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Chiller, Variazione Set-point, Risparmio? - Alzando il set point di lavoro in estate si risparmia energia?


Volutamente Anonimo

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Volutamente Anonimo

Scusate, ho un dubbio banale magari stupido.

Ma se io ho un gruppo frigo con 2 compressori a vite e che ogniuno di essi puo' lavorare anche parizalizzato, chiedo:

Ma se in estate anzichè farlo lavorare al set classico 7/12 lo faccio lavorare al set (ad esempio) ad un set 9/14 ottengo un risparmio in termini di consumo di energia elettrica?

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Il consumo energetico di un compressore è funzione del rapporto di compressione al quale è soggetto. Alzando il setpoint del chiller, la pressione di evaporazione sale, mentre la pressione di condensazione rimane pressochè costante, in quanto funzione della temperatura dell'aria esterna (se è un chiller condensato ad aria).

Quindi la risposta è sì, si ha un risparmio. Di converso, le utenze (per esempio fan coil) saranno soggette ad una alimentazione di acqua a temperatura maggiore, quindi il loro rendimento diminuirà.

Vi è un punto di pareggio tra aumento del rendimento del chiller e diminuzione del rendimento dei fan coil oltre al quale il sistema non è più vantaggioso.

Non è raro all'estero che dimensionino gli impianti per temperature dell'acqua 10/16°C.

A temperature così elevate il costo capitale di primo acquisto aumenta, mentre il costo corrente diminuisce. Anche in questo caso c'è un punto di pareggio oltre al quale il tempo necessario per l'ammortamento dell'impianto è troppo lungo rispetto al risparmio energetico.

Vi è un risparmio energetico anche nell'aumentare il deltaT, per esempio 6K anzichè i canonici 5K, fino a casi eclatanti di deltaT pari a 10K (acqua 8/18°C), ma anche qui c'è un punto di pareggio tra risparmio energetico del pompaggio (che è direttamente proporzionale al salto termico) e efficienza degli scambiatori (che invece hanno bisogno di portata e turbolenza per poter scambiare calore).

Modificato: da NoNickName
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Volutamente Anonimo

Inanzitutto grazie per le risposte.

Alcuni chiarimenti e il motivo del mio dubbio.

Per alzare il set point, intendevo alzare il set-point lato acqua, non lato gas, nella mia ignoranza presumevo che lato gas (espansione) non ci foassero pressoche' ripercussioni.

Il dubbio nasce dal fatto, che sarebbe stata mia intenzione alzare il set point di lavor nei periodi di carico in cui c'e' meno richiesta, ma temevo che quando i compressori vanno in parizalizzazione peggiorasse il rendimento.

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Alzare il setpoint lato acqua equivale ad alzare la pressione di evaporazione. D'altra parte non potresti alzare la pressione di evaporazione, in quanto non è regolata da alcun dispositivo, se non dal bilancio energetico tra acqua e gas.

Al contrario, se alzando il setpoint dell'acqua non ci fossero ripercussioni lato gas, allora come potresti ottenere benefici dal punto di vista energetico?

Certamente, quando i compressori parzializzano, il rendimento percentuale è peggiore, ma il consumo energetico assoluto è comunque inferiore. Quello che peggiora è il rapporto tra energia scambiata e energia consumata.

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ma un chiller non è ad espansione diretta. la pressione di evaporazione all'uscita dello scambiatore è sempre uguale perche è regolata dal bulbo della valvola termostatica. piuttosto alzare il set point puo causare la non deumidificazione dell'aria sulla batteria del fancoil, in quanto l'umidità non raggiunge il punto di rugiada su una batteriia poco fredda. l'aria è quindi raffreddata ma non climatizzata. se il set point di default è quello , un motivo ci sarà no? :)

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Volutamente Anonimo

Ciao AlbertoFe.

La deumidifcazione non sarebbe un problema, in quanto sto' proponendo un sistema che vari la temperatura dei chiller (alzandola) quando l'impianto non chiede di deumidifcare.

Pero' prima di proporre un aggrocchio del genre volevo capire quando poteva incidere realmente sui consumi.

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Momento momento momento... certo che il chiller è a espansione diretta, prima di tutto.

Secondariamente, la termostatica non regola la pressione di evaporazione, ma il surriscaldamento a valle di essa. Infatti l'elemento sensibile (il bulbo) è un dispositivo termometrico, non barometrico.

Il surriscaldamento è definito come la differenza tra la temperatura satura corrispondente alla pressione di evaporazione e la temperatura di aspirazione.

La pressione di evaporazione segue pedissequamente la temperatura dell'acqua in uscita, e cioè praticamente il setpoint, a meno che il bulbo sensibile sia provvisto di MOP (max over pressure).

Modificato: da NoNickName
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Volutamente Anonimo
Momento momento momento... certo che il chiller è a espansione diretta, prima di tutto.

Non vorrei avervi buttato fuoristrada.

Sto parlando di un gruppo frigo con funzionalità anceh di pompa di calore e il discorso e' relativo al funzionamento estivo (ma potrei fare un pensierino anche per l'invernale).

In uscita dal GF ho acqua (non giro con il gas sull'impianto) e sto parlando del setpoint dell'acqua.

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spero di non acquistare mai un chiller prodotto da te...... mi sembra che hai le idee un pò confuse. ti invito a collegare un manometro sulla presa di bassa durante il funzionamento di un chiller.

un chller è ad espansione indiretta rispetto all'impianto. un Vrv è diretta.

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