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Descrizione Impianto A Pavimento Tre Piani


vash183

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Buonasera,

vorrei descrivere il mio impianto di casa perchè credo si possa migliorare.

La casa si sviluppa su 3 piani con riscaldamento a pavimento e 3 scaldasalviette nei bagni.

La caldaia è una Sime OPEN DGT HE con comando da interno CR83.

L'impianto a pavimento è controllato da un unità di comando aggiuntiva Lago Basic 0101/1001 che controlla una valvola di miscelazione ed una pompa aggiuntiva. ( a questa unità dovrebbe essere collegata la sonda esterna)

in foto la parte di miscelazione.

gruppo_miscelazione.jpg

E l'unità di controllo Lago Basic

lago.jpg

Ad ogni piano c'è un gruppo come questo con le elettrovalvole collegate ad un termostato di piano.

raccordi_di_piano.jpg

Io in inverno bypasso i termostati e regolo l'impianto con l'unità lago, con cui ottengo la temperatura desiderata in base alla curva e alla temperatura della mandata impostata. In questa configurazione ho la pompa ausiliaria che và 24 ore su 24. (e' corretto ?).

La regolazioe che sono riuscito ad ottenere è buona per quanto riguarda il confort; ma non capisco se è corretta. Con questi elementi come dovrebbe essere collegato l'impianto? L'unità LAGO è necessaria o la stessa caldaia riesce a gestire il tutto in maniera più efficiente.

Qui c'è lo schema, se di schema si può parlare dell'impianto fatto dall'idraulico.

http://digilander.libero.it/vash183/schema_impianto.pdf

Attendo commenti a riguardo per aprire la discussione.

Grazie e buona serata

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  • 2 years later...

rispolvero questa discussione per continuare l'argomentazione.

L'impianto sovracitato ha funzionato "bene" gli ultimi anni perchè su 3 piani ne avevo aperti solo 2. Ora ho cominciato ad utilizzare anche il terzo così ora ho tutto sbilanciato. In prativa ho corca 20 gradi al piano terra, 23 al primo piano e 22 al secondo. Vedo chiaramente che c'è qualcosa che non và. ora vi chiedo qualche consiglio a riguardo su come potrei affrontare la questione anche sul miglioramento dell'impianto.

grazie

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Se bypassi i termostati non hai nessuna possibilita' di diversificare le varie temperature di ogni piano. E' piu' che normale che agendo solo sulla termoregolazione le temperature ottenute dai 3 impianti siano non omogenee. In quell'impianto, se i termostati raggiungono le temperature previste, dovrebbero far chiudere le elettrovalvole e far spegnere la pompa di circolazione. La valvola di zona che si vede e' invece a servizio dei termosifoni?

 

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Cerco di descrivere al meglio l'impianto.

L'impianto è composto da una caldaia a condensazione, e al momento la mandata è a 40 gradi. a valle della caldaia c'è una valvola a tre vie comandata dalla centralina con sonda esterna che regola la temperatura del circuito dei pannelli radianti.( aggiunge acqua calda se necessario secondo i parametri delle curve climatiche).dopo la valvola c'è un unica pompa che manda in circolo l'acqua nell'impianto. ad ogni piano c'è un gruppo di valvole (con ipotetica regolazione con termostato di piano e termovalvole) e flussostati.

Agendo sui "flussostati" teoricamente si potrebbe regolare/bilanciare la temperatura ad ogni piano che sia discordante di poche decine di gradi?

Da progetto per ogni piano c'erano della mandate sempre aperte e alcune controllate dal termostato, come mostrato in foto.Cosa che non ha mai funzionato bene perchè mi trovavo con zone calde di pavimento e zone gelate e di conseguenza temperature percepite nelle stanze non gradevoli.

Ora è da capire se dovrei aggiungere altre elettrovalvole in maniera da comandare tutte le mandate o continuare per le regolazioni "manuali". Leggendo ci sono pareri discordanti a riguardo, c'è chi dice che vista la lunga inerzia del riscaldamento a pavimento le elettrovalvole con termostati on-off non darebbero mai una regolazione costante e che con la regolazione con curva climatica se fatta bene non serve altro.

 

A questo punto mi chiedo come deve essere strutturato un impianto di questa tipologia e che principi dovrebbe seguire pe rla regolazione della temperatura.

 

grazie, attendo le vostre opinioni e consigli in merito.

 

 

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  • 6 years later...

Buongiorno,

rispolvero questa discussione perchè la mia caldaia mi ha abbandonato. Rottura dello scambiatore primario, e visto il costo della riparazione ho deciso che conveniva sostituire la caldaia visto che ormai aveva 12 anni.

A questo punto con l'idraulico vorrei capire se si può migliorare l'utilizzo dell'impianto.

Prima domanda è che ho da porre:

Con quale teoria si deve ragionare sul riscaldamento a pavimento? l'acqua deve circolare sempre oppure per un periodo rimane ferma?

Uno schema tipo quello allegato avrebbe senso in un impianto a pavimento? Cioè, che ci sia un'unico circolatore nel mio caso che serva tutti e 3 i piani e che si attivi solo nel caso di valvole aperte?Valvole comandate da un cronotermostato di piano? Si riesce ad ottenere una temperatura regolata costante( o quasi)?

Attualmente "bilanciando" a son di prove l'impianto ho ottenuto un compromesso di temperatura più o meno costante sui 3 piani.

Purtroppo non esiste nessun progetto dell'impianto, ne dei parametri dei flussostati delle mandate, ne della lunghezza delle spire.

Misurare la lunghezza delle spire di ogni mandata potrebbe essere un dato utile per ottenere dei valori progettuali? Ho pensato che quest'estate potrei fare questa misura inserendo una sonda passacavi da elettricista e misurare le lunghezze.

Chiedo quindi suggerimenti, e materiale dove poter studiare le varie opzioni.

L'idea dell'idraulico è quella di montare su tutte la mandate delle testine per comandare le valvole con il tesmostato di piano, ma non capisco se è un'idea valida su un'impianto a pavimento.

Quale potrebbe essere una base di progetto valido per un'impianto su 3 piani?

Vi ringrazio.

 

Cattura.JPG

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Alessio Menditto

Non ti serve sapere la lunghezza dei tubi, ti basta misurare con un termometro a contatto la temperatura del tubo DI RITORNO di ogni circuito di ogni stanza, e la temperatura dei 3 RITORNI dei collettori dei tre piani, quando queste saranno identiche, l’impianto è bilanciato in temperatura, NON in portata d’acqua, che è un bilanciamento molto approssimativo (ma immediato, per quello non è preciso) perché non tiene conto degli effettivi bisogni di calore di ogni stanza e di ogni piano (il piano terra da che mondo e mondo richiede più calore dei piani superiori).

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2 ore fa, Alessio Menditto ha scritto:

Non ti serve sapere la lunghezza dei tubi, ti basta misurare con un termometro a contatto la temperatura del tubo DI RITORNO di ogni circuito di ogni stanza, e la temperatura dei 3 RITORNI dei collettori dei tre piani, quando queste saranno identiche, l’impianto è bilanciato in temperatura, NON in portata d’acqua, che è un bilanciamento molto approssimativo (ma immediato, per quello non è preciso) perché non tiene conto degli effettivi bisogni di calore di ogni stanza e di ogni piano (il piano terra da che mondo e mondo richiede più calore dei piani superiori).

Ottima soluzione.

Per bilanciare la temperatura vado ad agire sui flussostati? e con quale principio? aumento la portata per avere più calore o viceversa? Immagino che devo avere comunque le valvole aperte con la pompa in funzione, e che ci sia una certa latenza nell'ottenere una modifica di temperatura.

Regolare la temperatura tramite cronotermostato che comanda le valvole di piano potrebbe portare qualche vantaggio in termini di controllo di temperatura oppure, come temo, otterrei una temperatura meno stabile durante la giornata?

 

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Alessio Menditto

Parti da tutti i flussostati  aperti al massimo, massima velocità della pompa, a regime da minimo due giorni, poi vedi per ogni piano i circuiti delle stanze più caldi e chiudi in modo da equilibrare tutte le stanze, fatto questo devi equilibrare i tre piani, nello stesso modo, solo che adesso devi farlo con le tre temperature di ritorno dei collettori.

Ovviamente l’impianto in fase di taratura non si deve fermare.

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Ma per capire meglio un po' il tutto. Quale sarebbe idealmente il principio di funzionamento o meglio la sequenza di operazioni che deve fare l'impianto? Mi spiego meglio, una cosa del genere per intenderci:

Termostato scatta, le valvole di piano di aprono, parte la caldaia e parte la pompa dell'impianto, raggiungo la temperatura su termostato(calcolando in qualche modo l'inerzia del tipo di impianto), spengo caldaia e pompa, chiudo le valvole di piano. 

Spero di essermi spiegato. 

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Alessio Menditto

Si questo è un modo, che di solito funziona male, poi c’è quello inventato dagli etruschi, che si rivoltano nella tomba a vedere quello che hai descritto, dove non è il termostato ambiente che comanda il pavimento ma la costanza della temperatura dell acqua (regolata dal termostato interno dell’acqua della caldaia) nei circuiti bilanciati, in modo che tu pur non avendo la minima idea di quanti gradi ambiente hai, entri in casa e ti senti avvolto da un tepore come la copertina di lana che ci faceva le nostre nonne da piccoli.

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Che é quello che in malo modo sta facendo il mio impianto. Ma l'acqua dovrebbe essere sempre in circolo nell'impianto? 

Ma mi chiedo perché mi hanno/vogliono riempirmi di elettrovalvole e termostati di piano? 

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Alessio Menditto

Più male che bene, comunque tutte le valvole e controvalvole che mettono servono per farlo lavorare in temperatura ambiente come i termosifoni, se invece lo fai lavorare a costante temperatura di acqua quasi tutto quello che hai non serve e anzi ostacola.

Per legge comunque ci devono essere quelle cose, non si può normare un impianto nel quale in teoria non sai quanti gradi hai in casa, io in più di 20 anni mai ho misurato la temperatura ambiente.

Modificato: da Alessio Menditto
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