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“Livello di prestazione di un impianto di allarme” Norma CEI 79-3


Termico

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Buongiorno, volevo chiedere gentilmente a qualcuno del forum, una spiegazione riguardo il livello di prestazione di un impianto di allarme. Mi spiego meglio, la norma CEI 79-3 descrive i quattro livelli di prestazione dell’impianto di Allarme Intrusione e Rapina, dettagliandoli con delle tabelle riferite all'ubicazione del sito da proteggere. Quello che non ho compreso è, (prendendo come esempio un appartamento ubicato al quinto piano di un palazzo di otto piani in un quartiere popolato, avente una finestra e due balconi che si affacciano su una strada ad alta percorrenza, più tre finestre su un cortile condominiale) se per il livello di prestazione riferito a questo tipo di ubicazione, bisogna proteggere anche i balconi e relative finestre, oppure è sufficiente proteggere il portone d’ingresso con un contatto magnetico + inerziale, più ovviamente i rivelatori volumetrici a protezione di tutti gli ambienti dell’unità abitativa, oppure usando la sola metodologia a “trappola”.

Grazie  

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Ciao tempo fa esisteva una tabella exel per calcolare il tutto, ho visto che esiste anche un app ma non mi sembra completa. tutto è relativo, anche chi installa dovrebbe essere  certificato oltre al materiale. se ci tieni il quadro della gioconda  o un Rembrandt, ci abita super vip a rischio rapimento, non sono nella tabella. 

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Nell’aggiornamento della Norma è stato inoltre introdotto un metodo tabellare per la determinazione del livello di prestazione di un impianto, come alternativa al metodo analitico.

Sostanzialmente la nuova edizione della Norma CEI 79-3 fornisce per ciascuna delle cinque tipologie impiantistiche che rappresentano contesti operativi omogenei (unità abitativa isolata, unità abitativa non isolata, caveau, insediamento industriale, cassaforte) 3 tabelle per ciascun sottoinsieme che compone l’impianto. Da queste tabelle è possibile dedurre direttamente il livello di prestazione di ciascun sottosistema in funzione del grado di sicurezza, del tipo e della disposizione dei componenti.

Ulteriore aspetto innovativo introdotto da quest’edizione della Norma è un allegato informativo che descrive le competenze delle persone responsabili della valutazione del rischio, della progettazione, dell’installazione, della manutenzione e riparazione di un impianto di allarme intrusione, indicando quale debba essere la formazione e l’esperienza minima necessaria.

Fonte: Federazione ANIE

Altresì è da intendere la Norma CEI ad integrazione delle Norme EN che riguardano il Grado di Sicurezza dell'impianto.

 

Alla tua domanda dovresti risponderti da solo se conosci come va elaborato un progetto da proporre al Cliente, tenendo conto dell'analisi del rischio non solo del sito ma anche del rischio per le persone che metterei al primo posto.

 

E' chiaro che la tipologia del tuo esempio riguarda il contesto di "unità abitativa non isolata" e dove il rischio che avvenga un attacco dai balconi al 5° piano è basso, ma va tenuto in conto che c'è sempre la possibilità di calata dell'intruso dall'alto in funzione della sua capacità e determinazione. Occorre però valutare anche la situazione psicologica del Cliente nel timore di ritrovarsi l'intruso all'interno senza che non ci sia alcun "deterrente" che cerchi di dissuaderlo ancor prima che cominci ad attuare effrazione.

 

Ora dovresti domandarti:

  • "In coscienza, posso proporre di proteggere solo la porta d'ingresso con queste premesse pur soddisfacendo le norme di sicurezza del sistema di Disinserimento? 
  • "Posso proporre un sensore per stanza se poi dovranno essere disabilitati quando Cliente e famiglia sono presenti?"
  • "Perché dovrei "gonfiare" un preventivo per installare un sensore per ogni stanza quando il Cliente lascia libero il sito, ...dato che ne basterebbe solo uno o due in punti strategici nella malaugurata ipotesi (per altro improbabile) di malfunzionamento di un sensore esterno nel/nei balconi e a cui posso aggiungere anche contatti sugli infissi?"

Chiaramente poi l'impianto dovrà essere eseguito a regola d'arte (piccolo o grande che sia), e la scelta degli apparati e sensori dovranno rispettare le Norme EN in funzione del Grado di Sicurezza che si dovrà dichiarare nella DICO. Insomma…, è qui che si esprime la capacità e competenza dell' Installatore

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Grazie Panter per la risposta esaustiva, però il quesito non riguardava me, che tra l’altro non sono un installatore, ma un mio conoscente, che volendo far installare nel proprio appartamento un sistema di allarme, ha preso contatti con un tecnico, il quale dopo aver fatto un sopralluogo nell'appartamento gli ha stilato un preventivo con la descrizione del lavoro che avrebbe eseguito. Questo consisteva nel proteggere il portone d’ingresso con un contatto magnetico ed uno inerziale, l’installazione di un rivelatore DT nell'ingresso, più un altro rivelatore nel corridoio sfruttando la metodologia a “trappola”, oltre alla centrale di allarme. Dopo aver letto questo preventivo, gli ho detto che mi sembrava alquanto misero e insufficiente, visto che mancava tutta la protezione perimetrale, suggerendogli di ricontattarlo e chiedergli come mai aveva omesso quest’ultima. Ebbene vuoi sapere cosa gli ha risposto? che quella conformazione di impianto soddisfaceva la norma CEI 79-3, e quindi poteva stare tranquillo. Ecco il motivo per cui mi sono andato a leggere questa norma, e pur avendola ben interpretata ho voluto chiedere consiglio al Forum. In sostanza, non ha voluto gonfiare il preventivo per accaparrarsi il lavoro, pur restando sul ciglio della correttezza normativa. A questo punto vorrei consigliargli di cambiare installatore con un altro più competente e soprattutto coscienzioso, andandoci prevenuto. Da quello che hai scritto, mi sembra di aver inteso che sarebbe stato opportuno proteggere almeno i due balconi con le relative finestre, tralasciando eventualmente le altre tre che affacciano sul cortile condominiale, correggimi se sbaglio.

Saluti

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20 ore fa, Termico ha scritto:

Grazie Panter per la risposta esaustiva, però il quesito non riguardava me, che tra l’altro non sono un installatore, ma un mio conoscente, che…...

Se lo dicevi prima era meglio perché si poteva rispondere in maniera più mirata.

Sembrava più lo "sfogo" di un installatore che si era trovato a competere con altro preventivo che prevedeva solo la protezione della porta d'ingresso, e quindi con forte scompenso verso il proprio preventivo che avrebbe previsto protezione dei balconi e qualche sensore all'interno (anche se non indispensabili oltre il numero di 2).

 

20 ore fa, Termico ha scritto:

In sostanza, non ha voluto gonfiare il preventivo per accaparrarsi il lavoro, pur restando sul ciglio della correttezza normativa.

In molti casi, alcuni installatori proprio per accaparrarsi il lavoro, specie se il cliente non pone eccezioni ed ha un budget di spesa limitato, pensa di "sgonfiare" al limite il preventivo proprio per prendere la commessa, tanto non contano le norme CEI ma quello che dichiarerà nella DICO  certificando il grado di sicurezza secondo le Norme EN adducendo "come concordato col cliente relativamente al grado di rischio del sito". Le Norme CEI e EN sono delle direttive che varranno a seconda del Grado di sicurezza che dovrà avere l'impianto e che sarà dichiarato nella DICO (certificazione e libretto impianto). Altro è la Normativa di legge, come il codice ATECO di Attività e la lettera B o C della C:Commercio necessari ad abilitare l'installatore ad eseguire impianti d'allarme antifurto.

 

21 ore fa, Termico ha scritto:

Da quello che hai scritto, mi sembra di aver inteso che sarebbe stato opportuno proteggere almeno i due balconi con le relative finestre, tralasciando eventualmente le altre tre che affacciano sul cortile condominiale, correggimi se sbaglio.

E' opinione ormai consolidata che nella progettazione di un buon sistema antifurto residenziale si debba affiancare alla protezione dei beni la protezione anche delle persone che ci vivono, e che ambedue fanno parte dell'analisi del rischio.

 Ai balconi si può accedere in diverse maniere, quindi è d'obbligo prevedere la protezione degli accessi situati in essi minimo con contatti ad alta sicurezza antieffrazione o meglio ancora con dei sensori DT a tenda verticale che guardano dall'alto verso il basso sopra a ogni accesso. Questi ultimi permettono di avere rilevazione degli intrusi ancor prima che venga tentata effrazione.

Per le altre finestre è d'obbligo un attento esame in fase di sopralluogo.

 

Beh…., senz'altro stai consigliando bene il tuo amico. 

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18 ore fa, Panter ha scritto:

Beh…., senz'altro stai consigliando bene il tuo amico. 

Sono il punto di riferimento quando deve trattare questioni tecniche, e se mi interpella, cerco di consigliarlo al meglio.

Saluti e Buona Pasqua

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