Carlotta Rossini Inserito: 18 novembre 2018 Segnala Share Inserito: 18 novembre 2018 Salve, E' la prima volta che apro una discussione su questo forum e spero di non aver fatto errori. Sono una studentessa di Ingegneria meccatronica e vorrei avere delle informazioni aggiuntive sul cosa comporta avere uno sfasamento tra corrente e tensione. Mi spiego meglio... Il professore ha parlato di un motore elettrico connesso ad un convertitore (in particolare si parla di un sincroconvertitore, quindi di impianti navali) e ha detto che il motore si presta male ad un controllo in corrente. Essendo un elemento induttivo tende a sfasare la corrente (creando un cos-fi diverso da 0) ma non capisco quale sia la conseguenza di ciò. Vi ringrazio in anticipo Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ilsolitario Inserita: 18 novembre 2018 Segnala Share Inserita: 18 novembre 2018 Ma non esistono più gli esami di elettrotecnica e macchine elettriche??? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Carlotta Rossini Inserita: 18 novembre 2018 Autore Segnala Share Inserita: 18 novembre 2018 (modificato) 1 ora fa, ilsolitario scrisse: Ma non esistono più gli esami di elettrotecnica e macchine elettriche??? Si esistono, li ho fatti ma probabilmente o non ricordo o non riesco a fare delle connessioni pratiche tra le materie. Modificato: 18 novembre 2018 da Carlotta Rossini Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
thinking Inserita: 19 novembre 2018 Segnala Share Inserita: 19 novembre 2018 Qui puoi trovare una spiegazione: qui il professore dicendo cosfi 0 probabilmente voleva dire angolo di sfasamento = 0 e cioè cosfi = 1 ciao Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 19 novembre 2018 Segnala Share Inserita: 19 novembre 2018 20 ore fa, Carlotta Rossini scrisse: Essendo un elemento induttivo tende a sfasare la corrente (creando un cos-fi diverso da 0) ma non capisco quale sia la conseguenza di ciò. Se fosse puramente resistivo il cosphi sarebbe 1; se fosse puramente induttivoil cosfi sarebbe pari a 0. Essendo composta da parte induttiva, prevalente, e resistiva si avrà che 0 < cosfi < 1. Il fatto che si presti male ad un controllo in corrente, ammesso sia vero, non dipende certo dal cosfi. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Carlotta Rossini Inserita: 19 novembre 2018 Autore Segnala Share Inserita: 19 novembre 2018 Si, mi sono resa conto di aver scritto male. Infatti intendevo un angolo phi diverso da zero e non il relativo coseno. Ho cercato su internet ed ho trovato che il motore ha un'efficienza minore perché si introduce potenza reattiva (Q = V I sen phi che se il carico fosse puramente induttivo diventerebbe Q = V I). Sapete spiegarmi come funziona il sincroconvertitore? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
hfdax Inserita: 22 novembre 2018 Segnala Share Inserita: 22 novembre 2018 Con il termine convertitore un tempo, quando ancora avevamo un po di considerazione per la nostra lingua, si intendeva il dispositivo oggi chiamato inverter. Se è ancora così, un sincroconvertitore immagino sia un convertitore dotato di un sistema che gli permette di mantenere la sua frequenza di uscita in sincronia con una frequenza di riferimento. Il convertitore è una macchina che partendo da una tensione/corrente continua genera una tensione/corrente alternata monofase o trifase. Trattandosi di impianti navali, quindi grossi per definizione, immagino che la possibilità di sincronizzare la frequenza della tensione generata serva per poter usare molti inverter con le uscite collegate in parallelo (che se non fossero ben sincronizzati tra loro farebbero un disastro), al fine di raggiungere una potenza complessiva sufficiente alle esigenze di un grande impianto. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Lcucinelli Inserita: 22 novembre 2018 Segnala Share Inserita: 22 novembre 2018 On 11/19/2018 at 6:09 PM, Carlotta Rossini said: Si, mi sono resa conto di aver scritto male. Infatti intendevo un angolo phi diverso da zero e non il relativo coseno. Ho cercato su internet ed ho trovato che il motore ha un'efficienza minore perché si introduce potenza reattiva (Q = V I sen phi che se il carico fosse puramente induttivo diventerebbe Q = V I). Sapete spiegarmi come funziona il sincroconvertitore? Volevi dire puramente resistivo? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
hfdax Inserita: 22 novembre 2018 Segnala Share Inserita: 22 novembre 2018 No, credo volesse dire puramente induttivo perché stava parlando di potenza reattiva. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 23 novembre 2018 Segnala Share Inserita: 23 novembre 2018 16 ore fa, hfdax scrisse: Con il termine convertitore un tempo, quando ancora avevamo un po di considerazione per la nostra lingua, si intendeva il dispositivo oggi chiamato inverter. Non per polemica o pignoleria, ma solo perchè .... sono diversamente giovane ho ricordi linguistici "classici". Convertitore è un termine generico per indicare un dispositivo che effettua una generica conversione. Quel dispositivo che abitualmente è indicato come inverter è italiano è detto ... invertitore o, meglio, ciclo invertitore perchè converte una tensione alternata a freqeunza fissa in una tensione continua (conversione) e poi la tensione continua una tensione alternata a freqeunza variabile. Il generico invertitore converte una corrente continua in una alternata; un tempo si usavano dei vibratori elettromeccanici. Tornando alla domanda; qui c'è un interssante documento sui sincroconvertitori per propulsione navale Comunque in poche parole il sincroconvertiore è un doppio ponte di graetz a SCR che, partendo da una freqeunza fissa riesce ad ottenere una freqeunza variabile, minore della freqeunza di partenza. Questi inverters son detti anche 3 steps inverter perchè formano la semisinusoide in soli 3 gradini di tensione. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
hfdax Inserita: 23 novembre 2018 Segnala Share Inserita: 23 novembre 2018 (modificato) 1 ora fa, Livio Orsini scrisse: Non per polemica o pignoleria, Ma figurati, come ho detto prima la mia era un ipotesi. ben vanga il chiarimento da chi ne sa di più. Ricordo che negli anni 80 (fine anni 80) li chiamavamo convertitori. Ma forse perché operavamo su macchine francesi e loro li chiamavano convertisseur. Modificato: 23 novembre 2018 da hfdax Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
leleviola Inserita: 23 novembre 2018 Segnala Share Inserita: 23 novembre 2018 Si anchio li ho sentiti chiamare convertitori ma non solo con quel termine ma abbinato ad un altro e cioè convertitore di frequenza anche perchè convertono una frequenza di rete fissa e generano in uscita una tensione in uscita con frequenza regolabile. Anche se il funzionamento passa attraverso due stadi e quindi non c'è un passaggio diretto come in un trasformatore, è anche vero che si passa da una tensione alternata in ingresso a un'altra in uscita con frequenza regolabile e quindi convertono una frequenza di entrata in una diversa frequenza in uscita, un po' banalmente ma il senso convertitore di frequenza era inteso così Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
hfdax Inserita: 23 novembre 2018 Segnala Share Inserita: 23 novembre 2018 (modificato) 15 minuti fa, leleviola scrisse: Si anchio li ho sentiti chiamare convertitori ma non solo con quel termine ma abbinato ad un altro e cioè convertitore di frequenza anche perchè convertono una frequenza di rete fissa e generano in uscita una tensione in uscita con frequenza regolabile. ...convertitore di frequenza era inteso così Esatto. @Carlotta Rossini Comunque dal documento linkato da Livio si evince che il sincroconvertitore è tutt'altra cosa rispetto a quanto io avevo ipotizzato. Il prefisso "sincro" in particolare ha un significato affatto differente. Modificato: 23 novembre 2018 da hfdax Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 23 novembre 2018 Segnala Share Inserita: 23 novembre 2018 1 ora fa, leleviola scrisse: Si anchio li ho sentiti chiamare convertitori In genere con il termine convertitore si indica il dispositivo che partendo da una tensione alternata rende una tensione continua di valore variabile. Si tratta di convertitori mono fasi e trifasi a 2 o 4 quadranti detti anche totalcontrollati. L'unione di convertitore, motore e traduttore di velocità forma un azionamento in corrente continua con controllo di velocità. I convertitori possono essere a tensione impressa se c'è reazione da tachimetrica, reazione di armatura o anello aperto con riferiferimento di tensione. Possono essere a corrente inmpressa se si salta l'anello di velocità/tensione e si da direttamente il riferimento di corrente. Anche il termine francese "convertisseur" e l'inglese "converter" (il tedesco non lo ricordo) stanno ad indicare i medesimi dispositivi. Ho ricordi abbastanza precisi perchè sino a circa 30 anni fa il 90% degli azionamenti erano in corrente continua e di questi almeno lo 80% erano convertitori a SCR, l'altro 20% o meno si trattava di convertitori cc a transistors. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Carlotta Rossini Inserita: 28 novembre 2018 Autore Segnala Share Inserita: 28 novembre 2018 Vi ringrazio per le spiegazioni, anche se sto riguardando le basi prima di affrontare i vari convertitori navali. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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