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PLC Forum


3 Pid In 1 - IMPOSSIBILE?


Mauro_lab

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Eccomi con un quisito simpatico,

sonol sempre io in arabia che cerca di finire sto impianto per andare in ferie! :(

I PID in oggetto sono quelle analoghi della discussione precedente, che non penso che sia teminata,

I PID di controllo sono 3 con 3 diffirenti setpoint , 3 segnali di processo completamente diversi, ma un sola valvola di controllo. Vi è un selettore (azionato dall'operatore) che cambia le variabili di set del PID.

Io ho pensato di configurare tre diversi FB41 con le tabelle DB asociate mettendoli OB34 settando un tempo di circa 500mS, lasciandoli sempre attivi e di commutare l'uscita, ovvero uso un bit di abilitazione e uso un move sul canare di uscita PLC sulla valvola.....

Cosa ne pensate? :unsure:

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Gianmario Pedrani

non capisco perché 3 pid??? ne basta uno, e poi vari i vari set poit e le varie uscite!!! seconda cosa io li richiamerei dall'ob35 e alzerei il tempo dell'ob a 500 ms oppure se vuoi fare una cosa più carina lasci ob35 a 100ms come di default e inserisci un contatore, che conta i passaggi quando arrivi a 5 esegui il tuo fb ed azzeri il conteggio, cosi puoi eseguire vari pid con tempi di campionamento differenti

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Salve Giammario

Capisco il tuo disappunto sullo spreco di 3 PID

Ma il fatto è questo, i valori di set sono completamente diversi, ovvero

PID 1 controllo di flusso che va da 1500 Kg/h a 2500Kg/h

PID 2 controllo di densità che va da 1.0024 a 1.0028

PID 3 Controllo di portata che va da 500 a 1000 Kg/h

Uscita unica valvola da 4" controllata pneumaticamente.

e mentre avviene la commutazione non ci devono essere sbalzi sul processo

Naturalmente le variabili di processo sono molto lente, ma non mi posso permettere di aspettare che il PID commutato abbia un tempo per andare a regime.

Mi spiego meglio, se la valvola è aperta al 50% gli altri due PID devono avere la stessa uscita ovvero 50%.

La commutazione avviene senza farmare il processo, cambiano solo dei parametri differenti raccolti in punti diversi dell'impianto.

Pensi che sia possibile usare un PID passando tutti i parametri che servono ad ogni commutazione?

Spero che mi dici come fare :unsure:

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Io ne farei uno solo e andrei a cambiare i parametri che mi servono. Praticamente con un banale confronto scelgo i parametri da passare a FB41

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Se poso farne uno serebbe la cosa migliore, ma la facenda rimana semre quella di selezionare un controllo diverso senza fermare l'uscita controllata, e non sono io a scegliere quale controllo usare ma l'operatore , il tutto è fatto ad impianto avviato e funzionante.

Pertanto non è una questione di come settare un PID ma di come rendere 3 PID indipendenti funzionanti e non comunicanti tra di loro, selezionabili senza avere contraccolpi sull'uscita

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C'è un solo modo per avere un cambio bumpless, sia che tu usi un solo regolatore o più di uno.

Al momento della commutazione da un regolatre all'altro, o del cambio dei parametri, devi memorizzare il vecchio valore di uscita del regolatore. La transizione al nuovo valore deve avvenire in modo graduale (rampa). E' un algoritmo, tutto sommato, piuttosto semplice e robusto.

Ovviamente il valore di arrivo della rampa sarà variabile nel tempo, perchè è influenzato dalle variazioni causate dal variare dell'azione della correzione.

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Salve

Cambio bumpless.......

Forse sono io che ho i miei limiti nel comprendere, ma spero di poterlo fare

Mi si suggerisce di salvare l'uscita dal PID mettendola in HOLD, e questo mi sembra ragionevole e mi preservo di non introdurre sbalzi sulla uscita controllata.

Quello che non capisco è il perchè fare una rampa di avvicinamento per poi commutare sulla reale uscita.

Tutti ormai sappiamo che un PID a cui manca il segnale di controllo il suo risultato è una continua deriva fino alla saturazione.

Ma ricordo di aver asserito che si sta parlando di configurazioni a LOOP aperto pertanto, e il controllo risulta semplificato essendo il livellamento tra la variabile di processo e quella di setpoint inserite nel nodo di somma a rendere l'uscita stabile.

Pertanto, in modo forse superficiale, penso che tenere 3 PID attivi e commutando solamente l'uscita possa essere alla variabile dicontrollo possa essere una soluzione, forse un po arcaica, ma funzionale.

Il problema che potrebbe insorgere sono nei tempi di risposta che potrebbero essere differenti e creare fenomeni di instabilità.

Naturalmente non ho la pretesa di essere nel giusto, ma credo che il modo più semplice è spesso quello più efficace.

Mi sbaglio?

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Gianmario Pedrani

Io comunque farei solo un pid, e poi creo 3 o 4 profili che il cliente puo selezionare, tramite un selettore o un pannello, usare 3 pid solo per cambiare i vari profili, non ha senso, anche perchè diventa complicato la pparametrizzazione, e poi rischi di congelare degli stati es uscita, che diventa pericoloso quando cambi da un pid al'altro,

io farei cosi:

imposto 3 o 4 profili come tu voglia,

poi al passaggio di un profilo all'altro metto il pid in manuale, cosi rimane fermo dove si trova.

Altro trucco è quello di portare il valore dell'uscita dentro al valore del manuale quando il pid è in automatico, ed il reale nel set point quando il pid passa in manuale, facendo cosi non hai sbalzi sull'uscita..

poi vedi tu!!!

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Il passare il valore dell'uscita alla condizione manuale mi sembra una ottima cosa, sicuramente mantengo stabile il processo e nello stesso tempo posso visualizzare la condizione di controllo automatico, ho creato una apposita pagina nel O.P. per visualizzare questo.

Per quanto riguarda i 3 PID, forse non sono riuscito a spiegarmi bene, ci riprovo.

Unica valvola di controllo 3 differenti trasduttorri che monitorizzano lo processo ma in punti differenti.

Cambiare uno dei PID non significa motificare il processo, ma è sempre lo stesso che non deve cambiare in nessun modo.

Il fatto che vi siano 3 rilevatori è solo data dalla ridondanza e la selezione del punto è solo una fatto arbitrario del sistema stesso. Unica reale differenza è data dalla densità del prodotto, controllare il processo con un riferimento di densità può creare dei problemi se la qualità del prodotto stesso decade, perntato il doppio controllo di portata è reso necessario per correggere la densità a monte dell'impianto.

Dunque non sono profili diversi e nemmeno valori diversi, ma solo diversi punti dove controllare il processo.

Grazie dell'idea di passare l'uscita sul manuale.

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Pertanto, in modo forse superficiale, penso che tenere 3 PID attivi e commutando solamente l'uscita possa essere alla variabile dicontrollo possa essere una soluzione, forse un po arcaica, ma funzionale.

A me sembra una complicazione inutile e, soprattutto, uno spreco di risorse CPU.

Un PID ben fatto non deriva in caso di inattività (per usare il tuo termine). Un PID ben fatto qaundo è inattivo ha perlomeno l'integrale bloccato a 0. Un PID veramente ben fatto quando è inattivo non processa alcunchè. Al momento dell'attivazione il PID partirà dalle condizioni iniziali imposte..

Nel caso in oggetto io nella fase di commutazione farai un poco di sovrapposizione tra i due regoaltori, usando l'uscita del primo regolatore. Prima di commutare l'uso dell'uscita 1 all'uscita 2 memorizzo il valore dell'uscita 1. Poi ad ogni richiamo successivo incremento-decremento questo valore di una minima quantità prestabilità sino a che il valore coinciderà con l'uscita del PID attivo.

Il passaggio da un regoaltore all'altro in questo modo avviene in modo dolce e graduale; è quello che si definisce bump less, cioè in assenza di "bump" termine onomatopeico che indica colpi o sbalzi.

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Pertanto, in modo forse superficiale, penso che tenere 3 PID attivi e commutando solamente l'uscita possa essere alla variabile dicontrollo possa essere una soluzione, forse un po arcaica, ma funzionale.

No, non è soluzione arcaica, è semplicemente una soluzione sbagliata: avrai due PID che si calcolano la loro componente integrale "immaginando" di comandare un'uscita che invece è comandata da un altro.

Facciamo un esempio stupido: supponi di spingere una porta per aprirla... inconsapevolmente applichi un PID, perché regoli la tua forza in modo tale da aprire la porta seguendo un certo profilo di velocità e posizione (non vuoi farla sbattere, ma nemmeno metterci 5 minuti per aprirla...). Se spingendo per un certo tempo trovi una certa resistenza e la porta non si apre (magari è molto pesante, o le cerniere sono dure) aumenterai la forza, in virtù della componente integrale del tuo PID inconscio: "sto spingendo da 5 secondi e non si apre, quindi spingo più forte".

Ora immagina che la porta si in un certo senso "magica", e la sua mancata apertura non dipenda dalla tua errata forza, ma dal fatto che al momento la tua forza è come se scivolasse via, perché sente la forza di un'altra persona (un altro PID), dall'altra parte, che la vuole tenere chiusa (ma tu non lo sai...).

Per assurdo questa persona potrebbe anche attuare uno sforzo minimo, perché in realtà la porta non sente la tua forza ma solo la sua: il tuo PID è in azione ma la porta "magica" è regolata da un altro PID, quindi per quanto tu possa fare, sarà tutto inutile... spingerai sempre più forte per aumentare la componente integrale senza che questo abbia il minimo effetto sulla porta, finché un operatore magico al di sopra della porta decide che è giunta l'ora di utilizzare il tuo PID e non più quello della persona dall'altra parte: a quel punto, la tua componente integrale sarà così grande che aprirai la porta con troppa forza, facendola sbattere e rompendola.

Succo del discorso: utilizza un solo PID e segui i consigli di Livio

ciao

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...avrai due PID che si calcolano la loro componente integrale "immaginando" di comandare un'uscita che invece è comandata da un altro.

Il ragionamento non tiene conto di un fattore: uno dei due PID regola, pertanto l'errore oscilla nell'intorno dello zero. In queste condizioni il secondo (ed eventualmente il terzo PID) si trova nelle seguenti condizioni:

- Correzione proporzionale corrispondente all'errore istantaneo ed al guadagno impostato

- Correzione Integrale corrispondente ad un valore senza senso, infatti l'integrale si è caricato in funzione dell'andamento dell'errore regolato dall'altro PID,

- Correzione derivativa corrispondente alla derivata ed al coefficiente impostato.

All'atto della commutazione da un PID all'altro il sistema va fuori controllo sino a che il secondo regolatore non riesce a riportarlo in zona controllata

Anche la commutazione controllata di più regolatori non è esente da problemi, anche se addolcisce il passaggio.

La migliore soluzione è sempre quella di un'unico regolatore a cui si andranno a modificare "al volo" i guadagni. In questo caso non c'è soluzione di continuità nel controllo. Se si smorzano i transitori evitando gradini o sui coefficienti o sull'uscita non si hanno contraccolpi sul processo.

Comunque io sono del parere che se un processo necesita di 3 regolatori PID differenti in funzione delle condizioni, allora è proprio il caso di pensare ad un regolatore differente dal PID.

Modificato: da Livio Orsini
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Il ragionamento non tiene conto di un fattore: uno dei due PID regola, pertanto l'errore oscilla nell'intorno dello zero.

No...ne tiene conto perché i PID sono 3, quindi uno solo regola, mentre gli altri due fanno dei calcoli insensati perché l'uscita in realtà non sta andando come dicono loro; l'errore può considerarsi irrilevante per la componente proporzionale (nel senso che non si accumula e assumerà comunque il valore corretto quando richiamato), ma si amplifica per quella integrale (vedi l'esempio stupido della porta).

Non per niente, il mio consiglio finale è stato quello di utilizzare un solo PID (cambiando i set, ovviamente), e seguire il tuo consiglio sull'addolcimento del passaggio

Comunque io sono del parere che se un processo necesita di 3 regolatori PID differenti in funzione delle condizioni, allora è proprio il caso di pensare ad un regolatore differente dal PID.

Questa è la prima cosa che ho pensato quando ho letto la descrizione compelta del problema

ciao

Modificato: da Gapo
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..l'errore, può considerarsi irrilevante per la componente proporzionale, ma si amplifica per quella integrale.

In un PID appena decente quando l'errore oscilla nell'intorno dello zero, che sono le condizioni normali di regime di un sistema regolato, l'integrale non deve incrementarsi. Se così non fosse gli integrali dei PID sarebbero tutti saturi

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In un PID appena decente quando l'errore oscilla nell'intorno dello zero, che sono le condizioni normali di regime di un sistema regolato, l'integrale non deve incrementarsi. Se così non fosse gli integrali dei PID sarebbero tutti saturi

E' quello che sto dicendo...

Ma è quello che accade se tu metti in azione un PID e poi l'uscita la comanda un'altro, perché in quel caso l'errore di chi non comanda non oscilla intorno allo zero...

semplificando:

PID1: set 1000bar, posizione valvola che stabilizzerebbe il feedback: 60%

PID2: set 50 g/l, posizione valvola che stabilizzerebbe il feedback: 50%

Se sta "comandando" PID1, e l'uscita è intorno al 60%, presumibilmente il feedback di PID2 sarà lontano dai 50g/l (magari sarà a 55 g/l), perché quel valore, PID2, lo ottiene con l'uscita al 50%... quindi PID 2 continuerà a modificare la sua componente integrale perché "vede" che nonostante la sua azione il feedback non cambia (anche se in realtà non cambia perché non sta agendo...)

Modificato: da Gapo
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Salve

Io non dico che il tuo discorso e quello di Livio sia sbagliato, anzi......

Quello che voglio dire è questo.

Va bene l'esempio della porta, ma supponiamo di avere 3 porte e tutte possono essere usate per uscire, le tre porte sono controllatte e hanno lo stesso potere di uscita

Nessuno spinge la porta in modo diverso ma le forze sono le stesse per tutte.

La forza che spinge le porte è la medesima, se una spinge di più allora è un problema di coerenza dei segnali, è come se la stessa persona spingesse tre porte diverse nel medesimo istante, non esiste e lo ripeto non esiste forze differenti ma solo l'espressione dello stesso vettore di forza in tre differenti parametri.

Come dire che un parametro è espresso in Kg/h , un altro in Kg/m3 (densità), e l'ultimo Litri/h , i numeri sono diversi ma se convertiti nella stessa unità di misura sono identici, non potrebbe essere altrimenti.

Tutto il discorso sinqui fatto è valido per quei sistemi dove esiste un segnale di campo, un setpoint dinamico, e FB di ritorno che entra nel controllo del sistema.

Questo sistema COMPARA il set point con il segnale di campo, setpoint fisso, varia il campo sino a raggiungere il setpoint. Per dare modo all'uscita di variare il suo valore c'è solo una possibilità, cambiare setpoint. Le variabili di Proporzionale ed Integrale sono solo necessari ad ottenere un risposta più o meno rapida.

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Si, ma il problema, se ho ben capito, è che la porta è una sola... correggimi se sbaglio, ma mi è parso di capire che tu hai una sola valvola da controllare, e 3 diversi tipi di controllo.

Al di là del fatto che mi suona strano controllare tra grandezze fisiche contemporaneamante con un una sola valvola, se abiliti il PID su una di queste grandezze (flusso, densità, portata), è ovvio che non puoi avere un controllo diretto sulle altre.

Tu parli di:

-controllo di flusso che va da 1500 Kg/h a 2500Kg/h

-controllo di densità che va da 1.0024 a 1.0028

-controllo di portata che va da 500 a 1000 Kg/h

non puoi impostare "contemporanamente" flusso a 2000 kg/h, densità a 1.0026 e portata a 750 kg/h.

se imposti il flusso a 2000 kg/h, la tua valvola si muoverà in modo tale da ottenere quel flusso, ma la densità potrebbe essere a 1.0027 e la portata a 600 kg/h.

se (per esempio) "contemporaneamente" al PID del flusso (che regola a tutti gli effetti la valvola), hai in funzione "anche" un PID della portata (che però in realtà però non va a comandare l'uscita) succederà che questo secondo PID continua a vedere la portata a 600 con setpoint a 750, e continuerà a cercare di aumentare la correzione perché l'errore si accumula nel tempo (integrale). Quando "switcherai" sul controllo della portata, la tua valvola si beccherà una botta di correzione non realistica, perché calcolata su un accumulo di errore dovuto ad un alttro controllo.

Scendere più in dettaglio su possibili alternative al PID diventa difficile non conoscendo l'impianto e le problematiche annesse, ma una possibile soluzione è quella di utilizzare un solo PID, cambiando i setpoint e facendo una transizione morbida, come consigliato da Livio. Se preferisci tieni programmati 3 PID ma disattiva quelli che non usi e metti comunque in piedi un'algoritmo che ti faccia una transizione morbida passando da uno all'altro.

ciao

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semplificando:

PID1: set 1000bar, posizione valvola che stabilizzerebbe il feedback: 60%

PID2: set 50 g/l, posizione valvola che stabilizzerebbe il feedback: 50%

Tu ti stai riferendo ai regolatori oggetto della discussione che sono concetualmente sbagliati, mentre io sto facendo un caso più generale :)

Perchè mai dovrebbero avere due diversi valori di riferimento? Se l'oggetto da regolare è uno e l'uscita dei differenti regolatori si applica, alternativamente, al medesimo attuatore così il valore di riferimento si deve applicare a tutti i regolatori contemporaneamente. Facendo come hai descritto nell'esempio si somma errore ad errore (intendendo per errore l'errore concenttuale :) )

Modificato: da Livio Orsini
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Questo sistema COMPARA il set point con il segnale di campo, setpoint fisso, varia il campo sino a raggiungere il setpoint.

Questo è il normale modo di operare di un regolatore PID.

Da quanto scrivi sembra che tu non abbia ben chiaro il funzionamento di questi regolatori.

TI allego il link del mio tutorial sui controlli e sui regolatori. E' scritto in forma paina e semplice, con formule ridotte all'essenziale e numerosi esempi pratici. Prova a leggerlo, forse ti chiarirai un poco le idee e capirai perchè stai affrontando il problema in un modo non corretto.

Tutorial

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Perchè mai dovrebbero avere due diversi valori di riferimento? Se l'oggetto da regolare è uno e l'uscita dei differenti regolatori si applica, alternativamente, al medesimo attuatore così il valore di riferimento si deve applicare a tutti i regolatori contemporaneamente

Non è detto.

Quando passo dal controllo di flusso al controllo di densità, chi mi dice che per ottenere la densità impostata devo lavorare con lo stesso flusso con cui stavo lavorando prima?

Questo avviene solo se la densità impostata è uguale (o molto vicina) alla densità reale.

Io penso si debba comunque lavorare con un unico PID.

Quando si cambia tipo di controllo, si cambiano i parametri di lavoro del PID (basta un salto e poche istruzioni di trasferimento).

Si passa al PID come set point il valore attuale della nuova variabile di processo.

Si modifica in rampa il set point fino ad arrivare al valore impostato dall'operatore.

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Non ho capito se i due ultimi messaggi di Livio sono diretti a me od ad altra persona??

Comunque il link l'ho letto con molta attenzione e di grande interesse.

Gapo......

Non riesco a spiegarmi......

Se la portata aumente aumenta anche il flusso, il trastuttore è unico un OPTIMAS 1000 della krone con tre segnali differenti in uscita, ma cambia solo l'unità ingegnaristica, pertanto aumenta il flusso aumenta la portata di pari passo, la densità viaggia allo stesso modo. Stiamo parlando di gas, e le varibili sono identiche ma di differente conformazione.

Non ho due flussometri differenti, non ho 3 indicatori che possono misurare cose diverse.

Immagina un tubo grande quanto vuoi e montato sopra un bello strumento con un sensore nel suo interno, vengono elaborate tre funzioni differenti e trasformate in tre uscite differenti analogiche, ma la sorgente è unica.

Non esiste che un parametro viaggia in modo differente, se così fosse è un errore dello strumento.

Se viene stabilizzato il primo valore anche gli altri due sono stabili perche dipendenti dalla unica sorgente.

IL fatto dei tre PID è dato solo dal fatto che si vuole ingegnerizzare il processo con visualizzazioni diverse della stessa variabile.

- Flusso =>

es: tubo contenente gas ad una velocità conosciuta ==> - densita =>

- portata =>

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Tu ti stai riferendo ai regolatori oggetto della discussione

Beh... certo... stiamo discutendo di quelli :)

che sono concetualmente sbagliati

Sicuramente suonano strani anche a me, però non posso dire che siano sbagliati

Perchè mai dovrebbero avere due diversi valori di riferimento?

Perché era tra i "dati" del problema?

MauroLab ha parlato di tre possibili riferimenti diversi, uno di portata, uno di densità, e uno di flusso. Se fossero legati indissolublmente, non ci sarebbe la necessità di fare tre regolazioni (ed in effetti, IMHO, non ha molto senso tutto questo discorso...)

Se l'oggetto da regolare è uno e l'uscita dei differenti regolatori si applica, alternativamente, al medesimo attuatore così il valore di riferimento si deve applicare a tutti i regolatori contemporaneamente.

Ma il valore di riferimento non è identico in tutti e tre i casi, altrimenti che senso avrebbe il tutto?

(ammesso che un senso ce l'abbia, visto che in ogni caso non puoi regolare contemporaneamente tre grandezze comandando una sola uscita)

ciao

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Se la portata aumente aumenta anche il flusso, il trastuttore è unico un OPTIMAS 1000 della krone con tre segnali differenti in uscita, ma cambia solo l'unità ingegnaristica, pertanto aumenta il flusso aumenta la portata di pari passo, la densità viaggia allo stesso modo

Se le cose stanno così (ma mi pare che in messaggio precedente avessi detto proprio il contrario), non c'è necessità di utilizzare tra regolatori: se le tre grandezze variano allo stesso modo, basta che "normalizzi" il range di variazione e usi il valore normalizzato sul PID

ciao

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Se la portata aumente aumenta anche il flusso, il trastuttore è unico un OPTIMAS 1000 della krone con tre segnali differenti in uscita, ma cambia solo l'unità ingegnaristica, pertanto aumenta il flusso aumenta la portata di pari passo, la densità viaggia allo stesso modo. Stiamo parlando di gas, e le varibili sono identiche ma di differente conformazione.

Certo, le tre variabili sono indissolubilmente legate tra loro.

Ma vediamo di spiegarci con un esempio:

Il sistema sta lavorando con controllo di flusso. Il set point di flusso è X ed il sistema è a regime e stabile.

In questa condizione la portata (che è solo un altro nome per definire la stessa grandezza, se rimane costante la densità) vale Y

Se commuto la regolazione del PID da flusso a portata ed il set point di portata è pari ad Y, allora il sistema rimane stabile.

Ma chi mi garantisce che il set point di portata sia impostato così?

Se il set point di portata è diverso da Y (molto probabile, direi), allora il sistema dovrà iniziare a regolare, né più né meno come se fossi rimasto sul controllo di flusso ma avessi cambiato set point.

Il mio precedente discorso di modificare il set point in rampa, serve solo per rendere più dolce l'adeguamento al nuovo set point.

Se le variazioni di set point sono contenute e se il PID risponde a queste variazioni in modo sufficientemente dolce, la modifica del set point in rampa diventa inutile, se non addirittura dannosa.

Per quanto riguarda i parametri del PID invece, anche se le variabili sono legate tra loro, se cambio tipo di controllo dovrò cambiare anche i parametri.

Dovrebbe bastare modificare il proporzionale, in modo da adeguarlo alle differenti unità di misura utilizzate.

Se le cose stanno così (ma mi pare che in messaggio precedente avessi detto proprio il contrario), non c'è necessità di utilizzare tra regolatori: se le tre grandezze variano allo stesso modo, basta che "normalizzi" il range di variazione e usi il valore normalizzato sul PID

Questa potrebbe essere un'ottima soluzione.

Modificato: da batta
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Questa potrebbe essere un'ottima soluzione.

In realtà c'è comunque qualcosa che non mi quadra...

Se il trasduttore è unico, e quindi misura le tre grandezze nello stesso punto, com'è possibile che dia una portata in kg/h con una scala completamente diversa dal flusso, dichiarato sempre in kg/h?

Inoltre il fatto che il trasduttore sia unico non implica che le tre grandezze varino allo stesso modo, e ipoteticamente nemmeno che siano legate tra di loro (anche se immagino che ci sarà una formula tipo portata=k*flusso*densità).

Per esempio a me è capitato di usare dei trasduttori di pressione/temperatura, ma non è che le due grandezze fossero vincolate: se ci passava del materiale a 150°C, la temperatura era quella, a prescindere dalla pressione a cui si trovava...

In ogni caso resta assolutamente valido quello che dici tu sul passaggio di setopint (X e Y, ...)

ciao

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