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Riflessioni Su "stranezze" Impiantistiche Usa


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Maurizio Colombi

Beh...con la "girata di pinza" che gli ha dato......i morsetti (a molla o no) poteva tenerseli in tasca!

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del_user_155042

un altro video ,, che schifo di lavoro .....

.Secondo me la girata di pinza garantiscie il contatto e il cappuccio per non permettere ai fili di girarsi e garantire l'isolamento della giunta ,,

La differenza di questa giunta e quella con nastro isolante ..??? Nessuna .

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la prima volta che sono entrato in una fabbrica USA correva l'anno 1988. Era una fabbrica di tubi flessibili sottomarini per trasportare prodotti petroliferi; locazione Panama City, Florida.

Meno 30 dipendenti, contando anche direttori e segretarie.

La prima impressione fu: "ma questo come han fatto ad arrivare sulla luna? Forse han ragione quelli che parlano di falsificazioni cinematografiche."

Poi dovetti ricredermi.

Effettivamente l'ambiente di lavoro era più simile alle nostre fabbriche anni 40. Gli uffici eran brutti ed i reparti sporchi. Però per tutta la fabbrica c'era già una rete di PC, anzi di McIntosh della Apple. Girava pochissima carta, le comunicazioni tra la direzione commerciale, tencnica e la produzione erono su mezzo elettronico. Quindi una volta acquistito l'ordine entrava direttamente nella programamzione della produzione.

La produzione, ovviamente era tutta in automatico, ma questo era anche una costrizione della tecnologia del prodotto.

Da noi a quel tempo eran ben poche le aziende di quelle dimensioni, am anche maggiori, che erano così automatizzate.

le reti aziendali eran considerate ancora un lusso, uno sfizio tecnologico dei "soliti rompi....infirmatici."

Poi inorridii a vedere per le strade palerie di legno che sorreggevano trasformatori con fili che arrivavan li come si vedono nei provvisori dei cantieri.

Ho visto cabine di media con tutto lo sbarramento in bella vista. Unica protezione una rete metallica per segregare la zona in tensione. Dei bei cartelli con fulmine e teschi e la scritta in rosso a caratteri dis catola "DANGER". Il cancello era chiuso con un catenaccio lucchettato. Chi entrava sapeva ai quali potenziali pericoli andava incontro. Chi s'introduceva senza esserne autorizzato lo faceva a suo rischio e pericolo. In caso d'incidente doveva anche rifondere i danni.

Già perchè in USA puoi fare tutto quello che non è espressamente vietato, però te ne assumi la responsabilità civile e penale.

E li bastan solo pochi mesi, se non giorni, per avere la sentenza e, nel caso, la galera non la si evita.

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salve a tutti

oltre che non essere tanto sicuri, sono anche poco efficienti vista la presenza di un solo quadro, posto nel luogo più inaccessibile e nascosto della casa e con una marea di magnetotermici senza uno straccio di indicazione dei circuiti e poi riguardo ai frutti , almeno da noi , la terra è un filo isolato al pari della fase , vi immaginate il disastro che può accadere se il PEN tocca una fase coi cavi pressati in quel modo? ( visti i morsetti che hanno non è poi tanto lontana la possibilità che succeda)

infine, vedendo i lavori fatti sarà anche l'ultimo dei problemi , ma visto che alla fine anche l'occhio vuole la sua parte, che ne pensate dell'estetica dei componenti?

personalmente non li sceglierei mai

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E noi stiamo a scegliere il differenziale classe A-AC- selettivo......stimolante ritardante :lol: (tipo profi-lattico :P ) nei quadri che ho visto la "sensibilita" minima mi sembra sia 10/16A non ricordo bene la "curva" :lol::superlol::lol:

In verita' avendo le case di legno potrebbero essere anche "fortunati" coi contatti diretti....

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Ho visto case (negli usa) costruite in 3 giorni.

La cosa che più mi ha meravigliato non sono stati i tre giorni.

Ma il fatto che gli operai erano i vinini del quartiere.

Con questo chiudo il mio commento.

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Prendendo ad esempio il video, se gli dovesse capitare di "aggiungere" un'accensione o una presa bisogna smontare metà casa?

In verita' avendo le case di legno potrebbero essere anche "fortunati" coi contatti diretti....

:lol: Potrebbe essere una scusa valida per usare così tanto legno per i muri

Modificato: da ElettroMT
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remo williams

Mah...sinceramente più della tecnica impiantistica,da fastidio tutta quella schiuma poliuretanica isolante frapposta tra le pannellature di legno(???)....

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Carlo Albinoni

E noi stiamo a scegliere il differenziale classe A-AC- selettivo......stimolante ritardante

Pensa, negli USA i differenziali, però, sono da 6 mA, mentre in Europa ci vantaimo di usare quelli da 30 mA, quando si può essere già andati arrosto ( :superlol: ).

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almeno da noi , la terra è un filo isolato al pari della fase , vi immaginate il disastro che può accadere se il PEN tocca una fase coi cavi pressati in quel modo?

I sistemi TN sono usatissimi all' estero, siamo noi che non possiamo vederli in ambito civile :lol:

In USA hanno TN-C-S, il PEN arriva al quadro, da cui partono N e PE separati, nel caso una fase entrasse in contatto col PE, sarebbe un corto netto, con intervento delle protezioni magnetiche.

Modificato: da Wolfy
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Appunto, in un TN-C un' eventuale guasto a terra sarebbe praticamente un cortocircuito, quindi i differenziali da 6mA dove li usano?

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remo williams

Usano i 6mA,per protezione dai guasti deboli.

Da tener presente che,un eventuale cortocircuito in TN-C,o similare,potrebbe innescare scintille ed eventuali focolai.

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quindi i differenziali da 6mA dove li usano?

Li usano nelle prese, anzi nelle bi-prese come protezione aggiuntiva. Le loro norme, non li impongono, e' facoltativo e li montano dove c'e' un qualche rischio, acqua e simili, non dappertutto.

Il filmato al post #1 mostra una palazzina con il TN-C-S e nessun differenziale generale, spesso l'impianto e' TN-C e non si possono montare differenziali a monte visto che neutro e terra coincidono.

Le bi-prese contengono un differenziale sensibile, se arriva un PEN lo sdoppiano, il neutro va al polo di neutro attraversando il differenziale, un ponticello a monte del differenziale viene collegato al poli di terra realizzando nella presa il passaggio a TN-S.

Modificato: da rguaresc
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Li usano nelle prese, anzi nelle bi-prese come protezione aggiuntiva. Le loro norme, non li impongono, e' facoltativo e li montano dove c'e' un qualche rischio, acqua e simili, non dappertutto

Quindi non restano mai al buio durante i temporali :lol:

Modificato: da ElettroMT
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Carlo Albinoni

Le loro norme, non li impongono, e' facoltativo e li montano dove c'e' un qualche rischio, acqua e simili, non dappertutto.

No, no sono obbligatori in quanto li chiede il NEC che in parecchi stati è obbligatorio per legge.

Vero che non li mettono dappertutto, ma nei luoghi a maggior rischio elettrico, come bagni, cucina e altri casi ove l'impedenza verso terra delle persone può essere molto bassa.

Sono incorporati nelle prese, una presa master protegge anche altre prese normali in cascata.

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Ciao a tutti

Qualche anno fa ho rifatto ex novo un impianto d'appartamento in Austria, dove i muratori avevano smantellato tutti gli impianti e le mura interne, tutte in carton gesso, anche i bagni.

(Niente lavatrice, c'è n'è una in cantina che si usa a turno, con una gettoniera da 1 € per una trentina di abitazioni).

I tetti sono di legno e sopra ci sono le tegole. Le antenne tv stanno nel sottotetto e non si vedono.

Quando ho iniziato ho cercato la montante, la terra, il telefono, il citofono/campanello e la televisione.

Il tutto arrivava dallo scantinato.

La montante era costituita da due conduttori da 10 mmq, uno nero (fase) ed uno, non ricordo il colore, era il PEN.

La televisione (via cavo, in questo condominio) era un cavo coassiale bianco 75 ohm.

Telefono ed ADSL arrivavano sempre su questo cavo coassiale.

Conteggio conta calorie riscaldamento, sempre su questo cavo.

Citofono/campanello, il tutto su 4 fili.

Ho sudato freddo all'inizio ma in fine sono riuscito. Dichiarazione di conformitá? Il proprietario e l'amministratore non sapevano cosa fosse!

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il fatto che non fosse richiesta la dichiarazione di conformità non penso sia una bella cosa:

il committente chiama una ditta installatrice che fa l'impianto elettrico, idraulico , ecc ..... ma senza un documento che attesti che è fatto secondo certi criteri,che ne può sapere se è fatto bene o meno?

penso che la dichiarazione di conformità sia un motivo di vanto per l'Italia e non un motivo per farci prendere in giro: chi fa un impianto deve essere responsabile di ciò che esegue ma la sua responsabilità decade nel momento in cui qualcun altro ci mette mano , e a questo punto passa la responsabilità al proprietario dell'edificio, o al limite a chi fa delle modifiche, il che lo ritengo molto giusto, se non si rilascia la dichiarazione di conformità cosa si rilascia o come funziona in questo caso in Austria e negli USA?

Modificato: da D80
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Carlo Albinoni

penso che la dichiarazione di conformità sia un motivo di vanto per l'Italia e non un motivo per farci prendere in giro

Non lo so. A parte i fatto che siamo pieni di dichiarazioni farlocche o lacunose (per esempio senza schemi elettrici dettagliati) c'è un problema di sostanza.

Chi è autorizzato a rilasciare DICO è l'installatore abilitato il quale diventa tale in seguito ad adempimenti buracratici-fiscali (iscrizione Camera di Commercio), ma non in seguito ad un esame tecnico, con rilascio di "patente" eventualmente revocabile, come in altri paesi.

Altra perplessità è il fatto che chi rilascia questa "certificazione" è colui stesso che realizza l'impianto: cioé il controllore che controlla sè stesso, e non un collaudatore terzo.

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ovviamente non parlo di chi non fa le cose seriamente rilasciando dichiarazioni non regolari

le leggi e norme non sono perfette, ma se si rispettano si ha comunque una presunzione di aver fatto le cose come si deve, almeno dal punto di vista legale/burocratico

la dichiarazione di conformità andrebbe, a rigor di logica rilasciata da un ente controllore e non dall'installatore come hai detto tu, il problema mi pare che sia sorto con la 46/90 e il suo tanto contestato regolamento di attuazione, tuttavia con la 37/08 non è che sia cambiato granchè sotto questo aspetto, ma per poterla rilasciare occorre avere l'abilitazione dopo l'accertamento dei requisiti il che fa supporre al committente , almeno sulla carta che si sa dove mettere le mani, e, cosa di non poco conto rende responsabile oltre al committente stesso anche chi fa gli impianti sul lavoro svolto non pensi che sia corretto ?

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Sono d'accordo con le vostre affermazioni. E' un argomento trito e ritrito.

Fai fatica a farti riconoscere i costi di una regolare fattura, di un progetto quando serve, di una dichiarazione quando obbligatoria.

L'eventuale professionalitá ha i suoi costi, minimi, ma ce l'ha.

Ciao

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