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Certificazione Nuovo Impianto Elettrico Parziale


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ciao,

avrei un questito.

Ho fatto delle ristrutturazioni di una zona della mia casa, bagno cucina ripostiglio.( tot circa 40mq)

L' impresa che mi ha fatto l'impianto elettrico mi ha fatto delle storie in fase di certificazione

perche mi dice che non puo' farmi il certificato di nuovo impianto parziale nella zona di ristrutturazione

ma puo' farmi un certificato di impianto in regola, perche' altrimenti dovrebbe diffidare il resto dell' impianto della casa.

a voi risulta?

nel senso il resto dell' impianto della casa e' in regola( sfilabile e messa a terra) a parte le luci soffitto, pero' non capisco perche' non puo' dichiarare il nuovo impianto anche se parziale.

grazie

elisa

poi capiamoci la certificazione me la fa comunque

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ciao

la ditta che ha fatto l'impianto deve consegnare la dichiarazione di conformità per i lavori che ha svolto, se c'era un impianto preesistente nei locali ristrutturati si tratta di rifacimento e messa a norma , altrimenti si tratta di ampliamento, dietro verifica della linea dal punto di allaccio fino al gruppo di misura ( che deve essere comunque fatta ), nella documentazione deve dichiarare espressamente i lavori svolti, quali materiali ha utilizzato e quali norme ha seguito, nei modi indicati dalle leggi e consigliati dalle normative vigenti nel luogo e nel momento di installazione degli impianti.

Se la porzione di impianto viene allacciata ad esempio da una scatola di derivazione, la ditta deve controllare che dalla scatola di derivazione al gruppo di misura l'impianto sia in regola con le norme e in grado di reggere l'ampliamento, quindi deve mettere come punto di origine dell'ampliamento o rifacimento il punto da cui si allaccia alla rete generatrice ( dal contatore ), tutto il resto della casa non interessa e può non essere menzionato se non sono stati fatti lavori o verifiche.

comunque le voci come ampliamento, rifacimento, ecc sono presenti nel modulo della dichiarazione di conformità

c'è comunque da dire che le norme "consigliano e non obbligano", quindi la ditta, in accordo con la regola d'arte ( e questa si che è obbligatoria ai sensi del d.m. 37/08 e che la ditta dovrebbe ben conoscere) può decidere, in accordo col committente e non in contrasto con le leggi e i decreti legge, di non seguire ad esempio la variante V3 della norma CEI 64-8 che consiglia un determinato numero di prese e luci per ambiente, ma di mettere il numero di frutti indicati dal committente , naturalmente il tutto deve essere espressamente dichiarato nei minimi particolari, è una questione di responsabilità da ambo le parti.

con questo termine "certificato di impianto in regola" non capisco cosa si intenda, in regola con cosa?

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Questa è la classica situazione dove ognuno dice la sua a seconda della convenienza,

se da una parte chi ha fatto le installazioni elettriche nella parte ristrutturata della casa non può certo dire che ha fatto un nuovo impianto, dall'altra non avrebbe potuto fare nessun ampliamento o manutenzione se l'impianto originario non fosse stato a norma con tanto di certificato. Credo che chi ha fatto i lavori avrebbe dovuto avvertirti prima di queste circostanze e che tu come committente avresti dovuto chiedere prima se avevi bisogno che il certificato riportasse la dicitura "nuovo impianto".

Personalmente quando mi chiedono lavori del genere propongo sempre al cliente di verificare tutto l'impianto ed eventualmente adeguarlo e certificarlo tutto insieme come nuovo. Trovo che non sia corretto dire che una parte dell'impianto è a norma e un altra no, intendiamoci con qualche scappatoia è anche ammesso ma tecnicamente come faccio a garantire che la parte che non ho certificato e neanche controllato non possa innescare situazioni pericolose anche nella parte di mia responsabilità? Ora magari qualcuno dirà che potrei posare una colonna solo per una stanza o addirittura usare un trasformatore d'isolamento per isolare le frazioni di impianto, ma nella realtà faccio prima a fare un unico impianto e se proprio il cliente non vuole perché deve riconoscermi del lavoro in più gli faccio firma lo scarico di responsabilità a costo di non prendere il lavoro.

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Ciao l'ala dove ho rifatto l'impianto aveva gia' certificato di conformita perche' era stata ristrutturata meno di 10 anni fa.

Quest'anno ho deciso di rifare tutto spostando le destinazioni d'uso dei locali la interessati dove c'era la cucina e' nato un bagno + dispensa e la cucina e' finita nello studio.

Quindi anche se avevo il certificato a norma ho voluto rifare tutto ex novo.

Il rifacimento della zona indicata finisce direttamente al generale con area nuova gestita da MTD dedicato sotto il generale affiancato da altro MTD per la zona vecchia.

Questo per isolare i 2 impianti.

L'elettricista mi ha detto che nonostrante questo non puo' farmi un certificato di nuovo impianto ma di verifica impianto a norma, ovvero come se l'avessi chiamato

per certificarmi l'impianto non fatto da lui.

Detto questo io ho pagato un nuovo impianto quindi tutto era chiaro e volevo capire se devo fargli scrivere dall'avvocato.

Il mio topic era solo per chiedervi conferma se e' vero che non puo' farmi un doc di rilascio di un nuovo impianto per la sola zona rifatta, ma solo di verifica.
Perche' un'altra parte non e' a norma e dovrebbe diffidare l'atra parte.

Grazie

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Volutamente Anonimo

Descritta così è complicato capire.

A occhio sembra una manutenzione straordinaria.

Non si capisce esattamente cosa ha fatto l'impresa nella zona soggetta a ristrutturazione.

Se ha spostato qualche punto presa, recuperato linee esistenti ecc ecc.

Se ha modificato l'esistente e/o se ha recuperato l'esistente a parer mio si rientra nella manutenzioen straordianaria.

L'impresa potrebbe aver ragione a titubare nel dichiare la zona ristrutturata come nuovo impianto.

Tuttavia basta che dettagli esattamente cosa ha fatto.

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L'impresa ha rifatto tutto l'impianto della zona, del vecchio non ho volutamente tenuto nulla.

Per non avere poi scaricabarili apposta.

Ripeto dal generale parte nuova linea a nuovo impianto zona giorno protetto da MTD dedicato, non ci sono intersezioni con vecchio impianto.

Piu' chiara di cosi' non saprei cosa dire.

PEr me mi deve fare un certificato di nuovo impianto della zona, non di verifica impianto.

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Non conosco le tue competenze tecniche, ma un magnetotermico o un differenziale non bastano per impedire interferenze tra due linee, la parte non a norma declassa l'intero impianto.

La questione è che tu consideri due impianti diversi mentre l'elettricista lo considera unico, tecnicamente sono in pieno accordo con l'elettricista perché esiste un solo punto di consegna elettrica e l'appartamento per adesso è indivisibile e quindi considero un unico impianto elettrico e di conseguenza i lavori sono stati fatti su una parte di esso, possiamo chiamarlo ampliamento, modifica o manutenzione straordinaria ma non certo nuovo impianto. Detto questo c'è da dire che spesso le norme vengono interpretate in modo diverso e soprattutto in casi come questo avrei gradito che l'ente preposto a disciplinare il settore intervenisse una volta per tutte a fare chiarezza. Non è raro che installatori certifichino come nuovo impianto l'installazione di un paio di prese sostenendo a torto (secondo me) che il loro lavoro non influenza l'esistente, quindi se proprio ti serve che venga certificato in questo modo chiedi all'impresa di fare uno strappo alla regola.

Se poi vuoi parlarci delle motivazioni, magari fiscali, che ti portano a fare questa richiesta, forse possiamo consigliarti una strada alternativa.

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Condivido tutto quello che hai detto, infatti sarebbe bello ci fossero delle casistiche chiare senza interpretazioni, invece mi sembra che spesso ci siano parere diversi.

Ho chiesto a 3 tecnici diversi ed i pareri erano discordanti.

comunque poi alla fine e' piu' una questione di principio..alla fine la cosa importante e' che l'impianto fatto sia sicuro ed a norma.

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Di certo non puo' rilasciare una dichiarazione di "verifica d'impianto", in quanto ha comunque fatto dei lavori.

Questo caso puo' essere tranqulllamente inquadrato come "manutenzione straordinaria", indicando nella voce "altro" il cambio di destinazione d'uso di alcuni locali

Si rilascia DDC solo per la parte ove si sono eseguite le lavorazioni, comprensive di planimetria con indicate chiaramente le parti non soggette a lavorazione.

Inoltre chi rilascia il tutto deve dichiarare che le opere eseguite sono compatibili con quato preesistente e che l'interveno non compromette la sicurezza degli altri impianti

Ovviamente devono essere presenti i collaudi.

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salve a tutti

i lavori eseguiti dalla ditta non pregiudicano la sicurezza dell'impianto preesistente ,

ma... la ditta, avendo verificato che una parte di quest'ultimo che non è a norma, chi mi dice che non sia questa a pregiudicare la sicurezza dei lavori appena fatti?

avrebbe dovuto collegarsi solo dopo aver verificato, messo in sicurezza e a norma la parte che non lo è altrimenti certifica "una manutenzione straordinaria a norma " collegata ad un impianto non a norma" , il che rende l'intero impianto anche se solo una sua parte non è a norma, tutto l'impianto non può considerarsi a norma, parte nuova compresa,

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La 37/08 parla chiaro, non è possibile dichiarare un impianto se non lo si ha fatto.

Ogni impianto o modifica devono essere dichiarate.

Ora se io eseguo da zero un impianto anche in ristrutturazione devo dichiararlo come nuovo impianto.

Per ampliamento si intende un'aggiunta a quello esistente.

Manutenzione straordinaria quando si cambia parte di impianto.

Non è possibile obbligare il committente a rifare tutto se non vuole, io devo se possibile solo mettere in condizione il vecchio di supportare il nuovo o cercare un strada alternativa per alimentarlo.

Tornando al problema sembra di trovarci di fronte ad una manutenzione straordinaria, resta chiaro che va dichiarato con riferimento alla dichiarazione esistente per la parte non modificata.

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Non ho letto tutti i post...ma mi pare il classico difetto di comunicazione...chiariamo..

"" Di norma, la ditta installatrice ..esegue su commissione i lavori commissioanti, per la sola parte interessata, di cui rilasia certificazione degli impianti, etc etc.Formalmente, immagino che il principio del committente era finalizzato alla conclusione di un nuovo impianto elettrico integrale aggiornato alla norma vigente.""

Prendi un professionista a parte per l'inpianto elettrico, e concludi un matrimonio tra quello eseguito ora, e quello che dovrai affrontare per avere un impainto integralmente aggiornato. Poi chiudi la pratica dei lavori.

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Volutamente Anonimo

A parer mio trattasi di manutenzione straordinaria.

A parte le definizioni, che sono solo un discorso di lana caprina, l'impresa deve comunque certificare la sua porzione di impianto E verificare che la parte d'impianto che lui ha realizzato sia compatibile con l'impianto preesistente.

Oltre ovviamente, a far riferimento a dichiarazioni di conformità preesistenti ecc ecc.

Se il caso è questo e l'impresa fa storie, appellarsi sempre all'articolo quinto!

Questo da un punto di vista tecnico.

Da un punto di vista fiscale, se vi siete accordati per pagamenti "diversamente bianchi" è anche ovvio che l'impresa si stia cercando di tutelare: arrampicandosi sugli specchi.

In questo caso vi siete creati il problema in due.

Modificato: da Volutamente Anonimo
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Ciao,

una nota: l'impianto di casa mia era stato rifatto e certificato solo nella zona che ho rifatto per 2 successive ristrutturazioni.

Il resto dell'impianto non ha certificazione e' quello che ho trovato nella casa 30 anni fa che funziona benissimo non mi ha dato problemi ma non ha certificazione.

La maggior parte delle persone che non hanno eseguito lavori non hanno la certificazione elettrica solitamente.

Quindi non ho certificati di conformita' per il vecchio impianto.

Il tecnico mi ha detto che mi certificava il generale della casa ed il ramo nuovo (che non ha collegamenti con il vecchio), mi ha chiesto piantina della casa con la zona

d'intervento.

Detto questo puo' farmi la manutenzione straordinaria ? o senza certificazione del vecchio. non puo'?

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La parte vecchia può essere certificata con una Dichiarazione di Rispondenza eseguita da un professionista abilitato.

Il professionista dovrà eseguire un sopraluogo e verificar che la parte di impianto "vecchia" risponda ai requisiti minimi di sicurezza, come previsto dalla legge.

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A parer mio trattasi di manutenzione straordinaria.

Vero, probabilmente, con uno sforzo economico supplementare, avreti avuto una revisione integrale dell'impainto...?

E' come il caso dei "professionisti" che sotituiscono i conduttori ed i frutti ove possono negli impainti datati, dove dichiarano : "" L'impainto ora è a norma"".

In realtà, si ha una manutenzione straordianaria, diversa per funzioanlità dalla V3 ora cap 37, anche se dal punto di vista della sicurezza elettrica c'e' un vantaggio.

Questioni di interpretazione ...di impianti rifatti in questo modo ce ne sono tanti, peccato che i committenti sono relamente convinti di avere un impianto integralmente aggiornati.

Alla fine dei conti, come premettono molti illustri professionisti del settore, il fondamento universale è dettato in primis dalla sicurezza elettrica, diversa è primaria rispetto all'aspetto prettamente funzionale della V3 con i livelli.

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Il resto dell'impianto non e' a norma secondo me, la casa e' storica e per dire i lampadari sono a soffitto ancora con i fili in tessuto.

Le prese e frutti invece hanno la terra.

Credo l'unica cosa sia quella ma non posso rompere il soffitto per mettere il corrugato. e la terra.

Mi rivarro' a questo punto sull'impresa, non mi aveva detto che avrei dovuto pero' avere l'impianto a norma di tutto il resto.

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Mi rivarro' a questo punto sull'impresa, non mi aveva detto che avrei dovuto pero' avere l'impianto a norma di tutto il resto.

Veramente è il proprietario che doveva adeguarsi alla legge già dal 1990.

L'impresa aveva lìobbligo di segnalartelo, ma non l'obbligo di procedere all'adeguamento.

Dipende motissimo da quello che è stato specificato sul preventivo.

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concordo aveva l'obbligo di comunicarmelo.


Nel preventivo era chiaramente scritto

nuovo impianto zona giorno, punti di 25 punti luce con rilascio certificazione.

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Sono interventi su parte della casa installando circa 25 prese.

Se fossero intervenuti solo su parte di un muro installando una sola presa si sarebbe posto lo stesso problema?

Per logica si pone lo stesso dilemma almeno che qualcuno non citi riferimenti normativi per cui sotto un certo numero di prese ci vuole oltre non ci vuole.

Comunque sia potrbbero scrivere, lo hanno promesso, che quelle stanze sono a norma. Non dichiarerebbero il falso.

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