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Dimensionamento Della Linea - Realizzazione montante parte 2


roby977

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Piero Azzoni+-->
CITAZIONE(Piero Azzoni)
Questa non la sapevo, come si spiega tecnicamente?

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Un problema dell'uso della filiazione potrebbe esserci in un secondo momento, in caso di sostituzione di un magnetotermico guasto. Dovrebbe essere riportato chiaramente sullo schema elettrico di utilizzare esclusivamente interruttori dello stesso tipo-marca, oppure se di marca differente che abbia almeno il p.d.i. pari a... (ma dubito che l'elettricista che sostituisce un interruttore guardi lo schema)

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in caso di sostituzione di un magnetotermico guasto. Dovrebbe essere riportato chiaramente sullo schema elettrico di utilizzare esclusivamente interruttori dello stesso tipo-marca, oppure se di marca differente che abbia almeno il p.d.i. pari a...

Francesco non sono d'accordo su quest'ultimo punto, come già evidenziato dagli interventi precedenti, se la filiazione è fatta con interruttori differenti il p.d.i. potrebbe non essere un parametro sufficiente, infatti anche restando nell'ambito dello stesso costruttore interruttori aventi lo stesso p.d.i., dello stesso costruttore, ma di tipo differente talvolta non possono essere considerati affiliati.

Comunque il problema che hai evidenziato, sostituzione di un vecchio interruttore guasto, magari fuori produzione, è un bel problema. Secondo me in tale caso il problema si risolve rivolgendosi direttamente al costruttore e chiedendo: "quale interruttore della nuova serie in produzione può essere considerato, in termini di filiazione, equivalente al vecchio interruttore fuori produzione".

Ciao, Benny

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[selettivita' basata sul diverso p.i.d. ..... ] ..... Questa non la sapevo, come si spiega tecnicamente?
suppongo da una meccenica necessariamente diversa con un'inerzia diversa, la ragione esatta non la so nemmeno io

comunque se guardi con attenzione la curva di intervento di due interruttori dello stesso costruttore, di identica caratteristica ma di p.i.d. diverso la vedi

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il problema della eventuale sostituzione e' un'altra ragione che sconsiglia l'uso della filiazione

l'ultimo intervento di benny e' corretto, ma potrebbe generare una soluzione irrisolvibile, pensa per esempio se l'interruttore sostitutivo, magari piu' grande, non ci sta fisicamente ..... :(

e ritorno con una domanda (che dal mio punto di vista e' anche una risposta):

" oltre ad un piccolo risparmio economico cosa ci dovrebbe spingere ad usare la filiazione ? "

sulla protezione di back-up, quantunque piu' delicata da progettare il problema successivo non sussiste

questo dimostrerebbe (o dimostra ?) che il prgettista serve a qualcosa :rolleyes:

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dal mio punto di vista la filiazione non deve servire per utilizzare dei 4.5 kA per risparmiare rispetto all' utilizzo magari di un 10 kA, ma serve e in certi casi e' forse l' unica soluzione quando si lavora con Icc presunte molto elevate, sempre con MG se in un quadro ho una Icc di 38 kA e devo installare un modulare 4x63 A cosa posso fare? senza filiazione niente, con la filiazione posso usare un "padre" NS160H e cosi' il mio c60L che aveva solo 15 kA mi passa a 40 kA.

Il discorso vale per gli altri costruttori.

Attenzione nell' usare i fusibili cone back-up o filiazione perche' se il costruttore dell' interruttore a valle non ha provato la combinazione "fisicamente" in laboratorio, tutti gli eventuali calcoli sulle I2t limitate, lasciate passare ecc sono solo pezzi di carta che in caso di infortunio magari dovuto alla ruggine delle molle dell' interruttore ,per un giudice sono usabili solo per "un' altra seduta di gabinetto" :rolleyes:

Esperienza di uno che ha utilizzato in certi impianti impossibili addirittura i Sitor extrarapidi per limitare l' I2t perche' certi progettisti a volte servono (grazie alla DK5600 servivano)anche a progettare impianti con 2 trafo da 3150 in parallelo.

Saluti bellcar

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Francesco non sono d'accordo su quest'ultimo punto, come già evidenziato dagli interventi precedenti, se la filiazione è fatta con interruttori differenti il p.d.i. potrebbe non essere un parametro sufficiente, infatti anche restando nell'ambito dello stesso costruttore interruttori aventi lo stesso p.d.i., dello stesso costruttore, ma di tipo differente talvolta non possono essere considerati affiliati.
Forse non mi sono spiegato bene, con
oppure se di marca differente che abbia almeno il p.d.i. pari a...
intendevo ceh al posto dei puntini deve essere riportata la Icc presunta nel punto di installazione
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intendevo che al posto dei puntini deve essere riportata la Icc presunta nel punto di installazione

Francesco, se utilizzi, per sostituire un interruttore guasto, scelto inizialmente con la tecnica della filiazione, un altro di diverso costruttore e avente un p.d.i. almeno uguale alla corrente di corto circuito trifase nel punto di installazione dell'interruttore. di fatto rinunci alla filiazione, :P e potrebbe essere una soluzione non sempre perseguibile, infatti sfrutto a puntino, l'ottimo esempio di bellcar:

sempre con MG se in un quadro ho una Icc di 38 kA e devo installare un modulare 4x63 A cosa posso fare?

Come faresti in tale caso, senza la filiazione ben poco! Ti pare?

Ciao, Benny

Modificato: da ing.bennyp
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ineccepibile l'esempio di bellcar, in questo caso e' corretto parlare di filiazione, non di protezione di back-up

ti rispondo con un altro esempio, l'installazione e' abbastanza tipica per me, ne ho piu' di una circa cosi'

due 630 kVA in parallelo

i relativi due generali

un certo numero di partenze con scatolati con p.i.d. medio dell'ordine dei 65 kA

una sezione del quadro con un sottogenerale sul taglio dei 250 o 400 A, limitatore con p.i.d. di 100 o 200 kA (dipende dal costruttore)

sulla sezione verie partenze modulari di taglio piccolo con p.i.d. di 15 kA

dal punto di vista economico e' evidente che NON ho risparmiato

ho scelto di privilegiare la continuita' di servizio e la "reattivita'" (se mi concedete la definizione un poco strana) degli interruttori a fronte di un cto/cto ridotto (cioe', mi ripeto, di quasi tutti)

questa architettura mi consente di considerare la sezione del quadro generale COME SE fosse un quadro esterno in "un'altro posto", un vero quadro dentro il quadro

tipicamente queste partenze sono quelle utenze che non riesci a definire filosoficamente, il cancello, l'antifurto, il centralino, la luce della cabina; gradisci che siano connesse il piu' in alto possibile ma sono sconnettibili quando vuoi, contemporaneamente sono soggette a modifiche, agginte ed implementazioni

l'obiettivo raggiunto e' quello di poter lavorare al vivo su questo quadro in qualsiasi momento, senza che le utenze di potenza ne fossero disturbate, oltretutto usando interruttori reperibili dal pronto da commercio

tornando all'esempio di bellcar, ho visto invece una installazione di potenza molto alta (non ricordo quanto) dove i trasformatori venivano posti in parallelo nel quadro principale dal quale partivano le linee di altissima potenza, da questo derivava dalle sbarre una partenza che andava a reattanze utilizzate solo per abbassare la corrente di cto/cto che alimentavano la seconda sezione del quadro che montava interruttori di p.i.d. nettamente piu' basso che alimentavano utenze di potenza relativamente minore

gia' dalla descrizione appare chiaro che si trattava di una installazione di livello molto alto dove l'aspetto economico passo' in secondo piano quando fu da qualcuno pensata; ma cio' che intendo rilevare e' come, andando verso una ingegneria evoluta, non sempre l'utilizzo di p.i.d. molto alti e sicuramente conservativi sia tout court la soluzione migliore in assoluto

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ho visto che ABB vende "oggetti" che abbassano la corrente di cto/cto, sembrano interessanti

qualcuno li ha usati ?

creano problemi ?

hanno controindicazioni ?

costano tanto ?

qualche altro vendor li porta in catalogo ?

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mi scusi ing. benny, avrei solo un dubbio. a questo punto perche' l'ingegnere mi avrevbbe detto di settare nuovamente le protezioni sui relativi interrutori a monte dei nostri due compressosri centac da 7.5bar posti nel power center?.....infattisono ho dovuto tirare fuori la documentazione dell'inturruttori abb per capire come impostare i deep switch in maniera corretta grazie piero

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mi scusi ing. benny,

Ciao pit, anzitutto dammi del tu, è il pronome in uso su questo forum :P

avrei solo un dubbio. a questo punto perche' l'ingegnere mi avrevbbe detto di settare nuovamente le protezioni sui relativi interrutori a monte dei nostri due compressosri centac da 7.5bar posti nel power center?.....infatti ho dovuto tirare fuori la documentazione dell'inturruttori abb per capire come impostare i deep switch in maniera corretta

Ti sei risposto da solo pit,

quando setti i deep switch di un interruttore non fai altro che tarare l'interruttore. Fisicamente non fai altro che spostare la caratteristica termica e/o magnetica dell'interruttore per adattarla alla sovraccorrente (sovraccarico, corto circuito, guasto a terra,etc) Il p.d.i. è un'altra cosa, non si setta, nè si tara come avevi detto nel precedente post, è una caratteristica dell'interruttore.

Chiaro?

Ciao, Benny

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Per rispondere a Piero, normalmente nei miei progetti e quadri l' interruttore che dici tu lo nomino direttamente " back-up modulari" , quindi vedi che sono d' accordo al 101%, per i limitatori ABB non ti so' rispondere, ma tempo fa usavo dei blocchi siemens che si chiamavano se non ricordo male "limitor" , dal punto di vista elettrico erano ok, purtroppo prevedevano dei contatti che col tempo tendevano ad isolarsi e dovevi sostituirli.

Saluti bellcar

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