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Rilevare Capocchie Di Spilli: Che Sensore?


flpedra

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Ciao a tutti

sono l'amico-socio "fantomatico" di flpedra, che insieme a lui ha iniziato questo progetto.

Ho seguito con grande interesse la spremitura di meningi di questo forum, e mi devo complimentare con tutti per la varietà e l'ingegnosità delle soluzioni proposte, anche se talvolta poco realizzabili.

Ho lasciato che flpedra portasse avanti il filo del discorso, anche perché lui ne è stato l'iniziatore e non volevo prevaricarlo, ma a questo punto credo che un mio intervento con l'esperienza che già ho fatto sull'argomento possa contribuire a dare un indirizzo forse meno vago alla discussione.

Come attività principale sono restauratore di organi a canne e strumenti musicali automatici. Circa una decina di anni fa mi capitò di restaurare un piccolo organo a cilindro non funzionante, e poiché lo strumento era di grande interesse, provai a costruire un lettore apposito e, in collaborazione con un musicologo, riuscimmo a tradurre i brani. La cosa curiosa è che io entrai nel progetto quando altri avevano già tentato altri sistemi, alcuni dei quali erano molto simili a quelli proposti qui; per esempio, si era già tentato il metodo della pizza, che all'epoca fu sostituita da un impasto, meno appetitoso, di gesso.

Il mio lettore, abbastanza rudimentale, era strutturato così:

un supporto di legno reggeva il cilindro, il cui asse passava semplicemente attraverso due fori calibrati, sui supporti laterali. Allo stesso supporto era fissata la barra con i tasti originali dell'organo, sistemata in modo da replicare la posizione e il funzionamento originali. I tasti sono delle levette di acciaio con un dente ad una estremità, che si solleva quando incontra un chiodo del cilindro. All'estremità opposta dei tasti ho sistemato dei microswitch, collegati a dei buffer. Il sistema non era motorizzato, e la rotazione del cilindro avveniva manualmente; per poter determinare la posizione dei chiodi, su un bordo del cilindro era appoggiato l'asse di un encoder ottico, i cui impulsi erano contati da un contatore avanti-indietro a sedici bit, garantendo così la possibilità di fermarsi e riprendere la rotazione, eventualmente anche tornando un pò indietro, in caso di errore.

L'interfaccia con il computer (Macintosh Centris 650) era realizzata tramite la porta seriale e l'interfaccia seriale-parallelo pubblicata in quel periodo su Nuova Elettronica. Questa interfaccia era lentissima e poco efficiente, ma fu scelta perché forniva una soluzione immediata ad una parte del lavoro. Le uscite dei buffer dei tasti e dei contatori erano collegate ad un bus connesso ad una delle porte dell'interfaccia seriale-parallelo, mentre l'altra porta era utilizzata per selezionare i chip.

Il software funzionava in questo modo. Dopo l'avvio, veniva letto ricorsivamente lo stato dei tasti (microswitch); se era uguale allo stato della lettura precedente, non succedeva niente, altrimenti veniva rilevato quale tasto era variato, e letto il valore corrente del contatore di impulsi, e in memoria veniva scritto un "evento" contenente il numero del tasto, il valore del contatore e lo stato del tasto (on-off); il nuovo stato dei tasti veniva riscritto nel registro corrispondente.

Lo stato dei tasti era rappresentato sullo schermo da una fila di led virtuali, insieme con il valore del contatore; passando sopra la traccia di un chiodo mancante, un click del mouse sul led corrispondente generava un "evento" di chiodo mancante, codificato con un codice speciale. Alla fine della scansione, gli eventi grezzi venivano convertiti in un file MIDI, con codifica standard, e successivamente potevano essere rielaborati con i comuni software MIDI (Cubase o Cakewalk).

Per elaborare il file MIDI si ritenne fosse poco agevole il confronto diretto con il cilindro, per cui si costruì un'immagine fotografica dello stesso con una procedura che non descrivo per brevità (se ne può parlare in seguito), e alla fine si riuscì a ricostruire le musiche originali, rimaste peraltro finora inedite per mancanza di sponsor.

Tre anni fa cominciai il restauro dell'organo a cilindro della Reggia di Caserta, e si ripropose il problema della trascrizione dei cilindri. In questo caso si aveva la possibilità, dopo il restauro, di registrare le musiche, ma i cilindri sono di un tale livello di interesse musicologico e tecnologico, oltre al fatto di essere molto numerosi (44 musiche, più 45 appartenenti ad un altro strumento), che si è ritenuto opportuno tentare una trascrizione esatta dei cilindri.

Ho ripreso così in esame il vecchio progetto, con l'intenzione di migliorarlo e adattarlo al caso attuale.

Insieme a Flavio "flpedra", abbiamo sviluppato un progetto, che descriverò più sotto, il cui punto debole che non siamo riusciti ancora a risolvere, è, come si diceva, quello del sensore da utilizzare, per cui Flavio ha preso l'iniziativa di porre il quesito a questo forum.

Sulla base dell'esperienza del vecchio scanner, ho pensato di dover introdurre i seguenti miglioramenti:

-motorizzazione della rotazione del cilindro;

-costruzione di un supporto "flessibile", che possa essere adattato a cilindri di misure e caratteristiche diverse;

-utilizzo di un sensore per i chiodi che non entri in contatto meccanico con i chiodi stessi; nel vecchio lavoro si era verificato che perfino i tasti dello stesso strumento causavano la rottura di un certo numero di chiodi, resi deboli da piegature o dalla ruggine sul "colletto";

- portabilità della macchina.

La macchina che si è pensata è concettualmente abbastanza simile allo schema postato da Paolo Cattani nel messaggio del 25 Dec 2004, 10:12 PM, in cui però il sensore (non un CCD) posto sotto al cilindro è montato su un carrello che scorre su una guida parallela all'asse del cilindro, in basso. Ad una estremità della guida si troverebbe un supporto verticale fisso, con un rotore di altezza regolabile, mosso da un motore passo-passo, eventualmente ridotto con ingranaggi o una cinghia, al quale si possa fissare un adattatore per i diversi tipi di albero dei cilindri. Un supporto simile, non motorizzato e scorrevole sulla guida, consentirebbe di reggere il cilindro all'altra estremità adattandone la lunghezza.

Il carrello scorrevole sulla guida, che si potrebbe anche definire "testa di lettura", alloggerebbe il sensore ed eventualmente una microtelecamera, o un mini sensore ottico lineare, che permetterebbe di rilevare un'immagine durante la scansione delle "linee" dei chiodi.

La testa di lettura si dovrebbe muovere per mezzo di un ingranaggio a cremagliera o a cinghia dentata, oppure con un sistema a vite-senza-fine / madrevite, comandata da un motore passo-passo, anche se questa porrebbe dei problemi per la smontabilità della macchina.

La scansione dovrebbe avvenire ricalcando il funzionamento dello strumento, ossia facendo scorrere la testa di lettura fino a "puntare" una linea di chiodi, e facendo quindi ruotare il cilindro in modo che il sensore rilevi la posizione dei chiodi rispetto al punto di partenza. Non mi sembra una buona idea quella di scandire il cilindro facendo muovere lateralmente la testa di lettura per ogni (micro)avanzamento nella rotazione del cilindro. In ogni modo questo punto si può approfondire in seguito.

Allo stato attuale, Flavio ha già costruito la guida di base con il carrello per la testa di lettura, ed io ho pronte alcune parti del software e l'interfaccia per il computer, basata (eresia, eresia !!!) su un PIC e non su un PLC. Per le altre parti abbiamo le idee abbastanza chiare, ma sul sensore siamo ancora al buio.

Ho letto dell'ipotesi recente sull'uso dei CCD, a proposito dei quali ho un pò di esperienza, ma preferisco rimandarne la discussione al prossimo messaggio, per non appesantire ancora di più questo primo messaggio.

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Auguri di Buon Anno a tutti

Leonardo Perretti

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Paolo Cattani

Vediamo se ho capito... Si tratta di far avanzare il carrello del sensore fino a "puntare" una fila di chiodi: a quel punto l'avanzamento carrello si ferma ed il cilindro viene fatto ruotare. Il sensore rileva il chiodo e si memorizza la sua posizione angolare rilevata dall'encoder. Questo viene fatto per tutti i chiodi fino a tornare alla posizione di partenza. A quel punto si avvia ancora l'avanzamento fino alla prossima fila di chiodi: l'avanzamento ferma, il cilindro ruota etc...

Praticamente sono tutte scansioni successive di sezioni del cilindro, come una tac.. O no?

Certo che se la cosa è fatta così (supporto motorizzato, supporto folle, avanzamento, sensore) a me sembra un tornio :D

In effetti si pensava anche ad una scansione con il carrello che va continuamente avanti e indietro (come una stampante)

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Ciao a tutti (anche al mio amico Leonardo, benvenuto),

ci sono un paio di motivi per cui si preferirebbe fare la scansione di un giro di rullo per poi passare al giro successivo: 1)Per semplificare, se il rullo appartenesse ad uno strumento con scala cromatica, leggeremmo prima i DO più bassi, poi tutti i DO diesis più bassi, poi i RE ...ecc. Fatta la scansione, ruotiamo il foglio di 90° ed otteniamo il pentagramma (non è così semplice ma...quasi). 2) il secondo motivo, questa è una novità per il forum, riguarda i rulli dove la canzone veniva svolta a spirale. Man mano che ruotava il rullo, il rullo stesso si spostava. In questo modo la canzone poteva essere molto più lunga, non durava un solo giro ma anche 7 - 10 giri. Eseguire la scansione come propone Leonardo permetterebbe di "catturare" anche queste musiche (i rulli della Reggia di Caserta, ad es., sono fatti così.

Saluti

Flavio (flpedra)

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...esatto, si parlava di un asse controllato (motore passo-passo, encoder) + la rotazione del rullo anch'essa controllata (motore passo-passo, encoder) + sensore posizionato sull'asse (laser??) + cavalletto/struttura dove posizionare il rullo chiodato (che può avere dimensioni e attacchi di varie dimensioni)

Ciao

Flavio

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Paolo Cattani

Qualcosa non mi piace: se non fossero file di chiodi ma linee continue , si potrebbe inseguirle con l'ausilio di un sensore di rilevamento come quello usato da certi robot o dagli AGV per seguire una linea disegnata per terra o un filo interrato. Invece qui si tratta di seguire una linea interrotta, dove solo alcuni punti sono di riferimento (quella nota, potrebbe essere usata una sola volta in tutta la canzone, la spirale potrbbe essere praticamente "vuota").

Da una parte è una semplificazione, perchè basterebbe fare in modo che l'avanzamento vada a velocità fissa, variabile da zero a quella massima (corrispondente allo spostamento massimo che si ha nella spirale durante un giro): dall'altra però bisogna imbroccare il passo della spirale per settare la velocità giusta, credo ci vorranno molti tentativi, si rischia di saltare dei chiodi se il passo della spirale non è perfetto, o di saltare nella fila adiacente.

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Paolo Cattani:

>Qualcosa non mi piace: se non fossero file di chiodi ma linee

>continue , si potrebbe inseguirle con l'ausilio di un sensore di

>rilevamento come quello usato da certi robot o dagli AGV per

>seguire una linea disegnata per terra o un filo interrato.

>Invece qui si tratta di seguire una linea interrotta, dove solo

>alcuni punti sono di riferimento (quella nota, potrebbe essere

>usata una sola volta in tutta la canzone, la spirale potrbbe

>essere praticamente "vuota").

>Da una parte è una semplificazione, perchè basterebbe fare

>in modo che l'avanzamento vada a velocità fissa, variabile da

>zero a quella massima (corrispondente allo spostamento

>massimo che si ha nella spirale durante un giro): dall'altra

>però bisogna imbroccare il passo della spirale per settare la

>velocità giusta, credo ci vorranno molti tentativi, si rischia di

>saltare dei chiodi se il passo della spirale non è perfetto, o di

>saltare nella fila adiacente.

In effetti il dispositivo non dovrebbe inseguire i chiodi, tenendoli come riferimento, ma muoversi autonomamente secondo parametri fissati in precedenza. Posto che il carrello si muova lateralmente con un sistema di (ragionevole) precisione, nel caso di cilindri con notazione a spirale il suo movimento laterale dovrebbe essere continuo, puntando man mano la spirale nel suo svolgersi, indipendentemente dalla presenza o meno di chiodi.

Nello strumento reale, i tasti sono mantenuti fissi, mentre il cilindro viene spinto lateralmente da un ingranaggio a chiocciola, che esegue una rotazione completa per ogni 6 giri del cilindro.

>Praticamente sono tutte scansioni successive di sezioni del

>cilindro, come una tac.. O no?

Esatto

>Certo che se la cosa è fatta così (supporto motorizzato,

>supporto folle, avanzamento, sensore) a me sembra un

>tornio :D

>In effetti si pensava anche ad una scansione con il carrello

>che va continuamente avanti e indietro (come una

>stampante)

In questo caso sembrerebbe una macchina per maglieria :-)

L'ipotesi del funzionamento "a tornio" ricalca il funzionamento normale di questo tipo di strumenti.

Si noti inoltre che la misurazione più importante da effettuare è quella della posizione del chiodo rispetto alla linea di partenza, per cui è necessario avere la massima accuratezza nel verso della rotazione.

Facendo un piccolo calcolo, se abbiamo un cilindro, poniamo, di 15 cm. di diametro, la superficie da scannerizzare sarà lunga, nel senso della rotazione, circa 471,24 mm. Se ci poniamo come obbiettivo una risoluzione di 1/10 di mm., (ma questo dipende dal sensore che è un'incognita al momento) dovremmo effettuare 4712,4 corse del carrello, e analizzare successivamente i dati per separare le tracce ecc..

Utilizzando l'altra tecnica, avremmo bisogno solo di un numero di rotazioni pari al numero di tasti moltiplicato per il numero di brani nel cilindro; p. es., con 25 tasti e 10 brani avremo 250 rotazioni, e i dati ricavati sarebbero già convertibili facilmente in MIDI.

Inoltre, nella mia ottica "artigianale", mi sembra più pratico e meno stressante per la macchina aumentare le rotazioni del cilindro piuttosto che le corse orizzontali del carrello (si consideri che il cilindro può arrivare fino a 120 cm. di lunghezza), ma su questo potrei sbagliarmi.

Saluti

Leonardo

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Solo una domanda (se è già stata fatta e mi è sfuggita mi scuso in anticipo): la testa dei chiodi è a distanza che si può ritenere costante dalla superficie del cilindro? Se si, quale è all'incirca?

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>Solo una domanda (se è già stata fatta e mi è sfuggita mi scuso

>in anticipo): la testa dei chiodi è a distanza che si può ritenere

>costante dalla superficie del cilindro? Se si, quale è all'incirca?

Si, generalmente l'altezza dei chiodi è da 1,5 a 4 mm. circa.

A volte può capitare che i chiodi che comandano i registri siano piu alti di quelli dei tasti, ma sono casi particolari

Leonardo

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Caro Leonardo-dombedos,

mi aspetto che cilindri vecchi possano essersi imbarcati, con difetti a botte o ovalizzazioni o semplici spostamenti localizzati di qualche pezzo di legno. Ci possono anche essere chiodi piu' o meno penetrati.

P.S.: i chiodi sono sempre e solo di ferro o acciaio?

Ciao

Mario

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Caro Mario,

è vero; i cilindri possono essere soggetti a vari problemi; a volte addirittura il semplice ritiro del legno causa il cattivo allineamento dei chiodi per cui il cilindro diviene inservibile. Tuttavia i costruttori avevano sviluppato delle tecniche costruttive, sulle quali non mi dilungo, per minimizzare tali eventualità. Nella trascrizione di un vecchio cilindro è sempre necessario fare un "pretrattamento", che consiste nel raddrizzare i chiodi storti ed osservare attentamente tutte le possibili cause di problemi, e una post-elaborazione, per correggere ciò che non va. A volte i cilindri sono irrecuperabili, e l'unico intervento possibile è la trascrizione e la ricostruzione, se ne vale la pena.

I chiodi generalmente sono di ferro più o meno acciaioso, oppure di ottone incrudito. Altri materiali (legno ecc.) sono stati utilizzati a scopo sperimentale o su strumenti dilettanteschi

Ciao

Leonardo

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Paolo Cattani

Avevi parlato di laser: stavo pensando anche all'unità laser che equipaggia i cd player, è composta di un emettitore e di un ricevitore "concentrici" (non è vero, ma è per evitare paroloni) di diametro molto piccolo, potrebbe insomma discriminare file adiacenti di chiodi distanziate anche solo di 1 mm. Si potrebbe utilizzare, posto a distanza ravvicinata, come sensore di luminosità: un aumento di luce riflessa ricevuta potrebbe essere interpretato come "inizio del chiodo" e la sua diminuzione (perchè rileverebbe lo sfondo più lontano) come "fine del chiodo". Insomma, si potrebbero rilevare i fronti di salita e discesa. Dico laser, ma poterbbe esserci qualcosa di apposito a led. Non ho notizie dell'esistenza di ccd illuminati di piccolo diametro (sempre per evitare errori di parallasse, mentre so dove trovare quelli non illuminati. Non conosco invece i chip (e la relativa gestione) delle microtelecamere usate sui mouse ottici, mentre di sicuro so che esitono microtelecamere con illuminatore, circa sei millimetri di diametro totale, usate negli endoscopi.

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Ciao a tutti,

mi permetto di correggere una considerazione di Leonardo (sarò punito per questo): i chiodi possono sporgere anche più di 4mm, a volte anche 7 o 8mm. La variabile da 1,5 a 8 non è però sullo stesso rullo, ci sono rulli con chiodi sporgenti 1,5mm e altri dove i chiodi sporgono 8 ...e così via.

Ricordo anche che i chiodi possono essere di colore nero opaco. Ho fatto delle prove con vari tipi di sensori a LED e con vari tipi di fibre ottiche del tipo a tasteggio (varie marche più note), ma non sono riuscito ad ottenere un risultato costante ed affidabile, si aggiunge il problema della soppressione dello sfondo.

Abbiamo scartato i sensori induttivi sia per le dimensioni dell'oggetto da rilevare, sia per il materiale (ottone).

Sinceramente non ho pensato, anche perchè non li conosco, ai laser dei lettori CD: sono pronto a smontare un vecchio lettore! ...scusa l'ignoranza, ma cosa significa "emettitore e ricevitore concentrici"?

Ciao

Flavio

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Paolo Cattani

Non sono esattamente concentrici, era un a maniera semplice di spiegarmi: intendo dire che non sono affiancati, il che introdurrebbe errori di parallasse. Diciamo che il raggio in uscita non inteferisce con quello in entrata, pur passando per la stessa lente. Per comodità puoi immaginarlo come una telecamera con intorno i led di illuminazione, anche se in realtà è diverso: se trovo un' immagine te la mando.

Ma non si possono colorare i chiodi, che so, di bianco, di argento, o come avevo proposto, con vernice trasparente che reagisce agli ultravioletti? Dell'ultima non rimarrebbe traccia sul rullo, si possono usare dei pennarelli, dei pennelli o una spugnetta.

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Paolo Cattani

DORMIRE!?!?

Io sto uscendo per andare in discoteca...

Comunque, se la testa del chiodo riflette la luce o la emette perchè spalmata di vernice fluorescente, lo stesso discorso del TX/RX laser che rileva il "cambio" di luce emessa, può essere attuato con un banalissimo fotodiodo. Oltretutto le dimensioni sono "potabili": circa 2 x3 mm, ma ce ne sono di più piccoli ed anche con lente. Su una vecchia rivista (elektor?) ho visto un antifurto fatto così: se la luce variava lentamente, niente allarmi; se variava rapidamente suonava. Ricordo che sfruttava la carica e la scarica di un condensatore.... vabbè dello schema parliamo un'altra volta, ora mi metto il gel ed esco B)

Modificato: da Paolo Cattani
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A proposito della possibilità di verniciare i chiodi, in linea di massima non è buona norma trattare i chiodi con materiali estranei; il meccanismo, specialmente nel caso degli organi, è molto delicato, e questi materiali potrebbero interferire con il corretto scivolamento dei tasti. Trattandosi poi di oggetti che spesso hanno un valore storico-artistico, esistono delle direttive sul tipo di intervento e di materiali da usare, che superano i limiti della pignoleria, e a volte sono incomprensibili per i non addetti ai lavori. Non vorrei fare adesso la figura dello snob o di quello che mitizza il proprio lavoro; ma si consideri che i cilindri sono a volte documenti musicali unici, di valore molto elevato; mi riferisco, per esempio, ai cilindri musicati con brani scritti espressamente da Hendel o Mozart, di cui magari esiste un solo esemplare al mondo. Sono casi rari e bisogna valutare, naturalmente, caso per caso; tuttavia, volendo costruire una macchina di uso generale, è bene evitare in partenza metodi che, magari anche solo in casi particolari, possano essere nocivi.

Per chi volesse approfondire alcuni aspetti musicologici degli strumenti a cilindro, fra qualche giorno verrà messo in rete, sul sito dell'AMMI, un articolo sull'argomento che ho scritto qualche tempo fa per il giornale dell'associazione. Non appena sarà pronto posterò il link.

Ragionandoci un pò sopra, e considerando le difficoltà emerse nell'individuazione di un sensore che sia efficace per i chiodo neri opachi, credo si possa partire con un sensore che presupponga un certo grado di riflessione della luce da parte dei chiodi; in seguito si potrebbe raffinare la macchina sulla base dell'esperienza acquisita.

Circa i sensori dei lettori CD, fra la rottamaglia varia ne posseggo due recuperati da vecchie meccaniche di lettori CD, ma non ho alcuna esperienza e a malapena conosco il loro principio di funzionamento. Se Paolo ci può aiutare con questi, ben venga.

Ho qualche dubbio sulla distanza di funzionamento. Se si richiede una distanza troppo ravvicinata, diventa critico il posizionamento del cilindro rispetto alla testa di lettura.

Saluti

Leonardo Perretti

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Paolo Cattani

La distanza è ravvicinata nell'uso normale, dove individuare una traccia sul cd con precisione micrometrica è una necessità. Il suo uso come rilevatore di variazioni luminose non ha la necessità di una così grande precisione, anzi è preferibile una certa elesticità, visto che si è detto che i cilindri possono essere imbarcati, e quindi la distanza dal sensore potrebbe variare. La proposta di usare il lettore laser però risente di un indagine più approfondita: come già detto, il colore della luce ha una grande influenza sul contrasto, magari la luce rossa non va bene.

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Ciao a tutti (nottataccie?).

Se volessi cannibalizzare un vecchio lettore CD, estirpandone il sensore laser per simulare delle prove, dovrei collegarlo come se fosse una comune fotocellula o sensore induttivo?? Se sì, a quanti Volt lavorano? 3 - 5 VDC?

Grazie, buona discoteca!

Flavio

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Caro Flavio,

cannibalizzare un vecchio lettore CD, estirpandone il sensore laser

occhio agli occhi!

Il raggio laser e' piccolo, ma potente, basta poco per pentirsene per tutta la vita!

Ciao

Mario

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Paolo Cattani

Nella Classe 1 vengono raggruppati i laser cosiddetti intrinsecamente sicuri, poiché il livello di

esposizione massima permesso non viene mai superato, o quei sistemi laser non pericolosi grazie

alla loro progettazione ed ingegnerizzazione: involucri fissi e sicurezze intrinseche come ad

esempio sistemi che bloccano definitivamente l’emissione in caso di guasto o di apertura

involontaria o volontaria dell’apparato, quindi bisogna verificare nel manuale se è l'apparecchio di classe 1 (quindi poterbbe avere anche un laser in classe 3b, 3a ) oppure se è il laser vero e proprio in classe 1.

Le classi di rischio possono essere anche riassunte nel seguente modo:

Classe 1 : sono intrinsecamente sicuri perché di bassa potenza.

Classe 2: non sono intrinsecamente sicuri, ma la protezione dell’occhio è normalmente facilitata dal

riflesso di ammiccamento. Bisogna evitare di guardare nel fascio.

Classe 3A: la protezione dell’occhio è facilitata dal riflesso di ammiccamento. Bisogna evitare di

guardare nel fascio, né osservare direttamente con strumenti ottici.

Classe 3B: la visione diretta nel fascio è sempre pericolosa, mentre non è a rischio la visione di

radiazioni non focalizzate, mediante riflessione diffusa.

Classe 4 : il loro uso richiede un’estrema prudenza. Sono pericolosi anche per riflessione diffusa.

Essi possono causare danni a carico della cute e presentano anche un rischio di

incendio. E’ necessario evitare l’esposizione dell’occhio e della pelle alla radiazione

diretta o diffusa.

Non ho info sulla lunghezza d'onda emessa, potrebbe essere anche infrarosso, al limite prova a vedere se trovi il datasheet del gruppo ottico kss-240, è uno dei più diffusi.

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Mi stavo riferendo al laser di un vecchio lettore DVD da PC, sull'involucro dell'apparecchio c'è scritto "laser di classe 1". Per cercare di capirne la differenza, sono andato in un negozio del "fai da te" dove vendono quelle livelle laser da un po' di tempo in uso per lavori di muratura: in effetti sulla confezione c'è scritto "laser di classe 2" , nella confezione si trovano anche degli occhiali di protezione. Penso che quest'ultimo, come conferma il tuo tutorial, sia decisamente più potente del primo.

Pensi possa essere adatto (almeno per delle prove), il laser del mio vecchio lettore DVD? Hai degli schemi o suggerimenti per come collegarlo e tararlo al mio scopo?

Grazie

Flavio

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