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Scaricatori E Fusibili A Monte - Come coordinarli?


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Carlo Albinoni

Segui la documentazione del costruttore (guida, istruzioni, sito...) che fa riferimento alle configurazioni provate in laboratorio e garantite.

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I fornitori di SPD suggeriscono, a volte che la protezione avvenga mediante un interruttore o un fusibile di sovracorrente (esterno o interno al dispositivo) posto a monte dell’SPD.

La scelta delle caratteristiche che devono avere i fusibili, non è una operazione piuttosto semplice, poiché è ovvio che uno stesso fusibile di sovracorrente non può permettere la conduzione di una corrente ad impulso molto alta ed effettuare una sconnessione dell’SPD per una bassissima corrente di guasto..

Un SPD una volta intervenuto innesca un cortocircuito; l’SPD è in grado di interrompere la conseguente corrente e autoripristinarsi fino ad un determinato valore di corrente di cortocircuito; superato tale valore l’SPD ha bisogno di un dispositivo per interrompere la corrente.

Questo dispositivo di protezione può essere un interruttore magnetotermico oppure un fusibile che svolge la funzione di “back-up” nei confronti del SPD.

Ricordiamo, ancora una volta, che gli SPD sono costruttivamente dimensionati per sopportare determinati livelli di energia specifica passante oltre i quali si ha la distruzione del SPD stesso è la possibilità di innesco di incendi.

La funzione dell’interruttore magnetotermico o del fusibile coordinato con l’SPD ha quindi la funzione di proteggerlo contro l’eccesso di energia specifica passante e preservare la continuità di servizio durante l’intervento del SPD stesso.

Per garantire la protezione contro i contatti indiretti è sempre necessario inserire, nell’impianto protetto da un SPD, un dispositivo che interrompa le correnti di guasto a terra. Questo dispositivo, che deve essere opportunamente coordinato con l’impianto di terra, può essere un interruttore magnetotermico o più comunemente un interruttore differenziale.

L’impiego di un interruttore magnetotermico è la soluzione più economica, ma anche la più difficile da applicare al fine del coordinamento con l’impianto di terra, tranne per i sistemi di distribuzione TN. L’impiego di interruttori differenziali di tipo generale può determinare scatti intempestivi, pertanto ciò ne consegue che in realtà l’interruttore differenziale di tipo generale non è adatto ad essere installato a monte del SPD. La soluzione possibile a questo problema è quella di installare all’ingresso linea un interruttore differenziale selettivo, che protegga direttamente anche l’SPD, prevedendo poi per le derivazioni degli interruttori differenziali istantanei.

In questo modo si assicura la continuità dell’alimentazione in caso di intervento dell’SPD.

In alternativa si potrebbe installare interruttori magnetotermici con modulo differenziale di tipo AR che pur essendo differenziali di tipo istantaneo lavorano sul limite più alto della curva di intervento. Questo tipo di differenziale da 30 mA soddisfa pienamente i requisiti di coordinamento e protezione e può essere il giusto compromesso tecnico/economico.

A completezza di informazione per soddisfare la condizione di protezione contro i contatti indiretti nei sistemi TT con interruttori differenziali installati a valle degli SPD si può ricorrere ad una installazione secondo lo schema definito dalla guida CEI 81-8 “3+1”. Questo schema prevede l’installazione di tre SPD a limitazione tra fase e neutro ed uno ad innesco tra neutro e terra.

È bene tener presente che tale soluzione non può essere utilizzata nel caso in cui vi siano probabilità che il neutro venga interrotto.

In questa condizione infatti lo spinterometro potrebbe innescare e provocare un cortocircuito tra fase e PE che non verrebbe interrotto da alcun dispositivo e quindi potenzialmente pericoloso.

Spero di essere stato esaustivo.

Consiglio anche di scaricare la guida/catalogo 2011 di Contrade, veramente molto esplicativo.

saluti.

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