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Variante V3 Obbligatoria?


itony

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Ciao a tutti.

Un amico mi ha mostrato un preventivo per un suo appartamento di nuova costruzione datato marzo 2013 a cui è seguito un altro definitivo con alcune piccole modifiche di settembre 2013. Il lavoro è già stato fatto; mancano solo i frutti e il cablaggio del centralino.

In entrambi i preventivi non si fa assolutamente riferimento al livello dell' impianto, ma controllando ho visto che le dotazioni minime nei vari locali ci sono (forse non voluto) ad eccezione delle sei prese elettriche dalla tv. Il problema grosso è però il centralino e quindi anche l'infilaggio delle linee.

È stato murato un centralino 12 moduli nel quale sono previsti un solo differenziale generale, uno scaricatore e due magnetotermici da 16A, uno per la zona notte e uno per la zona giorno. Quindi un solo differenziale , solo due circuiti, linea luce e prese insieme, così come le prese da 16 e da 10 A.

Come farà questo elettricista a certificare l'impianto? La variante v3 non è obbligatoria? Cosa posso consigliare al mio amico? Grazie

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Si, la V3 è obbligatoria in caso di nuova costrizione o rifacimento totale dell'impianto elettrico, quindi DEVE essere seguita.

Se poi il committente (pur di risparmiare) e l'installatore si mettono d'accordo (patto in deroga), questo è una ltro discorso che io eviterei sempre, perchè la nuova norma è fatto per rendere più funzionale (oltre che sicuro) l'impianto, quindi perchè aggirarla?

Il problema è che molti si comportano esattamente così (cioè aggirandola).

saluti

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Come farà questo elettricista a certificare l'impianto?

semplicemente non potrà certificarlo in base alle cei 64-8

Potrà certificarlo in base ad un'altra normativa equivalente (ad esempio quella tedesca) ma non in base alla 64-8 in vigore

Oppure potrà certificarlo ma sarà lui che dovrà dimostrare che quello che ha fatto è fatto a regola d'arte.

L''applicazione della norma è già una presunzione di regola dell'arte, ma nessuno ti vieta di fare qualcosa di diverso.Nel momento in cui accadrà qualche cosa saranno cavoli suoi dimostrare il tutto

consiglio: scaricarsi da internet una delle tante guide alla nuova normativa e sottoporla al costruttore (ovvero quello a cui il tuo amico ha dato i soldi, l'elettricista lavora per conto del costruttore) , chiedendo di avere gli impianti come previsto (la nuova norma si applica agli impianti consegnati dopo la data di entrata in vigore)


Si, la V3 è obbligatoria in caso di nuova costrizione o rifacimento totale dell'impianto elettrico, quindi DEVE essere seguita.

Ligabue, le norme non sono obbligatorie, ma è obbligatoria l'esecuzione a regola d'arte.

E come detto l'applicazione della norma è già di per se presunzione della regola dell'arte.

Nessuno ti vieta di fare a casa tua un'impianto usando ad esempio le norme britanniche o canadesi.

Quando poi succederà qualche cosa dovrai dimostrare tu che il tutto è fatto a regola d'arte.

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E come detto l'applicazione della norma è già di per se presunzione della regola dell'arte.

Più che presunzione è consuetudine. In altri termini i periti di tribunale tendono a considerare il rispetto della normativa vigente come esecuzione a regola d'arte.

Differente è il caso in cui una normativa sia recepita da una legge, a questo punto diventa obbligo di legge.

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Per quanto realizzato nell' impianto del tuo amico come ha scritto qualcuno prima di me "patto in deroga" da apporrre nel campo note, la CNA però è fermamente contraria a questa soluzione, oppure si fa riferimento a norme europee come detto nel Decreto 37/08 capitolo 6, però ti ricordo anche quanto scritto nella legge 186/68 dove si considera quanto detto dal CEI a "Regola d'arte" in caso di incidenti derivati da elettrocuzione.

A mio avviso in questo intreccio di leggi decreti o altro il CEI ha svestito la sua veste di promotore di norme di sicurezza degli impianti è ha voluto vestire una nuova veste che contrasta in molti casi ( capitolo 37) con le reali esigenze di chi chiede un impianto, a favore di chi deve valutare più offerte economiche provenienti da più installatori. Da qui potremmo aprire una serie infinita di domande risposte dilungandoci sul forum a chi è favorevole e chi è contrario al capitolo 37, io ho espresso solo una mia opinione, soprattutto alla luce di quanto imposto, es. (2 salvavita minimo per quadro) è forse più sicuro per l'utenza avere 2 salvavita invece che 1 generale, con a valle dei magnetotermici a protezione e selezione di linee guaste in uscita dal quadro? oppure qualcuno mi spiega perchè nei negozzi si ventono marcate CE (ciabatte) multi prese a 6 prese e la norma impone di predisporre vicino ad almeno una presa tv 6 punti presa energia?

ciao e scusate la mia lungaggine.

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Ciao noi elettricisti siamo rimasti l'ultima ruota del carro e pure sgonfia :( l'anno scorso ho disdetto la mia iscrizione alla CNA il "nostro sindacato" che ha tutto l'interesse per mantenere l'apparato tranne il nostro :thumbdown: , questa norma avvantaggia i produttori di materiale e basta,i clienti faticano a pagarti il minimo indispensabile, sono almeno 13 anni che installo come minimo 2 differenziali e centralini minimo 24moduli anche per appartamenti mini :thumb_yello: ma mettere 6 prese dietro il tv :thumbdown: sono d'accordo per la predisposizione ma ci si ferma lì :smile:

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Quindi posso consigliare al mio amico di pretendere di farsi installare i due differenziali (zona giorno e zona notte così come sono infilate le due linee) e poi basta, oppure di lasciare tutto così com'è tanto è l'elettricista a certificare e lui essendo di altro mestiere non è tenuto a sapere le normative elettriche?

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Maurizio Colombi

lasciare tutto così com'è tanto è l'elettricista a certificare e lui essendo di altro mestiere non è tenuto a sapere le normative elettriche

:worthy: COMPLIMENTI ! ! ! ! :worthy:

Credo che questa sia la frase più sensata che abbia sentito in risposta alla domanda......"ma siamo sicuri che sia a norma?"

Ma per quale motivo io mi devo intromettere nelle decisioni di colui che: organizza, gestisce, realizza e conforma l'impianto elettrico della mia abitazione? Chi sono io per stabilire e decretare che il lavoro da lui svolto non risponde ai consigli che, chi ne sa più di me, ha deciso essere i più elementari e semplici accorgimenti ESSENZIALI per realizzare l'impianto elettrico..........

Ci sono organismi accertatori che si interessano di queste cose ?

Bene! Cerchiamoli, ed utilizziamoli per fare il lavoro a cui sono preposti.........se li troviamo!

P.S. Salverò la frase che ho evidenziato all'inizio del messaggio....sai quante volte mi sarà utile? :thumb_yello:

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Non ho capito bene...

L'elettricista dovrebbe terminare il lavoro così com'è e poi il mio amico dovrebbe cercare un ente preposto al controllo? Era questo il senso?

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Maurizio Colombi

Non ho capito bene...

Ti rispiego: colui che realizza l'impianto elettrico, è l'unica persona che può dichiarare che il medesimo è stato realizzato seguendo il criterio detto "della regola dell'arte" .

Questo detto, che sembra un po' obsoleto, è ancora in vigore quest'oggi per definire che chiunque realizzi un lavoro, lo faccia seguendo un determinato numero e tipo di regole / suggerimenti che sono sancite da enti preposti, nonchè utilizzando prodotti che, a loro volta, sono certificati dal produttore come prodotti seguendo la regola dell'arte.

Sembra un po' un gioco di parole, ma è la verità e non credo che ci sia qualcosa che non va all'intero di questo concetto.

Quindi, premesso questo, nessuno all'infuori di colui che ha realizzato "l'opera" può dichiarare sotto la sua responsabilità che il prodotto da lui realizzato ha seguito determinati criteri esecutivi (un progetto nel caso occorra) per gli impianti elettrici e per gli impianti di utilizzo e distribuzione dei gas, questo di chiama appunto "Dichiarazione di conformità dell'impianto alla regola dell'arte".....dal 1990 ognuno l'ha chiamata a suo piacere: certificazione, dichiarazione, conformazione, conformità, dico, ma il suo vero nome rimane sempre quello.

A questo punto, se nessuno all'infuori dell'installatore, conosce a menadito tutti i consigli / suggerimenti che le relative norme hanno introdotto dal 1990 ad oggi, come e soprattutto a quale titolo io, modesto utilizzatore del lavoro di terzi, posso intervenire a criticare questo operato?

Riuscirei ad intervenire all'interno della catena di produzione di un'automobile (ad esempio) per stabilire che una volta finita questa macchina non rispetti determinate regole / consigli / suggerimenti.....io no di certo.

poi il mio amico dovrebbe cercare un ente preposto al controllo?

L'installatore, una volta terminato il lavoro, dovrà rilasciare una "dichiarazione di conformità....ecc. ecc." (e questo è l'unica operazione regolata da una Legge o Decreto dello Stato) a nome del proprietario dell'immobile (se c'è) o dell'impresa costruttrice al 90% dei casi, ed il tuo amico, se crede di essere stato "gabbato" dal costruttore / installatore, si rivolgerà a chi di dovere (ripeto quanto già detto: SE LO TROVA) per far valutare l'operato e per procedere PER VIE LEGALI contro l'operato dell'installatore / costruttore.

Con quali conseguenze per l'elettricista?

Gravi, anzi, molto gravi !

Modificato: da Maurizio Colombi
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