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Come realizzare un circuito stampato - Raddrizzatore stabilizzato 10A


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Ciao a tutti vorrei realizzare un circuito stampato di un raddrizzatore stabilizzato da 10A con ingresso 24vac ed uscita 24vdc. Come posso fare per portare a termine questo lavoro?

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Ciao Elvezio Franco in grosso modo il metodo per la realizzazione della basetta l'ho capito, ma lo schema e la lista dei componenti che mi occorrono non sono riuscito a trovarli! Come posso fare?

Grazie anticipate!

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Dai...è uno schema classico. 24Vca , raddrizzata diventa circa 22-23V e livellata con condensatore da 1500yF-2000yF diventa.30V... il ponte deve sooportare 10A e sicuramente ci vorrà l'aletta di raffreddamento.

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  • 1 month later...
  • 7 months later...

blink.gif

Spero si stia parlando in termini di valori efficaci, perchè un valore massimo di 23V non può essere innalzato fino a 30V solo con un semplice raddrizzatore. Un alimentatore "classico" (intendo senza stabilizzatori e quant'altro) è formato da trasformatore, blocco raddrizzante (1 diodo/2 diodi/ponte), condensatore di livellamento e uscita per il carico: una tensione raddrizzata a un certo valore viene poi "immagazzinata" in un condensatore che provvede a fornirla al carico secondo la classica legge di scarica di un circuitino RC.................ora..........dato che la tensione che arriva al carico è leggermente inferiore al valore pre-livellato, risulterebbe alquanto strano che 22V-23V possano diventare 30V.

Il ripple di tensione fa si che il valore d'uscita sia (anche se di poco) più basso di quello massimo raddrizzato; il preventivo dimensionamento del condensatore provvede a determinare l'ampiezza del ripple (con opportuni calcoli).

Scusate questa piccola parentesi ma se un visitatore o un utente senza alcune basi di elettronica leggesse questo post, allora potrebbe equivocare.

Tengo a precisare che la mia non è una critica a quanto scritto dall'utente Nino1001 ma solo una precisazione in merito.

Saluti!

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E' quello che ho detto io thumb_yello.gif

Ripeto che il mio post non era una critica a quanto detto dall'utente, ma solo una precisazione dato che spesso capita che anche un neofita legga il forum e potrebbe capire male.

Ad ogni modo, come ricorda il dott. Cicala, la relazione tra il valore efficace e il valore massimo, in regime di tensione sinusoidale, è Vmax = Veff * sqrt(2) smile.gif

Saluti!

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Non c'e problema, il fine è quello di approfondire l'argomento.

Aggiungiamo che nel caso del ponte di diodi

Vout = (Veff * sqrt(2))-1.4

così almeno teniamo conto della c.d.t. teorica dei diodi che compongono il ponte.

Una curiosità: Nei vecchi tester analogici le due scale graduate cc/ca erano differenti e l'ago dello strumento prevedeva angoli di deflessione diversi a parità di valore misurato....

Tornando all'alimentatore, nel caso si volesse realizzarlo con ponte e condensatore, cioè non stabilizzato, per ottenere 24Vcc in uscita si usa un trasformatore con un secondario a 18V e si protegge con un fusibile o un interruttore automatico.

Questa soluzione è stata usata per molto tempo in campo industriale e a volte è ancora applicata dove non è necessaria la stabilizzazione.

Oggi però sono reperibili alimentatori switching stabilizzati e protetti con rendimenti elevatissimi e a costi contenuti che hanno fatto sì che la soluzione trasformatore-ponte-capacità sia diventata un po' troppo artigianale, va bene a scopo didattico oppure hobbistico.

Anche nel caso si voglia stabilizzare la tensione e limitare la corrente, la regolazione serie al giorno d'oggi forse ha senso per correnti non superiori al paio di Ampere.

In ogni caso, visto il costo ormai irrisorio, si possono mettere in parallelo una decina di LM7824 con relative capacità di bypass e resistenza di compensazione, il tutto montato su un bel dissipatore in compagnia di un bel ponte da 30A.

A parità di potenza, costa meno del current boost anche se meno elegante.

Grado di affidabilità identico. Se fai corto sul current boost o sul parallelo dei 7824 brucia tutto ugualmente. laugh.gif Nel caso di protezione con automatico o fusibile, prima brucia tutto, poi interviene l'automatico o il fusibile wallbash.gif

Io personalmente al di sopra di 2-3A userei la configurazione switching.

Venti anni fa e più, già si usava il mitico LM3524 che con pochi componenti esterni permetteva di realizzare alimentatori e/o convertitori dc/dc ad alto rendimento, quindi poco calore e poco spazio, stabilizzati e con limitatore di corrente.

Oggi c'è molto di megio.

E' certamente un circuito molto più complesso.

Ops!! Sono stato un po' logorroico?

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E già che ci siamo, se avete solamente due diodi (e non avete a disposizione un ponte) e un bel trasformatore con secondario a presa centrale, si può realizzare un raddrizzatore a doppia semionda; si ha il vantaggio che si usano due diodi in meno ma la corrente che essi devono sopportare è diversa dalla configurazione a ponte! Senza parlare poi delle differenze di ingombro con il trasformatore a presa centrale.... biggrin.gif

Ad ogni modo, per questa soluzione vale la:

Vout = (Veff * sqrt(2)) - 0,7

clap.gif

Concordo appieno con il dott. Cicala: in quel caso, un LM7824 (ma anche altri LM78XX) dissiperebbe più potenza del carico....assolutamente inaccettabile, tranne che non vogliate fare un bel barbeque.

Io ho usato lo switching con un integrato della ST anche con una corrente di 1A e tutto è filato liscio.

Inoltre la regolazione della corrente e della tensione sul carico, nella stragrande maggioranza dei casi, è automaticamente effettuata attraverso degli elementi di "sense" retroazionati sul PWM.

C'è da ricordare che l'alimentatore a commutazione, proprio per il fatto che il regolatore serie è pilotato da un oscillatore ad alta frequenza, è teoricamente più sensibile a disturbi, ma adottando gli opportuni accorgimenti si può ovviare a questo inconveniente.

L'alimentatore switching: pesa di meno, rende di più, sopporta correnti più elevate, è più bello da vedere ed è profumato...che chiedere di più??? tongue.gif

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