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Collegamenti Equipotenziali Corrosivi?


alce64

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Salve a tutti,

sto ristrutturando parte del mio appartamento, occupandomi personalmente dell'impianto elettrico.

Dopo aver effettuato i collegamenti equipotenziali nel bagno per assicurare la messa a terra delle tubazioni dell'acqua, mi sono sentito dire dal mio idraulico che sarebbe meglio toglierli per evitare a lungo andare fenomeni di corrosione sui tubi a causa di fantomatiche correnti galvaniche. <_<

Qualcuno mi può illuminare in merito considerando anche il fatto che io non voglio usare le tubazioni metalliche come impianto di terra, ma il contrtario: voglio attraverso il mio impianto di terra eseguito con diversi picchetti e diversi metri di cordino di rame nudo, portare a potenziale di massa le tubazioni.

Grazie

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Beh, ricordando vagamente la chimica di molti anni fa, il problema esisterebbe. Se l'impianto di terra ha un potenziale elettrichimico maggiore dei tubi. Spero che chi si ricorda meglio l'elettrochimica intervenga.......... :unsure:

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Alessandroni Matteo

Beh le correnti galvaniche non sono poi tanto fantomatiche anzi... sono un problema reale negli impianti eseguiti con tubazioni ferro (che, visto che stai ristrutturando l'appartamento non ci penserei neanche un minuto a sostituirle).

Se cerchi su internet vi sono numerose informazioni in materia.-

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il problema e' assolutamente reale e serio

SE

tu fossi talmente all'antica da fare un impianto idrico in ferro zincato e' giusto che ne sia seriamente preoccupato

MA

in realta' da svariati anni gli impianti idrici sono tutti in plastica (il colpo finale agli impianti metallici e' stato il divieto ad usare rame per l'acqua di acquedotto)

per cui il problema non sussiste due volte :

non sussiste perche' se collego in equipotenziale la piletta dello scarico della vasca SOLO quella collego, ricordo che la plastica e' isolante

non sussiste perche' anche se vagassero correnti attraveso l'acqua (che e' un semiconduttore) le correnti vaganti non corrodono la plastica

Modificato: da Piero Azzoni
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Paolo Cattani
il colpo finale agli impianti metallici e' stato il divieto ad usare rame per l'acqua di acquedotto

Questa non la sapevo. In rete non ho trovato niente, hai per caso dei riferimenti?

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il colpo finale agli impianti metallici e' stato il divieto ad usare rame per l'acqua di acquedotto
:blink::blink::blink:

Dalle mie parti sono forse i tubi più venduti, e molti istituti autorevoli ne incentivano l'utilizzo.

I tubi in ferro zincato rimangono sempre i più robusti, a volte sono insostituibili. Non sarebbe male l'acciaio inox, recentemente è stato introdotto un sistema di pressfitting con tubi e raccordi inox (Inoxpres) che potrebbe rivoluzionare il mondo dell'idraulica. Questi tubi sono omololgati anche per il gas.

Ciao. :)

Modificato: da LB81
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Scusa piero ma se il nostro amico ha messo a terra le tubazioni dell'acqua vorra dire che non sono in plastica altrimenti non ha senso farlo.......

Quindi chi ha i tubi in ferro ha 2 possibilita' secondo te...per evitare queste correnti

1)non li mette a terra ....

2)li sostituisce con quelli in plastica e a sto punto non serve metterli a terra

:huh:

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I tubi nel bagno sono in ferro poichè l'impianto è stato fatto 16 anni fa; viste le vostre considerazioni vedrò di riuscire a farmeli sostituire con quelli in plastica, anche se penso sarà un problema soprattutto per il piatto doccia che è già installato. :(

Sembra però di capire dalle vostre argomentazioni che negli anni passati o non si effettuavano collegamenti equipotenziali, oppure si rischiava di avere tubi bucati dopo 10-15 anni?!

Grazie per le vostre risposte.

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A casa mia l'impianto idrico è realizzato con tubi in ferro zincato serie pesante, e nonostante la presenza dei collegamenti equipotenziali non vi sono tracce di corrosione. L'impianto è stato realizzato 25 anni fa.

per alce64:

Se nel tuo caso è possibile effettuare solo i collegamenti equipotenziali principali ti conviene realizzarli nel punto in cui le tubazioni entrano in bagno, se vengono resi ispezionabili è possibile controllarli per individuare eventuali fenomeni di corrosione in corso. Quanti collegamenti hai realizzato?

Ciao. :)

Modificato: da LB81
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Per ridurre la corrosione galvanica si usano morsetti a colletto per collegare le tubazioni all'impianto di terra in ottone. Per eviatre il collegamento diretto tubo-rame. Ma non chiedetemi dettagli, la chimica non era il mio forte! :(

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Mi permetto di allegare un articolo a firma di Marco Crespi che è stato recentemente pubblicato sulla rubrica "Ma è vero che…?" del "GT-Il giornale del termoidraulico", dal titolo " …le correnti vaganti sono un pericolo per gli impianti con tubi metallici?"

"Le correnti vaganti (dette anche disperse, parassite o, erroneamente, galvaniche) sono quelle correnti che abbandonano il loro percorso “normale”, cioè il circuito primario, rappresentato dai normali conduttori elettrici, per poi disperdersi nel terreno e penetrare in altre strutture metalliche, definite conduttori secondari. In seguito, dopo aver percorso un tratto di questa struttura, fuoriescono nuovamente. Laddove ciò avviene, si verifica la corrosione.

Ora, le correnti vaganti sono da temere quando c’è corrente continua e quando tra circuito primario e secondario c’è un mezzo in grado di condurre elettricità e permettere la migrazione di ioni, come per esempio un terreno specialmente umido.

Se passiamo ora ad analizzare il caso degli impianti in tubo metallico, che fungerebbero da conduttori secondari, possiamo affermare che alcuni fattori limitano drasticamente la frequenza e la pericolosità del fenomeno:

a) I danni provocati dalle correnti vaganti si verificano quando la correnti è continua, la corrente alternata produce effetti praticamente irrilevanti.

Nelle abitazioni la corrente è alternata;

B) la resistenza complessiva del circuito secondario è ulteriormente incrementata dall’isolamento offerto dalle guaine che rivestono i tubi; in pratica la corrosione potrebbe avvenire solo in caso della rottura dell’isolante;

c) la resistenza elettrica offerta dalla malta cementizia, entro cui sono annegati i tubi negli edifici, è molto alta e superiore di qualche ordine di grandezza a quella posseduta comunemente dai terreni.

d) la rete delle tubazioni, in base alla norma CEI 64-8, deve essere collegata equipotenzialmente ad un impianto di messa a terra efficiente, che scarica le correnti attraverso idonei dispersori.

Quindi è chiaro che le correnti vaganti nelle tubazioni sottotraccia siano in realtà rarissime: il percorso conduttore primario-terreno-malta cementizia-tubo e ritorno è troppo sfavorito. Può essere opportuno far notare come i casi di corrosioni erroneamente attribuiti alle correnti vaganti riguardino quasi sempre i tubi che trasportano acqua fredda e non quelli del riscaldamento e del gas: vi sembra possibile che le correnti siano così “intelligenti” da distinguere il tubo a seconda del suo utilizzo?

A confermare i dubbi sulla reale plausibilità delle correnti vaganti, è utile sentire il parere di “super-esperti” quali l’ing. Luciano Lazzari (professore associato di Scienza e Tecnologia dei Materiali presso il Politecnico di Milano e presidente del Cescor srl, una società di ingegneria, consulenza e servizi nella prevenzione della corrosione) e l’ing. Pietro Pedeferri (professore ordinario di Scienza e Tecnologia dei Materiali presso il Politecnico di Milano, dove attualmente tiene il corso di Corrosione e protezione dei materiali), nonché autori del libro “Protezione catodica”.

Secondo i proff. Lazzari e Pedeferri, “la tendenza ad attribuire a correnti vaganti la causa di attacchi di corrosione inaspettati resiste ancora in ambiti al di sopra di ogni sospetto; ci sono casi diventati ormai degli stereotipi di questo abuso: la corrosione interna di apparecchiature,

soprattutto le caldaie e gli scambiatori di calore sulle piattaforme petrolifere in mezzo al mare e la corrosione delle tubazioni dell’acqua negli appartamenti, di solito annegate nella soletta del pavimento”. “Se il fenomeno si presenta con evidente attacco di corrosione sulla superficie

esterna della tubazione, spesso in molti punti, con uno arrivato fino alla foratura completa, allora le correnti vaganti non possono essere la causa della corrosione.”

“Nella nostra più che trentennale esperienza professionale non abbiamo mai incontrato casi di corrosione per correnti disperse sulle tubazioni di impianti interni alle abitazioni. In realtà, negli anni settanta, trattammo un caso di corrosione esterna su tubazioni in un edificio, ma avvenuto durante la costruzione, a causa di correnti disperse da una saldatrice non adeguatamente collegata alla struttura da saldare. Come si vede in una situazione ben definita e specifica.”

Altra considerazione, più personale, che trova conferma in quanto detto sopra. Chi vi scrive abita a Milano: nel raggio di seicento metri dalla mia abitazione ci sono la Stazione Centrale, 3 linee della metropolitana, 3 linee di tram, 4 filovie, per non parlare di tutte le attività, i servizi e le strutture civili e commerciali dipendenti dall’elettricità: se fosse vero un milionesimo di quello che si legge e sente sulla pericolosità delle correnti vaganti, gli impianti idrici (e non solo) del mio quartiere sarebbero un colabrodo. Cosa che non è e non è stata.

E allora? Allora la causa dei pochi casi di corrosione ( soprattutto se si tiene conto delle decine e decine di milioni di metri di tubo di rame annualmente installate) deve essere ricercata altrove, ad esempio in una quantità eccessiva di depositi carboniosi sulla superficie interna del tubo; quindi la prima misura di prevenzione (e di buonsenso) è quella di acquistare tubi di alta qualità con bassi livelli di detti depositi carboniosi, ben sotto a quello che la norma UNI EN 1057 prescrive.

Riassumendo, l’esperienza dimostra come la corrosione per correnti disperse all’interno degli edifici sia limitata ad episodi rarissimi e certamente non determinanti ai fini della scelta del materiale.

Frequentemente si mette in guardia contro questo fenomeno, ma l’argomento è sfruttato per fini meno nobili della prevenzione: infatti è comodo addossare le colpe di una corrosione ad un intervento esterno, le correnti vaganti appunto. Oppure, molto più spesso, è comodo evocarlo per promuovere il commercio di prodotti insensibili ad un problema praticamente inesistente.

Prof. Pietro Pedeferri

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Attenzione, questo articolo del prof. Pedeferri parla di correnti vaganti, causate da chissà che, che potrebbero interessare l'edificio e in tubi.

Ma il nostro discorso era un altro. Era la corrosione elettrochimica che si ha collegando due metalli a potenziale elttrochimico diverso (es rame della terra e ferro dei tubi) fra di loro. La debole corrente continua la generano essi stessi perchè costituiscono una pila...

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Era la corrosione elettrochimica che si ha collegando due metalli a potenziale elttrochimico diverso (es rame della terra e ferro dei tubi) fra di loro. La debole corrente continua la generano essi stessi perchè costituiscono una pila...

Non sono un chimico,ma ho la fortuna di avere una moglie laureata in chimica :wub:

La giunzione tra due metalli diversi comporta un rischio di corrosione galvanica,tanto maggiore quanto più grande è il divario nella scala di nobiltà. In particolare, il contatto diretto rame-ferro zincato è assolutamente da evitare,perchè si genera una coppia elettrochimica di circa 1,2V,che in presenza di acqua e ossigeno produce un'energica azione di corrosione.

Pertanto,si devono privilegiare le giunzioni tra metalli omogenei.In particolare se si devono,come nel nostro caso collegare i tubi dell'acqua in ferro all'EQS per mezzo di un conduttore in rame si dovranno adottare morsetti in ottone, capicorda stagnati o morsetti in leghe speciali anticorrosione.

In caso di dubbi si può proteggere la giunzione con nastratura autovulcanizzante del tipo usato per ripristinare l'isolante dei cavi interrati, oppure la si può rivestire con catrame o vernici bituminose, in modo che vengano a mancare gli elementi essenziali ad alimentare il fenomeno elettrochimico della corrosione che, come detto, sono l'acqua e l'ossigeno dell'aria.

Spero di essere stato chiaro.

Ciao, Benny

Modificato: da ing.bennyp
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Indipendentemente dal fatto che i tubi possano corrodersi (cosa che chiaramente non succede se sono di plastica), il collegamento della terra sui tubi dell'acqua, del gas (ma solo a monte del giunto isolante dell'ente fornitore di gas), del riscaldamento sono obbligatori per norma (CEI 64/8).

Capisco la tua perplessità nel farlo ma la norma parla chiaro.

Oggigiorno la stragrande maggioranza (almeno dalle mie parti) dei tubi sono in plastica e mi pare che i tubi di rame siano proibiti per l'acqua sanitaria (quella potabile per intenderci)

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Per eviatre il collegamento diretto tubo-rame

Per collegare il conduttore al tubo c'è sempre bisogno di un collare con morsetto o bullone per capicorda; oppure si salda sul tubo un pezzo di barretta filettata e si realizza il collegamento con bulloni e capicorda (sistema utilizzato spesso per i pali metallici).

Io utilizzo i collari fissatubo di tipo pesante in ferro zincato, realizzando il collegamento per mezzo di un capocorda e di una vite molto corta che lo serra, impiegando il dado saldato sul collare stesso.

Una volta realizzato il collegamento utilizzo la tecnica suggerita da ing.bennyp, proteggendo il tutto con catrame liquido.

Non sarebbe male se venissero realizzati dei sistemi che utilizzano un collare e un involucro di protezione chiuso che abbraccia il tutto, da riempire con resina isolamnte termoindurente o gel una volta realizzato il collegamento (stesso sistema dei giunti da interramento).

Qualcuno stava per convincere alce64 a rifare da capo tutto l'impianto, se normalmente dopo 16 anni i tubi sono ancora nuovi. Se poi non è così, allora la cosa è fattibile.

Grazie alla collaborazione di bennyp e sua moglie siamo giunti ad una conclusione fondamentale: se i collegamenti sono protetti dall'aria e dall'acqua non si verifica la corrosione.

Inoltre, anche se i tubi dell'acquedotto possono essere in ferro catramato o rivestito con sostanze più evolute, non è detto che il tubo sia isolato come lo è un cavo elettrico.

Oltre ai danneggiamenti già esistenti che possono interessare i tubi o il solo rivestimento, punti nei quali il tubo entra in contatto con il terreno (se c'è una perdita l'acqua lo trasforna in un buon dispersore); le saracinesche e le valvole a contatto con il terreno (spesso lo sono, anche se sarebbe da evitare) costituiscono anch'esse dei punti di contatto; se poi si aggiungono le perdite...

P.S. Se alce64 provvede ad installare uno o più manicotti dielettrici per separare elettricamente i tratti di tubo interrati da quelli esterni o incassati, risolve il problema in maniera semplice. Di solito basta un solo giunto direttamente a valle del contatore, a volte sono resi obbligatori dai regolamenti dell'ente distributore di acqua potabile.

Ciao. :)

Modificato: da LB81
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Paolo Cattani

Mi permetto di intervenire perchè vedo che si sta parlando di argomenti diversi:

-uno è la corrosione che attacca i tubi non protetti (ed è quello di cui parla LBB1)

-un'altro è la corrosione da correnti vaganti (di cui parla Gianluca1976)

-ed il terzo la corrosione per effetto pila, dovuta all'accoppiamento di metalli diversi (di cui parla, per interposta persona, la moglie di ingbennyp)

Se è così, allora LBB1 deve integrare la sua risposta all'intervento di ingbennyp, che non dice solo di ricoprire le giunzioni esposte all'aria, ma anche di stare attenti all'accoppiamento di metalli diversi.

Scusate, ma con gli argomenti così ben mescolati non si capisce gran che....

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Hai ragione, cercherò di essere più chiaro.

Per evitare la corrosione dovuta a correnti vaganti, altamente improbabile se si considerano anche le condizioni della rete di distribuzione, è sufficiente installare uno o più manicotti dielettrici; spesso obbligatori.

Per evitare la corrosione elettrochimica bisogna realizzare i collegamenti come specificato da bennyp.

La corrosione che attacca i tubi non protetti è un fenomeno del quale non ho parlato esplicitamente, ma rientra nel discorso dei tubi dell'acquedotto danneggiati (riconducibile alle correnti vaganti).

In sintesi, non è necessario rifare tutto l'impianto per evitare un problema del genere; problema che raramente interessa gli impianti privati.

Ciao.

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Io prendo x buono il discorso fatto da ing.bennyp e anzi se gentilmente posso sfruttare tua moglie.... :P

Ovviamente in senso buono ;) ovvero chiedendogli se anche alluminio e ferro zincato e alluminio e ottone sono incoerenti.

Chiedo questo xche' le finestre di alluminio sono fissate con viti zincate o ottonate di solito

Alluminio e acciaio?

Poi volevo chiedere un'altra cosa una presa installata sotto un tubo di scarico del lavello,sia il tubo che la 503 sono incassate sono comformi alle norme?

post-104015-0-66092200-1382088045_thumb.

Escludendo il pericolo di corrosione visto che come abbiamo visto i materiali devono essere a diretto contatto ci sono altre controindicazioni?

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Ciao Paolo,

hai ragione, il discorso è un po' ingarbugliato.Sarebbe troppo lungo da postare,comunque,chi è interessato all'argomento,si parla in modo esaustivo di tutte e tre le corrosioni da te evidenziate, può consultare il seguente testo:

Manuale degli impianti elettrici di R.Bellocchio Ed. Tecniche Nuove pgg 3_111-130.

E' un testo ottimo di circa 2500 pagine, l'unica nota dolente il costo circa 200 euro.

Credo che il diritto di autore mi vieti di postare le 17 pagine in Pdf, e di questo chiedo conferma a uno dei MODERATORI.

Modificato: da ing.bennyp
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cerco di riprendere da capo (dal mio punto di vista, ovviamente)

il collegamento equipotenziale serve (dove serve)

il problema delle correnti vaganti e' reale, quantunque non si propone con frequenza

attualmente le linee idriche sono in plastica

quando mi trovo a dover lavorare su vecchie linee in ferro zincato devo pormi il problema

questi, mi sembrano onestamente punti fermi, cio' detto restiamo con i piedi per terra

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Grazie alla vostra collaborazione ho capito che:

-ovviamente con tubi in plastica non avrei avuto problemi

-prima che mi cementino il pavimento del bagno devo correre a staccare il cordino di rame dai tubi in

ferro zincato (ho spelato il filo e l'ho serrato al tubo con una fascetta metallica :rolleyes: ) pena probabilità di corrosione per contatto rame-zinco.

Rifarò quindi i collegamenti equipotenziali sperando di trovare in fretta dei collari adatti.

Ciao e grazie a tutti

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se gentilmente posso sfruttare tua moglie.... Ovviamente in senso buono

Puoi, ma solo in questo senso :D

ovvero chiedendogli se anche alluminio e ferro zincato e alluminio e ottone sono incoerenti.

Chiedo questo xche' le finestre di alluminio sono fissate con viti zincate o ottonate di solito

Alluminio e acciaio?

Eccoti la tabella dei potenziali di riduzione degli elementi più comuni:

Elemento E0[V]

Magnesio -2,37

Alluminio -1,66

Titanio -1,63

Manganese -1,18

Zinco -0,763

Cromo -0,74

Ferro -0,44

Cadmio -0,43

Cobalto -0,277

Nickel -0,25

Stagno -0,136

Piombo -0,126

Idrogeno 0,000 per convenzione

Rame +0,337

Mercurio +0,789

Argento +0,799

Oro +1,68

Con questa tabella ti potrai sbizzarrire ad accoppiare tutti gli elementi e a calcolare la d.d.p. che sorge ai capi della coppia da essi formata.

Per Piero Azzoni

Piero,

perdonami :D, non era mia intenzione fare filosofia degli impianti o meglio elettrotecnica teorica.

Nella vita professionale sono molto pragmatico e voglio dirti che sono perfettamente d'accordo con te con la tua sintesi del problema. Ma Gianluca mi stuzzica bonariamente facendo uscire fuori il professore che cerco di nascondere.

Concordo con te.....teniamo i piedi per terra!

Ciao, Benny

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Giorgio Demurtas

Mai sentito parlare di protezione catodica e di elettrodi sacrificali?

Paolo ha centrato i punti chiave:

-uno è la corrosione che attacca i tubi non protetti (ed è quello di cui parla LBB1)

-un'altro è la corrosione da correnti vaganti (di cui parla Gianluca1976)

-ed il terzo la corrosione per effetto pila, dovuta all'accoppiamento di metalli diversi (di cui parla, per interposta persona, la moglie di ingbennyp)

Il componente metallico da proteggere non deve comportarsi da anodo e quindi viene collegato con un metallo dotato di potenziale più elettronegativo (il fatto che sia un catodo (-) ostacola il fenomeno di ossidazione).

Si può fare in due modi:

Protezione catodica: il pezzo da proteggere è collegato ad una f.e.m. che lo ponga a un potenziale elettrico più basso, fungendo così da catodo(-), mentre l'anodo (+) è solitamente un pezzo metallico di scarto. Si usa sempre nelle condotte di acciaio, e gli anodi stanno sotterrati in una buca nel cortile dell'impianto.

Anodo sacrificale: il pezzo da proteggere è collegato ad un altro pezzo metallico così elettronegativo da fungere automaticamente da anodo (seguendo questo metodo, il ferro è collegato con l'alluminio, lo zinco o il magnesio). Osservare la tabella di ing.bennyp per credere. ;) L'ho visto usare nelle piattaforme petrolifere nel cantiere dell'Intermare Sarda.

La corrosione che deriva dal contatto fra due metalli diversi è un'altra cosa, ed è un fenomeno localizzato al solo punto di contatto. Per esempio le fascette con tassello che si usano per attaccare i tubi di rame al muro, anche se il tassello è di plastica, vengono isolate dal tubo con un pò di nastro adesivo.

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