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Sostituzione caldaia con PDC ed incremento superficie radiante (radiatori)


ET62

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Salve,

ringraziando in anticipo per la disponibilità di chi avrà voglia e tempo per rispondere, vado a  fornire le info per poi  formulare la domanda.

 

Situazione attuale:

-          Superficie abitazione 75mq su un unico livello

-          Caldaia 24kw (non a condensazione)  x riscaldamento + ACS

-          Radiatori in alluminio con interasse  50cm x un totale di 59 elementi  (probabilmente  sotto dimensionati)

Nota – l’immobile ha un’altissima dispersione termica (ad impianto spento, perde circa 0,8° ogni ora). Effettuando varie prove,  la caldaia,  lavorando  a 60°, impiega circa  5 ore per portare la temperatura ambienta da 17° a 20°. Settando la temp. di mandata a 70°, la TA di  20° si raggiunge in meno di 3 ore.

Situazione futura

A seguito di una ristrutturazione che prevede un pesante intervento di coibentazione delle superfici opache + nuovi infissi,  andrei a sostituire sia la caldaia con una pompa di calore con potenza di 6kw, sia i radiatori in alluminio con radiatori tubolari in acciaio 5 colonne (per aumentare di molto la superficie radiante) ed aggiungerei una seconda zona  che prevede un solo split; tale split, oltre ad utilizzarlo per raffrescamento in estate, in caso di bisogno, aiuterebbe i radiatori in riscaldamento.

Da calcoli risultanti dall’analisi effettuata dal termotecnico, saranno sufficienti 4kw  (2,5kw per riscaldamento +  1,5kw per ACS .  Viste le dimensioni  e  l‘efficienza  dei nuovi radiatori, sarà sufficiente far lavorare la PDC a 45° di mandata.

La domanda

Nel caso in cui fossi costretto ad aumentare la temperatura di mandata, ne consegue che aumenterebbe anche la resa termica dei radiatori;  se, quest’ultima, fosse superiore alla potenza max della PDC,  la  stessa PDC riuscirebbe a fornire la potenza “richiesta/emanata” dai radiatori, oppure  non riuscirebbe a raggiungere il set point della T di mandata (o impiegherebbe molto più tempo? Inoltre, l’alto contenuto dell’acqua nell’impianto (circa 200lt)  potrebbe essere un problema o, al contrario, sarebbe un vantaggio per tutto il sistema?

 

Domanda un po’ articolata, ma spero di essermi spiegato.

Grazie in anticipo

 

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13 minuti fa, ET62 ha scritto:

Nel caso in cui fossi costretto ad aumentare la temperatura di mandata, ne consegue che aumenterebbe anche la resa termica dei radiatori;  se, quest’ultima, fosse superiore alla potenza max della PDC,  la  stessa PDC riuscirebbe a fornire la potenza “richiesta/emanata” dai radiatori, oppure  non riuscirebbe a raggiungere il set point della T di mandata (o impiegherebbe molto più tempo? Inoltre, l’alto contenuto dell’acqua nell’impianto (circa 200lt)  potrebbe essere un problema o, al contrario, sarebbe un vantaggio per tutto il sistema?

banalmente, la macchina andrà in "stallo" ad una temperatura diversa dal set ovvero

erogherà una certa potenza ad una certa temperatura che andrà ad eguagliare quella che i termosifoni disperderanno

le pompe di calore erogano potenza in base alle temperature interne esterne ecc quindi parlare di una certa potenza e sempre una "...."

 

i 200 litri di "acqua tecnica" sono neutri in fase di lavoro, sono "zavorra" al salire e al scendere delle condizioni d'impianto

anche se mi sembrano uno sproposito visto la taglia della pompa

potrebbero essere nocivi o salutari

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Grazie mille Click0 per la risposta.

Provo a ripetere a parole mie per verificare se ho capito.

La PDC è in grado di fornire la potenza dispersa dai termosifoni anche se questa è superiore a quella della stessa PDC ad una certa temperatura esterna/interna.

Per quanto riguarda il “tema” 200 litri, è proprio quello il dubbio, e cioè se far salire l’impianto alla temperatura di esercizio possa richiedere molto (troppo) tempo.

P.S. Puoi chiarirmi cosa intendi quando dici che la macchina andrà in “stallo”?

Grazie mille

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Alessio Menditto
Il 12/12/2021 alle 16:21 , ET62 ha scritto:

sarà sufficiente far lavorare la PDC a 45° di mandata.

 

Il 12/12/2021 alle 16:21 , ET62 ha scritto:

Nel caso in cui fossi costretto ad aumentare la temperatura di mandata,

Oltre a quello detto da Click, quando si usa una pdc per scaldare bisogna (bisognerebbe) che il tecnico mettesse in luce i pro e i contro, ed i limiti di questi impianti, per non creare disordini il giorno dopo l’accensione: la temperatura ha un limite, un limite fisico che adesso tralasciamo, per cui se il massimo è 45 gradi, non si può andar oltre SOLO usando la pdc, quindi non puoi ancora prima di fare l’impianto, già pensare a farlo andare fuori dal limite.

Quindi per non deluderti, parti dal fatto che i termosifoni lavoreranno a quella temperatura e regolati di conseguenza.

p.s. Se 45 sembrano pochi (e parere personale lo sono) sarebbero fin troppo se avessi il pavimento radiante, il tecnico doveva prevedere il pavimento radiante, che è lo sposo naturale della pdc, come i termosifoni sono lo sposo naturale della caldaia, i matrimoni forzati non sono sempre felicissimi…

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14 ore fa, ET62 ha scritto:

Per quanto riguarda il “tema” 200 litri, è proprio quello il dubbio, e cioè se far salire l’impianto alla temperatura di esercizio possa richiedere molto (troppo) tempo.

Basta che accendi la pompa il 1 settembre e tela dimentichi accesa fino al 1 aprile e sei a posto

14 ore fa, ET62 ha scritto:

La PDC è in grado di fornire la potenza dispersa dai termosifoni anche se questa è superiore a quella della stessa PDC ad una certa temperatura esterna/interna

Ma proprio no, la potenza che dispersi sarà uguale a quella che produci

Se la pompa non c'è la fa otterrai che nell'impianto circolera acqua ad una temperatura più bassa

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2 ore fa, click0 ha scritto:

Basta che accendi la pompa il 1 settembre e tela dimentichi accesa fino al 1 aprile e sei a posto

Ma proprio no, la potenza che dispersi sarà uguale a quella che produci

Se la pompa non c'è la fa otterrai che nell'impianto circolera acqua ad una temperatura più bassa

Grazie ad entrambi per le informazioni.

Per Alessio

in effetti la T di mandata a 45° sembra un pò bassa per un impianto a termosifoni, ma prendendo per buono le info del termotecnico (dopo gli interventi di coibentazione la richiesta termica dell'appartamento sarà di 2,500kw), la T di mandata=45° dovrebbe essere sufficiente perché i radiatori,, visto il numero degli elementi e la loro efficienza,   forniranno 3,700kw termici. Se ciò fosse confermato, mi viene il dubbio se, a questo punto, i radiatori saranno troppo sovradimensionati.

 

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Alessio Menditto

Ah ma per me il calcolo del termotecnico è come la parola del Signore, io rispondevo a

Il 12/12/2021 alle 16:21 , ET62 ha scritto:

Nel caso in cui fossi costretto ad aumentare la temperatura di mandata, ne consegue che aumenterebbe anche la resa termica dei radiatori;

 

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1 ora fa, Alessio Menditto ha scritto:

Ah ma per me il calcolo del termotecnico è come la parola del Signore, io rispondevo a

 

Sì, sì, era solo per condividere le info.

Grazie

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Alessio Menditto

Comunque se ti devo dire le mie perplessità, è che non c’è solo la temperatura, noi non siamo polli in una cella frigorifera, possibilmente dobbiamo anche avere belle sensazioni di benessere, io che ho il pavimento radiante, mi sento avvolto da una coperta tiepida, ma non è lo stesso effetto del termosifone, che ti scalda si ma in maniera molto diversa.

Questi termosifoni ad alto rendimento e a bassa temperatura forniscono si il calore calcolato dal Termotecnico, ma lo fanno in maniera diversa sia dal termosifone ad alta temperatura che dal pavimento radiante, diversa dal termosifone ad alta temperatura che lavora per convezione, ossia butta in alto aria calda che torna giù quando si raffredda in un circolo continuo, e diverso dal pavimento radiante perché non può avere la superficie appunto di tutto l’appartamento come il pavimento.

Ripeto, basta essere consapevoli delle differenze tra i vari impianti, perché poi si viene in Forum a chiedere aiuto come fanno in tanti.

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4 ore fa, Alessio Menditto ha scritto:

Comunque se ti devo dire le mie perplessità, è che non c’è solo la temperatura, noi non siamo polli in una cella frigorifera, possibilmente dobbiamo anche avere belle sensazioni di benessere, io che ho il pavimento radiante, mi sento avvolto da una coperta tiepida, ma non è lo stesso effetto del termosifone, che ti scalda si ma in maniera molto diversa.

Questi termosifoni ad alto rendimento e a bassa temperatura forniscono si il calore calcolato dal Termotecnico, ma lo fanno in maniera diversa sia dal termosifone ad alta temperatura che dal pavimento radiante, diversa dal termosifone ad alta temperatura che lavora per convezione, ossia butta in alto aria calda che torna giù quando si raffredda in un circolo continuo, e diverso dal pavimento radiante perché non può avere la superficie appunto di tutto l’appartamento come il pavimento.

Ripeto, basta essere consapevoli delle differenze tra i vari impianti, perché poi si viene in Forum a chiedere aiuto come fanno in tanti.

Condivido pienamente, ma l'impianto ha una età ed una progettazione (se si può definire tale) di circa 30 anni.

Ora si ha la possibilità di sostituire la sola sorgente di calore ed i caloriferi con altri più performanti; di conseguenza, non potendo fare il pavimento radiante, si stà cercando di ottenere il meglio da una situazione non ottimale. Ovviamente, non si ha la pretesa di trovare La Soluzione, ma un miglioramento generale trovando il giusto compromesso tra comfort  e consumi.

Grazie

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Alessio Menditto

Certo, ti dovevo la mia risposta alla mia perplessità che dicevo prima, altrimenti restano cose in sospeso e almeno qui cerchiamo di affrontare tutti i dettagli.

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