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Chiavi Per Distributori Automatici - eprom


suibaf

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Salve ragazzi. Nella mia azienda abbiamo queste chiavette per i distributori automatici. Sono delle chiavi totalmente in plastica che s'infilano nel distributore. Quando prelevi la bevanda o quello che sia il credito si abbassa. Per ricaricarla basta inserire le monete quando la chiave è inserita. Nessun contatto elettrico con il distributore. Premetto che non m'interessa prendere il caffè gratis (anche perchè non prendo caffè se non la mattina appena alzato se e solo se me lo prepara mia moglie). Girovagando per internet ho visto che queste chiavette vengono puntulmente ciulate. Come? La aprono mettono il contenuto in un solvente che scioglie la resina

ed arrivano ad una normalissima eprom a 8 pin, si collegano con un programmatore e ci mettono il nuovo credito. Ok!!Tutto questo a me non interessa. Mi interessa sapere come cavolo viene caricata e scaricata questa benedetta eprom senza essere alimentata, senza nessun contatto elettrico con il distributore automatico?Non è necessaria l'alimentazione? Come comunica con il distributore?

Grazie

Fabio

Modificato: da suibaf
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Premetto che non conosco quelle chiavette, ma ne conosco di altro tipo che presentano 4 contatti dai quali evidentemente transita il flusso dei dati, ma torniamo al tuo caso.

Il principio è molto semplice: un trasponder

Hai presente la chiave codificata di un'automobile (key code)? Il principio è lo stesso.

Un circuito a bassissimo assorbimento che si alimenta con la corrente indotta che gli viene fornita dalla macchina stessa mentre gli trasmette il segnale che conferma di aver "sentito" la chiavetta inserita.

Nulla di magico (pensa un po' a come ricevi il segnale della tua radio...)

Il segnale ricevuto dalla macchina è sufficientemente potente a caricare un piccolo accumulatore e ad attivare il circuito del trasponder, che risponde comunicando alla macchina il codice identificativo e il contenuto delle informazioni memorizzate (importo caricato). La macchina comunica, secondo il caso, l'importo da scalare per la bevanda erogata, o quello da caricare per il valore introdotto. Molto semplice.

La tecnologia dei trasponder, inizialmente piuttosto cara, si sta evolvendo su due fronti: la miniaturizzazione e l'industrializzazione. Questi due fattori li rendono sempre più economici e disponibili sul mercato, aumentandone in modo esponenziale le possibilità d'impiego. Si parla anche di applicarli nelle etichette intelligenti per la marchiatura di prodotti commerciali (addirittura anche per la tracciabilità delle carni per alimentazione).

Il mondo dei trasponder (che si usano anche in ambiente spaziale, dove lavoro) lo trovo molto affascinante: non trovi anche tu?

Modificato: da nll
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suppongo abbiano una piccola bobina che si "accoppia" ad una inserita nella macchinetta un po come avviene in altri dispositivi come sistemi antitaccheggio, badge "automatici, ecc ecc

Andrea

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Grazie per aver risposto. All'inizio ho pensato anch'io ai trasponder. Ma non è così. L'ho rotta una chiave. Dentro c'è una eprom 24lc a 8 pin insieme a qualche altro componentino in tecnologia smd.

Il mondo dei trasponder (che si usano anche in ambiente spaziale, dove lavoro) lo trovo molto affascinante: non trovi anche tu?
Modificato: da suibaf
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Credo che NLL abbia proprio ragione.

Sempre nell'ottica dello studio,prova a fare una ricerca,solito Google, per "coges"

sempre su internet,cioe' di pubblico dominio:

******

Fammi sapere.

Ciao

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Oltre alla eeprom ci dovrebbero essere due induttanze simili a due resistenze, ma non sò che funzione abbiano

.

Ciao

Marco

Modificato: da k6233
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Credo che NLL abbia proprio ragione.

Sempre nell'ottica dello studio,prova a fare una ricerca,solito Google, per "coges"

sempre su internet,cioe' di pubblico dominio:

******

Fammi sapere.

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Non è vero che non c'è alimentazione in un trasponder, probabilmente lo stesso principio può valere per alimentare anche la EEPROM.

Un trasponder è tale perché sfrutta una determinata tecnologia. Viene considerato trasponder anche un sistema che ha una fonte energetica ausiliaria (sui satelliti è così, perché con la sola corrente indotta non vi sarebbe abbastanza potenza per la risposta). Ma nel caso in questione credo che l'alimentazione sia proprio quella fornita dalla macchina, data la grande vicinanza alla chiavetta in fase d'uso. Può essere che i componenti che non eri riuscito a ben identificare siano la ricevente/trasmittente e l'accumulatore del sistema trasponder e la eeprom il circuito nel quale sono memorizzati i dati da trasmettere e/o da ricevere.

Le dimensioni ridotte non devono trarre in inganno: vi sono sistemi trasponder sottili come un foglio di carta!

(ve ne sono anche di più grandi di una batteria d'auto, ma ovviamente si tratta di altro campo di applicazione).

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Ai tempi, quando lavoravo c/o un'azienda avionica, il trtasponder era una scatola avente volume di qualche dm3 e asorbimento di 200W-300W; serviva ad identificare un aereo amico o nemico; ma a quei tempi ci un computer grande come un appartamento aveva meno memoria e minor potenza di calcolo di un notebook attuale.

A parte i cenni storici sui trasponder, con la tecnologia attuale è più che sufficiente l'energia che si induce via radiofrequnza per scrivere dati in una EEPROM od in un a FLASH. Tra l'altro vista le minima distanza l'energia disponibile sulla chiave non è proprio trascurabile. Ricordiamoci che l'energia enessa da una sorgente puntiforme decade con il cubo della distanza dalla sorgente. Qui siamo ad alcuni mm e con possibilità di "circondare" il ricevitore.

Modificato: da Livio Orsini
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La chiavetta e costituita da una eprom e da due bobine.

La prima bobina è collegata all'alimentazione della eprom, mente la seconda è collegata sulla linea dati della eprom.

Quando la chiavetta viene inserita nella fessura della macchinetta del caffè (il lettore), le due bobine sopracitate vengono a trovarsi affiancate ad altre due bobine che sono posizionate nel lettore, che per mezzo del fenomeno fisico dell'induzione elettromagnetica, consentono l'alimentazione e lo scambio dati tra la eprom contenuta nella chiave e in circcuito di controllo presente nella macchinetta del caffè.

La principale ditta costruttrice di tali apparecchi in italia è la "coges", e tra le newsgroup di Google puoi trovare molti suggerimenti per poterti gustare il caffè a sbafo.

Ti garantisco comunque che le somme che riusciresti a risparmiare truffando la società che gestisce il funzionamento di tale macchinetta comunque non ti farebbero diventare ricco.

Ciao.

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La principale ditta costruttrice di tali apparecchi in italia è la "coges", e tra le newsgroup di Google puoi trovare molti suggerimenti per poterti gustare il caffè a sbafo.

Ti garantisco comunque che le somme che riusciresti a risparmiare truffando la società che gestisce il funzionamento di tale macchinetta comunque non ti farebbero diventare ricco.

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  • 8 months later...

andra' a finire che SARANNO OBBLIGATI a porre un identificativo ad ogni chiavetta per identificare il propietario.

e' incredibile ( non sto di certo parlando dei partecipanti al forum, anzi mi complimento con chi ha lanciato il post)

come in italia si cerchi in tutti i modi di truffare l'altrui individuo. e mi meraviglio come vengano lasciati liberi i siti in cui si spiega in dettaglio come fare.

mi ricordo quando in azienda volevano identificare il proprietario ( allora era una smart card) per addebitarlo direttamente in busta, proteste a non finire (violazione della privaci o forse l'individuazione di chi passa le ore alla macchinetta.

poi sono arrivate le chiavette che sembravano inviolabili, ma ora viene messa gia' in dubbio la loro

sicurezza.

io personalmente provo una gran pena quando, dimenticata la chiavetta passo e non la trovo piu', non capisco come si possa abbassarsi a tanto (comunque sia ho sempre ritenuto persone simile alla stregua dei mendicanti di strada figuriamoci unclonatore di chiavi)

ivano65

Modificato: da ivano65
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Matteo Montanari
io personalmente provo una gran pena quando, dimenticata la chiavetta passo e non la trovo piu', non capisco come si possa abbassarsi a tanto (comunque sia ho sempre ritenuto persone simile alla stregua dei mendicanti di strada figuriamoci unclonatore di chiavi)
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Aldilà della questione caffè a scrocco o no (ci sono stati altri personaggi che si sono proposti su questo forum con l'intento palese dello scrocco mentre il post di suibaf è stato post in maniera più che corretta) sono a confermare i post precedenti ossia trattasi di applicazione RFID, volevo solo aggiungere che ogni "chiavetta" (come d'altra parte ogni tag RFID) ha un suo numero seriale ma l'utilizzo di questo numero per eventuali forme di controllo appesantirebbe alquanto la gestione del credito (si dovrebbe gestire oltre al controllo anche la validazione di ogni chiavetta sul dispositivo trasmettitore) normalmente oltre all'informazione del credito viene gestito un codice rivenditore/distributore

altrimenti si potrebbe caricare la chiave presso una macchinetta del Caffettaro A e poi spendere il credito su una macchinetta del Caffetaro B con evidente danno economico di quest'ultimo. Esiste la possibilita con una apposita interfaccia per PC la possibilità di leggere/scrivere il contenuto di alcune tipologie di RFID suilizzando il seguente applicativo Open Source http://www.rf-dump.org/

Questo per invogliare chi scrive applicazioni con l'uso di RFID alla crittografazione dei dati.

Saluti

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ciao

il chip in oggetto e' prodotto dall philips ed e' un pcf***(non ricordo)

esso e' un transponder e funziona a 12khz (come il telepass)

l'energia gli viene trasferita attraverso l'aria.

c'e' un oscillatore che genera i 12 khz e il chippino tramite Rf carica un

condensatore . quando il condensatore e' carico il chip comincia a funzionare

cortocircuitando la propria piccolissima bobina di captazione

variando cosi' l'energia che assorbe dal "trasmettitore" ecc.ecc.

il circiuto e' complicato ed il data sheet lo danno solo a persone che si qualificano come produttori....

ciao

dario

Modificato: da Dario Valeri
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Credo che le chiavette del caffè utilizzino lo stesso principio che utilizza il sistema della Balluf chiamato remote sensor.

Questo sistema trova utilizzo sopratutto nelle tavole rotandi, dove normalmente non è possibile montare sensori sul piatto che ruota (se non utilizzando dei contatti striscianti).

Il sistema e composto da un trasmettitore che normalmente viene montato al centro della tavolaed è fisso (quindi non ci sono problemi di cavi) , ed un ricevitore che è montato in asse al trasmettitore ad una distanza di pochi millimetri (max 5) che ruota, i sensori (max 8 per il modello che io conosco) sono collegati al al ricevitore che ruota con essi ,quindi il trasmettitore ha una bobina che è accoppiata ad un'altra bobina montata sul ricevitore che trasmette energia come se fosse un trasformatore in aria ed alimenta i sensori, chiaramente il rendimento del "trasformatore senza ferro" è bassissimoe quindi anche l'energia trasportata è bassa infatti max 8 sensori, poi c'e' un sistema sempre tramite bobine che trasmettono i i segnali dei sensori al trasmettitore il quale tramuta in cc in logica PNP.Questa è la stessa tecnologia di trasmissione dell'energia delle chiavette del caffe'.

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l'apparato trasmittente , diciamo la scheda col micro che gestisce tutto , gestisce anche una emissione di onde elettromagnetiche di una certa ampiezza e potenza , sufficiente a creare ai capi delle induttanze, montate

sulla eeprom ,una tensione che permetta un assorbimento piccolo , ma comunque sufficiente per alimentare

la eprom

ciao

walter

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il principio di funzionamento e' lo stesso per qualsiasi apparecchio che lo utilizza.

non e' certo un'invenzione recente. se solo ora lo si utilizza su larga scala il motivo e' semplice.

come nel caso detto da orsini, ai tempi sarebbe occorso avere apparecchi di notevoli dimensioni ( e di costo elevato) non di certo adatte al mercato cosidetto consumer

ivano65

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  • 4 weeks later...

>>il chip in oggetto e' prodotto dall philips ed e' un pcf***(non ricordo)

Quello di cui tu parli è l'ultranoto PHILIPS PCF7931.

>>esso e' un transponder e funziona a 12khz (come il telepass)

No, funziona a 125KHz. Il telepass ha frequenze molto più alte, oltre 5Ghz.

>>il circiuto e' complicato ed il data sheet lo danno solo a persone che si qualificano come produttori....

sui forum di elettronica si può trovare facilmente, il chip è protetto da password a 56 bit quindi non basta avere il datasheet per riprogrammarlo, occorre anche conoscere la password.

Ciao!

TheInsider

Modificato: da Gabriele Riva
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ciao

si funziona a 125 khz (avevo sbagliato di scrivere)

gli asterischi li avevo messi apposta.

i primi telepass funzionavano in onde medie.

ci sono versioni senza password

confermo che il data sheet lo danno a chi si qualifica costruttore (e lo dimostra)

nei forum non si trovava finche' qualcuno........

ciao

dario

Modificato: da Dario Valeri
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>>ci sono versioni senza password

Mhh, forse ti stai riferendo ai transponder in generale, la famiglia di transponder PHILIPS PCFxxxx che io sappia sono tutti a base di password a partire dal vecchio PCF7931XP fino all'attuale PCF7931AS.

Ciao!

TheInsider

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  • 1 year later...

ciao anche io vorrei leggere il contenuto, se posso aiutarti io so leggere il russo.

Qualcuno di voi sa dove vendono il PCF7931AS vergine?

è possibile scrivere il PCF7931AS vergine senza aprirlo con un programmatore? se si quale?

ciao

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