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tecnica per individuare un componente guasto


tesla88

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cambiarlo non è il massimo della goduria essendo un pcb a doppia faccia ed è saldato su entrambe

Se ti consola, quella sotto è una delle 3 schede di un echo/delay anni 80 che ho dovuto riparare per uno studio di registrazione, mi è toccato dissaldare 1 a 1 gli IC fino a trovare i colpevoli, ben 6 IC solo su quella scheda, tutto perché l'alimentatore lineare che provvede a dare i 5V è andato in corto... 

Ah ovviamente senza aver schemi :D

 

P.S. ovviamente non lo scrivo per fare " lo spesso" o la gara a chi è più bravo, ma solo perché credo nel "mal comune mezzo gaudio" :) 

 

Buon lavoro

 

pcb.jpg

Modificato: da tesla88
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23 ore fa, tesla88 ha scritto:

mi è toccato dissaldare 1 a 1 gli IC fino a trovare i colpevoli,

bene, coraggioso ,con che metodo? hai la pispola per togliere lo stagno o vai di pompetta a mano? o usi altri metodi?

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Il 18/9/2020 alle 08:49 , tesla88 ha scritto:

mi è toccato dissaldare 1 a 1 gli IC fino a trovare i colpevoli, ben 6 IC solo su quella scheda, tutto perché l'alimentatore lineare che provvede a dare i 5V è andato in corto... 

Qualche mese fa ho visto su YouTube uno dei video-tutorial di Louis Rossman in cui spiegava il suo metodo di ricerca dei componenti in corto: dare tensione alla scheda in corto con un alimentatore di adeguata potenza e poi spruzzare con refrigerante per capire quale componente si surriscalda (a dire il vero lui usa l'alcool... dice che costa meno ed evapora in fretta).

Ho fatto un tentativo ma senza risultati apprezzabili: immagino per "colpa" dell'alimentatore dotato di protezione sull'uscita (integrato regolatore LM337K).

Cosa ne pensate dell'idea in generale? Un alimentatore da laboratorio con trasformatore tradizionale può essere adatto a questo utilizzo? Per il poco che ne capisco uno switching dovrebbe avere più problemi con un carico così critico... o sbaglio?

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Penso sia una buona idea, da prendere con le dovute precauzioni per non danneggiare il circuito stampato, potrebbe essere di aiuto una telecamera termica per vedere al volo i componenti che surriscaldano. Come alimentatore ce ne vuole uno con corrente regolabile ma che mantenga tale corrente anche con l'uscita in corto circuito. La tensione va regolata a circuito aperto in modo che sia più bassa di quella di normale funzionamento del circuito che ha il corto, in modo che se durante le operazioni di ricerca del componente in corto questo si interrompesse facendo cessare il corto circuito, non si rischia di bruciare altri componenti per sovratensione.

Penso che un'alimentatore switching non sia adatto allo scopo.

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Mi piacerebbe approfondire la questione ma non vorrei "inquinare" la discussione di Riccardo, anche se l'argomento é in tema: se fosse di interesse generale si potrebbe spostarlo in una nuova discussione, magari nella sezione "Elettronica Generica". Che dite?

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Perfetto, grazie mille Riccardo.

Sto pensando di modificare il mio vecchio alimentatore basato su LM337K con un circuito tipo questo (oppure quest'altro). 3 o 4 Ampere dovrebbero essere sufficienti nella maggior parte dei casi, giusto?

Molto interessante l'idea della telecamera termica: credo di aver qualcosa di utilizzabile in casa, andrò alla ricerca.

Mi piacerebbe sapere in quali occasioni avete ottenuto i risultati migliori, con che attrezzatura e quali regolazioni.

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Cavolo, oggi mi sveglio, guardo il forum e non trovo più la mia risposta al thread sul rcf di Riccaro.. poi ho capito :D

 

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bene, coraggioso ,con che metodo? hai la pispola per togliere lo stagno o vai di pompetta a mano? o usi altri metodi?

 

Ho una stazione con stilo dissaldante della Etneo (provenienza IBM) che a parte le difficoltà nel reperire le punte, funziona alla grande anche sui doppia faccia (anche se qualche imprecazione in questi casi è concessa)

 

Quanto al coraggio...Sinceramente la mia risposta al cliente iniziale è stata : non credo valga la pena ripararlo...

Non sono uno che si arrende e cerco sempre di capire la causa del problema senza sostituire componenti a caso, il problema è che nel caso in questione non c'era modo di avere schemi,

non esistono pezzi di ricambio (in realtà c'è un tipo in California che ha delle schede ... costano un rene e comunque se vedete dalla foto le schede son parecchie)

La macchina è un echo/delay molto complesso, per altro non è che non funzionasse, funzionava ma praticamente generava del rumore digitale che andava crescendo all'aumentare del tempo di riverberazione...

Già capire se il problema fosse nella parte di acquisizione A/D è stato complicato, senza schemi e senza sapere cosa fa il processore ....

Alla fine dopo diversi tentativi ho ristretto il problema a una delle 3 schede che "memorizzano" il segnale

 

le 3 schede sono identiche e montano una 30 di IC's, nessuno scaldava in modo anomalo, nessuno reagiva al freddo o al caldo (almeno nei limiti del buon senso), 

forse con un analizzatore logico avrei potuto testare più facilmente le schede ma ahimè non lo possiedo, inoltre le prime porte che ho sostituito erano quelle in ingresso e uscita (visto che il proprietario aveva sfilato le schede senza nessuna precauzione ESD) senza risultato. 

 

A questo punto ho proceduto in questo modo, generatore di dente di sega a 5V limitato in corrente (in pratica una R da 1k per ogni probe) che va a 2 probe, oscilloscopio doppia traccia, con un probe vado su un punto di una scheda e con l' altro probe sull'altra scheda, ovviamente le 2 schede hanno il gnd in comune con gnd del generatore, annoto tutte le differenze, il problema è che alcuni IC sono collegati direttamente, sostituisco 1 a 1 gli IC dove ci sono le differenze, risultato ? 

Va peggio di prima :D

Ho scoperto che queste schede sono moooolto sensibili al flussante, le ho pulite in maniera maniacale... 

Risultato: 

FUNZIONA

 

  

 

 

WRONGROOM: AMS RMX16

 

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10 ore fa, tesla88 ha scritto:

il cliente è un buon cliente e che non avevo limiti di budget

Il tuo cliente, avesse bisogno, dagli pure il mio riferimento 🤣

 

Scherzi a parte, complimenti per il "coraggio" nell affrontare una cosa del genere

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Caspita, l'AMS! Non ne vedevo uno dai primi anni '90. Per fortuna non ho mai dovuto ripararlo...

 

Ho riletto con più attenzione il tuo post: avevo capito male, era l'alimentatore in corto, non gli integrati sulla scheda. Quindi la tecnica di cui parlavo non sarebbe servita, giusto?

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avevo capito male, era l'alimentatore in corto, non gli integrati sulla scheda.

esatto, l'alimentatore del AMS è uno stepdown che da circa 8V ricava il +5V, il mosfet è andato in corto, fortunatamente è saltato il fusibile che protegge i 5V e quindi il danno è stato limitato.

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Quindi la tecnica di cui parlavo non sarebbe servita, giusto?

Non essendoci componenti danneggiati al punto di assorbire più del dovuto, non penso .. fosse stato così avrei provato ad alimentare la scheda cercando componenti "caldi"

 

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Caspita, l'AMS!

Esatto. E' una macchina eccezionale, ho sentito cosa può fare a livello di "ambiente" sopratutto sulle voci ed è fenomenale.

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1 ora fa, tesla88 ha scritto:

l'alimentatore del AMS è uno stepdown che da circa 8V ricava il +5V, il mosfet è andato in corto, fortunatamente è saltato il fusibile che protegge i 5V e quindi il danno è stato limitato.

Sto cercando di riparare un Mac Pro 2006 con un guasto simile: assenza delle alimentazioni a 5 e 3,3 volts, ricavate dai 12 tramite due MOS-FET Si4410B e un regolatore IRU3037 (montati sulla scheda logica, non sull'alimentatore: soluzione piuttosto inconsueta, in perfetto stile Apple).

La causa del guasto però é da premio Oscar: l'amico che lo stava usando ha pensato bene di installare un HD con il connettore IDE da 40 pin nella bay per i dischi SATA 😱  Quando si dice andarsele a cercare...

Anche in questo caso non ci sono componenti in corto. Ho però un paio di schede madri che vorrei sottoporre alla terapia-elettrochoc, un po' drastica ma promettente, appena avrò l'alimentatore adatto.

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