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PLC Forum


Da programmatore JAVA a PLC, domande su quest'ultimo


M.Lorenzo

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Salve, sono un programmatore JAVA che vorrebbe passare a programmare PLC. Volevo chiedervi alcune cose:
1) In certe offerte di lavoro ho visto che è richiesta la conoscenza di Visual Basic. A volte ci si trova a dover programmare in questo linguaggio?
2) La programmazione di PLC è un'attività che mette insieme informatica, elettronica e meccanica? Le ultime 2 bisogna conoscerle come utilizzatore?
3) Mi hanno detto che ci sono figure che stanno in ufficio e fanno solo software. Come fanno a programmare il PLC se la macchina da controllare non è lì? Usano dei simulatori?
4) Qualcuno di voi è stato un programmatore di PC e quindi un informatico puro? Se si, mi saprebbe dire se programmare PLC è meno noioso?

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1) In certe offerte di lavoro ho visto che è richiesta la conoscenza di Visual Basic. A volte ci si trova a dover programmare in questo linguaggio?

 

Per programmare i PLC no, almeno per quelli più diffusi.

 

 

2) La programmazione di PLC è un'attività che mette insieme informatica, elettronica e meccanica? Le ultime 2 bisogna conoscerle come utilizzatore?

 

Avere buone basi di informatica sicuramente facilita laprogrammazione dei PLC.

Le conoscenze di meccanica, elettrotecnica ed elettronica sono indispensabili per la progettazione di un sistema di automazione.

Per la sola programmazione di un PLC è necessario conoscere l'ambiente di svilupp di quel PLC, ad esempio TIA Portal per Siemens, i linguaggi usati per quel tipo di PLC ed almeno avere le conoscenze fondamentali di base del sistema target.

 

 

3) Mi hanno detto che ci sono figure che stanno in ufficio e fanno solo software. Come fanno a programmare il PLC se la macchina da controllare non è lì? Usano dei simulatori?

 

Si esistono simulatori software ed è anche facilmente ricostruibile un hw per la simulazione e verifica grossolana del lavoro.

Personalemente diffido molto delle aziende dove chi programma il PLC non va poi a fare la messa in marcia dell'impianto.

Se una persona si limita alla realizzazione del Sw su specifiche altrui non solo non crescerà professionalemente, restando sempre solo un programmatore, ma si rischia di avere soluzioni incompatibili con la realtà.

 

 

4) Qualcuno di voi è stato un programmatore di PC e quindi un informatico puro? Se si, mi saprebbe dire se programmare PLC è meno noioso?

 

Personalmente  trovo più noioso programmare un PC.

Le mie preferenze sono per lo sviluppo si sitemi di automazione tramite microelaboratori dedicati come si faceva un tempo; i PLC attuali sono talmente potenti che possono fare agevolmente il lavoro di un micro elaboratore industriale anche se la programmazione di un PLC, dal mio punto di vista, è piuttosto banale dal punto di vista concettuale,anche perchè le librerie in dotazione ai PLC sono oramai complete di (quasi) tutto. Programmare un PLC diventa come costruire un robot con i Lego.

Ma questa è la mia opinione; sicuramente molti altri avranno opinioni differenti.

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Parlo della mia esperienza, non sono un informatico.

Il Visual Basic potrebbe essere utilizzato per sviluppare qualche interfaccia tra PLC e PC, o per qualche operazione su display HMI, personalmente non l'ho mai fatto.

La programmazione per PLC ha a parer mio necessità di conoscenza di Meccatronica, cioè la meccanica applicata alla elettronica e viceversa, o meglio la conoscenza delle macchine e delle loro operazioni. Secondo me è un tipo di programmazione non troppo campata in aria, ma che comporterà operazioni di movimento, controllo, processo che è bene siano molto chiare per non fare disastri fisici (se un braccio robotico si trova dentro una pressa e questa si chiude, ci vuole un nuovo braccio robotico e probabilmente un nuovo stampo per la pressa...).

Le figure che lavorano solo in ufficio io le ho viste solo in qualche grossa azienda, dove sviluppano solo parte del software, e che probabilmente non vedranno mai il macchinario in funzione.

La programmazione dei PLC (io provengo dall'elettronica e microprocessori) è meno noiosa poiché dai "vita" a un macchinario che altrimenti è un ammasso di acciaio, tubi e fili. Ovviamente purché tu non caschi nella tua opzione 3, che io ritengo di una noiosità e insoddisfacenza totale.

A parer mio, l'andare in officina a programmare è più gratificante, come anche fare il commissioning del proprio software dal cliente. Quindi, cioè, per annoiarsi poco bisogna lavorare in una piccola/media azienda.

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Dove lavoro io c'è un programmmatore che sa giusto le basi di elettrotecnica, sui 60anni, ottimo informatico e programmatore di robot (kuka, abb ecc,) che però viene sul campo e mette in funzione i macchinari. Mi ha chiesto di aiutarlo di tanto in tanto per la ricerca guasti. Devo dire che è veramente bravo. In cambio mi ha aiutato a capire certi concetti della programmazione Plc. In ogni caso credo fortemente che le basi sia di elettrotecnica e meccanica siano davvero necessarie. 

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Grazie a tutti per le risposte che mi avete dato. Una cosa però non è chiara: quanto deve essere profonda la conoscenza dell'elettrotecnica, dell'elettronica e della meccanica. Il fatto è che un mio amico che fa questo mestiere da più di 20 anni mi ha detto che l'elettronica deve essere conosciuta a livello di utilizzatore e che serve l'elettronica digitale. Mi ha detto che la teoria dell' ITIS serve a poco (abbiamo fatto elettronica tutti e 2) e addirittura di dimenticare certe cose.

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Come già detto sopra sevono le basi dell'elettronica ma serve anche sapere l'elettrotecnica in quanto macchine elettriche e anche la meccanica per sapere cosa andiamo a muovere le forze e le coppie in gioco, anche la meccanica non in modo approfondito ma le cose basilari. Chi ha fatto elettronica all'ITIS probabilmente ha meno basi di meccanica perchè veniva un po' più trascurata, infatti probabilmente chi ha fatto elettrotecnica si trova più a suo agio perchè ha trattato in maniera più concreta anche la meccanica e l'elettritecnica stessa e la concezione dell'elettromeccanica stessa è il mondo da cui è stato concepito inizialmente il mondo del PLC. Coll'andare del tempo il mondo del PLC si è evoluto e si è più avvicinato al mondo dell'informatica ma rimane sempre fondamentale avere le conoscenze della meccanica e dell'elettrotecnica. Personalmente derivando dall'elettrotecnica non ho avuto difficoltà vent'anni fa ad approcciare al mondo del PLC e il passare o l'avvicinarsi al mondo dell'informatica non l'ho trovato di una grande difficoltà ma capisco che approcciare al mondo dei PLC venendo dal solo mondo informatico potrebbe essere dura, anche se i PLC adesso non sono più quelli di vent'anni fa e la situazione è molto migliore

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Mi ha detto che la teoria dell' ITIS serve a poco (abbiamo fatto elettronica tutti e 2) e addirittura di dimenticare certe cose.

L'elettronica la usi poco o niente, se non per hobby.

 

Oggi non si costruiscono schede più schede dedicate da inserire nei macchinari, quindi un vero e proprio circuito elettronico non lo si vede più. Tutta la burocrazia e le certificazioni per adeguarsi alla normativa CE; la disponibilità di soluzioni già fatte sul mercato porta ad avere nei quadri elettrici solamente componenti certificati.

 

Certo devi avere dimestichezza nel sapere la differenza fra sensori con interfaccia 0-10 V dc oppure 0-20 mA dc ma da qui a fare un circuito ce ne passa...

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Rispondendo a leleviola: vorrà dire che studierò quello che mi manca. Ormai leggendo i post su questo sito ho capito che bisogna studiare continuamente, ma questo vale per tanti altri mestieri. Al giorno d'oggi è così.

Modificato: da M.Lorenzo
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Ormai leggendo i post su questo sito ho capito che bisogna studiare continuamente

E' il bello di tali mestieri, io sono affascinato dal fatto di dover sempre studiare qualcosa di nuovo, imparare da nuove sfide, anche dopo 35 anni di lavoro... Se dovessi stare in un ufficio a fare sempre la stessa cosa, e indipendentemente dalle mie decisioni, andrei nei pazzi dopo pochi giorni.

 

L'elettronica la usi poco o niente, se non per hobby

Questo è vero per la parte programmazione, ma io faccio anche il progetto hardware, e ogni tanto qualche schedina di interfaccia la devo fare, i prodotti commerciali spesso non si adattano a specifiche esigenze. E attenzione che la compatibilità e la certificazione CE delle schede non sono queste bestie affamate di sangue, basta leggere bene le norme. E che le schede non si usino più non è vero, molti sottassiemi standard sono ancora sviluppati con schede dedicate per contenere costi (e preservarsi dai copioni).

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Mi ha detto che la teoria dell' ITIS serve a poco (abbiamo fatto elettronica tutti e 2) e addirittura di dimenticare certe cose.

L'elettronica la usi poco o niente, se non per hobby.

 

Al di là che, come giustamente è stato detto qualche scheda di interfaccia e robetta varia la devi creare, non concordo, perchè all'elettronica è legata tutta la parte di elettronica industriale (almeno ai miei tempi era chiamata così) che a me è servita tantissimo: studiare i sistemi di controllo compresa la parte matematica (che non era proprio una passeggiata) mi ha aperto la testa e mi ha permesso di fronteggiare numerose problematiche con lo spirito giusto. Capisco che ormai va di moda dire che  la teoria non serve a nulla ma io, del vecchio conio, continuo a dire che quando hai solide basi teoriche la pratica poi diventa un divertimento e la soddisfazione di realizzare ciò che hai studiato.

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Ctec dice:

 

La programmazione dei PLC (io provengo dall'elettronica e microprocessori) è meno noiosa poiché dai "vita" a un macchinario che altrimenti è un ammasso di acciaio, tubi e fili. Ovviamente purché tu non caschi nella tua opzione 3, che io ritengo di una noiosità e insoddisfacenza totale.

e anche:

 

Se dovessi stare in un ufficio a fare sempre la stessa cosa, e indipendentemente dalle mie decisioni, andrei nei pazzi dopo pochi giorni.

Ma che differenza c'è tra programmare un PLC in ufficio e farlo in officina dal punto di vista della noia? In officina ti muovi di più mentre in ufficio sei sempre fermo e per questo è più noioso? Se programmi PLC in ufficio fai sempre la stessa cosa?

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L'esperienza mi ha fatto vedere i programmatori da ufficio come generalmente avulsi dalla macchina. Gli viene detto: "sviluppa una routine che fa A, B e C; si interfaccia così e cosà, ecc ecc" e non ha idea di cosa dovrà fare tale routine nel complesso. Questa è la noia, non lo stare in ufficio. Non hai visione dell'insieme di una macchina o impianto, non vedi mai l'applicazione di ciò che fai. Per la mia natura, ciò è aberrante. Ma ovviamente non siamo tutti uguali, per altri potrebbe essere la manna dal cielo. Posso solo far riferimento alla mia esperienza e al mio modo di operare. Ho un amico che ha abbandonato un posto così in una grande e rinomata azienda, proprio perché non vedeva l'insieme, non toccava mai il metallo delle macchine.

Lo stesso per me vale non solo per i PLC ma anche per le schede. Adoro seguirne lo sviluppo dall'inizio alla fine. Evidentemente, lo so, sono un accentratore.

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L'esperienza mi ha fatto vedere i programmatori da ufficio come generalmente avulsi dalla macchina

 

Tradotto in italiano corrente: non conocono le conseguenze del loro lavoro:smile:

E una cosa molto pericolosa, c'è il rischio che si realizzi qualche cosa di analogo alla famosa storiella dell'altalena.

Ai tempi ho lavorato in un'azienda (era un'azienda IRI) dove questa filosofia era applicata anche ai "progettisti" analogici.

Mettevano assieme uin po' di convertiori e un po' di shede multifunzione, più elettromeccanica Q.B..

Poi a volte quelli della messa in servizio rifacevano la macchina, un po' per necessità e un po' perchè "ci marciavano".

 

Lo stesso per me vale non solo per i PLC ma anche per le schede.

 

E' comunque necessario che chi fa la messa in marcia della macchina sia stato coinvolto nello sviluppo del Sw applicativo, se non altro per conoscerne la filosofia e sapere chi fa che cosa.

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Effettivamente lo capisco, ma se uno ha la "sfortuna" di capitare in una grossa azienda e quindi di essere messo a fare solo software rischia di annoiarsi come a fare l'informatico puro. Questa è la mia paura. Non c'è una soluzione oltre che a cambiare azienda? Di questi tempi il lavoro scarseggia...

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La scelta la fai quando cambi azienda.

Se ho capito tu programmi PC e non sei soddisfatto del lavoro, vorresti passare all'automazione industriale. per questo devi cambiare azienda, durante le trattative verifichi le condozioni.

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Sono perfettamente d'accordo con tutti.

programmo i PLC i pannelli opertaore e sistemi SCADA da oltre 32 anni e mi sono davvero compiaciuto quando ciò che avevi pensato e scritto in un software

poi lo vedevi prendere forma in una macchina o in un impianto durante l' avviamento.

A dirla tutta in certi momento è stata davvero dura, soprattutto quando ti trovi all' estero su una macchina/impianto che proprio non ne vuol sapere di funzionare e quindi

cerchi di capire se i problemi sono di natura meccanica, elettrica, elettronica oppure nel software stesso..e di notti a sbattere la testa opure di levatacce alle 4 del mattino ne ho 

passate tante ma alla fine .. quando col cliente si brinda sulla macchina/impianto è un momento impagabile.

Un' anno fa sono letteralmente "fuggito" da un' azienda molto blasonata e conosciuta dove le decine di programmatori e programmatrici quasi tutti neolaureati venivano 

fatti accomodare davanti a un PC con tanto di sistemi di simulazione e buttavano giù algoritmi a più non posso senza magari nemmeno aver visto mai un inverter o 

addirittura un multimetro e tantomeno un oscilloscopio che li mandava in panico.

E' un bel lavoro, anche molto creativo,  ma probabilmente e come già qualcuno ha scritto, nelle grosse aziende si tende a industrializzare il software e tutto questo va gradualmente svanendo con tutte le conseguenze del caso.

 

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Spero di aver capito bene. Praticamente state dicendo che se ad esempio devo costruire un robot coi lego è più bello realizzarlo davvero nel senso di scrivere il software, montarlo, provarlo, vederlo funzionare e avere la soddisfazione di vedere i risultati di quello che hai fatto. Se devo solo scrivere il software utilizzando un simulatore che ha un modello meccanico del robot e magari scrivere parti del programma che non so nemmeno che funzione hanno all'interno di tale robot per poi non vederlo neanche mai in funzione tutto questo è più brutto. E' questo il problema relativo al punto 3 del mio primo post? Certo, immagino che la macchina venga sempre costruita da qualcun altro e che i programmatori di PLC si occupino "solo" di automatizzarla.

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Certo, immagino che la macchina venga sempre costruita da qualcun altro e che i programmatori di PLC si occupino "solo" di automatizzarla.

Il bello è proprio entrare nel dettaglio di funzionamento della macchina. A tal proposito prima di stendere anche la più elementare riga di codice della macchina devi iniziare a capire i modi di funzionamento previsti (automatico, manuale, passo passo, semiautomatico ecc.) quindi per ogni attuatore ne devi capire il significato. Solo alla fine potrai strutturare delle macro funzioni che alla fine diventano codice.

Il tutto si concretizza con riunioni con la progettazione meccanica, oleodinamica, elettrica, pneumatica dove prendere il maggior numero di appunti e dove sviscerare il maggior numero di domande.

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Un'altra cosa è importante e mi interesserebbe sapere: ci sono nelle aziende figure che si occupano di programmare il PLC e di mettere in marcia la macchina o l'impianto (immagino che quest'ultima cosa sia il collaudo)? Queste figure stanno davanti al computer 8 ore al giorno sempre? Escludendo il trasfertista il programmatore di PLC è un mestiere che ti fa stare davanti ad un computer 8 ore al giorno sempre?

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Escludendo il trasfertista il programmatore di PLC è un mestiere che ti fa stare davanti ad un computer 8 ore al giorno sempre?

 

Dipende dall'organizzazione aziendale, come puoi capire leggendo le risposte precedenti.

Però qualunque sia l'organizzazione aziendale quando stai sviluppando il software praticamente stai davanti al PC per tutto il tempo; il perchè è abbastanza logico, se il software si sviluppa su di un PC e tu stai sviluppando il software dove dovresti lavorare se non davanti ad un comuter?

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Un'ultima domanda: che possibilità ci sono di trovare lavoro come non trasfertista? Ho visto nelle offerte che li cercano tutti disponibili a fare delle trasferte.

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molto difficile che un programmatore PLC non sia un trasfertista a meno che non trovi un azienda che fa manutenzione interna alle proprie linee di produzione e abbia un programmatore interno che faccia le modifiche ai software, il programmatore PLC in genere prepara il software e all'occorrenza va a metterlo in esercizio dove viene installato a meno che la macchina non venga già provata e collaudata in sede e non ci sia bisogno del programmatore

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Un'ultima domanda: che possibilità ci sono di trovare lavoro come non trasfertista? Ho visto nelle offerte che li cercano tutti disponibili a fare delle trasferte.

possibilità uguale a zero.

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Ok, grazie a tutti per le informazioni che mi avete dato. Adesso non mi viene più in mente niente ma se in futuro ci sarà qualcos'altro eventualmente lo chiederò.

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