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Spegnimento automatico amplificatore dopo un certo tempo in assenza di segnale audio


Enzo 1

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Buon giorno a tutti.

Grazie Grazie ancora 

Credo proprio che a questo punto seguirò lo schema del dott. Cicala.

Si..in questo caso i tempi di ritardo sarebbero un po' troppo brevi usando solo lm358

Inoltre,il transistor q3 qui sullo schema.,un pnp, ci vorrebbe da almeno 800mA ,potrei mettere un transistor generico,..ma quale?..

Qualche suggerimento?

Certo un trimmer all' ingresso è indispensabile.100k più che sufficiente direi.

 

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  • Enzo 1

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  • del_user_97632

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47 minuti fa, Enzo 1 ha scritto:

Inoltre,il transistor q3 qui sullo schema.,un pnp, ci vorrebbe da almeno 800mA ,

 

Scusa ma quanto ti consuma la bobina del relè?

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50 minuti fa, Enzo 1 ha scritto:

Credo proprio che a questo punto seguirò lo schema del dott. Cicala.

 

Questo è uno schema decente.

Però se proprio si vuol fare un bel lavoro basta un LM311 che pilota direttamente il relè, ma forse è troppo facile.:smile:

però io son sempre del parere che uno deve sperimentare sino in fondo l'idea di partenza per arrivare alla conclusione, capendo i problemi, che l'idea non è valida.:smile:;)

Modificato: da Livio Orsini
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Forse  il suo relè è così

image.png.e8afad6675ef9ecef832a063f901d62a.png😁

 

1 ora fa, Livio Orsini ha scritto:

Questo è uno schema decente.

Però se proprio si vuol fare un bel lavoro basta un LM311 che pilota direttamente il relè

 

Solo decente? 😩

 

Ho visto che aveva già il 358 ... e poi di questo ne basta uno solo.

 

2 ore fa, Enzo 1 ha scritto:

Si..in questo caso i tempi di ritardo sarebbero un po' troppo brevi usando solo lm358

Ma quanto tempo deve stare acceso sto benedetto amplificatore? Due giorni?

Con 1M e 470u puoi arrivare a 10 minuti abbondanti...

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Salve

Davvero molto acuto dott.Cicala.

Si certamente a volte perdersi in sperimentazioni di questo genere può essere una perdita di tempo..anche se devo ammettere che si impara sempre qualcosa.Senza per questo togliere nulla a Livio .Persona bravissima e competente..per carità.ci mancherebbe altro.

Tornando al circuito dunque avevo pensato ad un bc327 come transistor Q3.

Sono anche io di questo parere nel senso che spesso ci si deve arrangiare con quello che si ha...infatti avendo a disposizione un relè della Finder.un po' datato,con bobina a 12 volt .avevo pensato di utilizzarlo per lo scopo invece di farlo marcire in magazzino .

Purtroppo la bobina assorbe 100mA circa,per questa ragione necessita un transistor con una Ic di un certo valore.

Inoltre questi relè sono indicati sia per sicurezza che come tecnologia costruttiva ad interrompere carichi di un certo rilievo a tensioni come quella di rete a 220volt..Non mi fido di interrompere un carico in tensione 220volt con un relè  da 8  10A Max tipo quelli da circuito stampato per intenderci.Anche se questi sono garantiti in isolamento per 10K volt e assorbono molto meno.

Dunque un Bce 327 può andare bene?

Che ne dite?

Grazie ancora.

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15 ore fa, dott.cicala ha scritto:

Solo decente? 😩

 

Funziona senza problemi, quindi è decente; se avesse problemi sarebbe indecente.:P

 

14 ore fa, Enzo 1 ha scritto:

avevo pensato di utilizzarlo per lo scopo invece di farlo marcire in magazzino .

Purtroppo la bobina assorbe 100mA circa,

 

 

Verifica se è un assorbimento a regime o se è di spunto. Se è l'assorbimento a regime, allo spunto assorbirà molto di più.

Comunque usa un transistors darlington specifico per commutazione tipo TIP120 (NPN) o TIP125(PNP).

14 ore fa, Enzo 1 ha scritto:

Non mi fido di interrompere un carico in tensione 220volt con un relè  da 8  10A Max tipo quelli da circuito stampato per intenderci

 

Tieni presente che l'assorbimento del tuo dispositivo non è sicuramente a cosphi 1 (carico puro resistivo) quindi verifica la corrente che il relè può commutare in AC3. Spannomentricamente c'è un rapporto 1 a 8 tra la corrente commutabili in AC3 e quella in AC1 (carico resistivo puro). Se non è specificato alcunchè sul relè significa che il valore di corrente è dato in AC1

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Salve

Dunque l'assorbimento della bobina del relè è di 100 mA a regime.

Come diceva Livio un tip 125 basta e avanza con una Ic di 5A...

Grazie per l'aiuto ...è da 1 anno che ho ripreso ad armeggiare  on l'elettronica ,dopo moltissimo tempo ...sono un po' arrugginito e molte cose erano finite nel dimenticatoio.

Sarà un bel lavoro.

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Si certo .

Ci sarò...ci vorrà un po' di tempo però..tra il lavoro una cosa è l'altra..

Nei ritagli di tempo sono in laboratorio..

Appena messe a punto le elettroniche passo alla costruzione meccanica dello chassis visto che c'è ancora un bel po' di alluminio.

A presto .

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Si certo .

Ci sarò...ci vorrà un po' di tempo però..tra il lavoro una cosa è l'altra..

Nei ritagli di tempo sono in laboratorio..

Appena messe a punto le elettroniche passo alla costruzione meccanica dello chassis visto che c'è ancora un bel po' di alluminio.

A presto .

P_20191027_160643.jpg

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Intanto ti posso dare un piccolo assaggio amplificatore Mosfet 2sk1058 2sj168 Toshiba.

Preamplificatore a transistor con ampli per cuffie in classe A.

Alimentazione classica con trasformatore tropicale.

 

P_20190310_013601.jpg

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  • 2 weeks later...

Salve

Per vostra delizia posto la realizzazione del circuito di spegnimento automatico al quale ho aggiunto 2 trimmer,uno per la regolazione del tempo da 2secondi a mezz'ora circa; l'altro invece per regolare la sensibilità di ingresso.P_20191103_013004.thumb.jpg.88e9a4836e2e54bc0f399b8bf83ef392.jpg

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del_user_97632

Un altra idea e' rimuovere tutti gli amici OA e usare un piccolo PIC 8 pin con ingresso ADC. E pilotare il relay da gpio. Ovviamente soluzione che non stimola la comprensione dell'analogica (che sto cercando di capire :)).

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13 ore fa, _angelo_ ha scritto:

Un altra idea e' rimuovere tutti gli amici OA e usare un piccolo PIC 8 pin

L'ho pensato e disegnato con un 12F1572 ma non sapevo se Enzo fosse attrezzato per la programmazione....

Modificato: da dott.cicala
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del_user_97632

Si  diciamo che mi scuso per la proposta, dopo i vostri complessi studi, la proposta del pic e' forse offensiva :) Anche se la nuova serie di pic 14bit, che costano in genere < 1$, potrebbe avere un buon candidato, forse potrebbero risultare meno componenti.

 

Ma ... troppo facile cosi.

 

Ben piu interessante soluzione con operazionali. Cercato di capire un po' le vostre spiegazioni, "massa virtuale" e' un concetto che non trovo ben spiegato in internet, anche la traduzione in wikipedia non mi convince.  Avere il tempo ... proverei certamente il circuito sopra, vediamo. (Ora devo giocare un po anche con la nuova stampante 3d, per altro ottima per supporti, scatolette e quant'altro, per ora fatto un tappo per bidet).

Modificato: da _angelo_
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1 ora fa, _angelo_ ha scritto:

Cercato di capire un po' le vostre spiegazioni, "massa virtuale" e' un concetto che non trovo ben spiegato

 

Bisogna risalire al concetto di amplificatore operazionale.

Semplificando e banalizzando i concetti.

I due ingressi differenziali dell'amplificatore hanno identica tensione per definizione; se l'amplificatore fosse ideale sarebbe così, nella pratica c'è una piccola differenza che costituisce l'offset della tensione di ingresso.

Per convenzione si considera la tensione a cui è collegato l'ingresso non invertente come potenziale zero (impropriamente massa).

Se si connette l'ingresso, non invertente ad una tensione differente dallo zero fisico del circuito, questa tensione diventa lo zero virtuale; lo zero fisico si assume per convenzione come potenziale negativo, mentre il potenziale positivo è il valore della tensione di alimentazione meno il valore della tensione a cui è connesso l'ingresso non invertente.

Se colleghiamo l'ingresso invertente al medesimo potenziale di quello non invertente l'uscita dell'amplificatore assumerà il valore di tensione degli ingressi a cui sarà algebricamente sommato il valore di offset moltiplicato per il guadagno di tensione.

Se la tensione all'ingresso invertente è diversa da quella di rifiremento, ovvero il valore della tensione applicata all'ingresso non invertente, il valore della tensione di uscita assumerà il valore della tensione di riferimento più la somma algebrica della differenza di tensione tra i 2 ingressi, moltiplicata per il giuadagno di tensione.

 

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2 ore fa, _angelo_ ha scritto:

Si  diciamo che mi scuso per la proposta, dopo i vostri complessi studi, la proposta del pic e' forse offensiva

Ci stai prendendo in giro? :P

 

14bit sarebbero sprecatissimi, 10 sono più che sufficienti.

 

Avevo pensato di usare ugualmente uno dei comparatori interni per rilevare la presenza del segnale, né più né meno di come ho fatto con l'operazionale.

Inoltre avrei usato un timer il cui tempo sarebbe stato definito tramite un ingresso analogico.

La sensibilità sarebbe stata impostata andando ad agire sull'altro ingresso del comparatore.

L'ingresso mres usato come input sarebbe stato il comando si start, un' uscita avrebbe pilotato il bjt.

 

Nella versione analogica non ho usato nessuna massa virtuale.

 

Gli operazionali contenuti nel 358 vengono volutamente alimentati a tensione singola.

 

In questo modo, il primo OA che è in configurazione ad amplificatore non invertente può amplificare solo la semionda positiva del segnale.

I due diodi in ingresso servono da protezione:

Uno limita la semionda positiva a poco più della tensione di alimentazione, l'altro quella negativa al valore di soglia del diodo.

L'amplificazione è talmente alta che basta un segnale con ampiezza di poche decine di mV per saturare l' OA e la sua uscita caricherà il condensatore la cui costante di tempo determinerà il ritardo allo spegnimento in assenza di segnale. Il diodo sull'uscita dell'OA serve ad evitare che il condensatore si scarichi sull' OA stesso quando la sua uscita è bassa. L'ultimo OA è un comparatore la cui tensione di soglia è stabilita dalla tensione ai capi del diodo, ed è appunto la sua Vd.

Si ottiene così che è sufficiente una tensione ai capi del condensatore di poco superiore a quella di Vd per mandare bassa l'uscita e saturare il transistor PNP che a sua volta comanda il relè e farà accendere il led.

 

Per far lavorare bene gli ADC del pic è necessario valutare le impedenze e in ogni caso, se non si vuole ricorrere a circuiti di adattamento, non saranno mai elevate quanto quelle di un OA.

 

Se si desidera accoppiare questo aggeggio direttamente all'uscita dell'amplificatore audio perturbando il meno possibile l'impedenza complessiva del carico,

è necessario che l'aggeggio abbia la più alta impedenza possibile.

 

Quindi,  per avere le stesso impatto sull'impedenza dell'amplificatore, un pic da solo non basta e di conseguenza il circuito sarebbe stato più complesso. :P

 

Modificato: da dott.cicala
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del_user_97632
1 ora fa, dott.cicala ha scritto:

14bit sarebbero sprecatissimi, 10 sono più che sufficienti.

Si, intenvdevo i pic 14bit (bus istruzioni, instruction set), 12F e 16F sono uguali.

 

Figurarsi se non avendo pratica di operazionali mi avanza di prendere in giro. Li studiai a scuola nel 91, ovviamente con professori che riempivano lavagne di formule e dimostrazioni matematiche, parlando di guadagno infinito (e io pensavo ma come e' possibile? ), zero pratica. Da quella volta ci ho sbattuto contro pochissimo, non ho mai sperimentato con loro, devo assolutamente capirne di piu.

 

Ora lavoro su linux embedded da perecchi, anni, mi trovo sempre dentro a problemi digitali, mi arrangio, ma appena nello schema capita l'analogica, li soffro parecchio.

 

Dunque, vi ringrazio infitamente delle preziose spiegazioni. Dopo verso sera leggero il tutto piano piano vedendo di capire tutto. 

Modificato: da _angelo_
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