I metodi adottati ancora prima che i componenti per l'elettronica di potenza facessero la loro comparsa sul mercato, erano quelli classici del reostato in serie al carico, oppure quello dell'autotrasformatore variabile, sistema quest'ultimo con un rendimento nettamente migliore del primo, ma di analogo (se non peggiore) ingombro fisico, poiché quando si inizia ad andare su potenze di qualche Kilowatt, le dimensioni (ed il peso) cominciano a diventare importanti.
Il metodo del reostato, a parte l'ingombro, aveva anche il fastidioso inconveniente di scaldare come una stufa, e quindi di dover andare a dissipare sotto forma di calore, tutto quello che le lampade asservite a causa della sottoalimentazione a cui erano poste, non dovevano smaltire più.
Per fare un esempio matematico, potremmo prendere in esame un gruppo di lampade alimentate a 220 Volt di potenza totale di 1 Kilowatt, e di volerne ridurre la luminosità scendendo nel totale ad un consumo di 500 Watt. (figura 2)
Ipotizzando lineare il comportamento della resistenza complessiva dei vari filamenti, ci ricaveremo il loro valore semplicemente con la formula derivante dalla legge di OHM
ora per sapere a quanti volt bisogna sottoporre questa resistenza per farle dissipare 500 Watt e non più 1000, applicheremo sempre la legge di OHM relativa alla tensione con la formula
Quindi a che resistenza bisogna puntare il reostato in serie alle lampade perchè a loro giunga questo valore di tensione ? Prima ci calcoliamo la corrente che dovranno assorbire le lampade al valore di 155 Volt, e sarà
Poi calcoliamo i Volt che dovranno cadere sul reostato per far sì che alle lampade giungano solo 155 Volt e non più 220, che saranno