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Domande generiche sui multimetri (specifiche, impiego, funzionamento)


Redshift

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Ciao a tutti. Come dicevo nella presentazione, sono abbastanza nuovo a questi argomenti, perciò mi stavo studiando da zero qualche strumento di misura per capire cosa acquistare.
Ho letto in giro, ma ho ancora parecchi dubbi che spero possiate aiutarmi a chiarire, perciò... faccio un po' di domande, non maleditemi (non troppo) 😁
Qualsiasi risposta, anche parziale mi sarebbe certamente utile.

 

1 - Differenza misurazioni A-V: domanda da ignorante. Mi sembra di capire che la misurazione della corrente sia più stressante per lo strumento rispetto a quella di tensione (o altre), corretto?
Mi chiedevo come mai. Dopotutto se misuro una tensione, per esempio su una presa domestica, ho comunque passaggio di corrente attraverso lo strumento creando sollecitazione (infatti bisogna fare molta attenzione a non toccare parti in tensione), direi la stessa quantità che vi passerebbe se misurassi la corrente stessa.
Penso che la ragione risieda nella maggior sensibilità dei componenti del circuito atto a misurare la corrente, che sarebbe quindi ben distinto da quello della tensione e per natura più complesso e delicato (sarebbe dunque per questo che abbiamo i fusibili sulla parte deputata alle misure di corrente?)

 

2 - Necessità di count/digit: qualcuno potrebbe fare qualche esempio situazioni in cui è utile avere una determinata risoluzione piuttosto che un'altra? Non essendo abituato a fare misurazioni mi è difficile immaginare su due piedi la casistica.

 

3 - Funzione termometro: tipicamente è valida? (inteso specie nei modelli economici). C'è perdita rispetto ad un, anche semplice, termometro digitale preso a parte? Da capire se sia un parametro da considerare per l'acquisto.

 

4 - Pinza amperometrica: anche in questo caso vorrei capire se è una funzione valida anche sui modelli più economici, altrimenti su che cifra bisogna andare per avere un oggetto realmente utile. Il dubbio qui mi viene perché mi sembra uno strumento più "delicato" di altri e quindi che necessiti di maggior cura per dare misure attendibili e non farlocche... anche se forse è solo un'impressione senza senso reale.

 

5 - Affidabilità: non mi è chiaro cosa aspettarmi sotto questo punto di vista. Se compro uno strumento oggi, dopo quanto devo aspettarmi una perdita di affidabilità nelle misure? (Considerando un utilizzo corretto e non intensivo, anzi occasionale e conservando il multimetro in casa).
Dipenderà anche dalla qualità, ma appunto non so che differenza ci possa essere tra uno da 25€, da 50, da 100.
In sostanza non so se, comprando un qualsiasi multimetro, posso usarlo tranquillamente per 3-5 anni, o se dopo 2 sarebbe già inaffidabile per certe misurazioni.

Modificato: da Redshift
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del_user_237282
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Differenza misurazioni A-V: domanda da ignorante. Mi sembra di capire che la misurazione della corrente sia più stressante per lo strumento rispetto a quella di tensione (o altre), corretto?

 

Sì.

Se il multimetro misura una tensione, questo assorbirà un valore di corrente molto basso (quasi sempre trascurabile) poiché la tensione in ingresso entrerà solo in circuito che la misura. E' sufficiente avere un multimetro con un isolamento adeguato (che, in parole povere, significa utilizzare il tester per misurare tensioni entro il suo range massimo e non oltre) e la tensione non solleciterà nulla.

Se invece misura una corrente è necessario interrompere il circuito per far passare la corrente da misurare nello strumento. All'interno del multimetro è presente un resistore (shunt) che, generando una piccola caduta di tensione, permette ad un circuito di misurare la corrente che scorre. Il passaggio di una corrente elevata sollecita il tester poiché si scaldano i componenti (in particolare il resistore shunt, le piste del PCB, i connettori, i puntali e i loro cavi) ed è una cosa più "stressante". Infatti sulla maggior parte dei tester (specialmente quelli economici), sul connettore usato per misurare correnti elevate c'è scritto "max 10 secondi ogni 15 minuti" che significa che puoi misurare una corrente per un periodo di tempo limitato (10 secondi) e poi devi attendere 15 minuti per far "riposare" lo strumento.

 

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2 - Necessità di count/digit

 

Dipende da quello che devi fare. Se lo usi per far lavori su impianti elettrici (e misurare tensioni intorno ai 230\400 volt) non ti servirà una precisione fino alla terza cifra decimale perché 0.2 Volt su 230V spesso e volentieri non sono significativi. Se invece lo usi per lavorare su apparecchiature elettroniche (es. circuiti stampati) la precisione è importante perché in alcuni ambiti anche alcuni mV o mA possono fare la differenza (difatti esistono multimetri da banco che sono strumenti molto precisi e che, viste le dimensioni, non sono adatti ad essere portati in giro). 

 

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4 - Pinza amperometrica:

 

Dipende sempre da quello per cui la vuoi usare. In base a quello puoi decidere se acquistare un modello "base" oppure qualcosa di più avanzato che ti permetta, ad esempio, di misurare le correnti continue oppure correnti di pochi mA, funzione utile per trovare guasti che fanno intervenire interruttori differenziali su impianti elettrici.

Esistono multimetri che integrano una pinza amperometrica, anche se in genere, per "accogliere" entrambe le funzioni in un unico strumento, bisogna scendere a compromessi.

 

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5 - Affidabilità:

 

Per me l'affidabilità dipende dalla marca e dalla fascia. Prodotti di marche sconosciute e di fasce basse tenderanno inevitabilmente a perdere accuratezza con il passare nel tempo (es. un multimetro economico, ma con le portate in corrente completamente fuse). Prodotti un po' più costosi e di marche conosciute invece tenderanno a durare di più. Qualche settimana fa ho dovuto comprare un multimetro per uso personale e lavorativo e ho scelto l'ironmeter di Ht Italia. Diciamo che non è stato un tester economico poiché esistono tester con le stesse funzioni che costano molto meno, però mi auguro che duri a lungo senza dar problemi

 

Non ho risposto al punto 3 perché non ho esperienza con termometri

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Ti ringrazio, sei già stato molto utile.

 

1 - per capire se ho afferrato il concetto: con "corrente che non viene assorbita", intendi dire che la corrente attraversa comunque lo strumento da puntale a puntale, ma rimanendo nel circuito "più esterno" deputato appunto alla misura della tensione e quindi non creando significativa sollecitazione. Giusto?

 

4 - La domanda sulla pinza era giusto per capire se anche una economica avesse un perché o se finisse solo per essere un giocattolo. Poi, come giustamente dici, dipende dall'uso che se ne vuole fare.
Scendendo nel mio caso, probabilmente mi interesserebbe proprio per poter diagnosticare tutti i vari problemi su impianti domestici, misurare assorbimenti, e cose simili. Mi sembra di capire che per fare qualcosa del genere decentemente, ci voglia uno strumento più completo e distinto dal multimetro... nel caso su che cifre bisogna andare?

 

5 - Sempre per farsi un'idea indicativa, un multimetro come l'Ironmeter (100€), quanto ti aspetteresti che duri in termini di affidabilità (sempre premesso un uso corretto e non intensivo...).
Invece uno come questo (cioè marca affidabile, sempre HT, ma basico sui 40€); e come questo (cinese, trovabile anche a meno su Aliexpress, ma di cui parlano molto bene)?

Chiaramente sono strumenti con prestese ed uso ben diverso, ma tanto per ragionare sull'affidabilità della misura nel tempo.
Così, un parere in base a tue esperienze.
Anche perché io non saprei come rendermi conto quando uno strumento non sta funzionando come deve, magari non lo noterei.

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del_user_237282
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intendi dire che la corrente attraversa comunque lo strumento da puntale a puntale

 

ho paura che tu stia facendo confusione con i termini tensione e corrente.

Faccio un esempio banale: supponiamo che vuoi misurare il valore della tensione e della corrente che alimentano un faro da 230V che assorbe 10A (valori indicativi).

Se vuoi misurare la tensione (in Volt), colleghi i puntali del tester in parallelo alla lampada e gli elettroni che alimentano la luce (che sono tanti, 10A) non passano per il multimetro, ma transitano "diretti" nell'impianto elettrico. Nel tester entra comunque la tensione di 230V, ma con un valore di corrente praticamente nullo perché il circuito che misura la tensione non assorbe nulla da ciò che sta misurando.

Se invece vuoi misurare la corrente (in Ampere) devi connettere il multimetro in serie al carico, quindi dovrai staccare un filo dalla lampada (tralascio tutte le norme di sicurezza perché sto facendo un esempio indicativo) e mettere un puntale del tester sul filo staccato e l'altro al terminale della lampada rimasto libero: così facendo richiuderai il circuito tramite il tester facendo in modo che tutti gli elettroni che alimentano la lampada passino dal tester per essere misurati. In questo caso ai capi del multimetro non avrai una tensione elevata (perché i 230V "cadono" sulla lampada), ma avrai un valore elevato di corrente. Questo è il caso che sollecita di più il tester (e se configuri il tester per misurare la corrente e lo colleghi male, rischi di provocare danni e pericoli sia a te che al circuito che al tester).

 

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nel caso su che cifre bisogna andare?

 

Se io fossi in te, comprerei una pinza in grado di misurare abbastanza bene delle correnti piccole per il discorso delle dispersioni (che ti può capitare sia nel caso in cui devi capire cosa fa saltare il differenziale in un impianto, che nel caso in cui sai quale elettrodomestico è il colpevole, ma ne devi capire il motivo). Penso che una intorno al centinaio di euro possa andare bene.

 

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quanto ti aspetteresti che duri in termini di affidabilità

 

Io mi auguro (visto la cifra spesa, non è tantissimo ma nemmeno 5 euro) che duri almeno qualche anno. Per quanto riguarda il primo che hai linkato (HT25N) mi aspetto una durata simile all'ironmeter (a dire il vero era una delle alternative che stavo valutando assieme a quello che poi ho preso), però con una minore resistenza agli urti e alle cadute (e dato che io lavoro spesso fuori dal laboratorio, ho preferito dare priorità anche alla resistenza fisica). Diciamo che ho preso l'ironmeter e non quello perché non misura la capacità dei condensatori (cosa che a me serve). Per quanto riguarda quello economico non saprei, anche perché secondo me uno dei fattori che indica la qualità di qualcosa non è solo come funziona, ma come si comporta se sbaglio ad usarlo e faccio qualche casino (un conto è avere un tester con un fusibile che salta, un conto è un tester senza fusibile che è da buttare). Per quanto riguarda la mia esperienza con altri prodotti, preferisco sempre comprare cose da aziende che hanno un valido servizio di assistenza e, soprattutto, che pubblicano in maniera chiara le specifiche dei prodotti che vendono

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13 ore fa, Daniele Orisio ha scritto:

ho paura che tu stia facendo confusione con i termini tensione e corrente.

 

Non penso sia confusione tra i termini, intendevo corrente, ma proprio errore nella comprensione del meccanismo fisico e di misura. Vediamo se ora ho capito.
Senza riflettere, avevo assunto che, una volta posizionati i puntali del tester, si venisse comunque a formare un circuito chiuso e dunque passaggio di corrente (elettroni per capirci) nello strumento, a prescindere dal tipo di misurazione in corso. Da qui la domanda iniziale sul perché la misura di corrente fosse più "stressante" e l'idea che dipendesse da maggior delicatezza del circuito adibito a questa misurazione.
Riflettendo però non ha senso, perché se ci fosse passaggio di corrente nella misura di tensione, la DPP sarebbe quasi nulla.
Da poco esperto sono stato indotto in errore da una frase letta circa misurazione di tensione in una presa domestica, citando testuale: "...una volta infilato il primo puntale nella fase, sul secondo c'è il ritorno della tensione passante dal tester ed è pericoloso...". Cosa che ho interpretato senza pensare come "passaggio di corrente attraverso lo strumento e rischio scossa". Quindi, o era sbagliata la frase, o si si riferiva ad altro tipo di rischio.
Immagino dunque che, misurando un DDP, ci sia qualche accorgimento per impedire lo scorrere di elettroni tra i due puntali (resistenza?). Dunque, con strumento impostato su misura di tensione, anche se poggiassi un puntale su un cavo di fase, e poi toccassi l'altro, non prenderei la scossa (salvo magari fallimento dello strumento stesso).
Scusa i dubbi banali da ignorante, correggimi se sbaglio ancora.

 

13 ore fa, Daniele Orisio ha scritto:

Se io fossi in te, comprerei una pinza in grado di misurare abbastanza bene...

 

Perfetto, darò presto un'occhiata in giro perché mi pare uno strumento utile da avere. Magari per consigli mi apro un post apposito.

 

13 ore fa, Daniele Orisio ha scritto:

Io mi auguro (visto la cifra spesa, non è tantissimo ma nemmeno 5 euro) che duri almeno qualche anno

 

Grazie per il parere, è un ottimo riferimento per orientarmi. Allora considero almeno qualche anno per prodotti di marche più serie (non so, spero almeno 3-4 o anche più). Mentre al momento non ho riscontri per nomi "minori" tipo i vari cinesi per quanto riguarda l'affidabilità nel tempo. Magari spunta qualcuno che ne ha esperienza.

P.S. l'Aneng del link fa sicuramente tante cose, ma di certo non ha protezioni, affidabilità e la solidità di un HT, nonché valori dichiarati esagerati. Da non usare se non per applicazioni prive di rischi.

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del_user_237282

Così è giusto.

 

Se tu misuri una tensione il multimetro non dovrà assorbire corrente (o meglio, ne assorbe una di pochi uA) e fra i puntali avrà una resistenza molto elevata. Se tu infili un puntale in una presa e tocchi l'altro, in linea puramente teorica non dovresti prendere la scossa. In pratica è una cosa molto pericolosa (e da evitare) perché in caso di danni al tester oppure di errata configurazione di quest'ultimo resti fulminato.

In caso di misura di corrente invece il multimetro avrà una resistenza ai capi dei puntali molto bassa per non influenzare il circuito che misura.

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20 minuti fa, Daniele Orisio ha scritto:

(o meglio, ne assorbe una di pochi uA)

 

Immagino ti riferisci al fatto che la resistenza non è perfetta

 

21 minuti fa, Daniele Orisio ha scritto:

Se tu infili un puntale in una presa e tocchi l'altro, in linea puramente teorica non dovresti prendere la scossa. In pratica è una cosa molto pericolosa (e da evitare) perché in caso di danni al tester oppure di errata configurazione di quest'ultimo resti fulminato.

 

Esattamente il concetto di cui volevo conferma, prendendo sia l'aspetto teorico, sia il "ma..." da lato pratico.
Ti ringrazio, mi sei stato davvero molto utile.

 

Se qualcuno avesse opinioni per la questione affidabilità multimetri economici e funzione temperatura, tanto meglio.

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dipende cosa ci si deve misurare e di quale precisione si ha veramente bisogno e non tanto per far vedere che ce lo si ha più lungo.

 

mi spiego, non tutti gli impieghi hanno le stesse esigenze e chi ha bisogno di una precisione al mV non è detto che abbia bisogno anche di misurare le temperature.

 

per questo esistono pinze amperometiche che fanno solo misure amperometriche (a volte integrano un voltmetro giusto per completezza) e tester da banco molto precisi ma con poche funzioni.

 

i multimetri tuttofare sono una buona soluzione per chi ha bisogno degli strumenti di misura base come corrente, resistenza e tensione in uno strumento compatto che può anche portarsi dietro, mentre uno strumento da banco ha poco di portatile

 

fissarsi sul "meglio di tutto" non ha proprio senso, è come volere un'auto che faccia lo 0-100 in meno di tre secondi ma che sia capiente a sufficienza per caricarci un armadio a muro e che consumi quanto un tagliaerba. Non esiste, devi decidere te cosa sia più importante tra le tre cose

 

la misura delle temperature il più delle volte è basata su una termocoppia che sotto i 25-30° non misura proprio, se ti serve una misura di temperatura affidabile e magari con un range ampio esistono i termometri professionali con sonde adeguate e relativi costi

Modificato: da Darlington
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Ciò che dici è assolutamente corretto, nonché valido un po' in tutti i campi.
Difatti l'intenzione delle domande non è quella di capire quale sia il miglior strumento, cosa che dipende dall'utilizzo finale. Piuttosto farmi un'idea sommaria di cosa aspettarmi da una data caratteristica, in una data fascia di prezzo e capirne l'utilità. Questo mi aiuta a capire come muovermi.
Ad esempio, nel caso della pinza: per una che misuri valori piccoli pare sia più indicato uno strumento più costoso e dedicato. Al contrario un multimetro che apprezzi valori anche di uV pare si trovi anche a prezzi esigui (tralasciando altre mancanze).
L'informazione che mi dai sul termometro, per esempio, è interessante. Quindi termometri su tester economici, che utilità possono avere? C'è differenza rispetto ad un termometro economico dedicato?

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11 minuti fa, Redshift ha scritto:

un multimetro che apprezzi valori anche di uV pare si trovi anche a prezzi esigui

 

no, è esattamente la stessa roba

 

cioè, un tester da pochi soldi non può essere preciso da 1uV a 1000V

 

se offre una precisione buona/ottima in un range così ampio allora non è economico

 

se offre una precisione "accettabile" allora è buono per misurazioni veloci ma se devi lavorare tutti i giorni con tensioni di microvolt ti serve uno strumento dedicato (e costoso)

 

l'hobbista medio, ma anche il professionista nella maggior parte dei casi si trova a misurare tensioni che partono da pochi volt e di rado passano i 600V quindi i multimetri sono orientati ad avere precisione accettabile in questa fascia

 

per le correnti è lo stesso discorso, una pinza amperometrica da 100A non misurerà con la stessa precisione i mA; se lo fa, significa che ha un doppio sensore ed i costi sono superiori

 

stesso discorso con le pinze amperometriche per la continua, ti sei mai chiesto perché quelle per l'alternata te le tirano dietro mentre quelle per la continua sono rare e di solito costose? perché un trasformatore amperometrico costa pochissimo, un sensore ad effetto hall decente costa di più 

 

di norma per qualsiasi strumento di misura vige la regola che la precisione è inversamente proporzionale al range, un esempio sono i termometri ad infrarossi che ora vendono a chili per il discorso covid, un termometro che misura da -20º a +300º ha uno scarto di 2º, il che è inconcepibile per misurare la febbre

 

un termometro per rilevare la febbre ha uno scarto di poche decine di gradi ma un range molto ristretto tipo 20-50º

 

un termometro che possa misurare da -20º a 300º con scarto di decine di gradi... sicuramente esiste ma costerà parecchi centoni

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2 ore fa, Darlington ha scritto:

no, è esattamente la stessa roba

 

cioè, un tester da pochi soldi non può essere preciso da 1uV a 1000V

 

se offre una precisione buona/ottima in un range così ampio allora non è economico

 

Sempre giustissimo, ma questo mi era chiaro, in più hai aggiunto degli ottimi esempi anche con il termometro.
Io invece intendevo dire un'altra cosa, un ragionamento sulla base della tendenza tipica, sempre finalizzato ad avere un quadro generico dei concetti.
Per quel che mi sembra di capire ad ora, magari sbagliando, è che una pinza tipica sia pensata per misure di corrente più elevate -> quindi che un modello base sia progettato di conseguenza, con apposito range -> quindi che range molto piccoli finiscano per essere un plus di modelli più costosi.
Al contrario un multimetro anche economico include spesso scale di uV/uA (poi certamente non misura uV nella scala dei 1000V, non essendo uno da banco a mille digit, ma si tratta di altro discorso, e forse non servirebbe nemmeno).
Correggimi se sbaglio.

 

2 ore fa, Darlington ha scritto:

ha uno scarto di poche decine di gradi

 

Intendevi decimi di grado?

 

Tornando alla domanda, quello che non mi è chiaro è quali siano le caratteristiche di un termometro integrato nel multimetro, e quindi relativo utilizzo possibile, a seconda della fascia di prezzo.
Non ho capito se ne hai esperienza o meno.

 

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"un multimetro anche economico include spesso scale di uV/uA"  ,  

 

ah si,  e allora , mi citi almeno un multimetro economico che abbia queste portate ?

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Aneng 8008, UNI-T890C per dire arrivano ai uA e mV, ma ne ho intravisti diversi altri, cinesi o meno, perciò ho dato per scontato che non fosse una caratteristica rara. Se non fosse così ben felice ricevere dritte più veritiere. Circa la tensione avrei dovuto scrivere mV, mentre sono stato pigro e sbrigativo postando e ho assimilando tutto al micro, non volermene 😁

Giusto segnalare altrimenti può indurre qualcuno in errore

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Prodotti che misurano correttamente se di fascia alta ce ne sono e negli ultimi anni hanno abbassato anche i prezzi.

Io ho strumenti anche di quarant'anni che ancora oggi dopo battaglie sono ancora funzionato ICE Unaohm Philips-fluke Asita HT. Spesso faccio comparazione con uno nuovo e li trovo sempre con valori accettabili.

Per curiosità ho preso un uni-t ma già la plastica rossa non aspira fiducia, per adesso che è nuovo le misure comparare sono buone sia in AC DC ohm. Vedremo quanto dura.

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Ottimo, ciò che dici mi è utile per capire cosa possa dare uno strumento di qualità in termini di affidabilità nel tempo e dunque per prendermi mentalmente le misure.
A tuo avviso, uno strumento di marca buona, ma fascia più economica, come il citato HT25N, quanto ti aspetteresti che duri?

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Personalmente mi sembra che sia molto simile ad un paio di tester che ho e che ho pagato <10€. il più vecchio ce l'ho da circa 20 anni e funziona senza alcun problema.

Le misure sono abbastanza affidabili per normali applicazioni hobbystiche.

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Quindi mi dici che il marchio, rimanendo su modelli economici, non è una significativa garanzia di maggior affidabilità nel tempo? Al contempo che anche tester, sempre economici ma di nomi meno altisonanti, arrivano a lunghi anni senza dare grossi problemi in termini di misure sballate (senza pretendere precisioni al uA)?

Modificato: da Redshift
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Tutti questi tester sono basati sul medesimo convertitore A/D. Le reti resistive ed il commutatore sono praticamente gli stessi, o comunque molto simili per qualità.

Alla fine la differenza la fanno le catene di distribuzione, i ricarichi e l'estetica.

 

A mio parere o si passa su strumenti di un'altra classe e altro prezzo, oppure si sta sui bassi livelli di costo.

Tra un tester da 30€ ed uno da 7€ l'unica differenza è che quello da 30 dovrebbe durarti più di 4 volte il tempo di quello da 7.

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27 minuti fa, Livio Orsini ha scritto:

Tutti questi tester sono basati sul medesimo convertitore A/D. Le reti resistive ed il commutatore sono praticamente gli stessi, o comunque molto simili per qualità.

Alla fine la differenza la fanno le catene di distribuzione, i ricarichi e l'estetica.

 

Questo è molto interessante, (tanto più detto da qualcuno che direi avere molta esperienza in materia).
Ero convinto ci fosse più differenza in termini di affidabilità nel tempo, tra un HT e un cinese. Posso supporre che lo stacco si veda in altri aspetti, ad esempio le dotazioni di protezione, con relativa aderenza a categoria indicata?

 

28 minuti fa, Livio Orsini ha scritto:

Tra un tester da 30€ ed uno da 7€ l'unica differenza è che quello da 30 dovrebbe durarti più di 4 volte il tempo di quello da 7

 

Questa differenza da cosa è data, visto che mi parlavi di qualità dei componenti assimilabile tra tutti su queste cifre?

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Se vuoi un consiglio, per iniziare, ti conviene acquistare uno strumento economico cinese.

Io nel tempo, ho acquistato questi:

 

In più ho scoperto casualmente, che il modello più grosso, può essere trasformato in un datalogger, eventualmente anche WI-FI, apportando questa modifica:

 

https://modkam.ru/?p=1467

 

(tasto destro, traduci in italiano)

 

Poi una volta provato, e valutato in base al tuo utilizzo/esigenze, se non sei soddisfatto, "cacci il grano":roflmao:, e ti compri un Fluke, ma anzichè €30, ne tiri fuori 200.

 

 

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2 ore fa, gabri-z ha scritto:

Cioè, l'essenza l'ho annusata....

 

Deve aver avuto una crisi di ... identità quando gli ho spiegato che il suo nick significa parassita.

Non so se vuole cambiare nick o cancellarsi dal forum.

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3 ore fa, Redshift ha scritto:

 

Questa differenza da cosa è data, visto che mi parlavi di qualità dei componenti assimilabile tra tutti su queste cifre?

 

Forse non hai compreso bene la filosofia che ho esposto.

Dato che con 7€ compri un tester con le medesime prestazioni di uno che costa 30€, se anche quello che costa di garantisse una vita più lunga, per giustificare l'aggravio di costo bisognerebbe che quello che costa 30€ durasse oltre 4 volte il tempo che dura quello da 7€

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