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Morti Bianche


romar

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Purtroppo la strage continua.. qui a Brescia è morto in questi giorni un'altro operaio schiacciato sotto una pressa alla Lucchini di Lovere. Le regole ci sono: 626-Direttiva Macchine-Norme UNI-Norme CEI ma quante industrie sono in regola?

Nella ditta in cui lavoro le macchine in sicurezza saranno si e no il 10%. Com'è la vostra esperienza in giro nelle nostre aziende italiane?

Il problema è poi che le morti bianche fanno poco notizia, mentre altri delitti vanno a gonfie vele sui media. Qualcuno da progettere o da non infastidire?

Scusate per il piccolo sfogo, ma nel 2007 non è possibile morire con tanta facilità sui luoghi di lavoro!

Saluti Roberto.

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Quella del buon senso e quella della coscienza.

Sono daccordo, ma spesso queste regole purtroppo non vengono neanche prese in considerazione e i risultati possiamo vederli quotidianamente guardando i telegiornali.

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Quella del buon senso e quella della coscienza.

Cia non so se tu sei un inguaribile ottimista o speri che qualche cosa cambi.

Purtroppo oggi giorno la specifica base per ogni lavoro è il costo. Leggi, normative, direttive si cerca di interpretarle e stiracchiarle a proprio comodo. Poi se capita una tragedia ci si rivolge ad un buon avvocato. Non importa se, fatti i conti, sarebbe costato molto meno prevenire il fatto. Senza contare che se il lavoratore lavora in nero si resce anche a insabbiare il tutto :angry:

Ma che bella la società che ci siamo costruiti :(

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Quando si tratta di sicurezza non si fa mai abbastanza.

Un dato di fatto però è che spesso gli impianto sono sicuri o, almeno, abbastanza sicuri. Gli operatori però considerano tutte le limitazioni riguardanti la sicurezza come "cose scomode", che li obbligano a procedure più complicate o a "inutili" perdite di tempo.

Risultato: manomissione delle sicurezze per poter lavorare in scioltezza! Le conseguenze, purtroppo, le leggiamo poi sui giornali.

Non mi riferisco, chiaramente, a nessun caso in particolare; ma quando vediamo una protezione rimossa e la chiavetta del finecorsa di sicurezza smontata dalla protezione ed inserita nel finecorsa, non credo si possa parlare di carenze nella progettazione. Insomma, non è raro che le responsabilità siano degli operatori in prima persona. Gli stessi operatori che poi, se sono fortunati, si fanno solo male.

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Gli operatori però considerano tutte le limitazioni riguardanti la sicurezza come "cose scomode", che li obbligano a procedure più complicate o a "inutili" perdite di tempo.

Anche questo è frutto della cultura attuale, anzi peggio questa è una prassi antica stigmatizzata ufficialmente e ufficiosamente incoraggiata.

Ero poco più che ventenne quando vidi per la prima volta il comando a due mani delle presse reso inoperoso per aumentare il cottimo, con i responsabili che non vedevano le manomissioni.

Trent'anni dopo la mentalità non era mutata; ricordo la lettera minacciosa di un direttore di una cartiera perchè un'emergenza non aveva funzionato, con grave rischio per l'incolumità dell'operatore. la verifica dell'impianto aveva dimostrato che la manutenzione nella folle corsa al by pass delle protezioni aveva anche escluso un paio di pulsanti di emergenza.

Pochi giorni fa è stata aperta una discussione sulla possibilità di utilizzo di non meglio identificate schede elettroniche ad uso emergenza. In uno dei post qulacuno ha adombrato l'impotesi che certe precauzioni fossero simili ad indossare cintura, bretelle e mettere anche un giro di spago sui calzoni. Se questa è la mentalità di un progettista di impianti..... :(

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Sono d'accordo che la cultura della sicurezza deve essere anche della base, leggi operatori di macchina,

è altrettanto vero che è improbabile che ci siano delle sicurezze by passate solo per dipendenza dell'operatore.

L'operatore di una macchina lavora con stipendio orario, fatte le otto ore prende lo stipendio giornaliero,

se i pezzi prodotti sono 100 con le sicurezze, o 150 con le sicurezze escluse per lui non cambia lo stipendio,

(se non c'è un cottimo o un premio di produzione indicizzato). In fabbrica chi deve sapere sa. poi succede

che spesso alle sicurezze disabilitate ci si abitua al punto tale da dimenticarsene. Finchè non succede qualcosa.

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Ad un corso sulla sicurezza l'ingegnere ci raccontava che una stessa macchina utensile per la Francia a un costo x, mentre x l'Italia molto meno di x! Ovviamente il sovrapprezzo è determinato dagli apparati di sicurezza (carter, cancelli, moduli etc.). Da quanto ci diceva l'ingegnere in Francia si va in galera in caso di morte di un dipendente su una macchina insicura. In Italia invece...

Ammesso che l'ing. non raccontasse balle e dato che la direttiva macchina è una normativa europea, mi viene il sospetto che come sempre ci sono leggi ma manca chi le rispettare!

Mi interessava sapere da chi è impegnanto sul campo com'è la situazione reale rispetto a quanto chiede la Direttiva Macchine. Io infatti ho sempre lavorato nella stessa azienda e non ho quindi la percezione di quello che succede in giro (a parte la.. cronaca nera..)

Grazie a tutti e scusate se intervengo a singhiozzo, ma da poco mi è nato il secondogenito e tra pannolini e biberon il tempo serale per Internet si è ridotto!!

Roberto

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Certe volte mi sorge un dubbio. Sono le aziende a non predisporre sistemi di sicurezza o sono gli operai (ne basta uno!) che volutamente li ignorano/boicottano? Per lecchinaggio, vanteria, stupidità.......

Io metterei l'obbligo di esporre in bacheca le foto di arti bruciati, ampuati, occhi disatrati.....senza nessun commento....solo le foto.

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Luca Bettinelli
Certe volte mi sorge un dubbio. Sono le aziende a non predisporre sistemi di sicurezza o sono gli operai (ne basta uno!) che volutamente li ignorano/boicottano? Per lecchinaggio, vanteria, stupidità.......

In molti casi ho notato che sono gli operai, che per comodità di lavoro, bypassano le sicurezze per la serie, sono anni che uso questa macchina, la conosco come le mie tasche, qualche anno fa, quando ancora facevo assistenza sul campo, mi è capitato di andare da un cliente e vedere l'operaio che lavora sulla macchina, che bypassava il micro di sicurezza con un azionatore volante, che correva a rimuovere quando vedeva arrivare il responsabile della produzione.

La sua scusa era che quando doveva entrare nella macchina per scaricare lo scivolo degli scarti, non poteva mica tutte le volte mettere in manuale, girare la chiave dello sblocco cancello, aprire il cancello, chiudere il cancello, girare la chiave per bloccare il cancello, andare in automatico e riavviare il ciclo, è molto più comodo tenere il cancello aperto ed entrare mentre la macchina funziona, però doveva stare attento a non farsi vedere dal capo, altrimenti lo avrebbe licenziato........

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Per lecchinaggio, vanteria, stupidità.......

Hai dimenticato il caso più comune: l'incoscenza.

Nell'ultima azienda dove ho lavorato, tutte le volte che andavo in officina sorprendevo uno degli operai meccanici, che forava le piastre di fondo senza usare gli occhiali protettivi. Ho cercato in tutti i modi di far capire loro che gli occhiali servivano a proteggere i loro occhi, non i miei o quelli dei soci proprietari dell'azienda. Invariabilmente la risposta era: "Gli occhiali mi infastidiscono, non mi fanno vedere bene, poi si sporcano, mi fanno sudare (sic). Poi cosa vuole che mi succeda, anche si rompesse la punta mica mi deve andare in un occhio!"

Purtroppo i primi a fare a meno delle protezioni sono proprio quelli che ne dovrebbero usufruire.

Anche questa è una mancanza di cultura e di una mentalità tipica nostrana. Solo in una città italiana poteva capitare che si mettessero in vendita magliette con stampata la cintura di sicurezza.

Ricordo in Svezia, all'ingresso dell'acciaieria prima di consegnarti il pass pretendevano che tu indossassi il casco (dotato di cuffie antirumore). Poco importava che la nostra visita era limitata agli uffici tecnici e non agli impianti. La regola prevedeva che, per sicurezza, all'interno dello stabilimento si indossasse il casco quando si accedeva agli impianti, ergo se volevi entrare dovevei avere il casco; poi se rimanevi entro le aree non produttive il casco lo appendevi all'appendiabiti, printo per essere indossato quando uscivi dall'ufficio.

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  • 3 weeks later...

Per questo mio messaggio d'esordio un saluto a tutti e un ringraziamento per lo spazio. Sono un perito industriale responsabile delle manutenzioni elettriche (in parole povere manutentore) di un'azienda metalmeccanica con macchinari un po' di ogni tipo, dalle presse ai vari torni, trapani a colonna, mole da parete ecc. Tra i 30 e 40 dipendenti, a seconda dei periodi (abbiamo anche gente a contratto). Sono l'unico con cognizioni di elettricità e l'unico che sappia di concreto il pericolo che può derivare dalle negligenze nel manovrare macchinari elettrici. Quindi il mio messaggio è una semplice ulteriore testimonianza che non aggiunge nessuna novità. Cioè l'importante è il Dio denaro, cioè la produzione. E ben venga un bypass per aumentarla a discapito della sicurezza. A volte me la prendo a cuore e cerco di fare capire concretamente certi concetti di sicurezza ai colleghi e ai responsabili ma quando hai 30 e passa persone è dura. . .

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Io sono un responsabile di manutenzione in una grande azienda di lav. mat. plastiche estera. Tra gli altri il reparto di presse ad iniezione, notoriamente tra i macchinari pericolosi tanto da rientrare nell'allegato IV della normativa macchine.

Stampo ingombrante e pezzo che non cade in automatico ? Cancello operatore aperto, fine corsa manomessi.

Cazziato operatore e caporeparto gli dico che posso metterci un martinetto ad aria per far cadere i pezzi e rimetto a posto i fine corsa. Volta successiva, stesso stampo, stessa situazione.

Poi, cambiato lo stampo con altro "normale"... si dimenticano i fine corsa manomessi, cosi' se qualcuno (magari altro ignaro operatore) si fidasse ......

Oramai penso che ogniuno pianga se' stesso nel caso ci lasciassero un braccio, nemmeno la minaccia di tagli allo stipe fanno effetto

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Non posso pensare che un reparto dell'azienda sia così vacuo e confuso in termini di sicurezza e responsabilità per la sicurezza.

In una azienda si dice FARE SICUREZZA, che significa che tutta l'azienda, (dai vertici alla base)

sono coinvolti nel sistema sicurezza, se non è cosi significa che la sicurezza non è uno degli obiettivi di TUTTI.

In questi giorni abbiamo vissuto il dramma dell'acciaieria di Torino.

Guardate chi sono i primi iscritti nel registro degli indagati e le motivazioni e l'azienda sequestrata, (cronaca dei giornali).

E' mia abitudine, quando ci sono eventi luttuosi palesemente derivati da situazioni di sicurezza, fare delle fotocopie formato A3

e appenderle alle bacheche, ti assicuro che le riflessioni sono d'obbligo.

La prima volta richiama l'operatore, (se è palesemente sua la colpa) ma la seconda volta dagli 3 giorni di sospensione con lettera di richiamo,

per conoscenza al responsabile della sicurezza, al direttore e alla rsu poi vedi se qualcuno ha da eccepire, così scopri chi è che non fa sicurezza.

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parole sante.

pero'.... (siamo in italia)

se qualcuno si comporta cosi' passa per dittatore , e visto che non e' successo niente magari lo invitano a lasciar perdere.

POI quando succede l'irreparabile e' sempre colpa delle aziende e della mancanza di manutenzione ( spiace dirlo ma ormai e' la frase che va' di moda per giustificare qualsiasi cosa ), MAI e ripeto MAI di chi ha manomesso le sicurezze o ha lavorato con negligenza.

ivano65

Modificato: da ivano65
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pero'.... (siamo in italia)

se partiamo a dire sempre così rimaniamo anche sempre in italia (la "i" piccola è voluta!)

cosi' passa per dittatore

e il problema dove stà? Un responsabile della sicurezza è tale perché gli interessa l'incolumità delle persone, mica di essere simpatico?

Dal mio piccolo punto di vista il problema è che molto spesso chi progetta le macchine con quelle macchine non ci ha mai lavorato e non si accorge che la messa in sicurezza non è il solo rispettare le normative, ma ottimizzare la sicurezza nelle azioni che l'operatore deve fare. Sempra cosa da poco, ma ho visto impianti dove il comando a due mani metteva più in pericolo l'operatore che la sua manomissione (praticamente i due pulsanti erano messi ad una distanza tale che con la pancia l'operatore sfiorava la zona critica (10 dita al sicuro ma l'undicesimo no).

Certo, Dio denaro, certo produzione, e anche pigrizia, incoscienza, ma a volte il progettista dovrebbe immedesimarsi un po' di più nell'operatore:

La sua scusa era che quando doveva entrare nella macchina per scaricare lo scivolo degli scarti

...e il progettista dov'era quando l'ha "progettata" sta roba? Quello si è da incarnare: mi fai un qualcosa che mi blocca la produzione, devo entrare nei cancelli... ma stiamo scherzando (con la vita degl'altri)?

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Adross che dire? Solo che hai ragione in tutto!

..cosi' passa per dittatore..

Quando riusciremo a capire che democrazia e rispetto delle leggi e dei regolamenti sono tutt'uno? Chi fa rispettare o pretende il rispetto delle regole e dei regolamenti, non è un dittattore è solamente una persoan seria ed un cittadino per bene!

Dobbiamo smettere di confondere la democrazia con il prorpio tornaconto!

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Condivido il 99% di quello fin ora detto e vorrei aggiungere che si potrebbe avere più sicurezza se questa fosse un servizio dello stato che invece fa ricadere come al solito tutto sulle aziende, con questo non voglio dire che lo stato deve fare tutto lui ma deve dare a tutte le società la possibilità concreta di poter fornire sicurezza.....come al solito il problema è economico.

Ciao

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Tirare in ballo lo stato lo ritengo corretto solo fino a un certo punto.

Voglio dire, le leggi ci sono. Noi dovremmo impegnarci a rispettarle, e gli organi statali dovrebbero verificare che vengano rispettate.

Quello però che manca veramente è la cultura della sicurezza. E questa manca sia ai datori di lavoro, sia agli operai. Ai datori di lavoro fa comodo non rispettare le norme di sicurezza per palesi motivi economici, mentre gli operai spesso non osservano le norme perché rendono più scomodo il lavoro. E questo vale sia per il tornitore che non indossa gli occhiali protettivi, sia per il muratore che non usa la cintura di sicurezza, sia per l'operaio che manomette la sicurezza del cancello di protezione.

Recentemente (e questo è successo in Francia!) ho visto un operaio, all'interno dei cancelli di protezione, in piedi sulla struttura di uno stampo per stampaggio di materie plastiche. Con macchina in funzione, intendo! Vedevi questo operaio andare su e giù una trentina di volte al minuto! E qui c'è poco da accusare il progettista o il titolare dell'azienda.

Per quanto riguarda la grossa disgrazia di Torino, una sola cosa mi chiedo: perché spesso si sciopera per motivi non dico banali, ma non di importanza vitale, mentre solo dopo le disgrazie si scende tutti in piazza per denunciare il mancato rispetto delle più elementari norme di sicurezza?

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...ho visto un operaio, all'interno dei cancelli di protezione, in piedi sulla struttura di uno stampo per stampaggio di materie plastiche. Con macchina in funzione, intendo!

Io ho visto 2 operai, uno italiano e uno albanese, viaggiare su una sezionatrice a 100 mt/min sopra un pannello di legno di 6 metri per 4 mentre la lama tagliava, perchè così appena finito il taglio potevano pelevare SUBITO il pezzo SENZA ASPETTARE che la macchina lo saricasse da sola...... :blink:

E.....non entro nei dettagli ma ....ho vissuto anche, seppure indirettamente, cose molto peggiori. :ph34r:

Purtroppo ci sono due estremi: pressapochismo di chi aquista e usa le macchine, e rompiballismo di normative e controllori che conoscono solo teorie.

Come sempre, occorrerebbe il buon senso, da parte di tutti.

Ma è materia prima che oggigiorno scarseggia....

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Del resto, cosa vogliamo aspettarci da un popolo di gente che non allaccia le cinture di sicurezza perché "danno fastidio"? Come se sfondare il parabrezza con la testa fosse invece una cosa piacevole!

Eppure la preoccupazione è solo quella di "non prendere la multa". Sembra che allacciare le cinture serva solo per fare piacere alle forze dell'ordine, e non per la nostra incolumità.

Tanto, si sa, gli incidenti capitano sempre e solo agli altri...

Quanti bambini vediamo in auto giocare allegramente inginocchiati sul sedile posteriore, se non addirittura sdraiati sulla cappelliera?

Sono andato forse OT, dato che non si parla più di morti bianche (a proposito, perché vengono chiamate così?), ma ricordiamoci che anche sulle strade perdono la vita ogni anno, in Italia, 6-7000 persone.

Molte di queste vite potrebbero essere salvate, come anche nell'ambiente di lavoro, se solo riuscissimo a fare della sicurezza una priorità. Ma questo non deve cadere dal cielo, e non dovrebbe neanche essere imposto per legge. Basterebbe semplicemente che entrasse nelle nostre teste!

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Che ci sia una mancanza di cultura della sicurezza è vero, ma cercare di addossare la maggior responsabilità degli incidenti sul lavoro esclusivamente ai lavoratori stessi non credo sia ne giusto ne corretto.

Se gli operai eludono le sicurezze per poter lavorare più velocemente, non lo fanno per masochismo; lo fanno sia per mancanza di cultura ed anche (direi soprattutto) perchè spinti, più o meno esplicitamente, dai rsponsabili aziendali a cui fa comodo.

Se poi si aggiunge che le aziende, almeno una buona parte di esse, considerano i costi per la sicurezza come una sorta di spese da tagliare in qualunque modo e con qaulunque mezzo, il quadro generale assume una dimensione più corretta.

Modificato: da Livio Orsini
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Si parla di 626, Direttiva Macchine, ecc...

ma esiste una Legge dello Stato italiano, la 547 del 1955 che in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro era all'avanguardia ed e' tutt'ora attualissima!!!

La conoscono in pochi, cosi' come conosco poche aziende che la rispettano.

Gia' solo rispettando tutte le norme ivi presenti si sarebbero evitati tantissimi infortuni, spesso anche gravi.

Ora, d'accordo che la 626 ha introdotto concetti nuovi, soprattutto sulla responsabilita' (anche dei lavoratori) per quanto concerne la sicurezza, d'accordo che il buon senso aiuta sempre e molto, ma le basi dettate da questa legge erano e sono fondamentali.

Ci sono sentenze che "smentiscono" norme recenti facendo affidamento a quanto scritto nella 547: attenzione!!!

Potete trovare la legge qui.

Qui invece potete trovare un documento dal titolo emblematico:

"Con la sentenza n. 37408 del 14 ottobre 2005, la terza sezione penale della Corte di Cassazione, conferma che il DPR 547/55 e il Dlgs 626/94 vanno intese come norme primarie vigenti e individua il DPR 459/96 come norma secondaria. "

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Non voglio addossare la colpa agli operai, ci mancherebbe. Che poi sono sempre gli unici che ci rimettono.

Quando parlo di cultura della sicurezza intendo che tutti dovremmo averla: operai, dirigenti, imprenditori e... giudici!

Sì, credo sia giusto nominare anche i giudici perché, purtroppo, quando succede qualcosa i responsabili vengono sempre assolti.

Se detti responsabili venissero "responsabilizzati" da qualche sentenza che non sia la solita condanna a 3 mesi con la condizionale (quando va bene), forse qualcosa cambierebbe.

Detto questo, resto comunque convinto che anche gli operai dovrebbero migliorare in tal senso. Personalmente non mi sono mai imbattuto in casi dove fossero i dirigenti a spingere direttamente per il bypass delle protezioni. Probabilmente fanno finta di non vedere. L'operaio spesso esclude le sicurezze perché così risparmia di compiere un'operazione manuale (che richiede fatica) oppure risparmia tempo (un minuto di lavoro risparmiato potrebbe voler dire un minuto in più da passare al box). Non lo condanno per questo. E' un comportamento più che comprensibile. Un comportamento che si spiega bene soprattutto se si dà scarsa importanza alla sicurezza.

E rimane sempre il fatto che si fanno scioperi per il rinnovo del contratto, per ottenere aumenti di stipendio o riduzione dell'orario di lavoro. Più che giusto, ci mancherebbe. Ma non si fanno mai scioperi per aumentare le misure di sicurezza.

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Ma non si fanno mai scioperi per aumentare le misure di sicurezza.

....già, e forse in qualche caso varrebbe la pena di farli.

Ma ormai, tutto è legato al DIO DENARO, gli operai scioperano solo per l'aumento, gli imprenditori cercano solo di risparmiare, i comuni e i "controllori" in genere fanno multe solo per incassare.

Come scrisse Livio qualche giorno fa: "...che bel mondo ci siamo costruiti....! " :(

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