di distanza e che

passa in corrugato dentro i muri dello stabile?

La seconda invece è un po' meno ovvia. L'apparecchio ha al suo interno un trasformatore

di isolamento, tale per cui c'è separazione galvanica tra la rete ENEL e i circuiti protetti.

Il neutro in ingresso e' collegato al neutro in uscita, ed entrambi sono collegati a terra (PE),

quindi non c'e' isolamento vero e proprio (da quello che mi hanno detto rimane un

impianto di tipo TT).

Nell'abitazione ho diverse utenze trifase (lavanderia, pompa di ricircolo della piscina

e condizionatore). Ho letto che l'ordine delle fasi è importante per la rotazione dei motori

elettrici trifase. L'apparecchio ha U1, V1 e W1 in ingresso e U2, V2 e W2 in uscita (oltre

a neutro e PE), secondo voi se io, inserendo l'apparecchio nel mezzo della linea esistente

tra contatore e quadro, rispetto gli attuali collegamenti (la fase che entra in U1 esce in U2

e così via) ho la certezza che il senso di rotazione è rispettato? Il manuale non dice nulla

al riguardo e sarebbe una cosa scontata da pensare, ma non vorrei fare danni. La domanda

di riserva è, cosa succede se applico le fasi non correttamente a un motore trifase?

Semplicemente non va o rischio di bruciarlo? Esiste uno strumento che non costi un

occhio della testa e che posso utilizzare per verificare il senso di rotazione delle fasi in

modo da rispettare quello gia' esistente?

Grazie a tutti in anticipo per i vostri graditi consigli!

Ciao,

Riccardo

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Del_user_127832

Ciao leopardos2,

La prima, ovvia domanda, è: qual è la sezione corretta per il cavo da utilizzare per

il collegamento?

Senza fare grossi calcoli, rispondendo di getto col 4 mm2 potresti anche starci dentro ma la pratica comune, dice/vuole che un 6 mm2 risulti più indicato.

La seconda invece è un po' meno ovvia. L'apparecchio ha al suo interno un trasformatore

di isolamento, tale per cui c'è separazione galvanica tra la rete ENEL e i circuiti protetti.

Il neutro in ingresso e' collegato al neutro in uscita, ed entrambi sono collegati a terra (PE),

quindi non c'e' isolamento vero e proprio (da quello che mi hanno detto rimane un

impianto di tipo TT).

Sicuro che il neutro primario/secondario sia collegato a terra da schema? Perchè in questo caso, il sistema non sarebbe più un vero TT.

cosa succede se applico le fasi non correttamente a un motore trifase?

Normalmente non succede nulla di disastroso, ma il condizionale è d'obbligo, dipende dal motore, o meglio da cosa vi è collegato al suo asse.

Senza andare a spender soldi in relè di controllo senso ciclico fasi, che nel tuo caso è sprecato data l'esiguità di carichi, ammesso che rispetti i collegamenti citati, va detto che poi gli attuali motori presenti, secondo quale criterio sono stati collegati? Secondo quello che li fa girare in senso giusto.

Fai la prova azionando un solo motore (scollega/escludi gli altri, tanto se va bene lui, vanno bene anche gli altri poi) su cui riesci a verificare facilmente il senso di rotazione richiesto, ad esempio la poma della piscina, in caso di errata ciclicità inverti due uscite dallo stabilizzatore al successivo interruttore posto in cascata ad esso.

Vedi se riesci a postare uno schema dell' apparecchiatura.

saluti

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Senza fare grossi calcoli, rispondendo di getto col 4 mm2 potresti anche starci dentro ma la pratica comune, dice/vuole che un 6 mm2 risulti più indicato.

OK grazie!

Sicuro che il neutro primario/secondario sia collegato a terra da schema? Perchè in questo caso, il sistema non sarebbe più un vero TT.

Si sono sicuro, ma hai ragine tu, diventa un TN (ho riletto una vecchia discussione che ho sempre aperto io riguardo al collegamento dello stesso

stabilizzatore, ma monofase)

Fai la prova azionando un solo motore (scollega/escludi gli altri, tanto se va bene lui, vanno bene anche gli altri poi) su cui riesci a verificare facilmente il senso di rotazione richiesto, ad esempio la poma della piscina, in caso di errata ciclicità inverti due uscite dallo stabilizzatore al successivo interruttore posto in cascata ad esso.

Si questa e' una possibilita', ma se esisteva uno strumento dal costo esiguo che verificasse giusto il senso di rotazione me lo potevo anche procurare.

Lo schema l'ho gia' postato due messaggi piu' su (l'ho appoggiato sul mio sito, visto che non posso aggiungere allegati...)

Grazie

Riccardo

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  • 9 months later...

Ripesco questo vecchio thread, tornato di attualità per via del nuovo quesito :-)

Mi ricordavo male, il neutro in ingresso NON è collegato, come dicevo, al neutro in uscita.

Il neutro in ingresso non viene per nulla utilizzato.

In uscita viene ricreato dal trasformatore a stella e messo a terra.

Per il senso delle fasi mi sono comprato per 40 euro su ebay un fluke T120 che include

un indicatore del senso di rotazione :-)

Ciao

Riccardo

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