Vai al contenuto
PLC Forum


Dimensionamento Della Linea - Realizzazione montante parte 2


roby977

Messaggi consigliati

Chi ha letto il mio primo topic, sa che siamo arrivati a capire che interruttore mettere in testa una linea (cioè di quanti ampere)avendo come dato la sua potenza. Detto questo, come secondo passo, dovrei calcolare che tipo di cavo mettere..più che altro a me interessa la sezione. So che la portata di un cavo (Iz) dipende da molteplici fattori:

- Sezione

- Lunghezza del tratto

- Tipo di posa (incassata, se posta dove ci sono altri conduttori, ecc...)

- Tipo di isolante (fror, fg7,ecc...)

Ora la mia domanda è: Come calcolo la sezione del cavo? ad esempio devo portare una potenza di 70Kw in trifase su un montante lungo 70mt in canalina metallica esterna quindi naturalmente con cavo fg7. Che faccio?

Ok..prima di tutto calcolando l'amperaggio con la formula che ho postato nell'altro topic avrò:

70.000/1,72x380x0,95(visto che anche se dovrò mettere un rifasatore a valle della linea, mi calcolo comunque un minimo di sfasamento)=112,73A. Quindi so che in testa dovrò mettere un magnetotermico 4x100A. Ma adesso come calcolo la sezione? e il potere d'interruzione dell'interruttore? Chiaramente, la caduta di tensione del montante deve essere pari all'1% in modo da poi potermi giocare gli altri 3% nell'edificio. Altra domanda...il neutro potrò sottodimensionarlo rispetto alla sezione delle fasi?

C'è qualche programma per p.c per fare sti calcoli...o qualche tabella in giro per internet?

grazie a chiunque mi vorrà aiutare.

Modificato: da roby977
Link al commento
Condividi su altri siti


ciao roby

oggi è il terzo post tuo a cui rispondo, a natale mi mandi il panettone ? dai che scherzo !!!!!!

scusa, non ho letto il tuo posto precedente sul tipo di interruttore

per il dimensionamento io utilizzo tre sistemi :

cavi poco lunghi o per basse portate : uso l'esperienza....... ( tipo 32 A...a 30 metri......)

cavi di una certa portata : se c'e' un progetto seguo il progetto.. (70 kw.... )

se devo verificare quello che mi chiede il progetto, oppure , fare una semplice valutazione economica in base alla lunghezza, tipo di posa, ecc.. uso un programma della general cavi su cd che distribuivano gratuitamente ad un incontro di tuttonormel

forse qualcun altro puo' consigliarti se esiste in rete qualcosa

per il potere di interruzione, sono da considerarsi altre cose, come la fonte delal tua energia e cosa trovi a valle

esempio : consegna enel in bassa..tu sei l'ultimo utente in mezzo ai campi....pali e pali di linea in bassa....

si presume che lo stesso enel ti dica che a valle dei suoi morsetti devi utilizzare almeno 6 o 10 KA come potere di interruzzione

parlando alla veloce....è come se la lunghezza della linea ti "aiutasse" alla diminuzione della corrente di corto circuito : il potere di interruzione ( nominale , di picco ) e' quel valore che l'interruttore interrompe senza danneggirsi per via dei fenomeni ad esso collegati ( sfiammata sull'apertura dei contatti, calore derivante, sollecutazioni di tipo elettrodinamico )

se sei immediatamente a valle di un trasformatore media/bassa di una certa potenza, la cosa cambia

infatti nel caso di corto circuito il trafo alimenta e bene il tuo gusto, quindi l'interruttore deve essere in grado di interrompere una corente maggiore

in commercio le correnti che trovi sono tipicamente 4,5 KA 6 10 16 ed in alcuni casi fino a 25, per quello che riguarda gli interruttori con montaggio a barra din, modulari

correnti maggiori si trovano solo negli interruttori cosidetti "scatolati" dove il potere di cortocircuito sale anche fino a 70 KA

nel tuo esempio non ci dici però cosa c'e' a monte del cavo, ovvero fornitura enel senza limitatore oppure quadro generale di distribuzione, nel qual caso oltre alla scelta del dispositivo di protezione è necessario verificarne la selettività rispetto ad altri interruttori

esempio molto "stupido"

fornitura ENEL di 6 KW trifase con limitatore

il limitatore fornito da enel era 6 KA

progetto : interruttore da 10 Ka....ma cosa serve ?

è vero che l'interruttore dell'ente distributore non ha valore di protezione ma solo di limitazione contrattuale, pero' mi sembra un po uno spreco di soldi

tutte le mie considerazioni sono a titolo indicativo, e spero ti possano essere utili

Link al commento
Condividi su altri siti

Grazie della risposta!

E visto che ci siamo e parliamo di p.d.i, ti chiedo:

-quando è possibile sottodimensionarlo? Esempio: mettiamo che dal contatore, parto con un magnetotermico da 10Ka per andare al q.e generale. Tutti gli interruttori di quest'ultimo (compresi quelli monofase) quando non dovranno essere per forza di cose con potere d'interruzione 10Ka? Presumo che sia una questione di lunghezza dall'interruttore generale al q.e generale...ma qual'è la formula matematica da utilizzare?

-quando ed in quali casi, posso mettere un magnetotermico con protezione solo su un polo?quando invece sono obbligato a mettere un magnetotermico con protezione su entrambi i poli?

grazie!

Link al commento
Condividi su altri siti

Del_user_23717
10Ka
Comincia con usare le giuste unità di misura

10 Ka = 10 ford Ka

10 kA = 10000 ampere

non credo che sia pignoleria...

roby977, non ho capito se le tue sono curiosità da autodidatta, o se lacune da installatore...

forse mi sono perso qualche premessa :D

quando ed in quali casi, posso mettere un magnetotermico con protezione solo su un polo?quando invece sono obbligato a mettere un magnetotermico con protezione su entrambi i poli?
Quando pensi di potere avere uno scambio fase/neutro sulla linea a monte..
Link al commento
Condividi su altri siti

Si attilio..sono pultroppo sono lacune da istallatore!! Non ho fatto la scuola di elettrotecnica (ma solo quella professionale), e non ho neanche nessuno a cui chiedere certe cose. Poi ho scoperto questo meraviglioso forum ed...eccomi qui! :-)

Siccome sono una persona precisa, voglio colmare certe lacune per quel che riguarda la teoria (magari anche col vostro aiuto! :-)

Cos'è quel "10 ford Ka"? Non ne ho mai sentito parlare...quando si parla di potere d'interruzione di solito parliamo sempre dei migliaia di amprere.

Riguardo alla riduzione del p.d.i che mi dici?

grazie

Link al commento
Condividi su altri siti

Diciamo che l'abbreviazione di "chilo" si scrive k (kappa) minuscolo, mentre ampere, che è un'unità di misura, si scrive A maiuscolo, quando è abbreviata, ed in minuscolo quando è scritta per esteso.

QUindi, "chiloampere" si scrive k (minuscolo) A (maiuscolo), "kA"

Tu hai scritto al contrario, "Ka" : l'unica cosa che corrisponde a queste due lettere è appunto la Ford Ka... :)

A scrivere "ho 10 Ka" può essere solo un concessionario...

A scrivere " ho 10 kA" invece, è il tecnico elettrico..

Link al commento
Condividi su altri siti

A si?

Beh non preoccupatevi...piano piano riusciro a diventare anch'io pignolo come voi..e allora dovrete stare attenti anche alle virgole!!!

ihihiihi :-) :-)

p.s ancora non mi è chiara la faccenda del ridimensionamento del p.d.i

Modificato: da roby977
Link al commento
Condividi su altri siti

Il potere di interruzione si misura in kA e non ka

In uno stesso quadro puoi ricorrere alla cosiddetta "filiazione", ossia metti l'interruttore generale con p.d.i. superiore alla corrente di corto circuito presunta, e gli interruttori divisionali con p.d.i. più basso del generale, purchè dalle tabelle gli interruttori che scegli siano affiliati al generale.

Mi spiego meglio con un esempio:

Supponiamo che la corrente di corto circuito trifase presunta nel punto di installazione del quadro sia 9 kA, potrei scegliere ad esempio un generale avente un p.d.i. di 16 kA e tutti i divisionali trifase da 10 kA, ovviamente, nel caso di un corto circuito interverrà solo l'interruttore divisionale a protezione del circuito dove si è verificato il guasto, ciò dà luogo ad un quadro elettrico ad alta affidabità in termini di continuità del servizio.

Puoi invece mettere il generale da 10 kA e tutti interruttori divisionali trifase da 6 kA, purchè affiliati (lo deduci dalle tabelle di affiliazione). In questo caso, se la corrente di corto circuito nel circuito divisionale è minore di 6 kA , interviene l'interruttore divisionale, per correnti di corto circuito da 6 kA a 9 kA interviene il divisionale e l'interruttore generale. Capisci che l'affidabilità di tale quadro è minore del primo, ma il risparmio si paga. :(

Ritornando alla tua domanda originaria, ti rispondo DIPENDE.... :P

Nel senso che se la corrente di corto circuito sul quadro generale è 10 kA devi mettere un interruttore con un p.d.i. pari almeno a 10 kA, il sottoquadro potrebbe avere una protezione avente un p.d.i. minore, ma questo dipende dai parametri elettrici della linea che collega il quadro al sottoquadro, se la resistenza e la reattanza di linea sono tali da farti scendere la corrente sotto i 6 kA puoi mettere interruttori con p.d.i. di 6 kA. Come fai a saperlo calcoli, noti i parametri della linea e la corrente di corto circuito in partenza la corrente di corto circuito all'arrivo (sul sottoquadro), puoi farlo con le formule o con le tabelle che ti fdanno direttamente il valore della corrente di corto circuito trifase in arrivo, noti i parametri di linea.

Normalmente il valore della corrente di corto circuito monofase è minore della trifase, ma puoi decidere il valore del p.d.i. solo noto che sia il valore della corrente di corto circuito monofase.

Madonna quanto ho scritto.....spero di essere stato almeno chiaro :rolleyes:

Ciao, Benny

Modificato: da ing.bennyp
Link al commento
Condividi su altri siti

ing.bennyp, dietro alla lavanga di corsa!

Non centra nulla il p.d.i. con la selettivita'

Ciao Francesco,

chi ha parlato di selettività?

Di certo non io!

Ciao, Benny

Link al commento
Condividi su altri siti

Cavolo...non avevo visto la tua risposta ing.bennyp! (non mi è arrivata la mial di notifica).

scusa benny, cosa son queste tabelle di affilazione?

Link al commento
Condividi su altri siti

Messa così hai ragione, sono stato un po' criptico, ma volevo evitare di essere logorroico.

Specifico meglio:

Un progettista accorto si preoccupa in prima istanza della filiazione, ossia che l'I2t del dispositivo a monte sia sopportato dal dispositivo e dai cavi a valle di questo, poi se è anche un buon progettista sceglie, se possibile, tra tutti i dispositivi affiliati, quelli che gli garantiscono anche la selettivita.

Io faccio cosi!

Ciao, Benny

Modificato: da ing.bennyp
Link al commento
Condividi su altri siti

scusa benny, cosa son queste tabelle di affilazione?

Sono tabelle, fornite dal costruttore dei dispositivi di protezione, ottenute mediante l'effettuazione di prove di laboratorio, che danno la possibile associazione di dispositivi a valle a un deteminato dispositivo a monte.

Le trovi nei cataloghi tecnici di ogni costruttore.

Ciao, Benny

Modificato: da ing.bennyp
Link al commento
Condividi su altri siti

ing.bennyp ha scritto

"Puoi invece mettere il generale da 10 kA e tutti interruttori divisionali trifase da 6 kA, purchè affiliati (lo deduci dalle tabelle di affiliazione). In questo caso, se la corrente di corto circuito nel circuito divisionale è minore di 6 kA , interviene l'interruttore divisionale, per correnti di corto circuito da 6 kA a 9 kA interviene il divisionale e l'interruttore generale"

Ma come? si sta parlando di potere d'interruzzione e non di A del magnetotermico..giusto? Nel tuo caso, se ci fosse un cortocircuito nel divisionale e la I arrivasse a ...chessò..9kA, il generale sarebbe in grado di sopportarla, mentre il magnetotermico divisionale? che fine farebbe il poveretto? :-)

Quindi nello stesso q.e. è possibile avere interruttori di diverso p.d.i? Scusate l'ignoranza, ma a me sembra un controsenso. Dopotutto cos'è il potere di cortocircuito? E' il grado di "sopportazione" del magnetotermico in caso di cortocircuito, giusto? Ma chi decide e come quanta corrente ci sarà in caso di cortocircutito? Viene stabilita in relazione alla potenza fornita dall'ente distributore...giusto? Com'è possibile quindi ridimensionare un interruttore nello stesso quadro, quando la potenza trattata è sempre la stessa?

comunque nel tuttonormel c'è scritto "Il p.d.i dei quadri secondari, può essere ridotto in relazione alla lunghezza e sezione dei cavi di alimentazione dal q.e. generale."

Ma non ci sono programmi, delle tabelle, dei calcoli da consultare per il ridimensionamento di stò benedetto p.d.i?

Cosa accade tecnicamente nel circuito da potermi permettere un abbassamento del p.d.i in base alla lunghezza e sezione del cavo?

Grazie 1000!

Link al commento
Condividi su altri siti

Ma come? si sta parlando di potere d'interruzzione e non di A del magnetotermico..giusto?

Sì, si sta parlando di potere di interruzione o potere di apertura che dir si voglia

Nel tuo caso, se ci fosse un cortocircuito nel divisionale e la I arrivasse a ...chessò..9kA, il generale sarebbe in grado di sopportarla, mentre il magnetotermico divisionale? che fine farebbe il poveretto? :-)

Se scelto correttamente, ossia nel rispetto delle tabelle di affilizione, non gli succede un bel nulla. Normalmente la verifica che fa il costruttore è che l'energia passante lasciata passare dal generale finchè quest'ultimo non ha completato la manovra di interruzione sotto corto circuito (apertura e spegnimento dell'arco elettrico) non danneggi l'interruttore a valle. Solo in tale caso l'interruttore è affiliato

Quindi nello stesso q.e. è possibile avere interruttori di diverso p.d.i? Scusate l'ignoranza, ma a me sembra un controsenso. Dopotutto cos'è il potere di cortocircuito? E' il grado di "sopportazione" del magnetotermico in caso di cortocircuito, giusto? Ma chi decide e come quanta corrente ci sarà in caso di cortocircutito? Viene stabilita in relazione alla potenza fornita dall'ente distributore...giusto? Com'è possibile quindi ridimensionare un interruttore nello stesso quadro, quando la potenza trattata è sempre la stessa?

Certo che è possibile, se scegli la tecnica del back-up (affiliazione).

No, non è un controsenso.

Ti spiego. Giustamente come hai osservato il valore della corrente di corto circuito trifase ai morsetti dell'interruttore dipende dai parametri della rete a monte del guasto, quindi è un dato che ti deve dare l'ente erogatore. Quindi è un dato noto, seppure difficile da sapere in BT :rolleyes: , ovviamente noto questo valore puoi scegliere di dimensionare tutti gli interruttori del quadro per quella corrente di corto circuito.

Poi esiste la casistica dei guasti, che va a braccetto stretto della statistica, in base alla quale si desume che il guasto non avviene sempre ai morsetti dell'interruttore, ma potrebbe avvenire lungo la linea o molto più probabile ai morsetti del carico.

Ovviamente in quest'ultimo caso, la corrente di corto circuito che vede l'interruttore è molto più bassa di quella ai suoi morsetti, poichè limitata dall'impedenza del cavo di collegamento dell'utenza. Ragion per cui si può ricorrere alla tecnica dell'affiliazione che detto brutalmente consiste nel mettere un interruttore generale avente un potere di apertura pari alla corrente di corto circuito che ti ha comunicato l'enel e mettere dei divisionali con potere di interruzione inferiore a questo.

Orbene, nel caso di guasto lontano dai divisionali (molto probabile) essendo la corrente di corto inferiore al p.d.i. di questo viene interrotta senza problemi, mentre se il corto avviene più vicino ai divisionale o addirittura ai morsetti di questo, essendo la corrente di corto superiore al potere di interruzione dell'interruttore quest'ultimo tenta di aprire ma non ce la fa, a questo punto interviene l'interruttore generale, che da buon padre, essendo in grado di aprire correnti superiori senza danni lo fa e protegge il figlio.

Chiaro?

comunque nel tuttonormel c'è scritto "Il p.d.i dei quadri secondari, può essere ridotto in relazione alla lunghezza e sezione dei cavi di alimentazione dal q.e. generale."

E su questo non ci piove, se parti da una corrente di corto circuito avente un certo valore a inizio impianto, quanto più ti allontani da questo, tanta più impedenza (dei cavi) aggiungi in serie e, per la legge di Ohm, la corrente di corto circuito si riduce, e con essa il potere di interruzione.

Ma non ci sono programmi, delle tabelle, dei calcoli da consultare per il ridimensionamento di stò benedetto p.d.i?

Certo che ci sono, procurati la guida BT della Magrini. In essa trovi delle tabelle che a seconda della corrente di corto circuito a monte e delle caratteristiche (sezione e lunghezza) del cavo a valle ti danno di quanto si riduce la corrente a fondo linea.

Cosa accade tecnicamente nel circuito da potermi permettere un abbassamento del p.d.i in base alla lunghezza e sezione del cavo?

Che brutta domanda :(

La formula che ti consente di calcolare la resistenza di un conduttore è:

R=ro L/S

ovviamente quanto più la linea è lunga e quanto più è sottile, tanto più R è grande e quindi, in base alla legge di Ohm, la corrente (di corto circuito) è bassa.

Ciao, Benny

Modificato: da ing.bennyp
Link al commento
Condividi su altri siti

bennyp ha scritto:

se il corto avviene più vicino ai divisionale o addirittura ai morsetti di questo, essendo la corrente di corto superiore al potere di interruzione dell'interruttore quest'ultimo tenta di aprire ma non ce la fa, a questo punto interviene l'interruttore generale, che da buon padre, essendo in grado di aprire correnti superiori senza danni lo fa e protegge il figlio.

Quindi vuoi dire che anche quando in testa come generale hai un 10Ka (e l'aem mi fornisce come dato di c.c. appunto 10.000A)e come divisionale hai un 6Ka in caso di c.c. quest'ultimo riesce a sopportare anche per un istante 10Ka di corrente?(sempre se come dici tu i 2 interruttori siano affiliati). Sopra dici "quest'ultimo tenta di aprire ma non ce la fa"..quindi resta incollato?

Stè benedette tabelle di affilizione le ho cercate su internet ma non le trovo. Sono anche andato sul sito di abb, ma nioente. Sai mica un link?

bennyp ha scritto:

ovviamente quanto più la linea è lunga e quanto più è sottile, tanto più R è grande e quindi, in base alla legge di Ohm, la corrente (di corto circuito) è bassa

beh.. è anche vero che la massima caduta di tensione ammessa è del 4% quindi in teoria la R di un cavo non dovrebbe aumentare proporzionalmente con la lunghezza di linea, visto che a questo bisognerà compensare con l'aumento di sezione del cavo. Sbaglio?

Link al commento
Condividi su altri siti

Quindi vuoi dire che anche quando in testa come generale hai un 10Ka (e l'aem mi fornisce come dato di c.c. appunto 10.000A)e come divisionale hai un 6Ka in caso di c.c. quest'ultimo riesce a sopportare anche per un istante 10Ka di corrente?(sempre se come dici tu i 2 interruttori siano affiliati).
Esattamente. Riesce a sopportare il corto per il tempo impiegato dall'interruttore padre ad aprire.
Sopra dici "quest'ultimo tenta di aprire ma non ce la fa"..quindi resta incollato?

No, non resta incollato, dico non ce la fa nel senso che demanda all'interruttore padre l'apertura del circuito sotto corto.

Stè benedette tabelle di affilizione le ho cercate su internet ma non le trovo. Sono anche andato sul sito di abb, ma nioente. Sai mica un link?

Scaricati la guida della Magrini, ci sono tutte le tabelle di affiliazione. Se trovo il link te lo posto, oppure se mi dai il tuo indirizzo mail personale per PM te la invio io.

Ciao, Benny

Link al commento
Condividi su altri siti

toc toc, scusate l'intrusione . mi presento , mi chiamo pit23. in merito a chi decide il p.d.i posso dire che ho avuto modo( lavorando in una vetreria come vice-rep. elettrico), di seguire un tecnico mandato dalla asl ogni 2 anni proprio a controllare in caso di corto verso terra se il p.d.i fossero tarati in maniera corretta. il tutto come ben sapete e' effettuato tramite un apparacchietto che possiede due terminali, uno va' collegato a terra l'altro su una fase. il fine e' prorpio quello di simulare il corto di una fase verso terra. uno dei valori che viene misurato serve proprio a controllare se il tutto e' stato tarato in maniera ottimale. in azienda disponiamo di una cabina di consegna della 20000V e di 5 macchine di trasformazione da media a bassa e con i relativi sezionatori e power center( 3 macchine sono da 1600kVA e 2 da 2600kVA il che vuol dire tanto e niente se tutto non e tarato in maniera corretta). in merito a cio' che diceva il ns amico aggiungo che l'enel ha diposto di mettere a norma le proprie protezioni in cabina di consegna( ovvero sotto ai loro valori di protezione enel). cio' e' dipeso dal fatto che in caso di sgancio di un VOR o in cabina di bassa o in consegna media, il tutto resti all'interno della'azienda( se il problema e' dipeso da noi) in modo da non far sganciare l'interrutore automatico del fornitore. pertanto molto dipende dalle potenze che si vanno e si hanno da gestire . spero di aver dato qualche informazione in piu' o magari aggiunto qualcosa.arrivederci e ciao

Link al commento
Condividi su altri siti

toc toc, scusate l'intrusione . mi presento , mi chiamo pit23.

Benvenuto nel forum pit,

ti sei scelto uno user id, che è anche uno dei nick di uno dei guru del forum (Pietro Buttiglione), ed è una responsabilità non di poco conto. :P

in merito a chi decide il p.d.i posso dire che ho avuto modo( lavorando in una vetreria come vice-rep. elettrico), di seguire un tecnico mandato dalla asl ogni 2 anni proprio a controllare in caso di corto verso terra se il p.d.i fossero tarati in maniera corretta.

Il p.d.i. non si tara! Si sceglie. :huh:

Sicuramente non si sceglie in base alla corrente misurata dal tecnico dell'ASL, ma in base alla potenza di corto circuito della rete MT, fornita dall'ente erogatore, e da cui si determina il valore della corrente di corto circuito trifase (lato MT).

tutto come ben sapete e' effettuato tramite un apparacchietto che possiede due terminali, uno va' collegato a terra l'altro su una fase. il fine e' prorpio quello di simulare il corto di una fase verso terra. uno dei valori che viene misurato serve proprio a controllare se il tutto e' stato tarato in maniera ottimale.

:o

Ciao, Benny

Modificato: da ing.bennyp
Link al commento
Condividi su altri siti

Per la merlin gerin le tabelle sono chiamate di "filiazione", per altri costruttori a volte si usa "tabelle di back-up" , attenzione che la filiazione o affiliazione che dir si voglia vale solo per prodotti dello stesso costruttore, al massimo qualche costruttore si sbilancia fornendo anche tabelle Fusibile- magnetotermico.

In altri termini se a monte ho un MG Ns160N e a valle dei C60N il loro Pdi passa a 400 V da 10 kA a 25 kA, ma se a valle ho degli ABB da 10 kA non posso essere sicuro che valga la filiazione perche' non e' una combinazione testata dai costruttori.

Saluti bellcar

Link al commento
Condividi su altri siti

ciao benny, concordiamo quasi sempre ma non sempre

Certo che è possibile, se scegli la tecnica del back-up (affiliazione).
secondo me non e' cosi'

la filiazione [o affiliazione, che dir si voglia,] e' la capacita' di un interruttore di interrompere in maniera efficente e senza danni un corrente di cto/cto superiore alla sua nominale in virtu' della presenza a monte di quest'ultimo di un interruttore che riduce la banda passante di potenza durante il cto/cto

la filiazione DEVE essere certificata dal costruttore, ovvero l'interruttore mod, xx potra' interrompere una corrente di X e non di x SE a monte vi e' installato un interrutore di tipo yy

tendenzialmente la filiazione e' tipica di sottoquadri con uno scatolato di media portata e TANTI (nota il maiuscolo) interruttori di taglio piccolo/molto piccolo modulari

come tu dici giustamente l'unica ragione che incita all'uso della filiazione e' di natura economica

quantunque sul piano progettuale la filiazione potrebbe essere anche con interruttori di vendor diverso cio', salvo rare eccezioni, non si verifica in quanto tendenzialmente nessun costruttore produce tabelle di filiazione incrociate con altri

personalmente evito l'uso della filiazione

la protezione di back-up e' una tecnica vecchia quanto l'elettrotecnica ma ancora valida

back-up vuol dire appunto back-up, ovvero "se uno non riesce riesce l'altro"; avrai visto su vecchi quadri, spece americani l'uso di complessi fusibile + magnetotermico, il magnetotermico faceva il suo lavoro ma il fusibile portava il suo potere di interruzione molto piu' in alto

sace produceva per esempio il fusol che era un magnetotermico che integrava nella sua stessa scatola una terna di fusibili

bisogna stare attenti all'uso della protezione di back-up MA, oltre ad un [discutibile] piccolo vantaggio economico da' seri vantaggi tecnici

tra parentesi nella piccola discussione tra te e francesco hai ragione tu, al di la' della selettivita "vera" definita dalla curva di intervento dell'interruttore esiste una selettivita' secondaria

per esempio se metto un curva C da 15 kA ed a valle un curva C da 6 kA della stessa portata, quantunque l'apertura per un cto/cto protetto ai limiti del back-up potrei [statisticamente] avere un significativo numero di aperture del solo interruttore a valle

personalmente uso molto la tecnica del back-up nei sottoquadri con il seguente principio:

< uso un interruttore generale scatolato che sia anche limitatore e che abbia un potere di interruzione [molto] generosamente dimensionato ed a valle di questo uso modulari che considero volutamente anche di poco sotto il potere di interruzione teorico

il limitatore limita con decisione il il corrente di picco e permette al modulare di aprire regolarmente senza alcun danno anche per correnti vicine al cto/cto franco

contemporaneamente a fronte di un cto/cto ridotto, che, non diomentichiamolo sono quasi tutti la reattivita' e la selettivita' e' enormemente piu' efficente >

questa metodica mi venne in mente dopo che lo vidi fare in laboratorio con un modulare che interrompeva ripetute volte una corrente di cto/cto MOLTO MOLTO superiore alla sua

la protezione di back-up e' assunta in sede di progetto da progettista stesso e non richiede alcuna specifica certificazione, evidente che va usata in impianti industriali complessi e manutenuti, la eviterei nel terziario

un altro uso tipico della protezione di back-up e' la realizzazione di circuiti di servizio, per esempio posso realizzare una partenza da 2 A direttamente sulle sbarre di un grosso power center semplicemente mettendo una base fusibili NH0 con fusibili da 40 A e subito a valle un modulare da 2 A / 6 kA, ottengo un sistema di protezione che risponde alla curva tipica di un imterruttore cosi' piccolo conservando il back-up di apertura fino a 120 kA (ovvio che l'esempio e' limite)

Link al commento
Condividi su altri siti

noto ora che l'intervento di bellcar ed il mio sono contemporanei, non potevo leggerlo mentre scrivevo

comunque concordo, quantunque l'impostazione dei due interventi sia diversa

Link al commento
Condividi su altri siti

ciao benny, concordiamo quasi sempre ma non sempre

Certo che è possibile, se scegli la tecnica del back-up (affiliazione).

secondo me non e' cosi'

Piero ho letto attentamente il tuo post e non vedo alcun motivo di disaccordo, non l'ho detto esplicitamente, ma mi sembrava ovvio che le tabelle di filiazione fossero riferite solo ed esclusivamente ad interruttori dello stesso costruttore. Però, dal fatto che anche bellcar ha fatto la stessa considerazione, col senno di poi forse avrei dovuto dirlo esplicitamente.

Concordo sull'utilizzo solo nel campo industriale di tale tecnica e per impianti che hanno una buona manutenzione. A volte, per utenti particolarmente parsimosiosi, la utilizzo, seppure non la amo molto.

Ricordo un seminario dell' ing. Ceudeck, un pezzo grosso della ABB-Sace che trattava proprio del vecchio, allora nuovo fusol a cui hai fatto riferimento.

E' innegabile il vantaggio tecnico del back-up fusibile a monte-interruttore magnetotermico a valle nel caso di correnti di corto circuito poderose.

Ciao, Benny

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente per poter lasciare un commento

Crea un account

Registrati per un nuovo account nella nostra comunità. è facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo/a...