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Placca interruttore luce all’interno del box doccia


del_user_83838

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del_user_83838

Un amico ha preso in locazione un piccolo appartamento nel mio stesso condominio nel quale posseggo un alloggio: lo loca per passare i week-end (quando può) nonché le ferie natalizie ed estive.

Durante le feste appena trascorse ha dedico di trascorrere, con moglie e figlia di 3 anni, alcuni giorni nella sua nuova casa. Durante la prima doccia salta il salvavita dell’appartamento e non c’è verso di riattivarlo se non dopo un’oretta abbondante. Verificando la possibile ragione si rende immediatamente conto che l’interruttore della luce del bagno era posizionato accanto alla porta d’ingresso, e sin qui non ci sarebbe nulla di strano, ma la parte destra della placca entra all’interno del box doccia: quindi ogni volta se ci si fa la doccia inevitabilmente (sopratutto coi bambini) l’acqua va all’interno dell’interruttore e fa corto circuito.

Il palazzo è del 1980 e dispone già di salvavita (magari non dei più moderni, ma è già qualcosa), la cosa che non mi spiego e come possa essere venuto in mente a chi ha progettato l’impianto elettrico di posizionare l’interruttore della luce proprio in quella posizione! Se la bambina avesse toccato la placca? Non oso immaginare!

Il mio amico ovviamente ha chiesto spiegazioni al padrone di casa, giusto per capire come possano avergli certificato la conformità dell’impianto e lui dopo non poche insistenze gli consegna la fotocopia di una autocertificazione in cui dichiarava di avere gli impianti a norma, ma dell’attestato rilasciato del tecnico elettricista manco a parlarne.

Io ho dato in locazione un appartamento ho fatto mettere a norma sia l’impianto elettrico che quello del gas ed ho tutte le certificazioni di conformità: una copia delle stesse le ho date all’inquilino ed un’altra all’amministratore dello stabile.

Stando a quando dicono altri inquilini dello stesso proprietario, questi non avrebbe alcuna certificazione di conformità dell’impianto elettrico e, quindi, quello che ha auto certificato è falso.

Se uno dei suoi inquilini dovesse avere un incidente a causa dell’impianto elettrico non certificato questo signore passerebbe un mare di guai (anche penali), tutto questo per risparmiare qualche centinaio di Euro! Io ho fatto certificare l’impianto del mio appartamento (nello stesso stabile di quello locato) ed era assolutamente a posto: ho solo fatto sostituire placche ed interruttori perché quelli presenti non mi piacevano.

 

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La legge che ha istituito la Dichiarazione (non certificazione) di Conformità è del 1990 e non è retroattiva, perciò gli impianti installati prima del 90 non devono averla. Ciò non toglie che l'obbligo di installare a regola d'arte valeva anche nel 1980, Con l'autocertificazione  Il proprietario ha dichiarato il falso non perché non ha "l'attestato" dell'elettricista che non è obbligato ad avere ma perché il suo impianto non è fatto a regola d'arte visto che:

6 ore fa, palebbi scrisse:

...la placca entra all’interno del box doccia: quindi ogni volta se ci si fa la doccia inevitabilmente (sopratutto coi bambini) l’acqua va all’interno dell’interruttore ...

Inoltre il tuo amico dovrebbe chiedere al quel signore, che mi sembra di capire non sia un esperto di impianti elettrici, in base a quale legge, norma, circolare ministeriale, disposizione comunale ecc ecc. si sia sentito autorizzato a dichiarare che l'impianto è a norma. :huh:

Poi ci sarebbe anche da verificare se quel piatto doccia non sia magari stato montato in seguito ad una ristrutturazione del bagno. Magari quando è stato fatto l'impianto l'interruttore in questione si trovava in una zona asciutta.

Perché da elettricista ti dico che nessun collega con 2 dita di testa monterebbe un interruttore in quel modo.:toobad:

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Salve per impianti elettrici nelle unità ad uso abitativo realizzati prima del 13 marzo 1990 si considerano adeguati se dotati di sezionamento e protezione contro le sovracorrenti posti all'origine dell'impianto, di protezione contro i contatti indiretti o protezione con interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale non superiore a 30mA per questo non troverai mai una dichiarazione di conformità.. Dopo quella data è diventata obbligatoria la DICO e fino al 2008 per impianti realizzati ma sprovvisti si poteva emettere una dichiarazione di rispondenza chiama DIRI..  Spesso amministratori chiedono certificazioni di impianti anni 80 ma non esistevano.. paradossalmente l'impianto potrebbe essere sprovvisto di terra ed essere affittato senza problemi.. diverso se fosse post 1990 dove è obbligatoria la dico e impianto di terra.. detto questo almeno la presa andrebbe spostata su l'esterno della parete del bagno

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Attenzione.

 

La legge 46 del 1990 dice che:

28 minuti fa, ilsolitario scrisse:

impianti elettrici nelle unità ad uso abitativo realizzati prima del 13 marzo 1990 si considerano adeguati se dotati di sezionamento e protezione contro le sovracorrenti posti all'origine dell'impianto, di protezione contro i contatti indiretti o protezione con interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale non superiore a 30mA...

Purché detti impianti siano realizzati a come prescritto dalla legge nr.186 del 1968 che recita "gli impianti devono essere realizzati “a regola d’arte”, gli impianti realizzati secondo le Norme CEI si intendono automaticamente realizzati “a regola d’arte”. Legge che la 46-90 non ha abrogato.

Le norme CEI del 1980 non le ricordo a memoria ma sono pronto a scommettere che una scatola elettrica nella doccia che si prende gli spruzzi d'acqua non era ammessa.

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del_user_83838
2 ore fa, hfdax scrisse:

La legge che ha istituito la Dichiarazione (non certificazione) di Conformità è del 1990 e non è retroattiva, perciò gli impianti installati prima del 90 non devono averla. Ciò non toglie che l'obbligo di installare a regola d'arte valeva anche nel 1980, Con l'autocertificazione  Il proprietario ha dichiarato il falso non perché non ha "l'attestato" dell'elettricista che non è obbligato ad avere ma perché il suo impianto non è fatto a regola d'arte visto che:

Inoltre il tuo amico dovrebbe chiedere al quel signore, che mi sembra di capire non sia un esperto di impianti elettrici, in base a quale legge, norma, circolare ministeriale, disposizione comunale ecc ecc. si sia sentito autorizzato a dichiarare che l'impianto è a norma. :huh:

Poi ci sarebbe anche da verificare se quel piatto doccia non sia magari stato montato in seguito ad una ristrutturazione del bagno. Magari quando è stato fatto l'impianto l'interruttore in questione si trovava in una zona asciutta.

Perché da elettricista ti dico che nessun collega con 2 dita di testa monterebbe un interruttore in quel modo.:toobad:

Il piatto doccia c'è sempre stato, è stato aggiunto solo il box (inteso come pareti per evitare la fuoriuscita dell'acqua). Il tizio dichiara di avere l'impianto a norma non in base a qualche legge ma al fatto che abbia la stessa intelligenza di una mosca...al punto che nel condominio è soprannominato "neurone solitario" oppure semplicemente cogli****. Alcuni anni fa s’è svegliato sentendosi idraulico, per cui ha cambiato la valvola sfiato di uno dei caloriferi di casa, installando quella nuova alla carlona: conseguenza ha allagato con l’acqua dell’impianto di riscaldamento il suo appartamento, quello della signora sotto di lui (che non l’ha presa affatto bene, sopratutto perché la signora è leggermente irascibile), ed ha fatto saltare il parquet di casa mia. La bravata gli è costata almeno 25-30.000€ per ripagare i danni.

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13 minuti fa, palebbi scrisse:

Il piatto doccia c'è sempre stato,...

 

Allora, giusto per tentare un ultima disperata difesa della categoria :lol: ipotizzo che a fare quell'impianto non sia stato un vero elettricista. Continuo a ritenere che nessuno di noi anche 40 anni fa avrebbe fatto una cosa del genere.
 

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Tecnicamente l'interruttore è stato posto tra la zona 1 e la zona 2 .. da manuale:roflmao: ma tornando seri.. escludendo il problema interruttore in doccia un tale appartamento ante 1990 magari senza impianto di terra è affittabile?? Da come ho letto pare proprio di si.. io nel 1980 ero appena nato

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la cosa non è bella ma...è cosa vista e tante volte

in diversi quartieri è praticamente standard avere l'interuttore non in doccia ma sulla vasca da bagno (edificati dagli anni 50 fino agli anni 70/75)

anche il boiler, se elettrico, è spesso sopra la vasca da bagno e con tanto di "valvola" di sezionamento :huh:

 

Quote

Io ho dato in locazione un appartamento ho fatto mettere a norma sia l’impianto elettrico che quello del gas ed ho tutte le certificazioni di conformità: una copia delle stesse le ho date all’inquilino ed un’altra all’amministratore dello stabile

il mettere a norma è una cosa "fumosa"

l'impianto di adduzione gas su una costruzione anni 80 va prativamente realizzato da nuovo dal contatore fino all punto di "servizio"

quello elettrico se lo si vuole portare alle ultime disposizioni devi rifare da capo l'appartamento

Quote

gli consegna la fotocopia di una autocertificazione in cui dichiarava di avere gli impianti a norma

questa è "simpatica" <_<

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Cin sono delle placche dette idobox di nuova fattura e  design della BTicino, anche se non è normato quell'impianto con le distanze con 8€ si risolve in forma anche elegante.

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5 minuti fa, Elettroplc scrisse:

Cin sono delle placche dette idobox di nuova fattura e  design della BTicino, anche se non è normato quell'impianto con le distanze con 8€ si risolve in forma anche elegante.

Probabilmente non riuscirebbe a montarle perché, troppo sporgenti, non passano sotto il vetro del box doccia.

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Matteo Mabesolani

sicuramente quell'impianto così non può stare, sopratutto in presenza di una bambina: bisogna intervenire quanto prima installando una placca stagna a regola d'arte isolandola bene e verificare il differenziale.

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1 ora fa, Matteo Mabesolani scrisse:

sicuramente quell'impianto così non può stare, ...

Non c'è dubbio e se la soluzione della placca stagna è adottabile è senz'altro la più pratica.

Qualora non lo fosse l'alternativa è montare una scatola a parete dalla parte opposta alla quella esistente, quindi fuori dal bagno. Poi forare la parete per mettere le due scatole in comunicazione e portare i conduttori alla scatola esterna dove montare l'interruttore. Quindi chiudere quella interna con un coperchio sigillato ai bordi con silicone.

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