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PLC Forum


Cos'è E Come Funziona Un Mosfet ?


Giorgio Demurtas

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Giorgio Demurtas

doverbbe essere: quando alineto il gain circola corrente tra surce e gain.

se non alimento più il gate non circola più corrente.

Invece non succede, continua a restare in coduzione.

Ho alimentato il gain con +12 V e l'utilizzatore è una lampadina a 12V 2A.

Stò usando un IRF640.

ciao

giorgio

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Elvezio Franco

Ciao Giorgio,fai una bella domanda...per quel che ricordo li usavo per frequenze abbastanza alte (oltre i 900mhz).

Se la memoria non mi inganna devi polarizzare la G1 a massa e poi sulla G2 dare o togliere corrente.

Il carico va sul Souece che e' sempre a massa(con il carico in serie)e sul drain il Positivo..

Ciao

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Attento, Giorgio, che la lampadina e' da 2 A quando e' calda, ma a freddo e' quasi un cortocircuito, e non e' detto che il mosfet lo tenga senza danneggiarsi. Hai messo anche un resistore in serie per limitare la corrente?

I nomi giusti sono gate, SOURCE e DRAIN.

Ciao

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mariomaggi

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Ciao ragazzi. Puó darsi che non si "spegne" la carica del gate, che si puó assimilare a un piccolo condensatore da circa 1300 pF: questa carica deve scaricarsi attraverso una resistenza, 2.2 a 10 K, tra gate e source, da sola ci metterebbe un eternitá grazie all'elevatissima resistenza di ingresso. Il HexFet che stai usando è un 18 A max a 200 V, 0.18 ohm di RDS(on) e min. 4 V di gate, ovvero un bell'interruttore....

Succedeva anche con i triodi tipo ECC88, se qualcuno se li ricorda, ma erano sufficienti 220 Kohm perché la capacitá era molto più bassa. Il fet in questione satura giá a 10 V e non deve superare i 20 V, pena la distruzione del gate. Se li vuoi usare per commutazioni a media/alta frequenza, non ci mettere alcun zener per limitare la tensione di gate dato che si potrebbe scatenare una oscillazione pericolosa. Nel site di International Rectifier www.irf.com ci sono degli ottimi Application Notes per i fet di potenza.

Ariciao da ppm

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Giorgio Demurtas

Si, quando non ho niente da fare (perchè finisco le esercitazioni 1 ora prima dei miei compagni) mi collego al forum. :P

Ho messo una resistenza come dice ppm tra surce e gate.

Per sicurezza ho messo anche 1k prima di entrare nel gate (ma posso evitarla?)

Funziona!

La lampadina fà una specie di sibilo...non mi sa di funzionamento tanto corretto...cos'è? come si rimedia? induttanza?

ora cerco un mosfet più grande (min 300V 2A) e un optoisolatore per separare il circuito di potenza da quello di comando.

ciao

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Giorgio Demurtas

allora! :angry: non mi rispondete?

cos'è il sibilo che sento quando al lampadina è tra min e max? sembra provenga dalla lampada...

qualche consiglo per mosfet (500V 10A) e optoisolatore?

ciao

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Caro Giorgio,

hai spento il cellulare che disturba?

Le ragioni possono essere tante. Disturbi raccolti dal gate? Usi un alimentatore switching? La tensione di alimentazione e' abbastanza stabilizzata? C'e' un condensatore non elettrolitico da almeno 47 nF in parallelo all'alimentazione, per togliere i picchetti?

Possiamo fare solo ipotesi, dato che non abbiamo alcune informazioni sulla tua configurazione.

Ciao

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mariomaggi

Modificato: da Mario Maggi
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  • 8 years later...

Vorrei comandare un carico (V=400V I=20A) con un mosfet P, ma non trovo questo componente. Negli schemi di inverter si vedono mosfet tipo N anche sul ramo positivo, ma in che modo si pilotano per poter collegare un carico al positivo ? Grazie, sergio

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Ho realizzato dei pseudoinverter per regolare la velocità di alcuni MAT utilizzando un sistema tipo passo passo inipolare, cioè collegando il centrostella al positivo ed alimentando una fase alla volta, funzionano bene, ma in uno avrei bisogno di pù potenza, quindi la necessità di realizzare anche l'inversione della corrente negli avvolgimenti. Come dicevo di mosfet N ne trovo a volontà, ma quelli di tipo P arrivano a correnti di soli 3A nei siti più forniti, figuriamoci dal mio fornitore. Sto valutando gli SCR ma non li ho mai usati. Grazie

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A parte che avrei aperto una nuova discussione invece che accodarla a una vecchia di quasi 10 anni . . . comunque di mosfet a canale P con correnti elevate ne esistono diversi, però non ti sembra il caso di dirci almeno tensioni e correnti in gioco??

Inoltre uno schema di ciò che vuoi fare sarebbe meglio che una spiegazione di 4 righe da cui per altro ho capito ben poco....

Più che su SCR forse mi orienterei su IGBT specie se si vuole usare una configurazione a ponte, ma sto sparando dato che appunto non ho capito cosa vuoi fare....

Comunque per i Mosfet , prova a fare una ricerca parametrica su RS . . . non hanno moltissima scelta però almeno hai tutti i parametri in modo semplice e veloce.

Modificato: da tesla88
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Un saluto a Mirko e tesla88, pensavo di intasare il forum aprendo una nuova discusione con un titolo simile, tensioni e correnti in gioco le avevo scritte nel post precedente V=400 V I=20 A, su RS non ho trovato queso componente proverò con gli IGBT e su altri fornitori, speravo di trovarlo dalle mie parti.

Praticamente da una configurazione tipo passo passo unipolare dovrei passare ad un ponte H, le risposte alle domande di Mirko sono tutte affermative.

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Allora, il circuito che vedi, è un ponte “H” universale, l’ho realizzato tempo fa, per poi utilizzarlo per gli usi più disparati.

Lo alimenti sul BUS con 12 Volt DC, e lui funziona, oppure con 310 Volt DC e funziona comunque.

user posted image

Io l’ho realizzato a 8 Mos-Fet (IRFP 450) per poter eseguire esperimenti anche con motori passo passo bipolari belli tosti, ma tante volte lo uso anche con solo 4 Mos-Fet per alimentare motori D.C. in modalità L.A.P., o anche solo per pilotare il secondario di un trasfo a 12 Volt e ricavare sul primario la 220, e per un sacco di altri archibugi.

Si può usare anche a 6 Mos-Fet (come lo vedi ora nel disegno sopra) per eseguire esperimenti modello “Inverter trifase” e così via.

Per avere queste doti di flessibilità applicativa, l’ho realizzato usando 2 trasformatori da 5-:-10 Va con primario 230 e doppio secondario (separati) a 8-:-9 Vac.

Nel caso di un ponte con 8 Mos-Fet a canale N, si usano tutti e 4 i secondari dei 2 trasformatori, nel caso Tuo invece, un secondario del secondo trasfo rimarrà inutilizzato.

Una volta realizzato il ponte, starà poi alla fantasia del progettista (Tu) inventarsi la legge di commutazione per attivare i vari stadi, legge che ovviamente cambia se devi alimentare un passo passo a 4 fili, oppure un motore DC, un trasformatore, o un motore trifase.

Non c’è bisogno che Ti dica, che se Ti scappa di attivare lo stadio sopra ed il corrispondente sotto (il 2 col 5 ad esempio) l’arrosto è assicurato.

Nel comando, devi prevedere anche uno scongiuratore di “cross-conduction” sempre per evitare che lo stadio sotto si attivi prima che quello sopra si sia spento o viceversa.

Oh, poi i ponti “H” si possono costruire anche con i condensatori di bootstrap eliminando così la necessità del trasformatore (o dei trasformatori) a doppio secondario che Ti dicevo, ma personalmente io mi trovo da tempo bene con questo giocattolo, che penso continuerò ad usare anche in futuro.

OCCHIO….stai lavorando con tensioni PERICOLOSE e visto che si tratta di esperimenti (che sono tra le pratiche più insidiose che possano presentarsi in un laboratorio) Ti consiglio di alimentare il tutto tramite un trasfo d’isolamento bello grosso (io nel mio banco da lavoro ne ho uno da 2KVA, e credimi che la spesa ne vale la pena)

http://upload.plcwww.com/files/20/Firing%2...e%20trifase.JPG

Saluti

Mirko

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Un grazie particolare a Mirko, al quale in un certo senso assomiglio.

Sono un perito elettrotecnico che non ha potuto frequentare elettronica perchè lontano da casa, ma non mi pento, perchè mi ha aiutato a capire cosa va a comandare l'elettronica e senza questo non si va avanti.

La passione per l'elettronica mi ha portato a studiare e provare (di notte), attualmente insegno in laboratorio nel dipartimento di elettrotecnica e questo circuito mi aiuterà ad interessare maggiormente gli alunni nel comando dei vari motori.

Ho realizzato diverse centraline e automazioni che mi hanno dato molte soddisfazioni, quando mi presento in aziende mi chiamano ingegnere ed ogni volta devo puntualizzare.

Ho un fratello ingegnere elettronico, so quanto gli è costato questo titolo a lui e a tutti gli altri, e li rispetto ma spesso succede che non mettono in pratica e finiscono per allontanarsi dall'elettronica.

Quindi come io do una mano ai colleghi insegnanti ingegneri, adesso Tu l'hai data a me e Ti prego di usare la t minuscola quando parli con me.

sergio

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Non c’è di chè smile.gif

Aggiungo un “molto” al discorso sulla somiglianza

Sono nato come elettricista, impianti civili, motori, trasformatori, teleruttori, quadri elettrici d’automazione con logica a relè etc….

Quando ho intrapreso la strada dell’Elettronica, ho capito gli enormi vantaggi a diventare un elettronico dopo essere stato un elettrotecnico, non si possono spiegare, bisognerebbe viverli.

L’Elettronica può essere anche molto complicata, ma se nel carburante hai gli ottani di una buona base elettrotecnica …allora puoi farcela.

Quanti elettronici “puri” ho incontrato nella mia carriera che snobbavano gli elettricisti, e quante figuracce li ho visti fare semplicemente davanti al calcolo della corrente di un motore trifase per dimensionare il semiconduttore che doveva azionarlo, (moltiplicavano la corrente misurata con la pinza x il numero delle fasi) e potrei continuare per pagine e pagine fino al ridicolo di vederli a non raccapezzarsi nel collegamento di un relè passo passo per uso civile con 3 fili (quello con 4 fili è molto più facile a sentir loro laugh.gif )

Beato Te, hai una miniera in famiglia….sfruttala, io invece vengo da una generazione di fabbri, meccanici, operatori da macchine utensili, sono la pietra dello scandalo, poiché di tutta la discendenza sono l’unico che si è dato alle discipline elettriche.

(anche per cambiare un po’ accidenti…)

Per cui quando avevo bisogno di chiedere chiarimenti sulla disciplina che ho intrapreso, in famiglia non potevo trovare aiuto causa la totale diversità della materia intrapresa, e P.L.C. Forum a quei tempi non esisteva. sad.gif

Mi spiace, ma a questa richiesta non posso assolvere, me l’hanno già domandato altri, ma la mia è un’abitudine di vecchia data, sarebbe come cambiare il mio “statuto” comportamentale, e dopo 46 primavere è come cercar di fermare il vento col filo spinato.

Saluti

Mirko

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Non sò se hai già risolto o meno, comunque io ho parecchi mosfet P channel di tipo IRFP5305S sono in SMD ma sono da 33 Ampere a 55 volt, non sò per quale motivo tu debba impiegare proprio una voltmetrica così spropositata, di solito i motori si controllano in bassa impedenza, ma se ti interessa ti posso regalare qualcuno dei miei così cominci anche a fare qualche esperimento sui mosfet a canale P.

Fammi sapere, ma prima controlla su internet il package di cui dispongo: DPAK se ti va bene.

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harpefalcata, molto gentile ma come ho detto sui precedenti, si tratta di MAT motori asincroni trifase alla tensione di rete raddrizzata, quindi circa 340 V.

Grazie lo stesso, sergio

p.s. per Mirko, ti concedo il Tu solo perchè ho qualche anno più di te, ciao.

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  • 3 years later...
bgzlsn88@gmail.com

Buonasera,

Mi chiamo Alessandro Bigazzi, scrivo dalla provincia di Arezzo.

Stavo guardando lo schema elettrico del firing ponte trifase che é stato postato dal moderatore Mirko Ceronti e volevo chiederle a cosa servono i transistor complementari che ha utilizzato per pilotare il gate dei mosfet? Non poteva pilotarli direttamente con il transistor del fotoaccopiatore? La corrente non era sufficiente?

Grazie infinite e complimenti per il lavoro che svolgete....!!!

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Premessa: Mirko potrà spiegarti meglio le ragioni della sua scelta.

Le ragioni che consigliano quella topologia di pilotaggio si basano essenzialmente sulla possiblità di "tirare" corrente in entrabi i sensi così da poter pilotare in modo ottimale il mosfet si per la saturazione, che per l'interdizione.

E' necessario che le transizioni da uno stato all'altro avvengano nel modo piùveloce possibile, teoricamente in tempo zero, per ridurre la dissipazione del semiconduttore di potenza e per evitare che il semiconduttore si trovi a lavorare al di fuori del SOAR.

Usare solo il transistor finale del fotoaccoppiatore in circuitazione tipo "open collector" non garantisce questi risultati.

Modificato: da Livio Orsini
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No.

Se ricerchi bene sul webb, nei siti dei produttori di MOSFET, trovi delle AN dove viene analizzato bene il pilotaggio degli stessi ed ove vengono ben spiegate le ragioni che fanno preferire questa topologia circuitale.

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La dico in parole povere ma che forse aiutano a capire il concetto che Livio ha cercato di spiegarti

Su qualsiasi datasheet di un Mosfet viene specificata la capacità di gate.
Questa capacità è il bastian contrario della situazione perchè "si oppone" alla commutazione del mosfet

Come ti hanno già detto il mosfet ideale dovrebbe commutare a tempo zero.

Più velocemente carichi/scarichi questa capacità più rapidamente avviene al commutaizone

Quindi più elevato è l'impulso di corrente che riesci a fornire più veloce è la commutazione.

Esistono anche dei driver appositi per pilotare il gate del mosfet proprio per fornire/drenare rapidamente questa corrente.

(il primo a caso)

Se invece affidi la tua commutaizone al circuito RC formato dalla resistenza di pulldown e la capacità di gate oppure alla commutazione del transistor di uscita del fotoaccoppiatore il tempo di commutazione, visto con gli occhi del mosfet. diventa biblico.

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