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Interruttori Mt Che Scottano!


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Salve agli esperti.MI capita spesso di constatare specialmente in questo periodo di caldo che i magnetotermici del quadro elettrico delle case siano bollenti a causa di condizionatori in funzione contemporaneamente ventilatori e tutto cio' che possa portare frescura in cada.Questo magnetotermici comunque non scattano.Anche i cavi sono piuttosto caldi.Cosa si puo' fare per diminuire questo inconveniente e a cosa si va' incontro?E c'e' differenza tra un automatico due poili a due moduli con i morsetto piu' capienti e uno a 1 modulo?

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questo fenomeno dovrebbe ridursi con MT da due moduli, anche se il modo migliore è quello di usare linee dedicate ai cilimatizzatori ben dimensionate e protette in funzione del loro assorbimento; purtoppo quetsa soluzione risulta spesso inaplicabile...

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MI capita spesso di constatare specialmente in questo periodo di caldo che i magnetotermici del quadro elettrico delle case siano bollenti a causa di condizionatori in funzione contemporaneamente ventilatori e tutto cio' che possa portare frescura in cada.Questo magnetotermici comunque non scattano.Anche i cavi sono piuttosto caldi.

E' un fenomeno assolutamente normale conosciuto come effetto Joule. Il passaggio di una corrente elettrica in un conduttore produce calore.

Proprio per questa ragione la sezione dei cavi deve eessere appropriata alla corrente circolante, mentre il dimensionamento del protettore termico deve essere tarato sulla sezione del cavo a valle di esso.

Se il lavoro è stato eseguito a regola d'arte la temperatura esterna, guaina, dei cavi non dovrebbe superare i 40oC anche con il valore amssimo della corrente circolante e con massima temperatura ambiente preventivata.

Le protezioni termiche vanno adeguate alla massima corrente prevista per la linea che devono proteggere. Ad esempio userò un interuttore termico da 16 A se devo proteggere una linea che ammette correnti >= 16 A.

Semplificando e banalizzando.

Se il valore di corrente circolante è prossimo al valore nominale la protezione "scalderà" però non raggiungerà la temperatura di sgancio.

Se il valore di corrente circolante è di poco maggiore del valore nominale la protezione "scalderà" e raggiungerà la temperatura di sgancio dopo molto tempo, in accordo con la curva d'intervento prevista. In pratica il protettore impedisce che la temperatura della linea protetta raggiunga valori pericolosi.

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Benny Pascucci

Quoto in toto il post di Livio, eccetto che per il valore di temperatura indicato per i cavi.

Un cavo in PVC può arrivare a temperature massime di 70 °C, uno in EPR anche a 90 °C.

Se durante il funzionamento un cavo è sempre freddo vuol dire che è stato sovradimensionato, il che non è sempre indice di progettazione corretta.

Ricordo che il mio professore di Idraulica, all'università, soleva ripetere spesso la seguente frase: "Se progetto un alveo fognario e questi per 20 anni non va in pressione almeno una volta, il progetto è parimenti qualora il suddetto alveo in tale periodo vada in pressione per più di una volta". Semplificando, intendeva dire che un progetto è svolto in maniera non corretta sia quando c'è sottodimensionamento, che sovradimensionamento inutile..... ;)

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Carlo Albinoni
Se durante il funzionamento un cavo è sempre freddo vuol dire che è stato sovradimensionato, il che non è sempre indice di progettazione corretta.

Sono d'accordo. Tuttavia secondo l'elettricista medio italiano, un cavo appare al tatto riscaldato è sicuramente sottodimensionato, pericoloso, sicuramente fuori norma...

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Un cavo in PVC può arrivare a temperature massime di 70 °C, uno in EPR anche a 90 °C.

Benny non discuto le tue capacità di impiantista però mi permetto un paio di consideazioni.

Se misuri una temperatura prossima ai 70 °C dove la puoi misurare, cioè dove il cavo è libero, che temperatura credi abbia raggiunto in un tubo dove è probabilmente pressato assieme ad altri conduttori che scaldano?

Nella quadristica industriale, dove in ogni armadio si cablano centinaia di metri di cavo, si cerca di ottimizzare al massimo nelle sezioni perchè il risparmi si sente, quindi si tende a lavorare al limite. Dopo anche solo una decina di mesi di lavoro, se apri una canalina e tocchi i cavi ti rendi conto che l'isolante non è più.....molto plastico.

Non perchè la temperatura media di funzionamento ha superato la massima ammissibile, ma per i cicli di caldo-freddo. Se si considera che in una canalina di un armadio la temperatura è pressochè costante per buona parte della giornata, immagina invece il continuo stress a cui è sottoposto un cavo domestico, specialmente su alcuni servizi. Lavora per un'ora o due al massimo della portata per poi lavorare a valori molto più bassi o nulli. Dopo qualche anno di questo trattamento gli effetti si sentono.

Gli impianti domestici devono durare qualche decina di anni, spendere qualche decina di € in più al momento della realizzazione per tenersi leggermente abbondanti sulle sezioni, è a mio parere, un ottimo investimento. Magari studiando meglio e ottimizzando i percorsi recuperi in lunghezza quello che hai speso in più in sezione. :smile:

Per finire anch'io ho sempre sostenuto che se al termine di un progetto i risultati son molto più performanti delle specifiche di partenza hai lavorato amle perchè hai sprecato risorse. Però so anche che i progetti si fanno basandosi sul caso pessimo.

Modificato: da Livio Orsini
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remo williams
Semplificando, intendeva dire che un progetto è svolto in maniera non corretta sia quando c'è sottodimensionamento, che sovradimensionamento inutile..... ;)

Indubbiamente Benny,quest affermazione,rasenta la logica corretta....

Il problema è,che spesso e volentieri,la logica corretta,cozza,con la capacità applicativa dell impiantista/progettista,e con la sua visione,spesso personale del progetto.....

PSLavorando spesso e volentieri,con la pubblica amministrazione,ho preso coscenza di tale limite...........................

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