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Variazioni Di Tensione


calogerom

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Salve a tutti, ho un problema nell'abitazione di campagna di un collega.

Maggiormente d'estate quando tutti si trasferiscono in campagna per trascorrerla in santa pace, si verifica (premettendo che lui è alimentato da una tratto di linea aerea monofase terminale, che a vista sembra da 16 mmq e che il tratto precedende è composto da una linea trifase in cavo 50 mmq e che dista dalla cabina circa 500 metri) che tra fase e neutro si misurano al contatore i seguenti valori

ORA V A CARICO V A VUOTO

19 141 V 216 V

21 128 V 193 V

23 185 V 215 V

7 196 V 225 V

9 195 V 215 V

11.30 150 V 224 V

14.30 130 V 208 V

16.45 150 V 210 V

Chiamati i tecnici dell'enel gli hanno detto che è un problema di fase sovracaricata, solamente che anni addietro e precisamente nel 2007 gli hanno cambiata la fase e il problema è migliorato leggermente, ed adesso si è riproposto.

Secondo voi qual'è la motivazione di questa variazione di tensione?

Io penso che potrebbe essere un problema di sezione della linea che poichè dista dalla cabina circa 500 metri crea questa elevata c.d.t. voi cosa pensate che sia.

Vi ringrazio anticipatamente Calogero

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C'è poco da pensare sulla causa.

i tecnici dell'enel gli hanno detto che è un problema di fase sovracaricata

Mi stupiscono i valori: Ore 21, 128 V con carichi attaccati e 193 V a vuoto.

Con quelle tensioni non funzionano neanche le lampadine ad incandescenza. :senzasperanza:

Ma Enel che ha detto, gli hai avvisati della situazione!?

Creo che nel tuo caso ci siano gli estremi per un'azione legale (nel caso in cui facciano orecchie da mercante).

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Più che fase sovraccaricata sembra esserci una cdt eccessiva; c'è anche un valore a vuoto decisamento sotto il limite minimo di fornitura ed anche sotto il limite minimo legale stabilito dalla legge europea, recepita dall'Italia. I valori limiti di fornitura sono, per contratto ENEL 220 +/- 10%, quindi 198 V - 242 V; mentre per la elgge sono 230 V +/- 15% ==> 195.5 V e 264.5 V.

I valori che hai riportato sono decisamente inaccettabili. A mio parere è probabile che ci sia una giunzione mal fatta e/ o difettosa a monte del contatore

Modificato: da Livio Orsini
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E' probabile. Una fase sovraccaricata non giustifica questa variazione tra vuoto e carico. Presumendo che il carico sia quello di una normale utenza domestica.

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Salve, stamattina ho verificato se c'era qualche giunzione mal fatta, ma non riesco a vedere nessuna anomalia; ho misurato stamani alle 8.00 sotto il contatore e questi sono i valori:

A vuoto 215 V

A carico 180 V

c'e una c.d.t. più del 18 % incredibile

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Ipotizziamo che stai assorbendo circa 10 A (ma probabilmente sono meno) per avere una cdt di 35 V dovresti avere una resitenza di linea di 3.5 ohm.

Con 500 m di linea, per avere una simile resistenza, la sezione media dovrebbe essere di circa 5 mm2 ( s = l / (R * 58 ==> 1000 / (3.5 * 58) dove si considera la resistività del rame pari ad 1/58 [ 58 metri di rame di sezione di 1 mm2 hanno una resistenza pari ad 1 ohm]).

Tu asserisci che hai 500 m di linea con sezione di 50 mm2 che dovrebbero dare una resistenza pari a 0.35 ohm. Aggiungici pure un'altro decimo di ohm per il piccolo tratto di sezione da 16 mm2 ma siamo ben lontani dal valore che causa la cdt.

Modificato: da Livio Orsini
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Ciao, per verificare se c'è un "falso contatto" in linea c'è un metodo molto semplice e sbrigativo, ma qui non posso dirlo altrimenti mi sbattono fuori :whistling:

Comunque non penso che sia questo il tuo problema, possibile che un falso contatto duri così tanto ?

Comunque hai poco da spaccarti la testa: Nell ora in cui hai la massima caduta di tensione, chiama la segnalazione guasti del distributore e segnala la bassa tensione, una volta che il tecnico è sul posto constatate la tensione

Per contratto il margine di tolleranza è del + o - 10 % di 230 VOLT ( non 220, anche l'enel si adegua con le normative ! )

Quindi se verificate e insieme VEDETE il valore di 206 volt ( o peggio inferiore ), il tecnico deve segnalare il problema e questo problema deve essere risolto

I tempi: dal tecnico Enel fatti rilasciare un recapito telefonico per parlare con qualcuno che ti sappia dare informazioni riguardo ai tempi, o un indirizzo in cui puoi andare a chiedere ( l'indirizzo dell'unità operativa da dove esso dipende ); se vedi che il tecnico è POCO CHIARO e hai l'impressione che tutto rimarra così allora passa direttamente alla fase due:

Al tuo fornitore di energia elettrica richiedi una VERIFICA DI TENSIONE: la verifica si paga, ma in caso di esito positivo ( che hai ragione tu ), il distributore ti rimborsa la verifica, ti comunica in forma scritta il risultato della verifica e ti comunica anche LA DATA entro la quale il problema deve essere risolto, salvo risarcimenti a tuo favore.

Ricorda che tu puoi chiamare anche mille volte la segnalazione guasti, per mille volte verra il tecnico, ma se trovi le persone che poco gli importa del tuo problema, non si muove nulla, e anche se vai a denunciare non otterrai di certo la vittoria ( dato che evidentemente i tecnici nei verbali di intervento non di certo hanno scritto la tua reale situazione, visto che nulla si è mosso )

In questi casi, l'unica voce in capitolo, è la VERIFICA DELLA TENSIONE, eseguita sempre da personale del distributore, ma è certificata, registrata e ti viene dato il riscontro con scadenze prefissate

Spero di aver chiarito....fammi sapere se hai dubbi e sull'eventuale risoluzione del problema

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Maurizio Colombi
Nell ora in cui hai la massima caduta di tensione, chiama la segnalazione guasti del distributore e segnala la bassa tensione, una volta che il tecnico è sul posto constatate la tensione

Mommy.......ma dalle tue parti, siete così rapidi? :superlol: :superlol:

Scherzi a parte, la soluzione che proponi, mi sembra la sola che riesca a risolvere il problema!

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Dal momento della segnalazione abbiamo dei tempi da rispettare, inoltre con il nuovo sistema satellitare ora viene localizzato la risorsa più vicina e inviata ove necessario.

Purtroppo occorre anche tenere in considerazione anche chi prende la chiamata;

quando mi arriva la segnalazione per prima cosa chiamo l'utente, mi accerto del problema in atto e lo informo del tempo di attesa prima dell arrivo sul posto ( generalmente il cliente più lontano viene raggiunto dopo una cinquantina di minuti ).

Quando a casa sì era rotto il vecchio limitatore, mi aspettavo una chiamata.....zero chiamata.....la macchina dell enel si è vista dopo quasi tre ore e una volta verificato il problema......è andato in sede a prendere il contatore che non aveva e dopo un altra ora è ritornato e finalmente luce fù.

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Per contratto il margine di tolleranza è del + o - 10 % di 230 VOLT ( non 220, anche l'enel si adegua con le normative ! )

Dall'ultima bolletta ENEL

Le stiamo fornendo energia in

IT001E21******* 128050*******

- data di attivazione delle condizioni contrattuali: 20/08/2007

- tensione di fornitura 220 V - Monofase

- Tipologia di contatore: Contatore elettronico gestito per fasce (EF)

- potenza contrattualmente impegnata 4,5 kW (chilowatt)

- potenza disponibile 5 kW (chilowatt)

Dovrebbero modificare i documenti ufficiali allora! Sulla bolletta scrivono 220 V +/-+ 10% e per me questo è un documento uffiiciale. Inoltre la normativa transitoria prevedeva 230 V +/- 15%. Arrivati a scadenza del periodo transitorio hanno dovuto prorogare la tolleranza sine die altrimenti metà delle forniture europee sarebbe fuori norma, a partire da quella ENEL che dichiara ufficialmente 220 V +/- 10%

Comunque non penso che sia questo il tuo problema, possibile che un falso contatto duri così tanto

Non si tratta di un faso contatto, ma di una resistenza di contatto anomala e variabile, cioè una giunzione degradata o mal fatta.

La legge di ohm è valida sempre. Se con una corrente di 10 A cado 35 V significa che la resistenza vale 3.5 ohm. Valore che mi sembra elevato per 500 metri di linea con sezione da 30 mm2 . A meno di ipotizzare che tutti i carichi di tutte le utenze si attacchino e stacchino contemporaneamente a quello di calogerom!

Modificato: da Livio Orsini
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Livio, ti sfugge che la bolletta la fornisce da chi compri l'energia elettrica ( che sia Enel ESE, Enel energia, edison etc etc ), magari il distributore non ha comunicato ai traider i nuovi parametri base, o anche se l'ha fatto, evidentemente questi ultimi, ritengono superfluo modificare la dicitura nelle bollette.

Comunque vedo che le nuove richieste di allacciamento hanno i valori 230 V e 400 V.

L'accorgimento da 220 a 230 Volt è stato fatto dal distributore ( Enel distribuzione ) e ha avuto decorrenza immediata da un paio di mesi ( non ricordo la data esatta, ma ci è stata fatta apposita formazione sui nuovi valori ), quindi è anche possibile che l'accorgimento nelle bollette venga effettuato a breve.

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Livio, ti sfugge che la bolletta la fornisce da chi compri l'energia elettrica..

No non mi sfugge nulla perchè, come avevo chiaramente riportato,

Dall'ultima bolletta ENEL
,

l'energia elettrica la compro da ENEL e la bolletta è l'ultima, qualla che è andata in pagamento il 27-08-2012!

Quando sulla bolletta troverò scritto 230 V quello sarà il dato ufficale e contrattuale di fornitura, quello che fa testo per eventuali controversie.

Poi, ripeto, ci sono i limiti di legge stabiliti dall'unione europea, e recepiti dall'Italia, validi per tutti gli stati dell'unione: 230 +/- 15% fer forniture monofasi e 400 +/- 15% per forniture trifasi.

Sono stati costretti a prorogare sine die il regime transitorio della tolleranza al 15% perchè molti disritbutori/fornitori non hanno ancora adeguato i trasformatori. Non è solo l'Italia, purtroppo, dove il provvisorio rischia di diventare definitivo!

I limiti di legge sono molto importanti per i costruttori di amcchine e apparati elettrici. Oltre ai motori elettrici, anche un televisore, una spirapolvere, un alimentatore per telefonino, qualsiasi elettrodomestico se marchiato CE deve poter lavorare entro i valori di legge, comprese i limiti mino e massimo di tolleranza.

Se hai la tensione a 264 V e ti si guasta il frigorifero o la lavatrice il costruttore non può invocare la perdita della garanzia per uso scorretto!

ho misurato 210 con 170 V

Sai con le misure non risolvi il problema. Potrebbe essere interessante eseguire anche la misura di assorbimento di corrente; in questo modo avresti indicazioni molto più precise sulla resistenza di rete e protresti verificare se la resistenza varia. Ad esempio oggi la cdt è di 40 V, se assorbi di più di quando avevi una cdt di 35 la resistenza è praticamente costante, ma se assorbissi di meno significa che è aumentata la resistenza.

Se varia significativamente il valore di rsistenza della linea è proprio un indicatore di una giunzione mal fatta o difettosa!

Modificato: da Livio Orsini
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l'energia elettrica la compro da ENEL e la bolletta è l'ultima, qualla che è andata in pagamento il 27-08-2012!

L' energia elettrica la compri dal fornitore ( in questo caso enel ese ), ma il distributore è enel distribuzione; le due società, anche se sono dello stesso gruppo, sono due società indipendenti, non hanno nemmeno gli uffici in comune, quindi nella bolletta tu vedi ancora il vecchio dato 220 per una questione di aggiornamento ( come dici tu siamo in Italia...).

Se tu dovessi richiedere una verifica di tensione, vedi che la lettera che ti arriverà, riporterà come valori normali il 230 Volt

Ragazzi poci fa ho misurato 210 con 170 V

Se volevi dire....210 Volt con 17 Amperè....avrebbe avuto un senso la frase, come dice livio, per avere un riscontro devi misurare corrente e tensione ( possibilmente simultaneamente ).

Non ricordo una cosa, ma è un problema sempre esistito ( dall'attivazione della fornitura ) o si è manifestato da poco ?

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Se tu dovessi richiedere una verifica di tensione, vedi che la lettera che ti arriverà, riporterà come valori normali il 230 Volt

Mommy, verifiche, parole e altro hanno poca importanza!

Verba volant sed scripta manent, dicevano i latini; oppure "carta canta" secondo il detto contadino.

Quello che ha valore ufficiale è quanto scritto sui documenti ufficiali.

L'Ente fornitore a cui io pago il servizio, che sichiami Enel o Ambrogio ha poca importanza. Se il mio fornitore mi scrive:

Le stiamo fornendo energia in

IT001E21******* 128050*******

- data di attivazione delle condizioni contrattuali: 20/08/2007

- tensione di fornitura 220 V - Monofase

- Tipologia di contatore: Contatore elettronico gestito per fasce (EF)

- potenza contrattualmente impegnata 4,5 kW (chilowatt)

- potenza disponibile 5 kW (chilowatt)

significa che la tensione nominale è 220 +/-10% sino a quando non mi scriveranno tensione di fornitura 230 V - Monofase.

Se non hanno aggiornato i documenti è un problema loro, non mio.

Se tu non chiedi l'aggiornamento del valore assicurato per incendio e furto dell'autovettura, continui a pagare la quota come se la vettura fosse nuova, ma se te la rubano l'assicurazione rifonde il valore commerciale. La legge prevede che la modifica delle condizioni contrattuali, qualora sia possibile, sia richiesta da chi ne ha l'interesse. Io non interesse alcuno a modificare il valore di tensione della mia fornitura.

C'è poi un fatto che non devi dimenticare. Non in tutte le province la fornitura potrebbe rientrare nei limiti dei 230 V +/- 10%. Ci sono ancora molti trasformatori per forniture a 220 V, ed in genere alimentano linee vecchie e malandate per cui, specie per le utenze lontane, la tensione è al limite inferiore di tolleranza. Quindi l'ente fornitore se ne guarda bene dal mettere per iscritto qualche cosa che non è sicuro di poter rispettare. ;)

Che poi entrambi i valori siano legali perchè rientrano nei limiti di legge è tutto un altro ragionamento. Però io ho un contratto per cui la tensione misurata al contatore deve essere compresa tra 198 V e 242 V in tutte le condizioni di utilizzo purchè rientrino nei limiti della potenza disponibile.

Nota Bene l'unità di misura della potenza l'hanno anche riportata per esteso, onde evitare fraintendimenti.

Modificato: da Livio Orsini
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dd

Verba volant sed scripta manent
:o :o

carta canta
:clap: a ecco :smile:

Anche tu hai ragione, come al solito una legge chiarissima, un giudice la può leggere come bianca e un altro giudice nera....

Le disposizioni date sono che il valore ufficiale deve essere di 230 V, tale valore è confermato dal fatto che nelle richieste di nuove attivazioni riporta il valore 230 V e nei contatori, nei dati di targa, vi è 230 V ( se parliamo di monofase )

Ora, mi trovi un po perplesso, perchè la direttiva aziendale è una, mentre un cliente attento come tè non conosce tale direttiva ma conosce ciò che riporta la sua bolletta.

Dato che sarebbe un doppio gioco ( se un cliente lamenta bassa tensione potrei giocarmi la carta del 220 + / - 10 %, se lamenta alta tensione mi gioco quella del 230 + / - 10 % ), la questione la chiariro a breve anche se ipotizzo come già detto:

La tensione che tu vedi in bolletta è quella che il fornitore ti da per contratto, quest'ultima deve essere certificata e garantita dal distributore

Il distributore, come da contratto ( contratto del distributore, non del fornitore ) ha la facolta di apportare modifiche ai propri impianti se questi servono a migliorarne l affidabilità, l efficenza etc etc ( ora non ricordo bene l art ) ma penso che la variazione da 220 a 230 sia passata con il parere favorevole del contratto ( ed è per questo che ogni singolo cittadino non è stato avvisato, altrimenti dovrebbe aver ricevuto con la bolletta, il nuovo contratto del distributore, con i nuovi valori ).

Un altra considerazione: la verifica della tensione la richiedi al fornitore in quanto è lui che contrattualmente ti dice di darti quel valore; poi il fornitore gira la verifica al distributore per poi, terminata la verifica, la comunicazione percorre il senso inverso fino al cliente.... quindi.... io penso che il distributore abbia comunicato i nuovi valori di riferimento ai fornitori di energia elettrica, ma questi ancora non abbiano modificato la " carta canta ".

Inoltre non è che il distributore di punto in bianco varia tale dato, la variazione da 220 a 230 è stata sicuramente richiesta dall autorithy ( non sono un dirigente, ma metto in atto le disposizioni aziendali ).

E il fatto è confermato che nelle richieste di verifica della tensione, la prima lettera che parte, oltre per comunicare entro quanto verra eseguita la verifica, vì è apportato in grassetto il nuovo valore di riferimento, con riportati i motivi di tale variazione; e verifiche ne abbiamo avuto di tutti i colori e il valore di riferimento dall entrata in atto del nuovo valore, è sempre stato di 230 V

Concludo nel pensare che il valore di 230 V non possa esser altro che un beneficio, in quanto era ridicolo che un cliente a fondo linea venisse alimentato con 198 V e questo non poteva lamentarsi in quanto il valore era nei limiti contrattuali ( da terzo mondo insomma..., anche se è vero che ora c'è l effetto contrario....alcuni hanno anche un 253 V in casa...)

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Mommy, sinceramente non ho capito molto di quanto hai scritto nell'ultimo messaggio.

Non per alimentare una polemica che non avrebbe senso, ma solo per chiarire meglio, se possibile, il mio pensiero.

Io mi attengo solo a due dati fondamentali.

  1. Esiste una legge europea, recepita dall'Italia, che fissa i valori normali, minimi e massimi delle tensioni delle forniture elettriche in bassa tensione. Questa legge ha lo scopo di garantire gli utenti sia per i limiti di fornitura, sia per la garanzia di funzionamento degli apparati che funzionano in bassa tensione. Quando divennero operativi i nuovi valori, per unificare le tensioni europee, qualche furbo produttore di motori si lmitò a modificare le targhette scrivendo 400 V in luogo di 380 V. Poi vendette i motori in un paese che aveva la tensione a 410 V +/-10%; alcuni motori si trovarono a lavorare con tensione di 430 V - 440 V, perfettamente legale, ma i poveracci che non erano di qualità eccelsa, tirarono le cuoia pematuramente. Il fornitore del macchinario su cui erano montati i motori dovette sostituirli in garanzia. puoi immaginare la sua felicità, specie se ripensava ai poci danari risparmaiti comprando quei motori e ritargandoli.
  2. Esiste un contratto. L'ente può variare le condizioni per migliorare il servizio senza darne comunicazione ai clienti? Non tanto se questo "miglioramento" può arrecare danno o inconvenienti all'utenza. Forse qualche anno fa l'Ente poteva prevaricare a suo piacimento, oggi un po' meno. Con le associazioni consumatori e le cause collettive rischia molto di più. Se poi pensi che ci sono almeno un paio di associazion,i che son sempre pronte a tutto per farsi un po' di pubblicità, ti renderai conto che la vecchai frase, usata da funzionari e impiegati ENEL, nei confronti di clienti infelici e prevaricati: "L'ENEL ha tanti avvocati....." ora è molto meno intimidatoria.

A parte queste disquisizioni normativo-legali rimane la questione oggetto della discussione: è ammissibile che al contatore ci siano 20 V - 40 V di variazione di tensione tra vuoto e carico? Io dico di no, anche se la tensione rimanesse entro i limiti contrattuali. Se, per ipotesi, misurassi a vuoto 250 V ed a carico 210 V sarei comunque nei limiti contrattuali (considero 230V +/- 10% per farti contento :smile: ) ed anche legali; però una simile variazione è comunque inammissibile perchè indice di una linea di pessima qualità che potrebbe portare ad inconvenienti più seri.

PS

:o :o

Le parole volano, ma gli scritti rimangono! Che vuoi farci io appartengo ancora ad una generazione a cui il latino è stato inculcato, pardon, insegnato obbligatoriamente quindi ogni tanto me ne esco con qualche citazione. :smile:

Modificato: da Livio Orsini
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