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Perdita di pressione nel circuito acqua caldaia Vaillant VCW 280E


Gifalit

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Salve, possiedo una caldaia Vaillant VCW 280E, installata nel 1992 ma, a dispetto dei suoi anni funziona ancora. Non posso dire egregiamente solo perché da un po’ di tempo noto che la pressione del circuito, che leggo sul manometro di carico, tende a scendere rapidamente a zero.

Ho già fatto diverse volte la pressurizzazione del vaso di espansione ricaricando l’acqua ma non dura molto. E questo accade anche se la caldaia è isolata dall’impianto di riscaldamento, essendo presenti sia sulla linea di andata che su quella di ritorno dell’impianto di riscaldamento due valvole a sfera che, durante tutto il periodo di inutilizzo dell’impianto sono intercettate chiuse.  Il che esclude dall’elenco delle possibili cause, perdite lungo il circuito dell’impianto. Perdite evidenti di acqua intorno alla caldaia non ce ne sono. Ciò nonostante sono costretto a fare frequenti rabbocchi di piccole quantità di acqua per ripristinare la pressione. Ho notato infatti che la quantità di acqua necessaria per ripristinare la pressione è diminuita sensibilmente rispetto a quella occorrente nei rari rabbocchi degli anni scorsi; il che mi fa pensare che il volume del vaso di espansione sia occupato quasi interamente dall’acqua e che lo spazio riservato all’aria sia molto poco. E questo potrebbe essere un segnale che la membrana, al cui interno normalmente c’è l’acqua, abbia perso elasticità oppure sia bucata, ma dove vada a finire l’acqua dei frequenti rabbocchi resta un mistero.

In concomitanza con questo fenomeno ho notato anche uno strano comportamento della produzione di acqua calda sanitaria, soprattutto nella doccia dove spesso accade che anche con la levetta del monocomando completamente aperta sul lato acqua calda, questa stenta ad arrivare o arriva ad intermittenza (calda-fredda), segno che la caldaia fatica ad accendersi oppure si accende e si spegne durante l’erogazione. Credo che anche questo comportamento sia legato alla pressione del circuito perché, quando la pressione di questo scende a zero, ho notato che anche aprendo il rubinetto dell’acqua calda la caldaia non si accende. Ciò che invece accade dopo il ripristino della pressione.

Mi ero già orientato alla sostituzione del vaso di espansione ma, trattandosi di una spesa non indifferente ed un lavoro impegnativo, (dovrei scollegare la caldaia e tirarla giù e poi rimontare il tutto) vorrei sentire il parere di qualcuno più esperto di me in materia con la speranza di scoprire la vera causa di questi fenomeni e di venirne a capo.  

Nel caso dovessi decidere di procedere in tal senso, non so se sia il caso di approfittare dell’occasione per sostituire la membrana della valvola a tre vie; cosa che però mi suscita qualche perplessità perché, pur avendo trovato nel forum un post di Dade68 con una dettagliata spiegazione del procedimento relativo proprio allo stesso modello di caldaia, ma non sono più disponibili le foto che aiuterebbero non poco nello svolgimento dell’operazione da parte di chi non l’ha mai fatto prima. Sarei grato a Dade68 se potesse aiutarmi in qualche modo ad accedere a quelle foto, ma non so come contattarlo.

Chiedo scusa per la prolissità ma forse non era evitabile per illustrare con chiarezza e completezza l’argomento.  Ringrazio in anticipo chiunque vorrà darmi una mano.

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Per esperienza ti posso dire che spesso non è rotto il vaso di espansione anche se, da una semplice lettura del tuo post, apparirebbe subito evidente. Anzitutto devi assicurarti di gonfiarlo  a caldaia completamente drenata, priva dell'ultima goccia di acqua. Per far ciò, ci si può aiutare anche gonfiando aria nel vaso, uscirà ancora acqua. Poi una volta caricato il vaso (ad una p variabile tra 0,8 e 1 bar, è molto importante rispettare questi ristretto range, per cui occorre uno strumento di misurazione molto preciso ed affidabile) bisogna accertarsi che la valvola Shrader non perda. Se perdesse, puoi provare a ricaricare nuovamente (a volte basta solo spostarla un pò per garantirne l'ermeticità). Così gonfiato il vaso, bisogna caricare il circuito della caldaia ad un p di acqua tra 0,2 e 0, 3 bar in più rispetto alla p di aria nel vaso, tenendo aperta la valvola di sfiato all'uscita dello scambiatore primario il più a lungo possibile, per evitare il ristagno dell'aria. Poi a volte poi si abbassa la p di acqua nel circuito non perchè l'acqua va a finire nel vaso, ma perchè trasuda dallo scambiatore primario (e non ce ne si accorge di ciò) oppure perchè il secondario ha perso la tenuta tra le piastre e acqua fluisce dal circuito del fluido di servizio a quello dell'acs. Oppure può essere la valvola di sicurezza che non tiene più. Solo dopo che sei sicuro che non ci sono questi altri possibili inconvenienti, puoi puntare il dito sulla membrana del vaso di espansione.

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Grazie Adrobe per la tua rapida e dettagliata risposta. Ovviamente ho sempre scaricato il circuito prima di immettere aria compressa, ma lo rifarò seguendo alla lettera le tue istruzioni per vedere se cambia qualcosa nel funzionamento della caldaia.

Io però escluderei dalle probabili cause di fughe dell’acqua di ricarica, e del conseguente abbassamento della pressione nel circuito primario, una migrazione verso il circuito dell’acqua sanitaria. Se esistesse una comunicazione tra i due circuiti per mancanza di tenute delle piastre dello scambiatore secondario, secondo me ci sarebbe la migrazione nel senso opposto (da acs a circuito primario), con conseguente aumento della pressione, perché l’acs é collegata alla rete pubblica in cui la pressione, per quanto variabile, difficilmente scende sotto i tre/quattro bar (in questo momento é 5 bar, letta su un manometro installato proprio sotto la caldaia) e quindi sempre superiore  alla pressione raggiungile nel circuito primario.

Mi preoccuperebbe molto invece l’ipotesi del “trasudo” dello scambiatore primario, più verosimile data l’età della caldaia, ma come potrei verificarlo?

Potrebbe esserci una terza ipotesi per giustificare quella perdida: la tua risposta mi ha dato lo spunto per guardare più da vicino la valvola di sfiato dello scambiatore primario e ho notato del calcare in corrispondenza della sua uscita. Potrebbe essere il segnale di una microperdida di acqua attraverso di essa che, evaporando rapidamente per la sua vicinanza ai bruciatori non lascia traccia, se non quella piccola presenza di calcare.

Mi piacerebbe saperer cosa ne pensi. Grazie

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Grazie Adrobe per la tua rapida e dettagliata risposta. Ovviamente ho sempre scaricato il circuito prima di immettere aria compressa, ma lo rifarò seguendo alla lettera le tue istruzioni per vedere se cambia qualcosa nel funzionamento della caldaia.

Io però escluderei dalle probabili cause di fughe dell’acqua di ricarica, e del conseguente abbassamento della pressione nel circuito primario, una migrazione verso il circuito dell’acqua sanitaria. Se esistesse una comunicazione tra i due circuiti per mancanza di tenute delle piastre dello scambiatore secondario, secondo me ci sarebbe la migrazione nel senso opposto (da acs a circuito primario), con conseguente aumento della pressione, perché l’acs é collegata alla rete pubblica in cui la pressione, per quanto variabile, difficilmente scende sotto i tre/quattro bar (in questo momento é 5 bar, letta su un manometro installato proprio sotto la caldaia) e quindi sempre superiore  alla pressione raggiungile nel circuito primario.

Mi preoccuperebbe molto invece l’ipotesi del “trasudo” dello scambiatore primario, più verosimile data l’età della caldaia, ma come potrei verificarlo?

Potrebbe esserci una terza ipotesi per giustificare quella perdida: la tua risposta mi ha dato lo spunto per guardare più da vicino la valvola di sfiato dello scambiatore primario e ho notato del calcare in corrispondenza della sua uscita. Potrebbe essere il segnale di una microperdida di acqua attraverso di essa che, evaporando rapidamente per la sua vicinanza ai bruciatori non lascia traccia, se non quella piccola presenza di calcare.

Mi piacerebbe saperer cosa ne pensi. Grazie

IMG_20201009_153214.jpg

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E' vero ciò che scrivi, cioè che l'acqua di rete viaggia ad un p prossima ai 5 bar, per cui nel secondario è più facile il fenomeno inverso; però tieni presente che nell'entrare in caldaia l'acqua di rete attraversa il gruppo acqua e lì subisce un forte perdita di carico, di sicuro arriva al secondario ad un p più bassa. Anche se improbabile, non si può escludere a priori.  Per vedere se ci sta trasudamento dal primario bisogna osservarlo da sotto e vedere se sono presenti macchie azzurro-verdognole in maniera cospicua e localizzata.

Riguardo la valvola di sfiato della foto, se è stretta bene non dovrebbe far uscire niente altro che aria. Il calcare presente potrebbe essere originato da un precedente sfiato. Ti consiglio di toglierlo con una carta vetrata ed osservare se si presenta in futuro a valvola sempre chiusa; se si, allora può essere ciò che dici.

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Grazie Adrobe; ora passo all'azione (nuovo svuotamento e ripressurizzazione) e appena avrò i risultati ti aggiornerò. Intanto approfitto per aggiornarti sul tema acqua sanitaria. In occasione dell'ultimo intervento che ho fatto per la pressurizzazione ho approfittato per smontare lo scambiatore secondario e sostituirlo con quello di scorta (sin dai primi anni, visto il costo della pulizia dello scambiatore richiesto dall'assistenza, ho comprato un secondo scambiatore, in acciao inox come l'originale, e li alterno potendo così pulire quello smontato con comodo e quindi con maggiore accuratezza e tenendolo da parte pronto per la sostizione successiva) e la situazione sembra migliorata sia come tempo di risposta che come temperatura dell'acqua. Ma tengo comunque d'occhio la pressione del cisrcuito primario ripristinandola appena noto un  abbassamento.  

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3 ore fa, Gifalit ha scritto:

potendo così pulire quello smontato con comodo

riesci a pulirlo solo se lo fai in continuo a circuito chiuso, usando una pompa di ricircolo ed acdo cloridrico almeno al 3%

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3 ore fa, adrobe ha scritto:

riesci a pulirlo solo se lo fai in continuo a circuito chiuso, usando una pompa di ricircolo ed acdo cloridrico almeno al 3%

Riesco ad ottenere un buon risultato anche con acido muriatico acquistato al supermercato (soluzione di acido cloridrico al 10%) riempiendo lo scambiatore e svuotandolo dopo qualche ora e ripetendo l'operazione fino a quando non si formano più bolle.

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Con una percentuale così alta di acido cloridrico, tra l'altro usato in condizioni statiche, rischi la microfessurazione di una piastra in corrispondenza dei punti di ristagno del liquido.

Inoltre è più pericoloso se inavvertitamente si viene a contatto con esso. Uomo avvisato, mezzo salvato.

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1 minuto fa, adrobe ha scritto:

Con una percentuale così alta di acido cloridrico, tra l'altro usato in condizioni statiche, rischi la microfessurazione di una piastra in corrispondenza dei punti di ristagno del liquido.

Inoltre è più pericoloso se inavvertitamente si viene a contatto con esso. Uomo avvisato, mezzo salvato.

Sono consapevole dei rischi nel maneggiare l'acido muriatico e prendo le dovute precauzoni.

 

Il 9/10/2020 alle 12:01 , adrobe ha scritto:

Per esperienza ti posso dire che spesso non è rotto il vaso di espansione anche se, da una semplice lettura del tuo post, apparirebbe subito evidente. Anzitutto devi assicurarti di gonfiarlo  a caldaia completamente drenata, priva dell'ultima goccia di acqua. Per far ciò, ci si può aiutare anche gonfiando aria nel vaso, uscirà ancora acqua. Poi una volta caricato il vaso (ad una p variabile tra 0,8 e 1 bar, è molto importante rispettare questi ristretto range, per cui occorre uno strumento di misurazione molto preciso ed affidabile) bisogna accertarsi che la valvola Shrader non perda. Se perdesse, puoi provare a ricaricare nuovamente (a volte basta solo spostarla un pò per garantirne l'ermeticità). Così gonfiato il vaso, bisogna caricare il circuito della caldaia ad un p di acqua tra 0,2 e 0, 3 bar in più rispetto alla p di aria nel vaso, tenendo aperta la valvola di sfiato all'uscita dello scambiatore primario il più a lungo possibile, per evitare il ristagno dell'aria. Poi a volte poi si abbassa la p di acqua nel circuito non perchè l'acqua va a finire nel vaso, ma perchè trasuda dallo scambiatore primario (e non ce ne si accorge di ciò) oppure perchè il secondario ha perso la tenuta tra le piastre e acqua fluisce dal circuito del fluido di servizio a quello dell'acs. Oppure può essere la valvola di sicurezza che non tiene più. Solo dopo che sei sicuro che non ci sono questi altri possibili inconvenienti, puoi puntare il dito sulla membrana del vaso di espansione.

Elenco di seguito le operazioni effettuate:

1)      Sconnessione della caldaia dalla rete elettrica.

2)      Valvole di andata e ritorno impianto di riscaldamento già chiuse.

3)      Apertura di una valvola di fondo VF (da me appositamente installata in precedenza per facilitare lo svuotamento del circuito primario). Vedi foto 1

4)      A fine svuotamento spontaneo, apertura della valvola di sfiato VS dello scambiatore primario.

5)      Con le valvole VF e VS aperte, pressurizzazione del vaso di espansione con aria fino a 2,0 bar. Vedi Foto 2

6)      A svuotamento completato,  abbassamento della pressione dell’aria fino a 1,0 bar.

7)      Chiusura della valvola di fondo VF

😎      Riempimento del circuito primario con acqua fino alla fuoriuscita della stessa dalla valvolina di sfiato VS.

9)      Chiusura della valvola di sfiato VS

10)   Ripresa del riempimento fino al raggiungimento della pressione nel circuito di 1,2 bar. Vedi Foto 3

Ripressurizzazione.jpg

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23 ore fa, adrobe ha scritto:

E' vero ciò che scrivi, cioè che l'acqua di rete viaggia ad un p prossima ai 5 bar, per cui nel secondario è più facile il fenomeno inverso; però tieni presente che nell'entrare in caldaia l'acqua di rete attraversa il gruppo acqua e lì subisce un forte perdita di carico, di sicuro arriva al secondario ad un p più bassa. Anche se improbabile, non si può escludere a priori.  Per vedere se ci sta trasudamento dal primario bisogna osservarlo da sotto e vedere se sono presenti macchie azzurro-verdognole in maniera cospicua e localizzata.

Riguardo la valvola di sfiato della foto, se è stretta bene non dovrebbe far uscire niente altro che aria. Il calcare presente potrebbe essere originato da un precedente sfiato. Ti consiglio di toglierlo con una carta vetrata ed osservare se si presenta in futuro a valvola sempre chiusa; se si, allora può essere ciò che dici.

Ho quindi proceduto ad una ispezione dello scambiatore primario, dopo aver tolto i pannelli di lamiera che lo coprivano, ed ho notato sulle alette delle incrostazioni azzurre che potrebbero essere calcare. Ma stranamente le incrostazioni sono presenti solo su uno dei due lati, quello destro, (vedi foto 4); sull’altro lato non c’é traccia di incrostazioni (vedi foto 5).

Starò a vedere come si comporterà nei prossimi gg. E farò sapere.

Foto_4_-_Scambiatore_primario.jpg

Foto_5_-_Scambiatore_primario.jpg

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Se metti in pressione così tanto (2.0 bar) il vaso, anche solo temporaneamente, rischi di lesionarne la membrana per sfregamento contro il metallo. Ricordo che il vaso è progettato per lavorare a 0,75 bar. Per completare il drenaggio, basta fare ripetuti piccoli gonfiaggi a 0,3-0,4 bar, aspettare che esca il residuo d'acqua con lo scendere della pressione, rigonfiare e così via.

Il fatto che le incrostazioni azzurrognole siano concentrate in una zona fa temere che la parte sovrastante dello scambiatore sia lesionata

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17 ore fa, adrobe ha scritto:

Se metti in pressione così tanto (2.0 bar) il vaso, anche solo temporaneamente, rischi di lesionarne la membrana per sfregamento contro il metallo. Ricordo che il vaso è progettato per lavorare a 0,75 bar. Per completare il drenaggio, basta fare ripetuti piccoli gonfiaggi a 0,3-0,4 bar, aspettare che esca il residuo d'acqua con lo scendere della pressione, rigonfiare e così via.

Il fatto che le incrostazioni azzurrognole siano concentrate in una zona fa temere che la parte sovrastante dello scambiatore sia lesionata

Non sono concentrate in una zona particolare, sono distribuite praticamente su tutte le alette. Ma mi stupisce il fatto che sono presenti solo sul lato destro delle alette mentre quello sinistro é completamente libero da incrostazioni; e questo per tutte le alette come risulta evidente dalle foto allegate.

Comunque, per aggiornarti devo dire che dopo la sostituzione dello scambiatore (leggasi pulizia perché, come già precisato, trattasi di uno scambiatore di scorta smontato e accuratamente pulito in precedenza) e dell'ultima operazione di pressurizzazione descritta nel mio post precedente, sembra che la pressione nel circuito primario tenga. Stamattina, dopo un bel po' di tempo e di docce un po' sofferte, ho finalmente fatto una doccia normale, con acqua calda immediata e alla giusta temperatura. Subito dopo ho controllato la pressione del circuito ed é ancora 1,2 bar. Evidendetemente questo, unitamente alla sotituzione dello scambiatore, fa sì che la caldaia si accenda subito, alla minima richiesta di acqua calda, e che questa arrivi prontamente sia ai rubinetti dei sanitari che nella doccia, dove il problema era più evidente con conseguente maggior disagio.

Nel post precedente non l'avevo scritto, ma oltre alle operazioni ivi descritte ho anche eliminato il calcare presente all'uscita della valvolina di sfiato dello scambiatore primaio e controllato che fosse ben chiusa dopo la ripressurizzazione. Forse anche questo ha contribuito alla tenuta della pressione.

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