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Metodo di poggendorf


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Ciao a tutti

mi aitate a capire una parte del metodo di poggendorf che no nsono riuscito a relazionare con l'altra della misurazione vera e proprio?

Se ho una pila campione ed una incognita, se mi collego ad una vedo cosa mi indica il galvanometro , se non sto sullo zero, allora vario in modo opportino la resistenza R1, e di conseguenza la resistenza R2 (R1+R2=costante), fino a che non porto il galvanometro alla situazione 0, con la max sensibilità.

Ora come collego a tutto ciò il fatto che, se faccio 3 misure devo iniziare dalla pila campione (o incognita non ho capito) per non so quale motivo?

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lo scheda di rifferimento è questo:

http://www.speedyshare.com/181856941.html

ho una pila campione ed una incognita (Ec e Ex), se mi collego ad una di queste vedo cosa indica il galvanometro , se non sto sullo zero (significa che scorre una certa corrente) allora vario in modo opportuno la resistenza R1(e di conseguenza R2 , visto che R1+R2= costante sempre) finchè non raggiungo la condizione per la quale la corrente rilevata dal galvanometro sia 0.

Ora come collego a tutto ciò il fatto che, se faccio 3 misure devo iniziare dalla pila campione (o incognita non ho capito) per non so quale motivo?

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Federico Milan

I miei ricordi sono un po' vaghi, ma dal circuito è semplice ricavare le relazioni, del resto si tratta di una clasica msura a zero!

La tua domanda non è molto chiara, ma dal circuito si può trarre queste conclusioni:

R1+R2 = Rk (Costante), questa è una condizione determinante per "caricare" Ej in modo appunto costante.

Quello che hai è un partitore di tensione in cui, chiamoto Ejc La tensione ai capi della serie R1+R2 ottieni che:

Ec=Ejc*(R1©/Rk) : dove R1© sta per R1 condizionata a Ec

Ex=Ejc*(R1(x)/Rk) : dove R1(x) sta per R1 condizionata a Ex.

ora Rk è costante per ipotesi iniziale non rimane che trovare l'incognita Ex mettendo a sistema le due soluzioni!

e si ottiene Ex=Ec*R1(x)/R1©.

ciao

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ok, grazie

però io mi chiedevo perchè si cerca di connettersi (se fo 3 misure) prima a quella incognita e poi quella campione e poi dinuovo quella incognita. Quale è il motivo di questa cosa?

ma poi un'altra domanda che mi è venuta riflettendo su questo metodo:

ma a che equilibrio giungo? , mi spiego:

quando mi collego ad una pila, vario il valore della R1 e della R2 per far si che il galvanometro segni zero, quando poi mi collego ad un altra pila, vario dinuovo i valori di R1 e R2 sempre per far in modo che il galvanometro indichi zero.

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Federico Milan

Si tratta di una misura a zero, ossia dove raggiunto l'equilibrio di tensione non circola corrente quindi non si dissipa energia e quindi si annulla l'effeto della resistenza interna del generatore (sia Ecampione che E incognito).

Le resistenze R1 e R2 sono resistenze variabili di valore noto, quindi variando R1 (di conseguenza R2) si conosce il valore delle resistenze.

La relazione che intercorre è una relazione fisica sullo stato del sistema, ossia sull'equilibrio tra Generato e Generatore campione e tra Generatore e Generatore incognito.

Tre misure ?!? la sparo sperchè non vedo significato fisico, probabilmente per verificare che durante la selezione del valore di R1 il sistema sia "stabile" e ripetibile (ma a questo punto perchè non 4 misure ?!?)!

Vediamo se qualcuno ha qualche ricordo in più o se trova un signficato al modo di procedere.

Per inciso, quando si misura, essendo la misura soggetta ad errori è bene effettuare più misure, e poi relazionarsi tramite corrispondenze statistiche ...

ciao

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ok ok

un mio amico mi ha detto che è perchè la pila campione non deve erogare corrente oppure si altera la pila, e poichè rispetto a quella incognita è considerata + pregiata si fa solo 1 misurazione sulla campione

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Federico Milan

Ok,

va distinto il problema teorico dall'applicazione reale. La pila campione in effetti è tale se non si chiede erogazioni di corrente superiori ad un valore massimo.

ciao

Modificato: da Federico Milan
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Federico Milan

Tutti i metodi presentano un aspetto teorico e un aspetto pratico, per fare un esempio:

R = V/I, l'aspetto teorico è che conoscendo V ed I è possibile calcolare R

L'aspetto pratico è riuscire a misurare le due grandezze con il grado di precisione richiesto! A questo va aggiunto la possibilità di commettere errori, i quali si distingono in casuali e sistematici e ciascun errore va trattato con metodi ben precisi.

Nel metodo che hai preso in esame vi è la necessità di misurare il valore di una resistenza. L'aspetto teorico è semplice: dato i valori assunti dalla resistenza è possibile ricavarsi il valore della tensione incognita.

In pratica abbiamo tre generatori. Il generatore campione ha tensione nota, presumo che si conosca con dovuta approsimazione anche il valore del generatore Ecj. Possiamo quindi:

con una sola misurara trovare il valor edi R1 velocemente e conoscerne in parte la sua statistica! Se il generatore Ec è pregiato, conviene non sotoporlo a grossi stress e "fidarsi" della misura fatta (anche se non mi trovo ad appoggiare questa versione). Discorso diverso per il generatore incognito: meglio fare più misure, in questo modo è possibile, mediando le misure, stabilire una statistica sulla misura, ossia il valore medio e la sua varianza.

ciao

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Federico Milan

Devo dire prima che son pasati alcuni anni da quando ho quando ho studiato i metodi e quindi potrei incorrere in qualche castroneria smile.gif, però un amisura è come detto prima soggetta ad errori. L'unico strumento per limitare gli errori è fare molteplici misure. A tutti gli effetti che si tratti di un generatore campione o meno è sempre una misura, quindi più ne facciamo e meglio è.

Tieni presente però che dobbiamo anche ottimizzare il tutto, ossia se una misura costa 1 e una misura costa 100, è ovvio che quella più costosa la faremo il meno possibile!

Comunque era solo un pensioro personale e soggettivo quindi non supportato da tesi e dimostrazioni fisiche smile.gif ...

ciao

p.s.

hai qualche esame in corso? se così in bocca al lupo.

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