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calcolo Riunite 3 discussioni sul medesimo argomento


Mirco de Rigo
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Livio Orsini

Sono 18 kW con cosenphi 1?, oppure qual'è il cosenphi di valore minore?

Ti ricavi la corrente circolante e da questo dato, secondo il tipo cablaggio, decidi la sezione idonea.

Con una lunghezza di 20m la cdt, anche in caso di sezione minima indispensabile, sarà di valore ininfluente e comunque rientra nei limiti di normativa.

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è come andare dal meccanico e domandare perché la macchina non parte,

 

 

non sappiamo se la corrente è assorbita da una struttura o da una macchina, o erogata da una fonte alternativa,

ma volte la corrente è più facile da trovare rispetto ad altri dati ad esempio sulla  fornitura la corrente massima è scritta sul contratto e ci si ricava il cosenphi tramite le formule inverse,se si tratta di una macchina, la corrente potrebbe essere  riportata sull'etichetta o su qualche documento cartaceo ,

occorre poi conoscere i fattori di correzione adeguati trovabili solo conoscendo le condizioni di posa ed ambientali, per evitare di sottodimensionare il cavo, oppure di sovradimensionarlo sprecando inutilmente soldi,  cosa che solo chi fa un sopralluogo può vedere e dare dei consigli mirati e precisi.

Se è un mero esercizio matematico Livio gli ha  indicato la strada.

Se è un lavoro che deve fare invece sarebbe meglio affidarsi ad una elettricista o meglio ancora ad un progettista, poi magari discutere anche sul forum sulla scelta effettuata

 

 vista la potenza in gioco se sbaglia potrebbe causare danni seri sia alle cose che alle persone. 

 

 

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è sempre una cosa legata alla presa da 32 A ? la densità di corrente varia dal tipo di cavo, dalla posa, dal tempo d'uso, una densità che potresti adottare è di 3 A/mm2 quindi un cavo da 10 mm2 per un carico normale sui 32 A potrebbe andare bene.

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Stefano Magnano

Considerando una corrente alternata trifase e cdt pari a 1 occorrerà una sezione pari a 16mm quadrati.

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Mirco de Rigo

buon giorno a tutti vorrei sapere se questo calcolo è esatto: volt 400  kw18  fattore di potenza 0.8  lunghezza m 20 massima caduta di tensione  2.02 cavo in rame  = la sezzione del cavo mi risulta un 4mm quadrati è giusto?

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bisogna vedere se stai trattando una linea monofase, trifase e con che tipo di cave intendi passare. Inoltre devi conteggiare temperature di ambiente e derating dovuto ad eventuali linee contigue.

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Mirco de Rigo

buon giorno a tutti qualcuno mi sa dire come si calcola la caduta di tensione se in volt o in percentuale?o pure se qualcuno me la può spiegare in parole povere grazie

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Livio Orsini

Sparpagliare discussioni sul medesimo argomento porta ad una grade confusione, oltre ad essere vietato dal regolamento.

 

Ora ho riunito tutto in un'unica discussione. Continua solo con questa.

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Livio Orsini

La cdt la calcoli in tensione, il volore risultante si converte in % della tensione di partenza con una semplice equivalenza:

Vl / 100 = cdt / x.

esempio ensione di partenza 230 V, cdt 7 V % di caduta = 7 *100 / 230 ==>3.04%

 

Quote

a sezzione del cavo mi risulta un 4mm quadrati è giusto?

 

No! 32.5 A non li porti con 4 mm2 . Ci voglio almeno 6 mm2 se lli posi in aria libera, altrimenti devi aumentare ancora la sezione.

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per venire incontro a Mirco faccio un esempio giusto per avere un'idea di come dimensionare la linea, 

 

supponiamo che il carico sia trifase in un sistema simmetrico ed equilibrato, potrebbe essere tranquillamente un motore , e che il carico viene acceso per un tempo almeno sufficiente a portare la linea a regime termico e che i fattori di utilizzazione e contemporaneità siano unitari , inoltre la potenza dichiarata sia quella  effettivamente assorbita dalla rete, 

 

 a meno che non trovo scritto da qualche parte la corrente assorbita, è la  prima cosa da calcolare che corrisponde a :

 

I = P / ( √3 * V * cosfi )  fin qui la cosa è abbastanza semplice ,

 

 

se installo ad esempio  la linea in un cavidotto interrato con un cavo a doppio isolamento a 5 conduttori  (portare neutro e terra non fa mai male ) tipo FG7(O)R   nelle medesime condizioni indicate dalle tabelle vedo che la sezione di 4 mmq  è appena   sufficiente perché sopporta 34A;

 

comunque  dalle tabelle prendo i valori della resistenza e della reattanza chilometrici e li riporto alla lunghezza  considerata, 

R = r * L

X = x * L

 

avendo il cosfi dichiarato pari a 0.8, mi ricavo il senfi:

 

senfi = √( 1- cosfi2)

 

visto che il cavo è sfruttato praticamente  al massimo mi riporto anche  il valore della resistenza alla temperatura indicata nella tabella  al valore che ha durante il regime termico:

 

R(90°) =R * (234.5+90)/(234.5+20)

 

ora mi calcolo la caduta di tensione  per la lunghezza considerata : 

 

cdt =  I * [ (R* cosfi) + (X * senfi)] *100/(√3 * V) ,

 

ora devo considerare che la caduta massima di tensione nel punto di utilizzo del carico rispetto alla tensione di fornitura deve essere inferiore al 4%, quindi se ci sono altre linee a monte devo sommare algebricamente tutte le cadute delle singole tratte e se si superano le tolleranze massime  allora occorre aumentare la sezione fino ad entrare nei parametri normativi,

 

questo è solo un esempio, non so se nel caso dell'autore  si devono apportare dei fattori di correzione per diversi tipi di posa o condizioni ambientali, numero di conduttori attivi per tubo , sistema di fornitura  ecc,  non so neanche se la posa è quella giusta o meno, è solo per dare un'idea di come si fa 

 

 

per rispondere al secondo quesito ,

 

la caduta di tensione è la differenza tra la tensione applicata nel punto di partenza di una linea e quella che arriva  alla sua fine con un  carico applicato, quindi la sua misura  è un parametro fisico espresso in volt, quando ci si riferisce ad un valore percentuale in pratica si fa un confronto tra la tensione  a fine linea e quella all'inizio, ed essendo in pratica un rapporto tra due parametri fisici uguali il suo valore è adimensionale, privo di unità di misura, se la caduta è ad esempio del 2% significa che tu fornisci 100, ma durante il tragitto tra inizio e fine linea 2 parti si trasformano in calore e 98 le applico al carico. 

 

alla fine sono la stessa cosa solo scritte in modo diverso

 

 

ps: solo a me non si apre il link di patatino666? 

 

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patatino666,

ancora non riesco ad aprire il link, forse ho qualche problema di impostazioni, ma se come penso, sono le tabelle i costruttori dei cavi, o quelle delle normative , bisogna tener presente che in genere riportano la portata a regime permanente in determinate condizioni di posa , ma le resistenze sono quasi sempre riferite ad una temperatura di 20°C, quindi occorre tra le altre cose riporatre o tutto alle temperature di esercizio di esercizio, oppure alla temperatura di regime se si pensa ad un futuro ampliamento, so che la differenza è poca per le tratte brevi ma c'è e alla fine ci vuole poco che la sezione non sia più sufficiente o che la caduta sia fuori dai parametri normativi anche se viene rispettata la portata

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Livio Orsini

N si apre regolarmente, è una tabella del costruttore di cavi "bericacavi" che da i valori di resistenza.

 

Per quanto rigurada il quesito posto dall'autore ripeto non c'è da preoccuparsi della cdt di una linea di 20 m, invece la sezione di 4mm2 è inadeguata. per la corrente dichiarata.

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probabilmente hai ragione in quanto i valori di portata indicati dalle tabelle si possono ottenere solo in determinate condizioni che nella realtà difficilmente sono presenti, a ridurla ci vuole poco, basta un cavo in più dentro la conduttura o che la temperatura ambiente sia più alta di quella indicata dalle tabelle , dal tipo di cavo scelto e da una miriade di altri fattori, in effetti sulle tratte corte le cdt sono  poco influenti rispetto alle portate. 

 

spingere un cavo al limite della portata  ha conseguenze temporanee sul rame ma permanente  su gli isolanti: quando sono " caldi aumenta la loro resistenza con  conseguente aumento della cdt , quando si raffreddano la loro resistenza torna quella di prima , non vale lo stesso per gli isolanti, li porta ad un invecchiamento precoce con tutte le conseguenze del caso, secondo me sarebbe meglio farlo lavorare nelle condizioni di regime  a non più del 70% o 80% della sua portata, in questo modo sopporta meglio anche momenti di maggiore stress termico come gli spunti.

 

questo per chi lavora nel campo dell'impiantistica  è una cosa scontata, ma non per chi col fa da te crede di fare l'elettricista che vede quel numeretto sulle tabelle appena superiore al valore che gli serve e crede erroneamente che va bene.  

 

nel mio post  ho commesso un errore di battitura : avrei dovuto scrivere cdt% e non cdt , quando me ne sono accorto non potevo più editare

 

 

 

 

 

 

 

 

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Mi ricordo che mi avevano insegnato grossolanamente negli anni '60, senza tantissime spiegazioni e calcoli, di dare 3 A/mm2 su linee normali entro i 100 mt, per arrivare fino a 5 A/mm2, se la cdt lo permetteva, a seconda del conduttore, della posa e dell'isolamento, per ulteriori densità ( conduttore in aria ) da calcolare rispettando un minimo di cdt%, oggi si abbonda di tabelle e di materiali, ma penso che derivino sempre da questo ragionamento.

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Livio Orsini

Man mano che la corrente aumenta la densità di corrente ammissibile diminuisce.

 

Quote

spingere un cavo al limite della portata  ha conseguenze temporanee sul rame ma permanente  su gli isolanti: quando sono "

 

Questo è verissimo.

C'è un'altra considerazione da fare.

Oggi tutti i produttori eticettano una sezione nominale ma, andando a misurare, la seziene effettiva è tra il 10% ed il 20% in meno!

Circa un anno fa ci fu una discussione in cui esaminammo il problema facendo anche misure si differenti sezioni. La più vicina al valore nominale la trovai io in un vecchio spezzone di cavo risalente agli anni '70, quando forse eran un poco più "onesti".

Oggi i produttori si giustificano che fa testo la resistenza a km dichiarata, da cui si deduvce la sezione media. E' un po' un'arrampicata sui vetri.

Rimane il fatto che se tiri al limite la portata e poi hai una sezione del 15% in meno la temperatura sale ed anche la cdt.

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del_user_155042
Quote

se ho 18 kw in 400v per la lunghezza di 20 metri come faccio a calcolare la sezione del cavo grazie

te lo diciamo noi , 10mmq va bene .

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Livio il cavo anni '70 a cui ti riferisci è rigido o cordato? ho notato che i rigidi hanno una tolleranza più stretta rispetto ai cordati e poi ho visto sezioni che praticamente non sono più commercializzate ( es 3 mm 2 ) 

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Livio Orsini

No è un trefolo.

La sezione di quelli rigidi dipende solo dallo stampo della trafila, mentre quella dei trefoli dipende dalla sezione del singolo filo e dal numero dei fili.

 

Lo stampo della trafila (il foro) ha un diametro che inizialmente è leggermente minore del diametro voluto perchè, usurandosi con la lavorazione, tende ad allargarsi. Se parti con diametro leggermente inferiore, quando la misura dello sforzo di trazione scende sotto il livello di soglia impostato, il diametro risulta essere appena leggermente superiore al nominale. Così ti ritrovi diametri che partono, ad esempio, da un -5%  ed arrivano a circa +2%. Quindi la sezione di un unifilare avrà questa variazione, variazione che avviene lentamente trafilando km di rame.

Notare che anche così la sezione media, su tutta la vita dello stampo, risulta essere minore della sezione nominale.

Dovrebbe essere l'identica cosa per i trefoli se, e solo se, il numero di conduttori fosse corretto. Purtroppo mancan sempre almeno un paio di conduttori per arrivare alla sezione nominale.

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sui trefoli, viene sfruttato l'effetto "pelle", cioè che la corrente con l'aumentare della frequenza, tende a disporsi sulla circonferenza del conduttore,

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strano, credevo che l'effetto pelle potesse influire molto più sulle grosse sezioni e che fosse quasi trascurabile sulle piccole , non credevo che si potesse sfruttare in questo modo ,  a scuola se non ricordo male mi spiegarono che all'interno dei conduttori il campo è nullo e che la corrente viaggia sulla superficie esterna, ecco perchè si chiama effetto pelle , 

 

 il fatto che le sezioni piccole potevano sopportare una densità di corrente maggiore rispetto alle grosse , era data dal fatto che potevano dissipare molto più facilmente il calore ed inoltre i parametri trasversali , entro certi limiti compreso le perdite da effetto pelle potevano essere trascurati    

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Livio Orsini

Danilo sui trefoli non sfruttano "l'effetto pelle", ma l'effetto risparmio.:wacko:

Potrebbe avere un senso se, in luogo della sezione, venisse dichiarata la massima corrente ammessa a 25°C, per esempio.

Ma i produttori, furbescamente, appongono in etichetta la sezione e, in qualche caso, la resistenza in ohm/1km. Poi scrivono che loro garantiscono solo, appunto, la rsistenza in ohm/1km, valore che se non lo trovi sull'etichetta lo trovi sulle specifiche che il produttore mette a disposizione nei cataloghi e sul webb.

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