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Rifacimento impianto elettrico appartamento


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Buongiorno a tutti, ho in progetto di rifare l'impianto elettrico, personalmente.

Il quadro attuale è molto "Povero" e non è correttamente collegato in quanto ci sono quattro interruttori: il solito differenziale 30mA 25A, magnetotermico da 10A (a cui sono collegate la maggior parte delle prese nonostante siano da 16A), magnetotermico da 16A a cui c'è collegato principalmente le prese della cucina e caldaia ed un magnetotermico da 20A per il piano cottura ad induzione.

La situazione mi preoccupa in quanto metà casa (le tre camere da letto, corridoio e condizionatore) sono tutti su una singola linea da 2,5 che parte dal centralino ed arriva in una camera da letto in cui c'è una scatola di derivazione.

Il mio obiettivo sarebbe di sezionare il più possibile le stanze e non distruggere mezza casa per fare nuove tracce :)

Ho pensato, e per questo chiedo a voi se c'è qualche norma che lo vieta o controindicazioni, a mettere due centralini: Uno in soggiorno, dove è già presente e sezionare la parte che gestisce (quindi bagno1+soggiorno+cucina).

Il secondo centralino si dovrebbe trovare invece in prossimità della seconda scatola di derivazione, in modo da controllare il resto della casa.

Ho fatto un disegno molto grezzo che dovrebbe rendere l'idea.

 

centralino.png

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Separo il messaggio per migliorare la leggibilità: uno dei primi problemi sorti nella progettazione è come passare il cavo da 6mm. Ho una canalina in cui come ho detto prima passano 3x2,5mm che forniscono alimentazione alla seconda scatola di derivazione. All'interno c'è anche un vimar 03071.E, cavo di rete certificato per stare insieme ai cavi elettrici con diametro esterno di 5,9mm.

Ho ragione di credere che il corrugato sia da 20mm, impossibile fare una misurazione precisa data la quantità di cavi nella scatola. Foto allegata.

Passare 3x6mm+5,9mm in 20 è matematicamente impossibile quindi ho due opzioni:

  1. Probabilemente 2x6mm+5,9mm ci entrano, volendo posso usare il conduttore di terra da 2,5mm anche se fase e neutro sono da 6mm?
  2. Passare cavi da 4mm, 3x4mm+5,9mm e non dovrei avere grossi problemi.

Aggiungo in oltre che ora abbiamo un contratto da 3kW ma nel corso del prossimo anno con l'ecobonus metteremo un'impianto fotovoltaico e potremmo utilizzare un inverter trifase per sfruttare al meglio il piano cottura.

corrugato.png

Modificato: da Crossway
Aggiunta foto
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Sollecito la richiesta ai moderatori di spostare il post nell'apposita sezione, oppure, eliminare questo topic in modo da ricrearlo nella sezione adatta. 

 

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16 minuti fa, Crossway ha scritto:

Sollecito la richiesta ai moderatori di spostare il post nell'apposita sezione, oppure, eliminare questo topic in modo da ricrearlo nella sezione adatta. 

Spostata discussione nella sezione corretta.

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Per chi non ha voglia o tempo di leggere riassumo le domande in poche righe:

  • Posso avere più centralini per casa?
  • Per la dorsale da centralino 1 al 2 posso usare un cavo da 4mm per fase e neutro ma 2,5 per la terra?
  • Lo schema che ho fatto è sensato? (Premetto che non metterò quel differenziale da 10mA perchè è molto difficile da reperire)

Grazie in anticipo a tutti!

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53 minuti fa, Crossway ha scritto:

Posso avere più centralini per casa?

Certo, non ci sono vincoli sulle quantità dei centralini
 

 

54 minuti fa, Crossway ha scritto:

Per la dorsale da centralino 1 al 2 posso usare un cavo da 4mm per fase e neutro ma 2,5 per la terra?

in linea di principio si, se è verificata la formula indicata nella CEI 64-8 543.1.1, ma in genere ci si addentra in questo calcolo solo per circuiti di una certa potenza e lunghezza. In ambito domestico non ho mai visto applicare tale formula, ma si applica sempre la più semplice prescrizione della CEI 64-8 543.1.2 che rimandando alla tabella 54F, indica che la sezione di terra sia almeno uguale a quella di fase fino a 16 mmq.

 

Aggiungo una nota
Se hai pensato di fare in autonomia un impianto elettrico in casa, senza averne titolo, stai compiendo un'azione illegale e irresponsabile, oltre economicamente non vantaggiosa (gli impianti elettrici possono generalmente essere mandati in detrazione).
Non è che basta saper infilare due fili e collegare due interruttori per diventare elettricisti.
Non bastano nemmeno le info frammentarie che riesci a reperire in giro fra forum e gruppi FB, per avere il quadro completo del da farsi.
Non puoi essere in grado di valutare la serietà dei consigli che riesci a spillare in rete
Farai sicuramente un lavoro con tantissime non conformità.
Un giorno ti servirà la dichiarazione di conformità e maledirai la scelta di oggi.
Ti consiglio vivamente di affidarti ad un professionista serio che possa soddisfare le tue richieste nel pieno rispetto della regola dell'arte e della legge del paese in cui vivi.

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12 minutes ago, elab69 said:

in linea di principio si,

Il mio elettricista, quando abbiamo installato il piano ad induzione, ha passato due cavi da 4mm ed inserendo un mt da 20A nel centralino, guardando le scatole però ho notato che ha passato la terra e controllando meglio sotto il piano cottura ho notato che si è collegato alla tera della presa del forno (da 2,5).

 

15 minutes ago, elab69 said:

Se hai pensato di fare in autonomia un impianto elettrico in casa, senza averne titolo, stai compiendo un'azione illegale e irresponsabile, oltre economicamente non vantaggiosa (gli impianti elettrici possono generalmente essere mandati in detrazione).

Per il lato economico penso che convenga in quanto io ho solo i materiali da pagare (e siamo sui 700€), un elettricista ha molti più costi e quindi partirebbero qualche migliaio di euro.

 

17 minutes ago, elab69 said:

Farai sicuramente un lavoro con tantissime non conformità.

Sicuramente non sarà un impianto perfetto ma sicuramente meglio di ora. Capisco che nel 1990 c'erano norme diverse ma a che persona sana di mente verrebbe l'idea di collegare più di mezza casa ad una linea da 2,5, oppure chi si metterebbe un bel cavo dell'antenna insieme ai cavi elettrici giusto per avere una presa tv in cucina, far passare i cavi del citofono nella scatola di derivazione insieme ai cavi elettrici? Per non aggiungere le 3 503 usate come scatole di derivazione con i cavi che strabordano fuori. Sicuramente il mio impianto futuro non sarà certificato, ma sicuramente sarà più sicuro di questo.

 

20 minutes ago, elab69 said:

Un giorno ti servirà la dichiarazione di conformità e maledirai la scelta di oggi.

Cosa che comunque non ho al giorno d'oggi. Comunque se non sbaglio posso chiedere al mio elettricista di certificare il mio impianto dopo averlo ispezionato, giusto?

 

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1 ora fa, Crossway ha scritto:

Il mio elettricista, quando abbiamo installato il piano ad induzione, ha passato due cavi da 4mm ed inserendo un mt da 20A nel centralino, guardando le scatole però ho notato che ha passato la terra e controllando meglio sotto il piano cottura ho notato che si è collegato alla tera della presa del forno (da 2,5)

Non so che dire circa l'intervento del tuo elettricista. Ma dubito fortemente che abbia fatto il calcolo indicato nella CEI 64-8 543.1.1.

 

1 ora fa, Crossway ha scritto:

se non sbaglio posso chiedere al mio elettricista di certificare il mio impianto dopo averlo ispezionato, giusto?

non è proprio così. Un tecnico potrebbe verificare un impianto elettrico messo in servizio prima dell'entrata in vigore del DM 37 del 2008 ed emettere dichiarazione di rispondenza, sempre che l'impianto risponda ai requisiti minimi di sicurezza. Gli impianti elettrici nuovi, gli ampliamenti e le trasformazioni messi in servizio dopo l'entrata in vigore del DM 37/08 non possono essere regolarizzati con dichiarazione di rispondenza. La dichiarazione di rispondenza non è un dispositivo atto a regolarizzare il lavoro nero o il lavoro abusivo come quello che vuoi mettere in atto te.
la dichiarazione di conformità invece può essere emessa solo da chi ha ha legalmente installato l'impianto.
In teoria non dovresti trovare nessuno che renda conforme la tua opera illegale, anche se di fatto, un povero imbecille e irresponsabile che venderà la propria responsabilità penale per poche centinaia di euro, lo troverai.

 

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32 minutes ago, elab69 said:

gli ampliamenti

Quindi in teoria aggiungendo quel MT per il piano cottura è un ampliamento del quadro, ma non è stato emessa nessuna dichiarazione.

32 minutes ago, elab69 said:

In teoria non dovresti trovare nessuno che renda conforme la tua opera illegale, anche se di fatto, un povero imbecille e irresponsabile che venderà la propria responsabilità penale per poche centinaia di euro, lo troverai.

Lo definirei un povero imbecille/irresponsabile se facesse la certificazione senza nemmeno controllare, ma se prende 1/2h di tempo per controllare i quadri, scatole di derivazione e punti luce non vedo perchè dovrebbe avere problemi, ovviamente se riscontra che qualcosa non è conforme risolve in modo da poter rilasciare la certificazione

(sempre che la certificazione non imponga che i lavori siano stati fatti da lui in persona)

Modificato: da Crossway
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5 minuti fa, Crossway ha scritto:

in teoria aggiungendo quel MT per il piano cottura è un ampliamento del quadro, ma non è stato emessa nessuna dichiarazione.

Un ampliamento si configura quando si aggiunge almeno un circuito. Un circuito è composto almeno dai cavi elettrici e dal dispositivo di protezione.

 

7 minuti fa, Crossway ha scritto:

non vedo perchè dovrebbe avere problemi

A parte la questione tecnica, potrebbe avere problemi perché compie un atto illegale chiaramente vietato dal DM 37/08.
Potrebbe avere problemi anche sul piano fiscale, in quanto probabilmente non ci sarebbe congruità con la fattura che ti emetterebbe e il lavoro dichiarato.
Infine, ma non meno grave, incentiverebbe il lavoro nero e illegale.

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39 minutes ago, elab69 said:

Un ampliamento si configura quando si aggiunge almeno un circuito. Un circuito è composto almeno dai cavi elettrici e dal dispositivo di protezione.

 

A parte la questione tecnica, potrebbe avere problemi perché compie un atto illegale chiaramente vietato dal DM 37/08.
Potrebbe avere problemi anche sul piano fiscale, in quanto probabilmente non ci sarebbe congruità con la fattura che ti emetterebbe e il lavoro dichiarato.
Infine, ma non meno grave, incentiverebbe il lavoro nero e illegale.

Quindi ricapitolando le opzioni "legali" sono due:

  1. Tenere questo impianto disastroso
  2. Farlo rifare completamente da personale certificato

Corretto?

 

Edit: tra l'altro, se succedesse un giorno che viene un elettricista a casa mia, con impianto fatto da me e quindi non esiste una certificazione ma lui vuole rilasciarla per i lavori da lui eseguiti, può eseguire una certificazione "parziale" oppure può certificare l'intero impianto segnalando che la certificazione originale non esiste?

Modificato: da Crossway
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CEI 64-8 543.1.1. tradotto...  la sezione del conduttore di protezione deve essere la stessa di quello di fase almeno fino a 16mmq...

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33 minuti fa, ilsolitario ha scritto:

CEI 64-8 543.1.1. tradotto...  la sezione del conduttore di protezione deve essere la stessa di quello di fase almeno fino a 16mmq...

quello a cui ti riferisci è l'articolo 543.1.2 che richiama la tabella 54F.
Metodo semplice, immediato, chiaro e senza troppi pensieri.

Il 543.1.1 invece spiega come calcolare la sezione del conduttore di protezione conoscendo il valore efficace della corrente di guasto e il tempo di intervento del dispositivo di protezione. Il risultato potrebbe essere una sezione inferiore al conduttore di fase

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49 minuti fa, Crossway ha scritto:

Quindi ricapitolando le opzioni "legali" sono due:

  1. Tenere questo impianto disastroso
  2. Farlo rifare completamente da personale certificato

Non conosco il tuo impianto nello specifico, ma un tecnico potrebbe anche valutare di mantenere le parti di impianto che possono ancora essere mantenute ed effettuare gli interventi necessari all'ammodernamento e e al miglioramento delle performance.

Trattandosi di impianto anni novanta, il tecnico potrebbe emettere una dichiarazione di conformità per gli interventi nuovi e una dichiarazione di rispondenza generale di tutto l'impianto (nuovo e vecchio) di cui la dichiarazione di conformità ne diventa un allegato.

55 minuti fa, Crossway ha scritto:

può eseguire una certificazione "parziale"

Si certo, anzi deve farlo. Non si emette dichiarazione di conformità solo per gli interventi di manutenzione ordinaria. nella sua dichiarazione di conformità indicherà chiaramente ciò che ha fatto e quali sono i limiti del suo operato, dichiarando inoltre che il suo intervento è compatibile con le condizioni di impianto preesistenti. Sarebbe anche doveroso che indicasse che non esiste dichiarazione di conformità sull'impianto esistente.

 

56 minuti fa, Crossway ha scritto:

oppure può certificare l'intero impianto segnalando che la certificazione originale non esiste?

Può fare una dichiarazione di rispondenza, nelle modalità che ho già indicato sopra.

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13 minutes ago, elab69 said:

Non conosco il tuo impianto nello specifico, ma un tecnico potrebbe anche valutare di mantenere le parti di impianto che possono ancora essere mantenute ed effettuare gli interventi necessari all'ammodernamento e e al miglioramento delle performance.

Beh direi che questo è sempre stato il mio obiettivo, l'idea era di mantenere l'impianto luci così com'è, sostituire i cavi che vanno alle varie prese con quelli da 2,5 e già che c'ero sezionare le varie stanze per completezza.

 

14 minutes ago, elab69 said:

Può fare una dichiarazione di rispondenza, nelle modalità che ho già indicato sopra.

 

2 hours ago, elab69 said:

La dichiarazione di rispondenza non è un dispositivo atto a regolarizzare il lavoro nero o il lavoro abusivo come quello che vuoi mettere in atto te.

Forse ho capito male io, nel primo quote dici che si può certificare l'intero impianto (impianto fatto da me + intervento successivo fatto da personale qualificato). Nel secondo che non è atto a regolarizzare il lavoro fatto da me.

Che non può eseguire il DiCo l'ho capito, ma quindi se "mette le mani" sul mio impianto privo di DiCo può successivamente emettere la DiRi per l'intero impianto? E la DiRi andrebbe semplicemente a "garantiere" la sicurezza dell'impianto esistente (e da me esteso), corretto?

 

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Microchip1967
15 ore fa, Crossway ha scritto:

he non può eseguire il DiCo l'ho capito, ma quindi se "mette le mani" sul mio impianto privo di DiCo può successivamente emettere la DiRi per l'intero impianto? E la DiRi andrebbe semplicemente a "garantiere" la sicurezza dell'impianto esistente (e da me esteso), corretto?

 

Per prima cosa, un elettricista serio la prima cosa che ti chiede è copia della Di.Co o Di.Ri esistente.Senza di quella ti fa un preventivo per la sistemazione ai requisiti minimi di sicurezza.

Poi con la Di.Ri il professionista si assume integralmente la responsabilità sull'impianto che dichiara.E siccome la responsabilità penale è personale, se tu vuoi che io professionista ti rilasci tale documento l'impianto lo passo "al pettine", documentando tutto quello che è a posto (che finirà nella Di.Ri.) e tutto quanto non è a posto (che finirà nel capitolato delle opere da far fare ad impresa abilitata che a sua volta rilascerà la Di.Co. per le opere di sua competenza)

Chiaramente questa operazione ha dei costi (diciamo che in unì'appartamento di 70mq tale operazione richiede 2 persone per una giornata di lavoro sul posto).

Tieni conto che in caso d'incidente vengono coinvolti tutti e daventi al giudice non puoi certo giustificarti a voce ma solo con documentazione certa.

E' per questo che mi inc@@@o come una bestia quando vedo che gli elettriisti compilano solo un fogliettino... quando poi hai casini vai a dimostrare che quella presa non l'hai messa tu o che quando l'hai installata questa è stata regolarmente testata....

Ah, in caso di incidente o di verifica non ci vuole molto a capire se l'impianto è stato fatto prima o dpo del 2008 (limite di applicabilità delle Di.Ri), rischiando il professionista alche la denuncia per falso in atto pubblico...

Alcune volte invidio il settore dove il contatore del gas non viene aperto dall'ente erogtore se non viene prima consegnata DDC con tutti gli allegati. E sempre piu' presso trovo anche tecnici preparati che le respingono se non complete.

Teoricamente cio' dovrebbe accadere anche con al parte elettrica... teoricamente.. 

 

Vuoi un consigllio: fai fare il lavoro da un elettricista serio.Se vuoi risparmiare al limite ti offri tu di dargli una mano nell'infilaggio o collegamento, ma sempre sotto la sua supervisione.

L'elettricista potrò rilasciare la sua Di.Co, mantenedo congruo l'elenco materiale con l'importo delle opere.Tu avra i il tuo impianto a posto che la tua garanzia di 2 anni e potrai recuperare parte del costo con le agvolazioni fiscali.

Ma soprattutto dormirai tranquillo.

 

P.S. ultimo fatto accaduto: chiamato in causi dopo 8 anni per l'incendio di un'appartamento di un mio ex cliente. Davanti all'avvocato vengo accusato di non aver fatto un lavoro a regola d'arte. Carte alla mano posso documentare quanto rilevato durante il sopralluogo prima di qualsiasi intervento( tempo a carico del committente,con bolle di lavoro firmate), l'elenco delle opere a posto e quelle non a posto e allegato il preventivo delle lavorazioni (3 soluzioni differenti)di cui nessuno accettato perchè ritenuti troppo cari.Foto alla mano risultano delle opere non fatte da me (e salta fuori che le opere le ha fatte un'altra persona...)

Morale: io ne sono uscito pulito, chi ha fatto il lavoro sta ancora pagando i danni.

Se io non avessi avuto la documentazione di quanto rilevato all'epoca e soprattutto i preventivi non accettati (con cui, come professionista, ho poturo dimostrare che io avevo fatto tutto quanto era possibile per mettere il cliente in condizione di sistemare le anomalie) sarebbero stati cavoli amari

Sono sepmpre piu' convinto della scelta che ho fatto.Vuoi il lavoro fatto da me? o lo si fa bene (sempre ovviamente con un occhio ai costi) o piuttoso falo fare ad un'altro..E soprattutto collaudo finale (con foto e dati strumentali) allegati alla DDC.(ed infatti sono sempre almeno 35-40 pagine...)

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17 ore fa, Crossway ha scritto:

Forse ho capito male io, nel primo quote dici che si può certificare l'intero impianto (impianto fatto da me + intervento successivo fatto da personale qualificato). Nel secondo che non è atto a regolarizzare il lavoro fatto da me.

Che non può eseguire il DiCo l'ho capito, ma quindi se "mette le mani" sul mio impianto privo di DiCo può successivamente emettere la DiRi per l'intero impianto? E la DiRi andrebbe semplicemente a "garantiere" la sicurezza dell'impianto esistente (e da me esteso), corretto?

Dunque, la DiRi può sanare la carenza documentale di un impianto fatto prima del 2008 da chiunque (quindi fatto anche da chi non ne aveva titolo).
La DiRi non è possibile utilizzarla per gli impianti costruiti o ampliati dopo il 2008.

Scenario 1
se hai ampliato il tuo impianto del 95 nel 2007,
arriva l'elettricista,
controlla tutto l'impianto,

lo amplia ulteriormente secondo i tuoi obbiettivi nei limiti della regola dell'arte

Emette DiCo per la sua parte ampliata

Emette DiRi per tutto l'impianto (vecchio e nuovo) e la DiCo ne diventa un allegato.

Scenario 2
Hai sempre il tuo impianto del 95
Ma tu ci metti le mani nel 2019
Arriva un elettricista vero e serio e si accorge di un intervento illegale eseguito dopo il 2008.

non si può utilizzare la DiRi per sanare tutto.
A questo punto l'elettricista ti dovrebbe avvisare della situazione illegale, ma potrebbe comunque intervenire sull'impianto ampliandolo ed emettendo DiCo per la sola parte ampliata.

In verità il Mi.s.e. ha emesso un parere che chiarisce che in queste situazioni, ovvero quando non è presente alcuna DiCo (anche se l'impianto è successivo al 2008 e quindi non si può emettere DiRi), l'installatore potrebbe emettere DiCo per la sola parte del suo intervento dichiarando che comunque è stato controllato tutto l'impianto esistente e che è l'impianto risponde comunque ai requisiti di sicurezza. Precisa inoltre che permangono a carico del proprietario tutte le responsabilità derivanti dalla mancanza di DiCo.

In pratica si potrebbe accroccare la parte documentale, ma non certo la parte relativa alle responsabilità

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3 hours ago, Microchip1967 said:

Vuoi un consigllio: fai fare il lavoro da un elettricista serio.Se vuoi risparmiare al limite ti offri tu di dargli una mano nell'infilaggio o collegamento, ma sempre sotto la sua supervisione.

Infatti questa è una delle opzioni in esame

 

1 hour ago, elab69 said:

l'installatore potrebbe emettere DiCo per la sola parte del suo intervento dichiarando che comunque è stato controllato tutto l'impianto esistente e che è l'impianto risponde comunque ai requisiti di sicurezza. Precisa inoltre che permangono a carico del proprietario tutte le responsabilità derivanti dalla mancanza di DiCo.

In pratica si potrebbe accroccare la parte documentale, ma non certo la parte relativa alle responsabilità

Capisco.

Grazie ad entrambi :)

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Il 10/8/2022 alle 16:51 , elab69 ha scritto:

Dunque, la DiRi può sanare la carenza documentale di un impianto fatto prima del 2008 da chiunque (quindi fatto anche da chi non ne aveva titolo).
La DiRi non è possibile utilizzarla per gli impianti costruiti o ampliati dopo il 2008.

Scenario 1
se hai ampliato il tuo impianto del 95 nel 2007,
arriva l'elettricista,
controlla tutto l'impianto,

lo amplia ulteriormente secondo i tuoi obbiettivi nei limiti della regola dell'arte

Emette DiCo per la sua parte ampliata

Emette DiRi per tutto l'impianto (vecchio e nuovo) e la DiCo ne diventa un allegato.

Scenario 2
Hai sempre il tuo impianto del 95
Ma tu ci metti le mani nel 2019
Arriva un elettricista vero e serio e si accorge di un intervento illegale eseguito dopo il 2008.

non si può utilizzare la DiRi per sanare tutto.
A questo punto l'elettricista ti dovrebbe avvisare della situazione illegale, ma potrebbe comunque intervenire sull'impianto ampliandolo ed emettendo DiCo per la sola parte ampliata.

In verità il Mi.s.e. ha emesso un parere che chiarisce che in queste situazioni, ovvero quando non è presente alcuna DiCo (anche se l'impianto è successivo al 2008 e quindi non si può emettere DiRi), l'installatore potrebbe emettere DiCo per la sola parte del suo intervento dichiarando che comunque è stato controllato tutto l'impianto esistente e che è l'impianto risponde comunque ai requisiti di sicurezza. Precisa inoltre che permangono a carico del proprietario tutte le responsabilità derivanti dalla mancanza di DiCo.

In pratica si potrebbe accroccare la parte documentale, ma non certo la parte relativa alle responsabilità

 

Se uno amplia e rifà privatamente l'impianto di casa, e successivamente chiama il professionista a certificare, per quale ragione non può certificare tutto l'impianto? Solo perchè non ha inserito lui, con le sue mani i cavi? I materiali possono anche essere forniti dal committente...

Praticamente ci si troverebbe nella paradossale situazione che un impianto perfettamente a norma, dovrebbe essere estirpato e gettato per ricrearlo uguale, il che mi sembra contrario a qualsiasi buon senso.
Perciò se l'impianto è posato, l'elettricista arriva, fa i suoi controlli per verificare che è corrispondente alle normative, e si fa pagare la manodopera (ovvero il tempo) che ha giustamente speso per fare le verifiche e rilasciare la certificazione. Altrimenti in ogni situazione in cui c'è qualcuno che non ha rilasciato la certificazione toccherebbe rifare l'impianto da zero... allo stato che importa "quali mani" hanno tirato i fili nei tubi? 

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26 minuti fa, Ronelor ha scritto:

 

Se uno amplia e rifà privatamente l'impianto di casa, e successivamente chiama il professionista a certificare, per quale ragione non può certificare tutto l'impianto? Solo perchè non ha inserito lui, con le sue mani i cavi? I materiali possono anche essere forniti dal committente...

Praticamente ci si troverebbe nella paradossale situazione che un impianto perfettamente a norma, dovrebbe essere estirpato e gettato per ricrearlo uguale, il che mi sembra contrario a qualsiasi buon senso.
Perciò se l'impianto è posato, l'elettricista arriva, fa i suoi controlli per verificare che è corrispondente alle normative, e si fa pagare la manodopera (ovvero il tempo) che ha giustamente speso per fare le verifiche e rilasciare la certificazione. Altrimenti in ogni situazione in cui c'è qualcuno che non ha rilasciato la certificazione toccherebbe rifare l'impianto da zero... allo stato che importa "quali mani" hanno tirato i fili nei tubi? 

Specifico che la risposta è per discutere... non certamente un parere legale.

Però in senso generale, penso che se funzionasse come specificato da @elab69 e @Microchip1967, praticamente sarebbe necessario buttare impianti buoni.
Faccio un esempio più generale: Mettiamo che nel 2005, uno ha costruito una casa e si è portato avanti con il rispetto delle normativa, facendo un impianto che è idoneo anche a quelle nuove, dovrebbe di fatto sfilare i fili e rifare un impianto che è già conforme, se volesse ottenere la Di.Co., o mi sbaglio?

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Microchip1967
14 minuti fa, Ronelor ha scritto:

Mettiamo che nel 2005, uno ha costruito una casa e si è portato avanti con il rispetto delle normativa, facendo un impianto che è idoneo anche a quelle nuove, dovrebbe di fatto sfilare i fili e rifare un impianto che è già conforme, se volesse ottenere la Di.Co., o mi sbaglio?

se è stato fatto in quella data, il professionista, dopo sopralluogo e prove strumentali e documentando accuratamente quanto rilevato puo' emettere una Di.Ri., assumendosene personalmente la responsabilità civie e penale a tempo illimitato (la documentazione non ha una scadenza, come invece capita in altri paesi come la svizzera dove ongi 20 anni è necessario produrre la documentazione che l'impianto è stato verificato ed è ancora sicuro).

Oltre il 2008 no (o meglio, in teoria secondo il parere del MISE sarebbe possibilie, ma è solo un parere) in quanto stai compiendo una violazione di una legge.

Come ho già detto, nessuno ti vieta di aiutare l'elettricista nella posa dei conduttori, ma sempre sotto la sua responsabilità

 

Comunque sia il problema emerge in tutta la sua interezza nel momento in cui si fa male qualcuno.C'è da dire che la fuga di gas fa sempre piu' notizia rispetto ai danni dovuti a folgorazione o incendio....

E quando accade vengono tirati tutti in ballo (a partire dal Committente)

 

Ti posso assicurare che spesso nell'analisi di impianti in cui devi rilasciare una Di.Ri 99 volte su 100 ci sono errori madornali (mancato coordinamento protezioni, giunte a nastro, cavi con posa non idonea come, ad esempio, cordine N07VK nel giardino o cavo fror. 

 

Purtoppo la corrente ho un grosso difetto: non la vedi.Ma quando la senti spesso è tardi.....

 

Modificato: da Microchip1967
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Io non ho ancora capito una cosa invece: in un impianto fatto da un lavoratore in nero, in caso di incidente, la responsabilità e quindi chi pagherà i danni ricade sul proprietario dell'immobile che ha fatto la cavolata di non rivolgersi a una ditta autorizzata? Oppure anche chi ha materialmente realizzato l'impianto può passare dei guai? In quest ultimo caso visto che non c'è nulla di scritto come si farà a dimostrare che è stato proprio tal dei tali a fare il casino?

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Microchip1967

Il primo responsabile che risponde per l'incidente è sempre il proprietario (infatti è per questo che consiglio sempre di farsi consegnare e verificare tutta la documentazione PRIMA del rogito) e a catena vengono poi coinvolti tutti gli attori (impresario, elettricista, ecc.)

Poi a ruota ognuno dovrà dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare l'incidente.Tieni conto che il rispetto della normativa CEI (non obbligatoria) ti da la presunzione di aver fatto il minimo indispensabile per la sicurezza.L'installatore puo' benissimo adottare altre tipologie d'installazione e protezione.Sarà poi suo onere dimostrare che tale soluzione era comunque sicura.

 

Ti faccio un esempio pratico: persona che subisce un infortunio in un'abitazione con un elettrodomestico: Il venditore dell'immobile dovrà dimostrare di aver informato il compratore sul corretto uso dell'impianto (ad esempio consegnando il libretto d'uso e manutenzione).

Se l'impianto è stato fatto da lavoratore in nero, questo sarà comunque responsabile per la parte penale (che è sempre personale), mentre per la parte civile risponderà il proprietario, che potrà poi rivalersi sull'installatore "in nero"

Semprechè si riesca a dimostrare che il lavoro è stato fatto dal lavoratore....

 

Ah, inutile dire che quando si iniziano tali casini penali si va avanti anni.....

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