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In Italia, 40% di potenziale rinnovabile ancora da sviluppare: ruolo chiave di solare e eolico per raggiungere i target PNIEC al 2030
in collaborazione con mcTER News
Nonostante l'accelerazione registrata nel 2024, con 7,5 GW di installato FER (+33% vs. 2023), l'Italia resta ancora distante dal ritmo necessario per centrare gli obiettivi al 2030 fissati a 11 GW annuiEssenziale semplificare gli iter burocratici, potenziare l'infrastruttura di rete e modificare il quadro regolatorio
Tre sono gli ambiti di azione individuati per agevolare il pieno utilizzo delle Fonti Energetiche Rinnovabili nel contesto del quadro energetico nazionale: attuare semplificazioni per le procedure burocratiche, potenziare l'infrastruttura di rete e la capacità di accumulo degli impianti già installati, modificare il quadro regolatorio per sbloccare gli investimenti e garantire una tutela degli impianti. Queste le direttive individuate dallo Studio "Lo stato dell'arte delle rinnovabili in Italia: quali leve strategiche per accelerarne il dispiegamento nel paese" realizzato da The European House - Ambrosetti (TEHA Group).
Il Rapporto Annuale è stato presentato questa mattina in occasione della terza edizione del Forum delle Energie Rinnovabili "Renewable Thinking", ideato da CVA - Compagnia Valdostana delle Acque -, in collaborazione con TEHA Group con il patrocinio di Elettricità Futura. L'evento si pone come punto di riferimento annuale per favorire una riflessione strategica sull'evoluzione delle fonti rinnovabili in Italia.
Nelle due giornate di Forum sono intervenuti, tra gli altri, Carmine Masiello (Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano), Enrico Letta (Rapporteur sul Futuro del Mercato Unico; già Presidente del Consiglio), Renzo Testolin (Presidente della Regione Valle d'Aosta), Luigi Giovanni Bertschy (Vicepresidente della Regione Valle d'Aosta), Paolo Arrigoni (Presidente di GSE), Stefano Besseghini (Presidente di ARERA), Enrico Giovannini (Direttore Scientifico di ASVIS), Giuseppe Argirò (Vicepresidente, Elettricità Futura; Amministratore Delegato, Gruppo CVA - Compagnia Valdostana delle Acque), Valerio De Molli (Managing Partner & CEO di The European House - Ambrosetti e TEHA Group), e numerosi altri esperti e professionisti del settore.
L'analisi ha innanzitutto delineato lo scenario mondiale di sviluppo delle FER: nonostante i consumi energetici siano cresciuti (+19% nel 2023 vs. 2010) si è registrata una riduzione dell'intensità energetica e carbonica (-18% e -4%), possibile grazie a una maggiore penetrazione delle FER. Le differenze tra le varie parti del mondo, però, restano significative: se in Cina e altre economie emergenti vi è una forte accelerazione per quanto riguarda le installazioni rinnovabili, il caso degli USA rappresenta una possibile minaccia alla corsa dell'energia pulita. In Europa le FER costituiscono circa il 47% della produzione totale di energia elettrica (dato al 2024), in Italia la quota è del 41%. Tuttavia, la crescita della capacità installata FER rispetto al PIL Europeo e nazionale sta subendo un rallentamento, in particolare se confrontato rispetto ad altri Paesi, Cina in primis.
In questo contesto in evoluzione, la decarbonizzazione continua a rimanere una priorità strategica e le FER uno strumento chiave per rafforzare la sicurezza energetica, ridurre la dipendenza da combustibili fossili e aumentare la competitività del sistema. A livello europeo, infatti, continua ad esserci una forte dipendenza dai combustibili fossili come fonte di energia per il consumo finale. La dipendenza energetica è poi un altro tema da attenzionare, considerando che, nel 2023, l'Europa ha importato il 58,3% del proprio fabbisogno energetico, quota che sale al 74,8% in Italia.
Nonostante ciò, il caso italiano è la dimostrazione puntuale di come lo sviluppo delle rinnovabili determini una riduzione della dipendenza energetica, in flessione del 9,66% dal 2008, a fronte di una crescita a tripla cifra della produzione rinnovabile (da 23,9 GW nel 2008 a 66,7 GW nel 2023, + 179%). A ciò si aggiunge un altro elemento: in Italia il prezzo dell'energia elettrica è di gran lunga superiore rispetto ad altre economie europee: ad aprile 2025, si toccavano i 99,85 ?/MWh, prezzo quattro volte superiore rispetto a quello della Spagna (26,81 ?/MWh) e più che doppio rispetto al valore francese (42,21 ?/MWh). Tale dato è determinato per il 90% delle volte dal prezzo di riferimento del gas, secondo il meccanismo del prezzo marginale: potenziando le FER, tale prezzo sarebbe più basso.
Rivolgendo lo sguardo al futuro, l'Italia è ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi al 2030 del PNIEC - Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima - per quanto riguarda l'installazione di FER: i 7.5 GW nel 2024 installati nel 2024 (+33% vs. 2023) sono comunque inferiori agli 11 GW attesi. Lo scenario potrebbe poi complicarsi ulteriormente nel 2025, con il rischio di una contrazione di circa 1 GW rispetto al 2024: si tratterebbe della decrescita più significativa dell'ultimo decennio.
E' importante sottolineare come l'Italia presenti ancora importanti margini di sviluppo delle FER, con oltre il 40% del proprio potenziale ancora da valorizzare: è quanto emerge dal Renewable Thinking Indicator elaborato da TEHA. Restringendo il campo agli ambiti del solare e dell'eolico, che sono le fonti per le quali il PNIEC prevede una crescita più significativa, il potenziale di sviluppo di tali FER al 2030 sale al 50%. In questo contesto, le Regioni della Sicilia, Sardegna e Emilia-Romagna potranno contribuire in modo significativo al raggiungimento dei target FER nazionali al 2030.
Per favorire il pieno sviluppo delle FER, lo Studio ha individuato alcuni ambiti prioritari di intervento, andando ad agire su alcune situazioni che hanno determinato dei colli di bottiglia, ovvero: ritardi nei principali Decreti sull'Energia (Decreto Aree Idonee, DL Agricoltura), disallineamento generale tra Stato e Regioni - ad esempio sul tema delle concessioni idroelettriche - e complessità degli iter burocratici e autorizzativi per gli impianti FER.
A ciò si aggiungono ulteriori fattori abilitanti, tra cui spicca la necessità di sviluppare adeguate capacità di accumulo e infrastrutture di rete: elementi essenziali per raggiungere il target del 63,4% di FER nel mix di generazione elettrica al 2030, secondo il PNIEC.
Per rispondere a questa sfida e rendere l'Italia protagonista della transizione energetica il Think Tank Renewable Thinking ha individuato 3 ambiti prioritari di policy: la semplificazione delle procedure burocratiche, l'incremento della produttività degli impianti FER e il rafforzamento del quadro regolatorio: solo così l'Italia potrà raggiungere i target al 2030 e rappresentare una best case di sviluppo positivo su scala internazionale.
Amministratore Delegato di CVA SpA, Giuseppe Argirò
"Per il terzo anno consecutivo, il Forum di Saint-Vincent consente di accendere i riflettori sullo sviluppo delle rinnovabili in Italia e ribadirne l'importanza strategica per garantire al nostro Paese maggiore autonomia energetica e competitività industriale. l nostro Paese non dispone di materie prime fossili, ma può contare su sull'abbondanza della materia prima energetica grazie alle tecnologie rinnovabili: acqua, sole e vento. Puntare sul loro sviluppo non significa solo supportare il sistema produttivo, ma anche rafforzare la nostra indipendenza energetica in un contesto geopolitico instabile".
Amministratore Delegato di TEHA Group SpA, Valerio De Molli:
"Per raggiungere i target del PNIEC al 2030, l'Italia non può permettersi battute d'arresto. Il prospetto di un rallentamento delle installazioni rinnovabili nel 2025, con una possibile contrazione di circa 1 GW rispetto al 2024, è un campanello d'allarme. È urgente intervenire su semplificazione burocratica, potenziamento della rete e certezza regolatoria. Potenziare le FER, oggi ferme a 66,7 GW installati, significa rafforzare l'indipendenza energetica del Paese e aumentarne la competitività grazie alla riduzione del prezzo dell'energia - ad oggi ancora quattro volte superiore rispetto alla Spagna."
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Pubblicato il 08 luglio 2025
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