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PLC Forum


chi di voi programma in inglese?


barby

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ho sempre rinviato la questione ma finalmente è arrivato un bel capitolato dove chiedono di scrivere tutto il software PLC in inglese. A questo punto vista la mole di lavoro per tradurre tutto (commenti, simboli, variabili, ecc) ho pensato di ingoiare il rospo e di farlo sempre, cioè anche dove non è richiesto.

voi come vi comportate? scrivete tutto in inglese a prescindere o solo quando vi ci trovate costretti dalle specifiche?

 

ciao!

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Anche nei paesi più restii ad accettare lingue straniere (vedi Germania) il software è universalmente standardizzato in inglese. In qualsiasi specifica si fa riferimento alla lingua locale oppure inglese, quindi pochi rospi ..... una sola soluzione.

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Sempre in inglese. E' fondamentale creare/adottare un glossario onde evitare che ognuno si inventi un nome maccheronico per ogni oggetto-funzione-utensile.

 

Per un contatto ritardato alla diseccitazione (Off-delayed) ho trovato questa definizione:

 

Set before reset after :roflmao:

 

Esistono degli ottimi dizionari tecnici ai quali affidarsi.

 

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onde evitare che ognuno si inventi un nome maccheronico per ogni oggetto-funzione-utensile.

 

era proprio quello che volevo evitare, avresti qualche titolo da consigliarmi per questi dizionari tecnici?

 

grazie!

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Zanichelli

Il Nuovo Inglese Tecnico e scientifico

 

Nel frattempo...alcune chicche:

 

fronte di salita : front of climb

lampadina spia: spy lampadin

ventilatore:  fun cooler

finecorsa salita:  stop run climb

finecorsa discesa:  stop run discendent

bobina chiusura : close bobbin

 

:superlol:

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Anni fa ricordo che un mio collega, ammirato da una soluzione proposta da un collega americano, tradusse letteralmente il nostro "sei in gamba, ma veramente in gamba" con un "you are in leg, but truly in leg ". immaginatevi la faccia stupitta del poveraccio a cui era stato rivolto il complimento.

 

Come dizionario è anche bene munirsi di un Oxford American - English perchè a volte gli americani, ma anche spesso i non inglesi, faticano a comprendere termini inglesi puri. Se traduci "circuiti ausiliari" con "ancillary circuits", come fece un miom collega, è comprensibile solo da inglesi colti, per essendo formalmente corretto.

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Certo che "fun cooler" , detto all'italiana non è propriamente tecnico:)

La prima volta in un meeting in Nigeria, parlarono per un ora di "fan cooler".

Uscii credendo che avessero litigato di brutto..

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In un hmi in tedesco un dispositivo soffiante era definito come blasen....ma blasen in tedesco è l'equivalente di fellatio in italiano ...e come se non bastasse...in quel reparto... solo donne....:roflmao:

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  • 4 weeks later...

si programma in inglese , poi gli allarmi o le visualizzazioni si fanno in italiano o in lingua cliente

Motivi ? 

1) Nel paese dei falliti si vendono pochissimi impianti

2) In altri paesi si vendono molti impianti

3) Per non rifare tutto si sceglie una lingua standard e questa è l'inglese 

I DB li fai una volta sola in inglese , comandi, azionamenti etc 

Rifai solo le visualizzazioni

Se invece lavori solo per l'italia allora lo fai in italiano ma poi ti capiterà di andare altrove e allora dovrai tradurti tutto 

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Forse siamo falliti .

Forse.

Ma un pò di sano ottimismo nel futuro non guasterebbe.

Forse le nuove generazioni unite ad un più forte senso dello stato e della solidarietà potrebbe migliorare le cose.

 

Altrimenti le strade sono due.

Emigrare o suicidarsi.

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Abbiamo tante aziende tecnologicamente avanza. Ma sopratutto forse riusciamo ad avere una classe politica e sindacale no divisa in trbù in lutta tra loro ma con un maggior senso dello stato. Ciap

 

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1) Nel paese dei falliti si vendono pochissimi impianti

2) In altri paesi si vendono molti impianti

Una domanda: se siamo proprio un paese di falliti, ammesso pure che in questo paese si vendano pochi impianti, com'è però che 'sti falliti vendono invece un sacco di impianti all'estero? Se gli stranieri sono tutti così bravi e noi invece tutti falliti, com'è che acquistano i nostri impianti anziché farseli da soli?
È vero che in Italia ci sono molte cose che non funzionano (ma non è che all'estero sia tutto perfetto), ma non sarebbe ora di finirla con 'sta storia dei falliti?

 

Per quanto riguarda il software in inglese, io non la vedo una necessità assoluta. Si parla tanto di proteggere il software, e poi invece lo devo fornire con tanto di commenti in inglese per agevolare il cliente straniero?

Una cosa è decidere di usare terminologia inglese per i simboli, più per uniformare che per agevolare gli anglofoni, altro è "seguire la moda".

 

Nei miei programmi codice e commenti si possono dividere più o meno 50 e 50.

A volte trovo difficoltà a descrivere perfettamente la funzione del codice in italiano, figuriamoci cosa potrebbe saltar fuori in inglese.
Inoltre i commenti al codice non sono per il cliente finale che, almeno in teoria, non dovrebbe nemmeno mettere le mani nel mio programma, ma servono principalmente a me stesso, quando andrò, magari fra qualche anno, a rimettere le mani su cose che nemmeno mi ricordo di aver fatto. E dovrei complicarmi la vita scrivendo tutto in inglese? Ma siamo impazziti?

 

Quindi, in inglese faccio HMI/SCADA e il manuale, ma i miei commenti al codice assolutamente no.

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si programma in inglese , poi gli allarmi o le visualizzazioni si fanno in italiano o in lingua cliente

 

La direttiva macchine prevede esplicitamente che l'interfaccia operatore sia nella lingua nazionale, anche per ragioni di sicurezza. Ed è confermata da una legge nazionale nei vari paesi.

 

 

Altra cosa è la documentazione per i tecnici come i commenti al software.

 

 

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Una domanda: se siamo proprio un paese di falliti, ammesso pure che in questo paese si vendano pochi impianti, com'è però che 'sti falliti vendono invece un sacco di impianti all'estero? Se gli stranieri sono tutti così bravi e noi invece tutti falliti, com'è che acquistano i nostri impianti anziché farseli da soli?
È vero che in Italia ci sono molte cose che non funzionano (ma non è che all'estero sia tutto perfetto), ma non sarebbe ora di finirla con 'sta storia dei falliti?

:thumb_yello::clap:

 

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Una cosa è decidere di usare terminologia inglese per i simboli, più per uniformare che per agevolare gli anglofoni, altro è "seguire la moda".

 

Già perchè è molto più accattivante (o dovrei scrivere "cool"?) e fa molto più "manager" usare termini come location, red carpet, etc. in luogo degli italianissimo locazione e tappeto rosso.
 

Quote

 

Inoltre i commenti al codice non sono per il cliente finale ...

 

 

Condivido la finalità del commento.

Se lavori in un'azienda ed tuoi programmi sono proprietà dell'azienda il software va documentato secondo quanto previsto dalle procedure aziendali. Se sei un libero professionista che lavora per un cliente, se non viene richiesta contrattulamente una documentazione software ben precisa, la finalità del commento è quella del pro memoria di chi ha programamto.

 

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La direttiva macchine prevede esplicitamente che l'interfaccia operatore sia nella lingua nazionale, ..

 

Anche i manuali di installazione, uso e manutenzione.

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Nicola Carlotto

Concordo con batta,  io lavoro in  una minuscola azienda italiana eppure stiamo vendendo macchine speciali e applicazioni in germania , kosovo , giappone , francia, spagna, olanda... e anche in italia .

Il vantaggio di noi italiani , secondo me, e' la capacita' di adattamento e, nota bene ,la visione dell' insieme nelle progettazioni degli impianti automatici.

Questa seconda e' una capacita' rara non presente in giappone , e in parte  non presente in germania.

Ciao

 

 

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ho i miei validi motivi per dire che siamo un paese di falliti , diversamente ora cammineremmo su strade dorate .

I commenti al codice finale servono ai manutentori italiani .

Io non insulto nessuno , dott. cicala , se ti ritieni offeso è un problema tuo .

I programmi , le aziende serie che lavorano con l'estero e non , li fanno scrivere in inglese , punto 

Poi se avete voglia di fare la comunella tutti contro walterword a me non fa ne caldo ne freddo .

Livio , io e te non abbiamo piu niente da dirci , te l'ho gia detto un mese fa quando mi hai bannato per quasi un mese

Puoi fare lo sceriffo quanto vuoi che a me sai che cosa me ne frega? .....sei intelligente , datti una risposta .

 

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caro Batta , il fatto di vendere impianti all'estero non significa minimamente essere un paese forte in grado di dare lavoro a tutti o quasi.

Il fatto di lavorare nel settore , come tutti i presenti significa lavorare e anche tanto , siamo a posto noi ma non tutti gli altri

Ma a queste cose non ci arrivate , lo capisco , per voi va bene solo quello che fate voi 

Gli altri non importa , fa nulla se milioni di persone non hanno uno straccio di lavoro , l'importante è che lavorate voi , o noi .

Vendere all'esterno non significa creare lavoro per chi sta qua .

Le descrizioni tecniche trovano meno difficoltà ad essere documentate in lingua madre , ossia inglese .

Pensa che gli inglesi mi stanno sulle palle, pensa cosa me ne viene in tasca a dire queste cose, ma per la tecnologia funziona cosi .

Noi produciamo ricchezza per gli imprenditori , se cosi si possono chiamare , riduciamo lavoro per i manovali 

Creiamo lavoro per gli specializzati , pochi nel paese dei falliti .

Piu falliti e piu disoccupati , piu ladri e piu gente che potrà venirci in casa magari a rubare il pc che usiamo per lavorare 

Difficile fare un discorso sociale ....l'importante che si vendano le macchine all'estero 

 

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Nicola Carlotto

Vendere all'estero significa far lavorare tutta una serie di subfornitori italiani, in modo particolare nel comparto tecnico.

Nonostante le apparenze sono molte le aziende italiane produttrici di materiale tecnico.

Quindi non si lavora solo noi pochi eletti ma moltissime famiglie devono ringraziare gli imprenditori che invece di chiudere provano all'estero.

Ciao

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Livio , io e te non abbiamo.....

 

Walter se non ti va quello che scrivo fai a meno di leggermi.

Se poi continui a comportarti da maleducato insultando tutto e tutti, invece di un mese il blocco va a tempo indefinito; dato che sei insolente ma non stupido, fai le debite valutazioni.

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siete fissati con le offese , avete qualche problema mentale di auto frustrazione che vi impone di sentirvi offesi ad ogni pipi che si faccia .....

Nicola Carlotto .....un popolo sopravvive quando tutti lavorano , e se non c'e' produzione puoi parlare quanto vuoi ....

Livio ti verro' a trovare ad agosto , te lo spiegherò a voce quello che penso 

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Scusa Walter, non voglio sollevare polemiche, ma sinceramente non capisco il senso del tuo ultimo intervento.

Hai una ricetta per risolvere il problema?

Sicuramente l'Italia è un paese che va con il freno a mano tirato, ma non certo per colpa delle aziende che cercano nuovi sbocchi e affari con l'estero.

Anch'io nel mio piccolo sto in piedi grazie anche a progetti fatti per conto di aziende estere. Cosa dovrei fare? Smettere perchè tanto siamo in un paese di falliti? Vengo a mangiare a casa tua poi?

Vogliamo fare il conto di quanta gente, indotto e non, lavora avendo a che fare con l'estero.

Scusate per l'off topic.

Ciao a tutti

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se vuoi venire a trovarmi non c'e 'problema , ci facciamo 4 costine e 4 salamelle.

Le aziende italiane sono allo sfascio mentale ed organizzativo , e ancor più chi ci lavora.

Una disorganizzazione senza precedenti , cose allucinanti mai viste , nonostante le innumerevoli commesse da fare.

Questo è indice di avaria mentale collettiva con tutto il resto che ne segue .

Da una parte gli imprenditori e "dirigenti" che sembra non gli interessi niente , non rispondono alle mail , alle telefonate del cliente finale etc , fanno finta di prendere nota in matita. Dall'altra i tecnici che a sentirli dire vogliono tutti andare via e dare le dimissioni.

Questo accade in quasi tutte le aziende nei paraggi di milano , bergamo , brescia.

L'atteggiamento degli addetti è preoccupante e non è sicuramente prova di un popolo sereno o in armonia 

La ricetta per risolvere il problema non esiste , ormai siamo alla deriva  

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