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PLC Forum


Vorrei Diventare Programmatore Plc. Consigli?


ninomiuccio

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Salve a tutti sono nuovo del forum spero di aver postato al punto giusto!

Scrivo per avere dei consigli su come diventare programmatore plc. Vorrei fare un corso ma ho visto che ci sono tanti corsi tutti diversi,

c'è ne uno in particolare che le aziende preferiscono?? In oltre questi corsi hanno validità europea o solo sul territorio nazionale?

Vi ringrazio delle eventuali risposte

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elettrificato
c'è ne uno in particolare che le aziende preferiscono??

molte aziende chiedono la conoscenza dell'ambiente Siemens

Consigli per diventare programmatore? la cosa migliore è iniziare a "smantettarci sopra" magari affiancando un tecnico che lo faccia già di mestiere e cercando di carpirne i trucchi.

Per iniziare ci sono un paio di aziende italiane che commercializzano i loro prodotti (a prezzi onesti) e non fanno pagare gli ambienti di sviluppo, credimi di questi tempi non è poco, per il resto in bocca al lupo e in caso di dubbi sei venuto nel posto giusto, questo forum è composto da tecnici di ottimo livello e sempre molto disponibili

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Il primo consiglio? Armarsi di pazienza ed abituarsi a far ricerche, ti sarà molto utile per il debug e la ricerca guasti. ;)

Per allenarti, e per aver tante risposte alle tue domande, ti consiglio come prima cosa di fare una ricerca in queste sezioni perchè ci sono numorissisime discussioni sull'argomento della discussione.

E' inutile ripetere sempre le stesse cose; meglio se leggi, ti fai un'idea e poi poni delle domande mirate su argomenti e curiosità di cui non hai trovato notizie e/o approfondimenti.

PS scorri l'elenco delle discussioni simili che apapre qua sotto: ce ne sono giù 4 che trattano il medesimo argomento.

Modificato: da Livio Orsini
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  • 1 month later...

anch'io come te voglio fare il programmatore plc come professione e infatti sto cercando un'azienda che mi faccia intraprendere un percorso lavorativo/formativo, affiancandomi a tecnici programmatori senior.

io ho fatto due corsi: il primo organizzato dall' Adecco e dalla ISVOR FIAT, Gratuito. il secondo alla Siemens di Milano, il Pro1. Dopo 2 settimane ho iniziato a lavorare in un'azienda di automazione industriale come tecnico junior che, purtroppo, poi è fallita (non per causa mia :superlol: ).

Riguardo ai corsi, secondo me inizia prima di tutto a studiare per conto tuo: su internet c'è tutto quello che serve. successivamente potresti cercare corsi gratuiti oppure scegliere il Pro1 della siemens.

bada bene però che il prezzo di tale corso è abbastanza elevato e dura solo una settimana. La migliore soluzione resta sempre quella di trovare un'azienda disposta a formarti.

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Salve a tutti.. vorrei allacciarmi alla discussione per chiedervi quale percorso formativo potrei seguire per diventare programmatore, o meglio, pera avere competenze tali da risultare appetibile sul mercato del lavoro secondo voi. Sarebbe bello intraprendere un percorso formativo aziendale ma, almeno falle mie parti non trovo nulla.

Io ho seguito comunque un corso base di s7-300 a Verona.. Ma un inditizzamento da esperti mi farebbe molto piacere (oltre che comodo).

Grazie mille

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Con i corsi non si diventa programmatori, al più s'impara come maneggiare gli strumenti per programamre e collaudare un PLC!

Per essere dei programmatori di PLC per applicazioni industriali, almeno nell'accezione più completa del termine, sono necessarie anche molte altre conoscenze di impiantistica, elettromeccanica, automazione e, magari, anche tecnologiche d'impianto.

Tutte queste conoscenze si possono acquisire solo lavorando e se si ha una solida base teorica.

Il percorso formativo per un programamtore di impianti industriali avviene lavorando in un'azienda del settore facendo tutta la trafila: da tecnico junior per il collaudo e messa in marcia e poi sempre come programamtore juniro, poi programamtore senior e, se vali, come programamtore-analista di sistemi.

Purtroppo i corsi servono solo per avere un minimo di retroterra culturale o, meglio, per approfondire le conoscenze su di una determianta macchina (PLC). TIpici sono i corsi Siemens: brevi e intensi.

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Ragazzi, non vorrei scoraggiarvi, ma il PLC non è una professione a sé stante: è un attrezzo, uno strumento, una "device".

Chiedere "come si fa a diventare programmatori di PLC?" è un po come chiedere "come si impara a usare il tester?".

Il programmatore di PLC è il culmine di un percorso professionale; devi prima imparare come funzionano gli impianti gestiti da un PLC.

Un programmatore che sa come si programma, ma non sa cosa programmare, è come un elettricista che sa come leggere un voltmetro, ma non sa dove mettere i puntali.

Siete capaci di progettare uno schema elettrico di automazione, con relè, timer e interruttori elettromeccanici al posto dei PLC, come si faceva una volta (tipo una semplice turnazione di 2 motori con change/over ogni tot ore di funzionamento)? se si, dedicatevi pure allo studio della programmazione, altrimenti pensateci su...

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Collegandomi all'argomento, vorrei esprimere la mia opinione....e......porre una domanda:

Diventare programmatore non è mai troppo tardi, come non lo è intraprendere ed imparare una nuova professione. Se lo si fa con passione e professionalità si ottengono buoni risultati. Anche in tempi ragionevoli.

Ci tengo però a precisare una cosa importante "a mio parere". Saper fare un programma che sia in grado di far funzionare una macchina non significa essere in grado di programmare o essere programmatori.

Quando si utilizzano dispositivi a logica programmabile, bisogna avere sempre una particolare attenzione alla sicurezza. Una errata programmazione può causare danni seri a cose e persone. Molte volte i dispositivi a logica programmabile si possono comportare in modo differente da come avete IMMAGINATO il programma. Essi si comportano solo come li avete programmati.

Sia se per errori di programmazione e sia se per errori di cablaggio. (non è raro vedere quadri fatti da pseudo quadristi e/o pseudo programmatori improvvisati dove si trovano pulsanti a fungo per arresto di emergenza connessi solo all'ingresso del PLC e che non tagliano l'alimentazione elettrica alla catena di sicurezza e per giunta su contatti NA). Infine anche se si realizzano software funzionanti e sicuri, non è detto che si stiano rispettate le norme che regolamentano l'applicazione/macchina che vi state accingendo a governare.

Saper collegare un interruttore che fa accendere la luce del bagno, non significa essere elettricista se poi l'interruttore della luce lo posizionate di lato al rubinetto della vasca da bagno così vi è più comodo accendere la luce quando siete immersi nella vasca da bagno. :thumbdown:

Le scuole e i corsi di programmazione vi danno la giusta formazione e sono fondamentali, smanettare su un PLC vi da la giusta pratica ed è essenziale, DOMANDA ma la formazione (sulla sicurezza delle applicazione) chi deve dare?

Modificato: da baltimora
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Ciao a tutti

vorrei poter contribuire a questa discussione con la mia personale esperienza. Potrebbe sembrare un discorso nato per demoralizzare gli aspiranti programmatori ma non è assolutamente questo il mio intento, anzi vorrei spronarli .

Detto questo posso dire che i corsi (gratuiti o meno) sono sicuramente costruttivi ma vi garantisco che non sono questi che permettono di diventare programmatore di PLC (io non ne ho frequentato neache uno se non brevi incontri con super-tecnici :worthy: della casa madre per conoscenza e/o problemi con prodotti particolari).

Secondo me il segreto sta nella "fame" di conoscenza.

Io ho iniziato, dopo il diploma in elettronica industriale, in una ditta di impianti e quadri elettrici ad uno stipendio da fame e ore di lavoro non proprio sindacali. Eppure mi piaceva così tanto che non mi importava perchè imparavo. Dopo 2 anni quando i capi hanno capito il mio interesse e le mie capacità (non perchè fossi speciale, ma perchè forse ero tagliato per quel settore) ho iniziato come programmatore partendo da zero.

Pur avendo le basi (teoriche con la scuola e pratica come quadrista) ho impiegato due anni di studio, affiancamento a programmatori senior e tante tante :wallbash: prima di poter fare i primi lavori completamente da solo.

Quindi per cominciare bisogna studiare, e tanto; leggete tutto quello che vi capita di tecnico anche la cosa più banale un giorno potrebbe tornare utile.

Dopo una prima infarinatura cercate di iniziare a lavorare in una azienda del settore per apprenderne i segreti che nessun corso potrà mai insegnare (sicuramente all'inizio non potrete avere grandi pretese in quanto la formazione di un tecnico è molto costosa) e quando sarete sul campo dovrete imparare tutto del processo produttivo che state elaborando, chiedere informazioni in continuazione per togliervi ogni minimo dubbio.

Spero di non essere stato troppo prolisso.

Ciao

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claudio_p, per molti versi mi rivedo nella tua esperienza.

Se non c'è curiosità, passione e lavoro duro certi "mestieri" non s'imparano. I corsi possono aiutare e semplificare l'apprendimento di tecniche particolari, o dispositivi particolari. Ma la base non può che essere lavoro personale.

Io lo dico sempre a chi inizia a lavorare: non scegliete il alvoro in base allo stipendio immediato, alla comodità, alla "sicurezza". Sceglieterlo in funzione di quello che permette d'imparare. I primi lavori sono una specie d'investimento per il futuro. meglio qualche sacrificio subito per godere di qualche vantaggio poi.

Io mi trovo abbastanza d'accordo, ma solo inquesto caso, con il ministro del lavoro attuale: non si deve e non si può essere schizzinosi. Vale sempre il principio: "primum vivere, deinde philosofare!".

Se poi si può avere anche un minimo di scelta, orientarsi sul lavoro che promette di dare un valore aggiunto in conoscienze professionali.

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Grazie Livio per la considerazione.

Sono molto orgoglioso di ciò che sono riuscito a fare con il mio vecchio lavoro (ormai sono 10 anni che ho abbandonato il settore), perchè secondo me le soddisfazioni che si ottengono in questo mestiere sono incommensurabili. La base è proprio come dici tu, la passione.

Spero che chi vuole iniziare a lavorare in questo settore non si abbatta alle prime difficolta perchè questo è un lavoro che richiede anche molta tenacia.

In bocca al lupo a tutti coloro che vogliono cimentarsi con i PLC.

Ciao a tutti.

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salve a tutti,

vorrei riportare anche io un mio pensiero..

ho iniziato da giovane a fare l'elettricista, poi la fame di conoscenza mi ha portato a spingermi sempre più in cose tecniche in impianti più complessi, finchè ti imbatti in queste "scatole nere" che chiamano plc, vedi arrivare un tipo col computer sotto braccio che si collega e fa funzionare l'impianto... chiude il portatile e se ne va! cavolo tu magari ci lavoravi da settimane per cablare quella macchina!! sarebbe bello sapere cosa c'è li dentro!!allora ti documenti,studi fai le prime prove, ti compri un piccolo plc e ti metti in casa a programmare, hai le prime soddisfazioni, vedi lampeggiare i led proprio come li volevi far lampeggiare tu!!

Son convinto che se hai voglia di imparare e fame di conoscenza riesci bene o male a far tutto, magari leggendo e chiedendo consigli. Qualcuno qualche tempo fa chiedeva se a quarant'anni era il caso di fare un corso di plc...ma assolutamente si! se uno vuole perfezionare il suo lavoro con qualche conoscenza in piu ben venga, o se anche fosse solo un hobby..non abbiamo la pretese di diventare dei "guru" della materia!

saluti a tutti

cedrik

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  • 2 weeks later...

Ciao a tutti,

se posso porto anche io la mia esperienza:

pure io ho iniziato a programmare PLC nel 1999, ricordo come fosse addeso il mio primo impianto, fu un incubo.

Me lo sognavo di notte, c'erano encoders inverter OP in rete (al tempo non esistevano i TP) non capivo una mazza, il mio collega che ora è pure capo ufficio programmava tutto in sequenziale ero fuso, quando ho fatto i test del programma dal cliente fu un disastro, ero demoralizzato al punto che volevo licenziarmi. Il lavoro mi fu dato così : "questa è lo schema elettrico la macchina deve fare così...hai un mese di tempo e poi si va in cantiere".

Fui messo alla prova al limite dell'esaurimento mentale, mi convinsi quasi che non era il lavoro per me..... ma non mollai, la mia azienda mi diede delle altre opportunità, grazie a dio con impianti semplici semplici per poi salire sempre di più. Nel frattempo continuavo a studiare a leggere manuali a bestemmiare in turco e fare ore da matti in ditta, ricordo che entravo alle 7:30 e uscivo anche alle 22 non volevo darla vinta al mio collega, non avre mollato mai!

Da quel lontano 1999 dove eravamo solo un programmatore e 1/2 (il mezzo ero io) adesso siamo in un ufficio sw di 9 programmatori PLC, PCS7 e scada in genere, io ho avuto la possibilità di crescere e la voglia di continuare a imparare, ancora oggi devo leggermi manuali di 200pag in inglese, e ancora alle volte mi trovo davanti a problemi rilevanti, ma ho fatto la scorza dura se non sono morto nel 1999 non morrò mai più!

Se vuoi fare il programmatore di PLC, non mollare mai studia come fossi a scuola, tieniti informato, abbi una mentalità aperta a quello che è l'automazione industriale, ripassa fisica e matematica, meccanica, la applicherai un sacco di volte nel nostro lavoro.

Intesessati di oledinamica e pneumatica, studia come funziona un inverter un drive per brushless, fatti mill domande non dare per scontato nulla.

Chiediti perche tutti i pianeti gli astri la materia che è nello spazio si muove.........................lo so non entra nulla con i PLC ma io mi sono chiesto pure questo e credimo non è per nulla banale!

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Oltre tutto quello che è stato detto e non lo dico per spaventarti ma perchè l'esperienza mi porta a dire questo, se vuoi diventare programmatore plc preparati ad andare in trasferta ed a volte ti dicono statai via una settimana poi torni in realtà dopo un mese, non sempre in posti ed in condizioni ottimali , preparati a doverti scontrare con la logica di clienti che la logica non sanno dove stia di casa ( e purtoppo non puoi farci niente ), preparati a lavorare anche 20 ore al giorno o più soppratutto in trasferta ( dipende dal settore in cui lavori ), come ti è già stato detto preparati a non mollare mai anche quanto di chiedi " ma chi me l'ha fatto fare ", preparati a lavorare con delle pressioni addosso non indifferenti tipo un giorno di ritardo tanti soldi di penali da pagare , se riesci a sopportare tutto questo unito al fatto di metterci tanto impegno e curiosità ( come ti è già stato detto ) allora puoi pensara di fare questo mestiere, detto così sempra che ci siano poche soddisfazioni, ma non è vero le soddisfazioni ci sono però sono anche tanti i rospi da ingoiare .

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  • 2 months later...

Salve a tutti!

Vorrei complimentarmi con tutti coloro che sono riusciti a realizzare i loro obiettivi!Hanno la mia ammirazione!Vorrei porre però l'accento su un aspetto che considero fondamentale alla luce della mia esperienza ovvero la formazione sul campo.Io è da un'anno che lavoro in un'azienda che non riceve dallo stesso periodo una commessa che preveda un'impianto di automazione!è come se stessi facendo uno stage prolungato anche a causa della crisi.Tale periodo è stato importante perchè hai imparato a smanettare e a conoscere le caratteristiche di PLC e sistemi già in funzione ma personalmente a causa anche della retribuzione che non mi consente di fare dei progetti per il futuro (famiglia!) e dell'assenza di commesse sarò costretto ad emigrare dal mio sud.Ciò che voglio dire è che se non hai qualcuno che ti guidi per un periodo sul campo dopo ovviamente uno studio individuale è inutile cimentarsi.Auguro a tutti un grosso in bocca al lupo da parte di un ingegnere elettronico in cerca di una sua strada!

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Ma lo spaventate questo ragazzo....

In realtà il programmatore è un lavoro come un altro.

Solo che la maggior parte dei programmatori che conosco e che ho conosciuto, purtroppo, se lo tirano.

Solo in rarissimi casi, parlo per le persone che ho conosciuto dal vivo, non mi riferisco al forum e ai suoi partecipanti, ho conosciuto persone umanamente valide.

Magari caricano una mappa sul tom tom e dicono di essere programmatori.

Ogni lavoro ha le sue difficolta e rischi e dignità.

Serve solo esperienza?

Secondo Weinberg, un esperto è una persona che evitando tutti i piccoli errori punta dritto alla catastrofe.

Serve, come in TUTTE le professioni:

1) Volontà

2) Umiltà

3) Onestà

4) Consapevolezza dei propri limiti.

Basta, non serve nient'altro.

Sappi che però se segui i miei 4 punti...non farai mai soldi!

Quindi ti faccio i miei più sinceri auguri e spero che troverai non i soliti ruffiani ma persone valide, altrimenti vale sempre il dett:

AIUTATI CHE IL CIEL TI AIUTA....ed è vero. Non scoraggiarti mai!

Modificato: da dott.cicala
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dott. cicala

Sono pienamente daccordo con il tuo punto di vista riguardo le persone che si incontrano e la mia esperienza mi ha fatto incontrare una persona un bravo programmatore con una grande professionalità dal quale avrei potuto imparare molte cose ma umanamente parlando non serviva veramente a niente esattamente come dici tu!Mi scuso per il tono del messaggio che in effetti faceva scraggiare.Vorrei però porre l'accento sull'aspetto della formazione che in tutti i lavori è fondamentale per imparare un mestiere,io personalmente avrei un bisogno immenso di una persona con cui potermi confrontare e fare esperienza,ovviamente generando un feedback ma non la riesco a trovare anche a causa della mia ubicazione geografica.comunque cercherò di andare avanti lo stesso perchè chi si ferma,specie in certi periodi della vita, è perduto.

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In realtà il programmatore è un lavoro come un altro.

Si e no.

E' uno di quei lavori che non tutti sono in grado di svolgere. Non per mancanza di istruzione, ma per mancanza di predispsoizione.

Non è l'unico lavoro che richiede una certa predisposizione mentale, ce ne sono altri che richiedono predisposione e passione.

Che poi tu abbia lasventura di dover convivere con colleghi umanamente indisponenti e superbi è....una sventura tua. Però non è nemmeno il caso di fare l'equazione programamtore = essere umano sgradevole o miserevole.

Nella mia vita professionale ho incontrato persone superbe e umanamente poco piacevoli in tutte le categorie.

Per tornare al punto di partenza.

Programmare i PLC non è differente dal programmare altri apparati...programmabili.

Per prima cosa bisogna avere l'attitudine mentale ad un lavoro dove le capacità logiche sono essenziali.

Bisogna avere la dispsonibilità ad aggiornarsi in continuazione.

Per chi programma altri dispsoiitivi informatico, per esempio di tipo amministrativo o webb, è sufficiente conoscere bene gli strumenti informatici ed i liguaggi.Non è così per chi lavora nel campo dell'automazioen industriale. Non ci si può limitare a conoscere solo la programmazione, ma è indispensabile avere conoscenze di meccanica, elettrotecnica, sensoristica ed tecnoligiche di processo.

Come vedi la strada è lunga e non certo indiscesa.

Ci vuole passione perchè gli oneri son tanti e gli onori (leggi €) son pochi. Se pensi di fare un lavoro tranquillo, ben remunerato e comodo cambia indirizzo.

Se invece hai questa passione le soddisfazioni, esclusivamente morali, sono tantissime.

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Qui hai un mare di persone con cui poterti confrontare, non sarà come dal vivo ma è già un buon inizio, chi si ferma è perduto e gli esami non finiscono mai.

Ma dove sei? A Lampedusa?

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Ciao Livio,

non voglio fare un salto mortale carpiato triplo, però nemmeno ho fatto l'equazione programmatore=st..zo. anche perchè è il mio lavoro.

Ho fatto solo una proporzione :whistling: Siamo nel paese dell'autocelebrazione e del collega che ha paura che gli rubi il lavoro, o almeno così si è trasformato, non è sempre stato così lo so. Poi, Sì ci vuole la predisposizione e la passione, come in tutto, altrimenti il risultato è sempre scadente.

Noi ce lo tiriamo....sarò un po' pazzo e avrò avuto la sfortuna di incontrare gentaglia...e allora sono pazzo e sfigato. Alcune esperienze potrei riportarle nel bestiario....

I più hanno paura che gli rubi il lavoro e tentano di scoraggiarti....soprattutto se sei giovane e hai un titolo che loro non hanno....guai!

Il classico è: Abbiamo sempre fatto così, tu che ne sai?!

Se non fosse così saremo ancora un paese all'avanguardia e non in decadenza.....ormai è la sindrome da stadio in ogni campo.

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I più hanno paura che gli rubi il lavoro e tentano di scoraggiarti....soprattutto se sei giovane e hai un titolo che loro non hanno....guai!

Il classico è: Abbiamo sempre fatto così, tu che ne sai?!

Quando iniziai a lavorare c'erano ancora le valvole termoioniche, i transitors erano il nuovo, lo stato dell'arte, ma erano confinati in piccole nicche. L'automazione industriale era molto rozza e gli elaboratori erano analogici.

I colleghi anziani quando mi avvicinavo al banco spegnevano gli alimentatori e coprivano gli schemi. Si tenevano gli appunti su dei bigliettini che riponevano gelosamente in sacoccia e custodivano più accuratamente dei fogli da mille lire (che era più grandi di un biglietto da 1000€).

Eppure c'era più lavoro che persone per svolgerlo.

Ricordo un collega che cambiò 3 aziende 3 in solo giorno di lavoro!

La mia generazione, invece, mutò abbastanza le abitudini ed i rapporti tra colleghi, c'era molta più disponibilità allo scambio d'informazioni ed al far crescere i giovani virgulti. :smile:

Personaggi squallidi ce ne erano e ce ne saranno sempre. Però io son forse stato fortunato perchè ho sempre trovato ambienti ababstanza buoni, con alcuni colleghi siamo ancora in rapporti di amicizia non solo di facciata.

Se si è tornati ai vecchi metodi di gurdarsi in cagnesco vedendo il colega non come un compagno di vita per buona parte della giornata, ma come un nemico che cerca solo di fregarti, è una ragione in più di contentezza per essere uscito da questo monod. :wacko:

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In realtà il programmatore è un lavoro come un altro.

Si e no.

E' uno di quei lavori che non tutti sono in grado di svolgere. Non per mancanza di istruzione, ma per mancanza di predispsoizione.

Concordo con Livio.

Premetto che il mio discorso si riferisce a programmazione di un certo livello. Non per sopravalutare la categoria, ma il fatto è che i buoni programmatori di PLC sono anche esperti di processo, di elettronica, di matematica e le loro conoscenze spaziano (forse non come i veri esperti ma comunque devono avere una buona preparazione) anche in fisica, meccanica, termodinamica, trigonometria e un mare di altre materie. E questo la dice lunga.

Certo, tutto viene con il tempo e l'esperienza, ma se non c'è la predisposizione (e un fegato fuori dal comune :P ) la cosa è ancora più difficile.

La cosa divertente è che il lavoro del programmatore viene sempre visto come un mestiere che può essere "rubato con gli occhi", quindi basta "assistere" per imparare tutto in brevissimo tempo. In realtà non è proprio così.

Con questo non intendo dire che il programmatore PLC sia un lavoro per pochi eletti, ma nemmeno che sia un lavoro come un'altro.

Un saluto a tutti

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La sicurezza... Ne parlava Baltimora più su e per me è la discriminante principale tra un approccio responsabile e uno che "alla fine si tratta sempre di scrivere dei programmi". Fortunatamente le applicazioni industriali hanno alle spalle una tradizione ingegneristica solida, ma nel campo della domotica (che è quello che a me interessa) la situazione mi pare più preoccupante.

Voglio dire, finché realizzo un impianto con plc per accendere le lampadine col telecomando o controllare la telecamera di sicurezza posso anche sentirmi la coscienza a posto: assumendo che l'impianto sia fatto bene dal punto di vista elettrico le conseguenze di un errore di progettazione sono limitate. Ma quando vedo che iniziano a circolare soluzioni di domotica applicate alla telemedicina o all'assistenza agli anziani soli mi vengono i brividi. Non mi riferisco alla qualità dei componenti ma alla qualità (insondabile) dei progetti, all'assenza di quel background ingegneristico che dà buone garanzie in campo industriale, alla mancanza di criteri rigorosi di progettazione e di collaudo. Se uno prova un senso di responsabilità per quello che fa (o vorrebbe fare), anche in applicazioni domestiche tecnicamente poco impegnative, dove può iniziare a farsi una preparazione?

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  • 6 years later...

Salve a tutti.

Ho scorso questa discussione, ho notato che le date sono antiche, 2012-2013, mentre oggi è del settembre 2019, tuttavia mi stavo chiedendo se potrei unire la mia esperienza di programmazione in vari linguaggi, le mie competenze sistemistiche (web/mail/db/reti e firewall) su sistemi operativi "aperti" e liberi, a vostre competenze per realizzare progetti nuovi di automazione, controllo remoto, applicazioni integrate di monitoraggio prestazioni/consumi/guasti, internet delle cose (IoT) come si dice oggi.

 

Se avete dei progetti, vi servono queste competenze per integrarle nei vostri lavori, io sto cercando nuove opportunità nel nord italia.

Modificato: da ferz
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Giuseppe Signorella

Ciao Ferz e benvenuto sul forum.

Come tu stesso fai notare la discussione è alquanto vetusta. Non c'è motivo di riportarla in vita, anche perché contro il regolamento.

E' doveroso farti notare, che il forum non è un mercatino, ove si offre e si cerca lavoro.

Se vuoi mettere a disposizione le tue conoscenze gratuitamente al servizio degli altri utenti, sei sul forum giusto. Apri pure una nuova discussione.

**********************DISCUSSIONE CHIUSA*****************************

 

 

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